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Autore: Amekita    17/06/2014    15 recensioni
[Creepypasta]
La testa a clessidra rappresenta lo scorrere della tua vita.
Le ali ossute rappresentano il degrado e la morte.
Le braccia dalle mani ramose rappresentano la miccia della tua vita che sta per finire.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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\\Salve! Questa storia mi è venuta in mente un po' di tempo fa, quando ho iniziato a leggere le creepypasta.
Ho deciso di provare a scriverne una, fatemi sapere se vi piace ^^
Ci vediamo a fine capitolo, buona lettura!
-Amekita-




WINGED GHOST

Uthe era un uomo come tanti altri.
Aveva un lavoro stabile e una moglie che amava moltissimo.
Una vita normale.

Sua moglie era una fotografa, per via del suo lavoro infatti era costretta a compiere numerose spedizioni, alle quali il marito acconsentiva sempre.
Un giorno mentre Uthe era a lavoro, la donna stava cucinando una torta, mentre ascoltava il verso di alcuni corvi che avevano fatto il nido proprio nel tetto della loro veranda, situata vicino al bagno.

Uthe era sempre stato attento all'igiene della casa, proprio per questo amava particolarmente il bianco, con cui aveva tappezzato tutte le stanze.
Si era sempre considerato un uomo meticoloso, ma a quanto diceva la moglie la sua era solo ossessione.
Ad ogni modo, la loro vita insieme era felice e nessuno dei due avrebbe potuto chiedere di meglio.

Mentre la moglie si avvicinava al forno per prendere la torta, attraversò la veranda per poggiarla sul davanzale, ma vide che uno dei corvi che avevano fatto il nido sul tetto si avvicinava pericolosamente al suo dolce.
Cercò di scacciarlo in tutti i modi, ma indietreggiando verso il bagno scivolò sul pavimento.
Cadendo sbatté la testa sul lavandino, mentre una pozza di sangue si espandeva sotto il suo corpo esanime, tingendo di scarlatto il bianco puro della stanza.
Mentre esalava il suo ultimo, freddo e lento respiro, vide il corvo che si avvicinava al suo volto immobile.

Uthe, una volta tornato a casa, appoggiò le chiavi dell'auto sul tavolino in vetro.
Salutò sua moglie, ma non sentendo risposta andò a cercarla in cucina, dove però non trovò nessuno.
Vide la torta appoggiata sul davanzale della veranda, ma... il suo odore era strano.
Avvicinandosi, provò ad odorarla da vicino, ma il suo profumo di ciliegie e pasta zuccherata gli sembrò assolutamente normale.
Un soffio di vento entrò dalla finestra.
Oltre all'aroma della torta, nell'aria era presente un altro odore... pungente, metallico.
Questa particolare fragranza entrò nelle narici dell'uomo, che cercandone l'origine arrivò al bagno.

Ciò che vide fu orrendo.
Il corpo morto e pallido di sua moglie era steso in una pozza di sangue, mentre il corvo le mangiava la carne.
Uthe, inorridito, si avvicinò alla moglie, ma inginocchiandosi vicino a lei si accorse di qualcosa di orribile...
il corvo le aveva mangiato gli occhi.
Ora, al posto di questi, c'erano due cavità nere e profonde, i cui incavi erano circondati da un sottile strato di pelle coperto di sangue secco raggrumato.
Standole così vicino, l'uomo poté sentire anche la puzza di cadavere che appestava l'aria di quella stanza asettica.

A quella vista, Uthe urlò talmente tanto da spaccarsi la mandibola e in preda ad un dolore insopportabile la sua mente smise di ragionare e a quel punto perse tutta la sua lucidità.
I suoi occhi piangevano, le sue mani erano poste sulla testa mentre con una totale disperazione attanagliavano la cute del capo, la sua bocca ormai slogata continuava ad emettere grida e gemiti sommessi dal pianto.

Mentre cercava di sbattere gli occhi come per svegliarsi da un brutto sogno, pensava che tutto quello non poteva essere vero... la sua adorata Jessica... non era lei ad essere stesa in terra, non poteva esserlo!

Vedendo che niente alleviava lo sconforto che gli procurava quella vista, a tentoni si diresse verso il lavandino coperto di sangue ancora fresco, in cui l'acqua cristallina adagiata a gocce sul lavello si mescolava con il colore sanguigno.
Prese una lametta dalla mensola vicino al lavamano e mentre guardava per l'ultima volta il suo viso allo specchio, con tutta la disperazione e la forza che aveva, mosse il braccio armato in direzione del suo occhio sinistro.
L'impatto fu duro e tagliente, poteva sentire il metallo leggermente arrugginito della lametta a contatto col suo bulbo oculare ormai distrutto.
In preda al panico e al dolore, si cavò allo stesso modo anche l'altro occhio, mentre la sua faccia si ricopriva totalmente di sangue.

Cadde a terra quasi svenuto e il corvo volò verso di lui per completare il suo pranzo.
Uthe fece di tutto per scansarlo.
Si dimenò mentre calciava l'aria, cercando di colpire l'unico essere responsabile della morte di sua moglie, sebbene non conoscesse il preciso svolgimento dei fatti.
Il suo odio nei confronti di quella bestiaccia era talmente tanto che nonostante fosse ormai cieco e quasi morto, riuscì a colpire mortalmente l'uccello con un colpo della mano, mentre sentiva il sangue dell'animale scorrere tra le sue mani, mescolandosi al suo e a quello di sua moglie.

Col tatto distinse in quella pozza di sangue una piuma del corvo, che prese tra le mani come trofeo per la sua vittoria contro la bestia.
Era nera ed estremamente lucida, ma lui non poteva più vederla.

Quello stesso giorno, Uthe morì di disperazione e dissanguamento, mentre a fianco a lui giaceva il corpo immobile di sua moglie Jessica.

La vecchia televisione trasmetteva una notizia del telegiornale, la bocca della giornalista si muoveva a dire queste parole:
"La polizia ha trovato stamattina il corpo di una donna di circa trentadue anni, il cui volto era privo di occhi.
Ancora è sconosciuta la causa del decesso, gli specialisti ritengono possa essere stato un incidente domestico sfociato in un'accesa lite con il marito, del quale il corpo non è stato ritrovato. 
Le ricerche proseguiranno fino al ritrovamento, la polizia è attualmente sulle tracce del marito.
Alcune persone del posto hanno dato vita ad una leggenda in seguito ad alcuni misteriosi avvistamenti nei pressi della foresta, secondo i quali l'uomo si sarebbe tramutato in un demone dalle ali ossute di uccello, dando origine al nome del suddetto essere, che pare essere Winged Ghost; altri più scettici rivelano che le apparizioni di questo presunto spirito possano essere semplicemente uno scherzo inscenato per attirare i turisti".

Molti affermano di aver avvistato Winged Ghost nelle foreste, o nei vicoli bui, ma nessuno è certo della sua esistenza.
Secondo certi avrebbe una testa simile ad un teschio a forma di clessidra, con delle braccia dalle dita ramose ed un corpo interamente nero privo di gambe, come se indosso avesse una lunga tunica dei colori della notte.
La leggenda popolare narra che questo tetro essere vaghi nel cuore della notte in cerca di piume per poter ricomporre le sue ossute ali.
La sua continua ad essere però solo una leggenda, e nonostante qualcuno affermi di averlo visto...
coloro che l'hanno davvero incontrato non sono qui per raccontarlo.



[Angolo dell'autrice]
Eccomi! Vi starete chiedendo "che razza di nome è Uthe?!", ma la verità è che questo bizzarro nome mi è venuto in mente facendo il mix di alcune parole. Come significato più vicino comunque posso dirvi "white".
Ho fatto un disegno di come dovrebbe essere Winged Ghost, appena posso lo aggiungo alla fine della storia ^^
Se vi state chiedendo il motivo per cui dovrebbe cercare le piume per ricomporre le sue ali...
diciamo che è un po' una metafora. Il volo rappresenta la libertà, così ho pensato che a lui a cui la felicità di "volare" è stata negata, servano delle piume per poter ritornare ad essere felice come lo era un tempo.
Grazie per la lettura, spero che la mia creepypasta vi sia piaciuta e vi chiedo di lasciarmi tante recensioni ^^
Alla prossima,
-Amekita-



  
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