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Autore: denydany1105    17/06/2014    1 recensioni
Dal testo:
"Ci sono tanti ragazzi che la desiderano, la vorrebbero ad ogni costo, tra a me e loro c’è una differenza: anch’io la desidero, solo Dio sa quanto, ma voglio proteggerla dal mondo, da questo mondo troppo crudele, troppo pieno di insidie per una ragazza fragile come lei."
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Citazione: Ti lasciavi andare, ti consegnavi a un destino che nessuno ti aveva confermato. E lo facevi da sola. Come non volessi ricordare che, qualunque fosse stato il cammino, qualunque la meta, io ci dovevo essere - Ligabue
 
 
Ho fatto tutto quello che ho potuto per aiutarla, ora le stringo la mano. Mi sento impotente tra queste quattro mura immacolate di quello che dovrebbe essere un ospedale. Mi gira ancora la testa per ieri sera e appena mi sveglio, fatico a rendermi conto di essere ancora in ospedale, seduto accanto al suo letto: lei, con le flebo al braccio, le palpebre che mi impediscono di ammirare i suoi splendidi occhi azzurri, io, con i muscoli irrigiditi, la schiena a pezzi, per aver dormito su una sedia, la mia mano che stringe la sua. All’improvviso ho un flash-back di tutto quello che è successo l’altra sera, quella maledetta sera…

Doveva essere solo una cena tra compagni di scuola che invece si è tramutata in un inferno per Laila. Alcool, sigarette, lei sapeva che non poteva, ma l’ha fatto lo stesso.

Perché Laila?

Il ricordo di me che la sorreggo, di Mary che le strappa via le bottiglie di birra dalla mano. Prima urla, poi si accascia a terra, ogni mio tentativo di sostenerla è inutile.

Dolore.

Mi prega di farla riprendere, di chiamare il padre, di farle passare il mal di testa.

Urla.

Se solo non fosse arrivato Ray con quella maledetta Vodka. Gliel’ha offerta, come si offrono caramelle a un bambino, bevendo con la mia migliore amica, approfittando del suo stato di semi-incoscienza. Ricordo come l’ho spinto via da lei:
-Sei solo un bastardo! Non vedi che è ubriaca?!
-Oh, ma chi ti credi di essere?! Vuole stare con me, lasciala in pace!
E poi la sua risata, ma non quella solita, cristallina risata che le illumina il volto ogni volta, è una risata vuota questa. Poi beve ancora, gli occhi color del cielo si spengono, fino a diventare di un grigio opaco, i morbidi capelli biondi che tante volte ho accarezzato sono tutti bagnati, Ray continua ad approfittarsene e continuando a offrirle birra fin quando Laila sviene.
Lacrime.
Fanny e Reina scoppiano a piangere, vedo alcune ragazze che vanno via, non vogliono stare qui quando arriveranno i genitori di Laila. Ma io non la abbandono nel momento del bisogno. Io e Mary la prendiamo di peso, la facciamo stendere su una panchina, ma lei vomita, allora la aiuto a mettersi seduta, chiama il mio nome, poi chiude gli occhi.
-Deficiente smettila! Torna in te!- le urlo in un orecchio. Lei pare sentirmi, ma forse non capisce perché si limita a scuotere la testa. Mary le dà un altro schiaffo, ma Laila non apre gli occhi. Forse le si è abbassata troppo la pressione. Daiana le porta del succo, ma Laila non si riprende.
Chiamo la madre di Laila, forse il padre ci ucciderà tutti vedendo in che stato è la figlia, ma devo farlo, mentre Mary chiama un’ambulanza.
Ray ride. Non riesco a controllarmi e gli sono addosso, ma Daiana ci divide.
-Mark, per favore, non ne vale la pena!
-Ma non vedi cosa le ha fatto quel bastardo?!
Daiana inaspettatamente mi abbraccia, ricambio la sua stretta affettuosa mentre sento che mi sta sussurrando qualcosa all’orecchio:
-Sei il migliore amico che Laila possa avere.
La ringrazio e poi torno da Laila, che nel frattempo pare aver ripreso un po’ conoscenza, mi riconosce, ma non riesce a camminare, prova ad alzarsi e si aggrappa disperatamente a me.
-Mark…voglio…papà…
-Sì, Laila sta arrivando tuo padre, così tornerai a casa.
-Mark…
In lontananza scorgiamo un’ambulanza e una macchina nera, ci sono i genitori e il fratellino di Laila. La madre scende disperata dall’auto con il padre pallido in volto che la segue. Abbraccio Laila da dietro per cercare di alzarla, ma mi ricade tra le braccia. Appena sente la voce del padre apre gli occhi.
Vuoto.
-Laila! Laila! Cos’hai fatto?!- Grida l’uomo prendendo in braccio la figlia.
La madre è pallidissima e sta iniziando ad urlare come un’isterica:-Cos’ha bevuto? Avete dell’alcool?!
-No…noi non sappiamo…- Prova a dire qualcuno.
-Per favore ditemi se ha bevuto alcool!!!
Alcuni di noi annuiscono, l’ambulanza sta per portarla via, quando la raggiungo:
-Voglio venire anch’io! Ha bisogno di me!
-Non preoccuparti ragazzo, è solo… ubriaca…- Mi dice il padre. Ma sono irremovibile e alla fine riesco a salire sull’ambulanza, quando i medici chiudono il portello scorgo un ultimo sguardo di Daiana, la saluto con un cenno della testa.
Il viaggio verso l’ospedale è orribile. I medici le misurano la pressione constatando che è molto bassa. Lei non potrebbe bere, non dopo l’intervento al cuore che fece a sei anni. Non posso far a meno di scoppiare a piangere…
 

Ora sono qui, accanto al suo letto. Laila è sempre stata la mia migliore amica. È una ragazza stupenda, intelligente, ricca, bionda…insomma una che ha avuto tutto dalla vita. Ma se la sta rovinando e forse è colpa mia, ho cercato sempre di proteggerla, perché lei non è solo la mia migliore amica, io la amo. So che lei non ricambierà mai i miei sentimenti, ma la amo. La amo con tutto me stesso e ho giurato a me stesso di proteggerla sempre, anche se lei non vorrà. Non è la prima volta che si ubriaca, ma ieri sera è stato troppo anche per lei. Ogni volta che fa cose del genere, mi si strappa il cuore, sento mille lame trafiggermi il petto, ci sono tanti ragazzi che la desiderano, la vorrebbero ad ogni costo, tra a me e loro c’è una differenza: anch’io la desidero, solo Dio sa quanto, ma voglio proteggerla dal mondo, da questo mondo troppo crudele, troppo pieno di insidie per una ragazza fragile come lei. Voglio che si svegli, voglio tornare a vedere i suoi meravigliosi occhi azzurri, voglio tornare a perdermi nel suo sguardo, voglio tornare a sentire la sua vera risata, quella luminosa, quella cristallina.
Appoggio le mie labbra sulle sue, so che non servirà a nulla, non sono io il suo principe azzurro e questa non è una favola, è un incubo, ma voglio sentire le sue labbra sulle mie, almeno un’ultima volta.



Ciao a tutti!!
Beh, non chiedetemi per favore da dove è saltata fuori questa storia, che tralaltro partecipa al contest "Dentro l'anima fino a farsi male" di S.Elric_ sul forum.
Spero che lasciate almeno una piccola recensione *.*
Un bacio a chi anche solo legge!! <3
denydany1105

 
  
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