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Autore: felsah    19/06/2014    8 recensioni
Se Anna avesse saputo che quella era una delle ultime volte che la guardava, l’avrebbe guardata meglio. “Papà….?” pronunciò poi, timorosa.
“Sì?”.
“Dille che non mi sono fatta male”.
“Eh?” chiese il genitore, stupito e leggermente agitato.
“Sono caduta, ma non mi sono fatta male. Vorrei che glielo dicessi, magari la farebbe stare meglio”.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Re, Regina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caduta dalle scale

Oh sister I will help you back home
Oh, if the sky comes falling down, for you
There’s nothing in this world I wouldn’t do


 
La bambina lasciò che il cucchiaino affondasse per l’ennesima volta in una poltiglia verde, martoriata e scomposta che solo qualche minuto prima era stato il suo gelato. Lo guardò mentre scompariva all’interno di quel liquido dolciastro e poi mentre lo faceva tornare su, tutto appiccicoso. Alla fine si decise a portarselo alla bocca, mangiucchiando senza gusto quel che ne restava.
Si guardò intorno smarrita, dondolandosi avanti e indietro in quella sedia troppo grande per il suo esile corpicino. Era ruzzolata giù per le scale, eh sì, proprio una brutta caduta, le aveva detto sua madre, “ma che ci facevi in giro di notte, tesoro?”, e non appena aveva aperto gli occhi, l’avevano viziata con ogni sorta di dolcetto, avevano accontentato ogni suo capriccio.  Lei si era lasciata coccolare, benché non avesse nessuna parte del corpo dolorante, né ricordasse la caduta. L’unica che non vedeva in quella confusione di volti era la sola persona che avrebbe voluto in quel momento.
Sua sorella non c’era.
Appena aveva chiesto di Elsa, i suoi genitori si erano scambiati un’occhiata strana e le avevano risposto, “Dorme” all’unisono, producendo un coro fastidioso, del quale erano sembrati vergognarsi loro stessi.
Anna scivolò piano giù dalla sedia e attraversò il lungo corridoio per arrivare alla sua stanza, alla loro stanza. Vide la porta spalancata, suo padre sulla soglia con l’espressione più grave che gli avesse mai visto sulla faccia e sua madre all’interno, seduta per terra: tutto ciò che Anna desiderava in quel momento, si trovava a pochi passi da lei, tra le braccia della regina.
Elsa era lì, tremava tra le braccia di sua madre, con il bel viso pallido straziato dalle lacrime. Aveva pianto così a lungo che ormai di tutta la tensione che aveva attraversato il suo corpo rimaneva solo quel leggero tremito, come fosse stata un giocattolo sul punto di perdere tutta la carica che gli era stata data fino a poco prima. Ebbe il tempo di vederla e poi non più: suo padre la prese per mano, “Vieni, Anna” disse. “Vieni”.
Se Anna avesse saputo che quella era una delle ultime volte che la guardava, l’avrebbe guardata meglio.
“Sì” mormorò spenta, e lo seguì.
“Papà….?” pronunciò poi, timorosa.
“Sì?”.
“Dille che non mi sono fatta male”.
“Eh?” chiese il genitore, stupito e leggermente agitato.
“Sono caduta, ma non mi sono fatta male. Vorrei che glielo dicessi, magari la farebbe stare meglio”.
Il re sorrise. “Glielo dirò”.




Toc, toc. L'altro giorno mi sono ricordata di aver registrato un account su questo sito e mi sono detta, "ehi, proviamoci". In fondo, è da un po' di tempo che mi diletto a leggere in questo fandom cose davvero bellissime e ora ho deciso di pubblicarne una mia. L'idea è partita dal fatto che amando alla follia questo film mi sono sempre chiesta cos'avessero detto ad Anna una volta sveglia, o come si fosse sentita Elsa, cosa è successo nei giorni a venire. Forse scriverò qualcos'altro, magari aggiorndo direttamente questa storia e trasformandola in una raccolta di racconti brevi...non lo so. Ditemi voi!
Per ora tutto quello che posso dire è augurarmi che vi piaccia. Sono aperta a consigli, critiche, suggerimenti! :)
Bye.
  
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