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Autore: Ibelieve93    19/06/2014    2 recensioni
Hyperversum permette inspiegabilmente a Marc, Michel e Isabeau di seguire Ian in uno dei suoi "viaggi nel tempo" , ma cosa succederà se non permetterà alla famiglia Ponthieu di ritornare nel medioevo ? Isabeau, Marc e Michel si abitueranno alla vita moderna ? Qual è il motivo che spinge il gioco a trattenere Ian e la sua famiglia per un pò di tempo nel futuro ? .....
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Freeland, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Daniel/Jodie, Ian/Isabeau, John Freeland/Silvia Freeland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cassandra Martewall

 

Ti amo

Gli avevo confessato questo , prima di lanciare il mio destriero al galoppo.

Oddio. Ma cosa avevo fatto ?

Cosa?

Il mio cuore aveva urlato quelle due parole , prendendo possesso delle mie labbra, per la paura di non poter più ammettere a voce quel che custodiva gelosamente e segretamente dentro di sé.

Io amavo Marc.

Era sbagliato, era illogico, era innaturale, ma io amavo Marc.

Amavo Marc con tutto il mio essere, nonostante la mente mi volesse proibire a tutti i costi di non farlo.

Ma adesso che gli avevo urlato i miei sentimenti, come avrei potuto guardarlo in faccia e fare finta di non avergli detto nulla ?

E lui ?

Che opinione si era fatto sul mio conto?

Nel suo tempo non erano le donne a dichiararsi.

Ammetto che anch'io avrei preferito che fosse stato lui a farlo, ma se non provava quel che provavo io, come poteva?

Eppure...cosa avevo fatto ?

Forse avevo rovinato tutto, perfino la nostra amicizia.

Sentii gli occhi inumidirsi.

Scossi la testa , no, non potevo pensarci in quel momento.

Dovevo concentrarmi sullo scontro imminente, bastava quello al momento .

Impugnai l'elsa della mia spada con decisione , dato era ancora riposta nel fodero che avevo attaccato alla mia cintura , e mi preparai a tirarla fuori al momento opportuno.

L'andrenalina in circolo era tale da farmi vedere con maggiore nitidezza ogni cosa che mi si parava davanti.

Urlai con tutte le mie forze quando entrai nella mischia.

E se all'inizio ero sicura di voler affrontare quello scontro per salvare Chatel-Argent , dopo qualche minuto iniziai a credere al contrario, fermamente.

Le mie certezze presero a crollare, vacillare, una dopo l'altra, proprio come le mura del castello che ben presto fu preso in assalto.

Una parte dei cavalieri era stata sopraffatta dagli avversari , spietati fino al midollo.

Fu dura riprendermi quando per sbaglio affondai la spada nel corpo di un uomo , forse un mio coetaneo, fino a stroncare la sua giovane vita.

Avevo sentito concretamente la sua pelle lacerarsi per colpa della mia lama , il suo urlo agghiacciante diffondersi nell'aria circostante , ed avevo ben visto i suoi occhi terrorizzati perdere lentamente luce, fino a diventare vitrei .

Il tonfo del suo corpo privo di vita a contatto con il terreno mi fece rabbrividire.

Scesi da cavallo e mi lasciai cadere in ginocchio accanto al suo corpo.

Aveva gli occhi sbarrati ed aveva assunto una posizione innaturale.

Prima di lui mi ero imposta di ferire non di uccidere.

Ed adesso che per sbaglio avevo ucciso una persona, un uomo, non riuscivo più a riprendere il controllo sulle mie azioni.

Io avevo ucciso, avevo privato un uomo della sua vita.

Ero un'assassina.

Io Cassandra Martewall ero un'assassina.

Come avrei fatto a vivere con questo fardello ?

Come avrei potuto fare finta di niente?

Avrei dovuto riflettere prima di gettarmi in questa situazione.

Era inevitabile uccidere qui.

" Cassandra" urlò qualcuno al mio fianco.

Una lama cozzò con un'altra proprio sopra la mia testa.

Marc mi aveva appena salvato la vita da uno sgherro dei gemelli Gant

Il giovane conte riuscì a disarmare l'uomo ed a ucciderlo.

Anche Marc era un assassino.

Per la prima volta mi resi conto di cosa significasse vivere realmente nel Medioevo.

Qui era semplice uccidere ed era semplice festeggiare per qualsiasi bazzecola.

Marc mi tirò su per un braccio e mi condusse sul suo cavallo.

" Vai via da qui fanciulla. Allontanati" urlò per farsi sentire, dato l'incredibile frastuono.

Incontrai i suoi occhi azzurri: " No, non voglio" dissi , seppur fra le lacrime.

" Ho detto , vai via" ribadì offrendomi le redini del suo cavallo.

" Tu dove andrai?" chiesi con il cuore in gola

Mi sorrise appena: " Vado a difendere la mia gente e la mia casa"

Non mi lasciò il tempo di dire altro, corse via.

Lontano da me.

Mi lasciò sola, in groppa al suo destriero.

                                                                                                                 *****

Daniel non ricordava da quanti anni avesse appeso l'arco alla parete , ma poco importava.

Ora aveva avuto il bisogno di riprenderlo.

Ancora una volta si ritrovava a combattere per le persone che amava e ad uccidere per farlo.

Alec sapeva cavarsela piuttosto bene con l'arco.

Aveva proprio insegnato bene il tiro con l'arco a suo figlio.

Non poteva che esserne fiero.

Il ragazzo era al suo fianco, scoccava numerose frecce al minuto senza mia fermarsi.

Sotto di loro , i nemici avevano difficoltà ad assalire le mura.

Ma comunque i loro dardi non erano abbastanza per fermare quell'intera avanzata violenta, micidiale, che stava spazzando via ogni altra difesa del castello, pezzo per pezzo.

Una torre era in fiamme, un'altra era sul punto di esplodere.

Il biondo si guardava intorno e provò panico.

" Cosa sai sull'attacco di oggi? Riusciremo a vincere?" domandò a suo figlio.

Alec scosse la testa: " Oltre la morte di Marc non ne sappiamo molto."

Oltre la morte di Marc.

Daniel si sentì mancare davanti a quelle parole.

Chissà Ian come stava affrontando tutta questa situazione.

Stavano forse favorendo la storia già scritta oppure la stavano modificando?

Scosse la testa e cercò di individuare dall'alto il suo amico.

Ian , dove sei finito? Con Etienne ? Pensò

                                                                                                                   *****

Isabeau stringeva un panno umido sulla gamba di un soldato.

Sembrava essere una ferita molto grave, ma la dama non voleva darsi per vinta.

Erano da ore ormai che lei, Donna, Jodie, Léna e Alexia si davano da fare per salvare quanti più uomini feriti possibili.

A tutte loro si era aggiunta anche la madre di Beau, nonché ormai sposa di Geoffrey.

Una mano in più accorsa per salvare altre vite , nonostante il Leone in quel momento non ci fosse.

Geoffrey aveva lasciato il castello poco prima dell'attacco, ed ancora non aveva avuto modo di raggiungere i suoi amici poiché ancora ignaro di tutta quella situazione . Tuttavia presto sarebbe stato avvertito dal suo scudiero , ed i suoi amici avrebbero avuto una spada in più al loro fianco.

                                                                                                                      *****

"Cosa succede?" domandò Etienne, il volto ed il resto del corpo madidi di sudore.

Osservava lo sguardo preoccupato del suo compagno d'armi.

"Mio figlio" disse Ian semplicemente.

Aveva appena intravisto Marc entrare nel castello.

Non poteva lasciarlo solo, non quella notte.

Sapeva quanto fosse bravo ed abile con la spada , ma la storia affermava che quella notte qualcosa sarebbe stata più forte di lui in quella zona del castello messa a ferro e fuoco dai nemici.

"Quanto vorrei che fossero qui anche i nostri amici" confessò Etienne scuotendo il capo

Ian strinse più forte l'elsa della sua spada: " Andiamo, seguimi" disse procedendo ad ampi passi verso l'ampia breccia creata nelle mura del castello

                                                                                                         *****

Michel guidava i soldati come meglio poteva.

Non era riuscito a proteggere un'ala del castello, ma quel che rimaneva...sapeva bene che avrebbe dato la vita pur di difenderlo.

" Gant non avrai mai la mia casa" si ritrovò ad urlare in un salone, ormai in fiamme.

I mobili erano stati ribaltati ed inghiottiti dalle fiamme, assieme alle tende delle larghe finestre tutt'intorno.

Il sudore gli imperlava la fronte per il calore sprigionato dall'incendio , e con un veloce gesto della mano destra si asciugò , per non essere infastidito continuamente dalle numerose goccioline che gli grondavano sul volto.

Era circondato dal fuoco, sì, ma non si sarebbe arreso così facilmente.

Si spostò nell'atrio successivo, là le fiamme non erano ancora arrivate.

Da quel punto avrebbe respinto tutti i suoi nemici.

I gemelli Gant , entrati nel castello già da diversi minuti, non si fecero attendere.

Sorridevano mentre avanzavano verso di lui.

" Questa notte sarà vendetta Chatel-Argent sarà nostra."annunciarono

Michel scosse la testa: " No, questa notte sarà giustizia. Chatel-Argent resterà in mano ai Ponthieu" e urlando andò loro incontro con la spada sguainata.

I gemelli presero a difendersi bene.

Ma due contro uno non era di certo uno scontro alla pari.

In aiuto del fratello corse Marc, forte della sua spada e della sua esperienza.

"Fratellino, che piacere rivederti" esordì il più giovane.

Marc rispose con un cenno del capo.

"Oh, ma guarda. Primo e secondogenito. Oggi Ian vedrà la morte dei suoi figli." tuonò Adolphe.

"Mai" si oppose Marc digrignando i denti.

Con ancora più violenza si scontrarono, facendo incrociare le loro spade a mezz'aria.

La battaglia imperversava tutt'intorno.

" Non avrete mai il nostro castello" ringhiò Michel.

Ma uno dei gemelli riuscì a ferire il secondogenito ad una spalla ed a disarmarlo con una veloce torsione del polso.

Poi spinse il ragazzo contro un muro , e riuscì ad avere la meglio su di lui ben presto ricoprendolo di calci e pugni per gustarsi ancora di più il momento in cui avrebbe inferto il colpo finale.

Marc si ritrovò così costretto a mettersi in mezzo, tra loro e suo fratello, che ormai era sul punto di perdere i sensi.

"Michel" urlò disperato, senza voltarsi.

Voleva assicurarsi che suo fratello stesse bene.

Il conte cadetto non parlò, né si mosse. Era accasciato contro il muro.

Marc mostrò i denti tenendo la spada dritta davanti a sé : " State lontano da lui" minacciò

Adolphe e Françuas sghignazzarono.

Fu proprio quando colpì Fraçuas al basso ventre con un fendente che Marc si ritrovò la spada di Adolphe piantata nel fianco destro.

Al primogenito del falco del re mancò il fiato per un istante, sia per la fredda lama , sia per il dolore che l'assalì subito dopo .

" Addio Marc de Ponthieu" sibilò Adolphe con un gran sorriso sulle labbra , ed era sul punto di rigirare la lama nel carne del giovane per affondarla fino all'elsa , quando qualcosa gli spuntò dal petto.

Adolphe era stato colpito alle spalle da un colpo di spada.

" I miei figli non si toccano" disse Ian sfilando via la sua arma.

Françuas, disteso a terra e con le mani sulla ferita, urlò per la perdita del fratello.

"E' finita ormai" decretò Ian avanzando minaccioso verso di lui .

Alzò la spada sul giovane pronto a calarla : " Il castello non apparterà mai a Gant. Sarà sempre dei Ponthieu"

Fece per abbassare la spada che stringeva forte , con entrambe le mani , quando Marc urlò:

" No, papà"

Aveva una mano sulla ferita per fare rallentare la fuoriuscita del sangue e l'altra intorno l'elsa della spada del gemello , che era riuscito a ferirlo e che in quel momento giaceva esanime sul pavimento.

" Basta spargimenti di sangue. Permettigli di ritornare a casa, e che la perdita di suo fratello possa fargli capire che la vendetta non porterà mai nessuno da nessuna parte."

Ian scosse la testa: " E' un assassino, uccide a sangue freddo ."

" Per questo non devi ucciderlo." proseguì suo figlio, seppur dolorante.

Ian ci pensò su un attimo.

La paura di perdere suo figlio in effetti l'aveva quasi spinto ad uccidere quel ragazzo, che poteva benissimo avere soltanto qualche anno in più del suo primogenito.

"Rimarrà qui per il resto dei suoi giorni , allora." decise infine.

Ma proprio in quel momento , il gemello superstite urlò: " Help"

Una mela rossa galleggiante si formò sul palmo della sua mano destra insanguinata , disorientando per un attimo padre e figlio.

Françuas ridacchiò, approfittando di quel momento di distrazione: " Non mi prenderete mai." e detto ciò , prima ancora di sparire attraverso il tempo , si protese verso Marc per infliggergli un colpo letale.

Ma il giovane non riuscì nel suo intento.

Un corpo era riuscito da fare da scudo al giovane Ponthieu.

Un corpo che si rivelò essere quello di una donna.

Nello stesso istante Françuas aveva trovato la morte per mano di Etienne, comparso dal nulla.

"Stregoneria" aveva urlato il padre di Léna " che vada all'inferno." e la mela di Hyperversum sparì dalla mano del giovane Gant , che non aveva neanche avuto il tempo di digitare il codice.

Il suo corpo piombò per terra nello stesso istante in cui Marc urlò disperato il nome della discendente di Geoffrey Martewall.

"Cassandra"

La ragazza gli franò fra le braccia, la lama era riuscita ad infilarsi fra due costole.

" No, no. Ti avevo detto di andare via, perché sei tornata indietro? Eh ?" disse il giovane conte con voce roca.

Lei gli sorrise a stento, decisamente più debole di quanto si fosse mai aspettata: " Non devi preoccuparti per me. E' giusto che sia andata così."

"Giusto per chi? Non lascerò che tu perda la vita Cassandra, non così." promise Marc

Ian si chinò sui ragazzi.

"Papà possiamo fare qualcosa? Qualsiasi cosa, ti prego" implorò sia con la voce che con gli occhi.

Ian guardò Etienne.

Il conte scuoteva la testa: " Una ferita del genere." commentò in tono cupo " non può essere guarita. " proferì Etienne.

Ian serrò la mascella.

Forse la medicina medievale non poteva fare nulla...ma la moderna sì.

Scambiò un'occhiata con suo figlio Marc.

" Chiama Daniel" sussurrò il primogenito.

Ian annuì , e si allontanò a grandi passi seguito a ruota da Etienne


Cassandra Martewall


Non avevo avuto altra scelta.

Non potevo lasciare che quel ragazzo uccidesse Marc.

Non poteva privare il mondo della sua esistenza, diventata così importante per me .

No, non potevo.

Non volevo.

Ma adesso avevo paura , una grande ed incredibile paura di morire, che non riuscivo a mettere a tacere.

Il mio corpo era scosso da singhiozzi violenti, oltre che dal dolore che cercavo d'ignorare come potevo.

Marc cercava di consolarmi.

"ssssh , andrà bene. Vedrai..." mi sussurrava continuamente, stringendomi forte a sé fra le sue braccia per cullarmi dolcemente.

Sentivo il calore del suo respiro sulla pelle, era piacevole nonostante tutto.

" Non stare qui, sei ferito anche tu...devi andare." riuscii a dire , seppur non volevo affatto che si allontanasse da me.

Marc scosse la testa: " Non è profonda, io non mi allontanerò da te. Non ti lascerò qui da sola. Devo proteggere la mia fanciulla come posso" e si sforzò di sorridermi.

" Un conte salvato da una fanciulla...incredibile ma vero." pensai io ad alta voce.

" Tieni duro. Daniel sta arrivando. Tornerai nel tuo tempo e i medici ti guariranno"

Tornerai.

Soltanto io, senza di lui.

Ero troppo debole , anche soltanto per continuare a piangere.

Non sentivo neanche più il dolore.

Sentii un pezzo di stoffa sul torace pronto a comprimermi la ferita.

Marc si era tolto l'armatura e si era sfilato la tunica, per me.

Una mano mi sfiorò la fronte, poi una guancia con dolcezza : " Non mollare, io sono qui"

Qualcosa mi toccò le labbra, qualcosa di morbido, fresco.

Labbra.

Labbra contro labbra.

Ero troppo debole per accorgermi di altro.

Le palpebre erano calate sui miei occhi.

Poi delle voci risuonarono per l'intero salone.

"Presto , presto"

"Oddio, no."

" Non rimane molto tempo, forza"

"Si salverà?"

"Deve..."

Una luce fortissima riuscì a scuotermi per un istante dalle braccia del sonno.

Un rosso capace di riuscire a farsi notare anche attraverso le mie palpebre chiuse. Poi il buio.

                                                                                                  *****

Riaprii gli occhi sbattendo le palpebre più volte.

Ero viva? Ero morta?

Sapevo soltanto di essere distesa su una superficie soffice, liscia.

Mi mossi appena ed una mano afferrò prontamente una delle mie.

" Finalmente ti sei svegliata" mi sussurrò una voce dolce. " quasi non ci speravo più"

Il mio cuore – che scoprii grazie a Dio ancora attivo-aumentò i battiti senza darmi alcun preavviso.

Marc, proprio lui , ed era seduto accanto a me.

Mi scrutava con attenzione con quei suoi meravigliosi occhi azzurri che si ritrovava.

"Cosa ci fai qui?" mormorai , a stento.

Mi trovavo in una stanza ospedale, ne ero certa.

Nel mio tempo.

Gli ospedali non esistevano nel medioevo e per di più il conte era vestito con jean e camicia.

Marc mi mostrò un bellissimo sorriso: " Ho pensato di rimanere qui con te."

"E' gentile da parte tua, ma la mia convalescenza potrebbe durare tanto." risposi, dopo essermi schiarita la voce.

" Non hai capito?" disse scuotendo la testa allargando il sorriso " starò qui con te , per sempre"

Cuore in gola.

Cosa aveva appena detto?

Naaaa, mi stavo sbagliando.

Ho sentito male. Per forza.

" Stai bene?" mi chiese improvvisamente serio e preoccupato.

"Benissimo" riuscii a dire come un'automa.

Rise dolce : " Oh, bene. Perché non voglio che tu stia male ancora."

"Ma Léna ? I tuoi ? Michel ? Chatel-Argent?" iniziai ad elencare, sconvolta, scioccata.

Marc sospirò: " Ho capito che il mio posto è qui, accanto a te. Il vederti ad una passo dalla morte ha chiarito molto cose."

Scossi la testa confusa: " Non capisco"

" Per la storia sarei dovuto morire quella notte. Ed invece eccomi qui, accanto a te vivo...grazie a te."

"Ancora non capisco. Ho cambiato la storia ? " ribadii

Lui mi afferrò una mano e strinse forte : "No. Mesi fa , ero riuscito a venire qui, inspiegabilmente, assieme alla mia famiglia per una visita breve, di poco conto , e per il solo scopo di capire a grandi linee da quale tempo provenisse mio padre.

Hyperversum sembrava funzionare alla perfezione , ed invece ci ha costretto a rimanere qui per mesi. In quel tempo ti ho conosciuta. Poi sono arrivati i figli di Gant e tutta la mia famiglia,compreso il sottoscritto, ecco che riesce -sempre inspiegabilmente- a ritornare nel Medioevo. In conclusione? La storia non è stata cambiata.

La storia ha ottenuto quel che voleva. Tu dovevi essere lì a salvarmi la vita quella notte.

Perché tu mi avresti riportato qui con te. Così dovevano andare le cose.

Questo è da sempre stato il mio posto. Sin da quando sono nato."

Continuai a guardarlo senza dire una sola parola.

"Nel mio tempo i miei sono in lutto." spiegò divertito, si grattò la nuca " e per quel che riguarda Léna. Ho capito di non amarla quanto amo un'altra donna dai capelli color grano e lo sguardo alla Geoffrey Martewall " mi guardò di sottecchi "Io amo te Cassandra, solo e soltanto te."

Spalancai la bocca, poi mi ricomposi: " Ti prego, ripeti l'ultima cosa che hai detto"

Mi scoccò un bacio sulle labbra rubandomi tutti l'aria che avevo inspirato.

" Ti amo , Cassandra" scandì per bene.

Deglutii. Quelle tre parole per me.

Le parole tanto attese, in tutta la mia vita, erano appena state pronunciate.

" Sarà Michel a sposarsi con Léna" continuò in tono allegro, facendomi un occhiolino " ma non dirgli nulla quando lo vedrai apparire ogni tanto nel salotto di casa Freeland assieme ai miei . Lui non ne è a conoscenza."

" Ah" commentai semplicemente

"Alexia ed io abbiamo dato una sbirciatina al codice" confessò

Scoppiai a ridere, e mi fece anche male...ma poco ci badai.

Ero troppo contenta

" Ma...ma...tutto questo è impossibile."

Lui mi sfiorò la fronte con le labbra: " No. E' la realtà. Odiavo questo posto all'inizio, ma adesso grazie a te...incomincio ad amare tutta quest'atmosfera moderna"

" Ma come farai senza duelli, balli e dame?"

" Chi ha detto che dovrò rinunciare ai balli ? Fra qualche giorno mi pare di capire di averne già uno assieme alla mia dama, qui presente. Almeno così mi hanno riferito Alec ed Alexia. Sai, ormai abito assieme a loro. Daniel mi ha praticamente adottato."

Gli sfiorai le labbra con un dito: " Aspetta un attimo. Intendi dire che andremo al ballo di fine anno?"

Annuì : " Certo"

" Non ha niente di medievale" spiegai

Lui rise: " Lo so." poi aggiunse in tono ironico : " Niente ricchi obesi e parrucche finte, dame imprigionate in quei corpini ultra stretti , che sono obbligate ad indossare. Lo so, perfettamente. E' un vero peccato."

" E' vero quei corpini erano così stretti" confermai , ridendo assieme a lui

" Sarà il ballo più bello della mia vita" concluse serio, guardandomi dritto negli occhi.

Gli sfiorai una guancia grata per le sue bellissime parole.

" Ho paura che tu possa rimpiangere la tua vecchia vita" ammisi mordendomi il labbro inferiore.

"Hai detto bene, vecchia vita. Non rischierò più la vita per una semplice offesa o chissà cos'altro. Andrà bene così, sarò impegnato comunque. Tu richiedi molte attenzioni"

"Ti amo conte" dissi posando lo sguardo sulle sue labbra.

Si avvicinò ancora una volta a me : " Ti amo anch'io mia dolce fanciulla"   




                                                                                     Fine 

Angolo Autrice 

Ciaoooooo ^^ 
Sì, siamo proprio arrivati alla fine di questa storia :)
Marc e famiglia , dopo quasi un anno, hanno finalmente compreso le azioni di "Hyperversum" e spero con tutto il cuore che questa storia vi sia piaciuta , nonostante qualche ritardo nel postare i capitoli , qualche errore sparso qua e là. 
L'ispirazione per questa ff era nata così, all'improvviso...in quel primo agosto 2013 :) 
Una storia che per me non doveva essere pesante, complessa , ma semplice e leggera da scrivere e da leggere ;)
Ringrazio di cuore federica che con le sue recensioni mi ha spinta a continuare, a tutti coloro che l'hanno recensita in precedenza ;)  
Ringrazio le sei persone che l'hanno preferita e le sei che l'hanno seguita <3
Grazieeee *_____* 
Un bacioneeeee <3   

 

 

   
 
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