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Autore: AxXx    22/06/2014    4 recensioni
Frank e Hazel si sono trasferiti a New York City per sperimentare lo stile di vita dei semidei più Greci. Quindi affittano un appartamento in città, ma, mentre sono lontani dagli occhi, strani incubi li perseguitano. Ma insieme li affronteranno.
Dopotutto sono solo sogni.
[Frazel]
(Attenzione, la storia contiene Spoilers sulla Casa di Ade e il Marchio di Atena)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Zhang, Hazel Levesque
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CURA DAGLI INCUBI

 

 

 

Frank si svegliò dopo pochi istanti, sentendosi strano, come se lo avessero pugnalato al petto. Con una certa apprensione toccò il pezzetto di stoffa che Leo aveva cucito per lui, e che proteggeva il suo legnetto. Solo nell’istante in cui constatò la sua assenza ricordò che la sua debolezza era svanita. Sospirò, alzandosi dal tavolo della cucina su cui si era addormentato. Fuori dalla finestra la luna era alta, nel cielo stellato sopra New York. Da qualche parte, lassù, sull’Empire State Building, gli Dei vegliavano su di loro. Ultimamente, però, aveva capito che molti problemi, si dovevano affrontare da soli.
“Gli Dei non ti aiutavano, a meno che non fossi tu ad aiutare te stesso, per primo” Pensò, mentre ricordava la battaglia contro i Giganti che si era svolta due mesi prima.
Aveva ancora gli incubi, e proprio un incubo lo aveva svegliato in quel momento, tanto da spingerlo ad assicurarsi che la sua vita non fosse in pericolo. Ma era tutto diverso. Suo padre aveva spezzato la maledizione che lo legava a quel legnetto. Era libero dalla sciocca paura di poter morire per quello.
Sospirò di sollievo e andò in salotto, dove c’era Hazel. Anche lei addormentata. Erano stanchi, quel giorno, mentre andavano a scuola, erano stati entrambi attaccati, poi era compersa Demetra che aveva chiesto loro un favore (E non si può negare un favore, ad una Dea), poi erano dovuti correre al Campo per aiutare a spegnere l’incendio che Leo aveva, erroneamente scatenato durante la Caccia alla Bandiera. (Frank elefante part-time è un perfetto vigile del fuoco). Insomma, erano tornati entrambi da poco ed erano crollati. Tecnicamente Frank avrebbe dovuto occuparsi della cena, ma il solo appoggiarsi a qualcosa lo aveva rilassato a tal punto che si era assopito istantaneamente.
Il Figlio di Marte sbuffò sonoramente, mentre prendeva una coperta da un armadio. Ai suoi occhi Hazel era ancora più bella, da addormentata. Avrebbe voluto carezzarle i morbidi capelli ricci, ma, temendo di svegliarla, si limitò a coprirla con delicatezza, poi tornò in cucina, iniziando a tagliare il pane. Non aveva né voglia né tempo per preparare qualcosa di troppo elaborato, ma qualcosa di semplice, come un panino o un hamburger poteva farlo, soprattutto visto che, come cuoco, non era proprio il massimo. Pensò a Campo Giove, che aveva abbandonato per seguire, insieme alla sua ragazza, lo stile di vita più Greco. Così si erano stabiliti a New York, non lontano dall’appartamento di Percy e Annabeth. Per loro due era stata un’esperienza molto interessante e anche bella. Conobbero Sally Jackson, la madre di Percy. Fu come riavere una madre, per un attimo. Era fantastica, energica e cordiale. Non le interessava che fossero semidei, regalò loro ua sensazione unica: essere normali ragazzini che tornavano a casa. Quanto gli era mancata quella sensazione.

All’improvviso un urlo attirò l’attenzione di Frank. Era la voce di Hazel. Nonostante la stanchezza, la scarica di adrenalina che lo attraversò spazzò via il torpore. Prese il gladium che portava sempre con se e si precipitò nel salotto, pronto ad affrontare qualsiasi mostro si fosse avvicinato alla sua ragazza.
Invece, quando arrivò, vide Hazel accoccolata sul divano, in lacrime, che si stringeva le gambe con le braccia.
“Hazel, che succede?” Chiese, il figlio di Marte, appoggiando la spada al muro e sedendosi accanto alla figlia di Plutone.
“Nulla… solo un incubo.” Rispose, appoggiando la testa sul petto di lui che arrossì di colpo.
Nonostante stessero insieme, ancora non ci credeva che lei, così fantastica, stesse insieme a lui. “Vuoi parlarne?”
La ragazza annuì, asciugandosi gli occhi dorati.
“Ho sognato che tutto questo era un sogno.” Iniziò, stringendo la mano di Frank. “Che io ero ancora nella Prateria degli Asfodeli, tra le anime dei morti, persa in un silenzio senza fine. Frank, ho paura di tornare tra i morti.”
“Ma tu sei viva!” Protestò il ragazzo, stringendola a sé, coccolandola. “Sei viva e reale. Sei la mia ragazza, sei qui. Con me.”
“Per quanto, però?” Chiese Hazel, tristemente. “Per quanto staremo insieme, prima di essere reclamati nel regno di mio padre? Ancora mi riesce difficile credere che sono davvero viva e che posso godermi questa vita. Sono in pochi ad aver avuto questa possibilità, ed ora che ce l’ho ho paura che mi venga strappata.”
Frank la fissò per alcuni istanti, perso nelle riflessioni che quelle parole gli avevano dato. Ultimamente, anche lui faceva fatica a credere di aver perso la sua debolezza. Era il suo incubo peggiore. Scoprire di averla ancora. Che bastasse una fiammella, una scintilla, per estinguere la sua vita. In cuor suo ripensò ai suoi amici, a Leo che aveva iniziato a costruire insieme a quella tipa, Calipso, il suo garage, a Jason e Piper che vivevano insieme a Nuova Roma e a Percy e Annabeth, a qualche isolato di distanza. In cuor suo, il figlio di Marte sapeva che tutti avevano delle debolezze che si erano lasciati alle spalle e che la notte, tutti loro, sognavano di perdere quella possibilità che era stata loro concessa.
Era quello che lui sognava. Il suo legnetto, ormai sparito, bruciato nel fuoco di Estia, mentre gli Dei rompevano la sua maledizione che tornava ad essere la sua debolezza.
“Hazel.”Iniziò, abbassando lo sguardo su di lei, così minuta, rispetto a lui. “Non possiamo saperlo, per certo. Ma sono sicuro che, qualsiasi cosa accada, per quanto potrò, rimarrò con te, a costo di dover rinunciare all’Elisio, per rimanere con te, nelle Praterie degli Asfodeli.”
“No!” Urlò Hazel, fissandolo duramente. “Non devi. Tu meriti l’Elisio, sei un Eroe, hai sconfitto i Giganti, hai… hai salvato me.”
La sua voce era rotta dall’emozione e continuava a torturarsi una delle ciocche scure che le incorniciavano il bel volto. Frank la guardò, pensando che nemmeno Afrodite avrebbe potuto eguagliarla (anche se si trattenne dal dirlo ad alta voce). La abbracciò, stringendola a sé, come per assicurarsi che non sparisse.
“E tu, allora?” Domandò, fissandola negli occhi aurei. “Tu hai protetto me… hai tenuto in mano la mia vita a lungo e non ne hai mai approfittato. Hazel, io mi fido di te. Forse non arriveremo a domani. Ma lo vuoi sapere? A me non importa. Mi basta che tu sia con me.”
Per un attimo si guardarono negli occhi, poi, però, il bel viso della figlia di Plutone si aprì in un sorriso che al ragazzo parve luminoso come una cascata di puro argento. Avvicinandosi ancora di più l’uno alla’altra si dettero un lungo e dolcissimo bacio. Il figlio di Marte rispose come un automa, mentre i colori si scioglievano, lasciando che ogni suo senso si concentrasse sulla sua ragazza, così minuta e fragile, rispetto a lui, ormai irrobustito dalle imprese e le trasformazioni.
Dopo quello che parve un tempo infinito ad entrambi, i due si separarono. Ansimavano leggermente, ma i loro occhi scintillavano per la felicità.
“Non mi importa dove finirò. Basta che sia al tuo fianco, Hazel.” Sussurrò Frank, appoggiando la sua fronte su quella di lei.
“Hai ragione.” Concordò la figlia di Plutone. “Non importa cosa succederà. L’importante è affrontarlo insieme.”
Per alcuni istanti, i due rimasero immobili a fissarsi, prima di rendersi conto che quel discorso aveva richiesto molto del loro tempo e che, per loro, era l’ora di dormire.
“Andiamo a letto.” Suggerì Hazel. “Anche se domani non abbiamo ancora lezione, non voglio fare tardi.”
“Hai ragione.” Rispose Frank, alzandosi e rilassando, le gambe. “E… ecco… forse so come evitare gli incubi.” Sussurrò a bassa voce, arrossendo di colpo, sperando che lei non avesse sentito quel pensiero che, erroneamente, aveva espresso a bassa voce.
Peccato che lei aveva sentito eccome-




“Frank! No, davvero… non… non credo che sia… ancora il momento.” Disse la figlia di Plutone, rossa come un pomodoro, mentre Frank sembrava molto desideroso di trasformarsi in qualcosa di invisibile.
“Giuro, hazel, non volevo dirtelo! Hai insistito, così ti ho detto la verità, ma non sei costretta a farlo… e poi io ho solo detto che potremmo dormire insieme… non… fare… be’, hai capito.” Si affrettò a spiegare il figlio di Marte, indietreggiando di qualche passo. Iniziò a pensare che trasformarsi in una medusa non sarebbe stato affatto male. Dopotutto erano trasparenti. Se avesse avuto fortuna si sarebbe sciolto, prima di diventare lo zimbello di tutto il campo romano.
“Sì, ma… insomma. Hai idea di quanto possa sembrare… ambiguo?” Chiese, sempre più in fiamme.
“Hai ragionissima, scusa se te l’ho chiesto.” Rispose, in fretta Frank. Si dette dello stupido, Hazel veniva dal secolo scorso, aveva dei modi molto più riservati della maggior parte degli adolescenti moderni. “Se non vuoi… non importa davvero.”
Hazel lo fissò per un lungo istante, mordendosi nervosamente, il labbro inferiore, poi, quasi tremando, annuì: “Se… se non… se non accade nulla. Va bene.” Sussurrò, quasi contro la sua volontà.
Erano entrambi così rossi da poter sembrare pomodori giganteschi. Per un attimo Frank accarezzò l’idea di correre nel salotto e dormire sul divano. Avrebbe affrontato qualsiasi cosa, persino il suo peggiore incubo, piuttosto che far star male Hazel, ma come dicevano i romani Alea Iacta est. Non poteva più tirarsi indietro. Prese un respiro profondo e lasciò che Hazel, per prima, prendesse possesso dell’unico bagno per cambiarsi. Appena furono entrambi pronti per dormire, si coricarono, insieme, sul letto di Frank, che era il più ampio, solo che non lo era abbastanza per farli stare entrambi, senza che fossero, praticamente, appiccicati.
Altro problema logistico che lui aveva tralasciato.
Eppure, non appena le coperte li nascosero al mondo, fu come se tutto l’imbarazzo sparisse in un colpo solo. Si lasciarono cullare nei loro abbracci, soli, insieme, uniti come non lo erano mai stati.
Sulla Argo II non c’era mai stata la possibilità di avere un attimo di intimità. Troppe persone, troppi rischi di essere beccati, com’era successo a Percy e Annabeth. Poi erano tornati al Campo Giove e la posizione di Frank come pretore lo aveva tenuto impegnato, finché Jason non aveva ripreso la sua vecchia posizione a tempo indeterminato. Solo in quel momento, poterono, finalmente godere della reciproca compagnia.
“Sei caldo.” Disse, ad un certo punto, Hazel, affondando ancora di più, il viso nel petto. “Molto più di quanto ricordassi.”
“Sono solo le coperte.”Si schermì, subito, il figlio di Marte, arrossendo di colpo.
“E sei comodo.”Aggiunse, con un sorrisetto.
“Anche… anche tu.” Rispose lui, deglutendo. “E sei morbida.” Sussurrò, mordendosi la lingua, subito dopo. Era un disastro in tutto.
Passarono alcuni istanti, di silenzio, in cui gli unici rumori che si sentivano erano i loro respiri che si fondevano.
“Frank?”
“Mh?”
“Non lasciarmi… mai.” Mormorò la figlia di Plutone, accoccolata tra le sue braccia, con la voce impastata dal sonno.
“Lo prometto.” Giurò Frank, dandole un bacio sulla fronte, mentre Morfeo donava loro la benedizione del sonno.




Quando Hazel si svegliò erano le otto e mezza del mattino. La luce del sole filtrava dalla finestra, mostrando Manhattan in tutta la sua frenesia del lunedì mattina. La ragazza si ravviò i capelli, sentendosi tranquilla e riposata come poche volte le era capitato, in quel periodo. Nessun incubo aveva tormentato il suo sonno, nessuna paura l’aveva sfiorata. Solo la consapevolezza di essere tra le braccia del suo ragazzo.
Sorrise al pensiero della sera prima, di come le era sembrato impossibile accettare la proposta di Frank. Poi aveva preso coraggio e si era lasciata andare.
In quel momento, lui dormiva ancora. Sembrava molto rilassato e tranquilla, al contrario della sera prima, che aveva l’aria scossa e agitata. Hazel gli carezzò il viso, stando attenta a non svegliarlo, sorridendo. Se solo ne avesse avuto la possibilità sarebbe rimasta lì per sempre, ma, ovviamente, non poteva rimanere a letto per sempre, così, stando attenta a non svegliare Frank, scivolò giù dal letto.
Stiracchiandosi, andò in bagno, lavandosi la faccia per poi andare in cucina, notando dei resti di pane sul tavolo.
Ridacchiò, ricordando che Frank era uscito dalla cucina. A quanto pare voleva fare la cena, ma se l’era dimenticato. Anche se era un tipo fantastico era pur sempre un ragazzo e, pensando a lei, si era dimenticato del cibo.
Si mise a recuperare il possibile per preparare, almeno, una colazione degna di questo nome. Recuperò della marmellata e del latte dal frigo e preparò tutto il necessario.
Mentre finiva di versare il tè nella tazza di Frank, il ragazzo aprì la porta. Aveva ancora gli occhi pesanti dal sonno, ma sorrise:
“Buongiorno, Hazel. Come mai non mi hai svegliata? Potevo aiutarti con la colazione.” Disse, prima di coprirsi la bocca per uno sbadiglio.
“Dopo quello che hai fatto alla cena, non volevo che anche la colazione si sentisse abbandonata.” Lo prese in giro lei, sedendosi.
Mentre facevano colazione, cullati dalla sensazione di intimità e calore che li circondava, Frank chiese: “Hai avuto incubi?”
“No.” La figlia di Plutone scosse la testa. “Il tuo metodo, a quanto pare, funziona.”
Il figlio di Marte sorrise e le prese la mano. “Grazie per essere con me.” Disse, mentre si avvicinava a lei, dandole un bacio sulle labbra morbide.
Gli incubi potevano venire quando volevano, ma che sapessero che, finché erano insieme, Frank e Hazel non avrebbero mai avuto paura, di loro.













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[Angolo dell’Autore]
Salve, semidei!
Felici di vedermi? Ultimamente sono un po’ assente, per mia personale stanchezza post esami. Io sono AxXx, un pazzoide a caso che scrive su EFP. Allora, come vedete questa è una Frazel. “Perché proprio loro?” si chiederebbe qualcuno.
Be’, ovvio: perché sono i meno considerati di tutti. Non so perché, essendo una bellissima coppia che trovo fantastici. Senza nulla togliere alle altre, ma io trovo molto più simpatico Frank di Jason e anche Hazel è fantastica. (Lo è anche Piper, non fraintendetemi ;) )
Ad ogni modo, spero che questa storia vi piaccia. È la prima di una serie di one-shot di coppie greche e romane. :3
Spero che vi piaccia.
A presto <3
AxXx

   

  
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