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Autore: ambra_chiara    23/06/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Ninfy, cioè non è il mio vero nome, ma è un soprannome, tutti mi chiamano così potete farlo anche voi... è decisamente più bello del mio nome naturale! Sono una semplice figlia di Apollo, solare e per nulla seria...
La mia migliore amica, White, è l'unica figlia di Chione presente nel campo... ha un immenso potere, controlla la neve e il ghiaccio, come la madre.
Anche se la racconterò io questa vicenda, sarà lei la protagonista della nostra storia... ne combinerà... cioè... ne combinerò, e lei rimedierà... a dire il vero io non faccio nulla di eclatante, ma non vi voglio anticipare nulla! Grazie per aver letto questa piccola introduzione! Scusate se non ho fatto un effetto epico o che so altro... ma sapete come è... non ne sono proprio capace!
Ora vi saluto, non voglio sprecare ulteriormente minuti preziosi della vostra vita!
Grazie e alla prossima!
Ninfy :D
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era mattina presto e saltellavo per il Campo Mezzosangue senza una meta ben precisa.
Ah, scusate, mi presento, mi chiamo Ninfy, cioè non è il mio vero nome però tutti mi chiamano così.
Sono una figlia di Apollo, mingherlina con i capelli a caschetto.
La mia migliore amica si chiama White, è una figlia di Chione, dea della neve, e come la madre controlla il ghiaccio e, appunto, la neve.
Andai alla sua casa, non c’era… ma non mi scoraggiai, sapevo che la stangona era certamente nel bosco sopra a un albero a pensare a chissà cosa.
Come ragazza era (ed è) molto bella, alta e slanciata, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri, una specie di top model e un sacco di ragazzi le sbavano dietro, ma lei neanche se ne accorge, è sempre presa da qualche suo pensiero, e quando le chiedevo a cosa pensasse lei mi rispondeva: “Penso che sono malinconica” ed effettivamente, un po’ lo è, e glielo dicevo ogni volta e lei, solitamente, sorrideva divertita dalla mia sincerità e poi tornava ai suoi pensieri, così profondi e remoti che nessuno (tanto meno io) sarebbe in grado di capirli, io ci provo, ma solitamente non capisco, o capisco male… a volte però tiriamo fuori dei discorsi molto poetici!
Quella mattina andai al bosco e seguì un fiocco di neve che sicuramente era stato creato da White, certamente a giugno non nevica!
La trovai sopra a un ramo sdraiata, con la schiena appoggiata al tronco e una gamba stesa sul ramo, e l’altra a penzoloni nel vuoto.
“Buongiorno!” salutai “Non è che per caso ha visto una ragazza alta due metri e novanta? Sa ci eravamo date appuntamento all’arena, l’ho aspettata più me mezz’ora ma non si è presentata”
“Scusa” disse “Me ne ero dimenticata”
“Me ne sono accorta” risposi “Forza, scendi giù, andiamo ad allenarci!”
“No” sbuffai e mi sistemai l’arco e le frecce in modo tale che non cadessero durante la mia scalata e iniziai ad arrampicarmi.
“Che vuoi fare? Non ce la fai”
“Lo dici tu” dissi issandomi sul ramo “E porterò anche il tuo culetto ghiacciato giù da lì se per questo!”
“E come?”
“Ti butto giù” risposi trovando stabilità e cercando di alzarmi sul ramo, che non era tanto largo da permettere una manovra del genere con tanta sicurezza
“Non ne saresti capace…”
“Tu mi sottovaluti!”
“Sei troppo buona”
“Perché tu sei cattiva?”
“Cattivissima” rispose con uno strano sorrisetto malizioso
“Allora non conosci i veri cattivi!” ridacchiai divertita da quella sua frase
“Cosa ridi?”
“Meglio di piangere” finalmente riuscì a trovare l’equilibrio e presi l’arco e una freccia con la punta di plastica e la puntai alla mia amica “Sai perfettamente che so colpire una pigna a quaranta metri di distanza, non troverò difficoltà a colpire un bersaglio a cinque metri di distanza”
“Non lo faresti mai” disse lei chiudendo gli occhi.
La cosa mi offese tantissimo, stavo quasi per scoccarla la freccia , proprio sul suo bel faccino, ma poi pensa:-Lo sta facendo apposta, non posso cadere nel suo gioco-, sospirai e rimisi a posto la freccia e l’arco
“Hai ragione… sai non sono forte come te, se mi cerchi sono all’arena”.
Scesi dall’albero, amareggiata più che mai, e me ne andai.
“Dai Ninfy non farai sul serio?” chiese lei
“Pota… se sei tutta pensierosa e arrabbiata con me”
“Si vede che sei del nord Italia, piccola bergamasca, signora Pota, e comunque non sono arrabbiata con te, solo sto pensando” mi voltai e mi sdraiai sull’erba a guardare la mia amica
“A che pensi?”
“A nulla in particolare” alzai un sopracciglio
“Ok, sto pensando alla mia famiglia” annuì
“Se vuoi che ti lasci sola”
“No, no…” disse lei con il volto malinconico.
Le nostre famiglie erano in Italia, non ho ben capito cosa avesse quella di White perché non voleva (o non poteva) dirmelo, e non volli insistere per sapere altro.
“Mi dispiace” dissi non trovando altre parole
“Anche a me per te” mi era morta di recente mia nonna, tra poco sarebbe stato il mio primo compleanno senza di lei, e la cosa non mi entusiasmava certo...
“è una cosa diversa”
“Non puoi paragonare Ninfy”
“paragono, paragono…” risposi semplicemente.
All’inizio ero sempre in una eterna gara con lei, che puntualmente perdevo, lei era quella più potente, quella più stimata da tutti, quella più bella, quella più atletica, ed era più brava di me anche a usare l’arco, con il tempo ho imparato a non farci più caso… tanto avrei perso lo stesso.
“Magari un giorno di questi usciamo dal campo, ci facciamo un giro e ci schiariamo i pensieri, così come due normali ragazze”
“No grazie”
-No grazie, no grazie, non sai dire altro- borbottai in modo tale che capisse benissimo
“Non ho voglia, non è colpa mia” sbuffai
“Vado a fare una cavalcata, corro alle stalle, che ne dici vieni anche tu?” mi alzai e non aspettai una risposta per andarmene.
White si buttò dall’albero e mi raggiunse: “Va bene Ninfy, mi hai convinta” sorrisi e saltellai stando qualche metro davanti a lei e camminando indietro.
“Tra poco è il tuo compleanno Ninfy” disse White
“Si, ma voglio farti un regalo io a te”
“Un regalo? Perché?” feci spallucce.
Eh si, eravamo (e siamo) molto diverse… ghiaccio e sole, caldo e freddo, luce e buio… ma non è stato un problema, perché solitamente le debolezze dell’una erano le forze dell’altra, e viceversa, sapete la cosa risultò utile per la nostra missione…
 
Autrice: Ciao a tutti! Oggi, 23 giugno, ben quattordici anni fa nasceva al sottoscritta.
Solitamente il giorno del proprio compleanno si ricevono i regali, ma io vorrei farne con i pochi mezzi che ho a disposizione.
Ebbene si, a una mia carissima amica vorrei dedicare questa storia… molto spesso ci saranno discorsi che abbiamo davvero fatto io e questa persona (coff coff percabeth2000 coff coff).
Anche se parla Ninfy, la vera protagonista dell’intera vicenda sarà White (e tanto vale dire che questa figlia di Chione non è altro che la ragazza citata in precedenza tra coff coff vari) e quella strana figlia di Apollo bè… sarei io, ma non ditelo a nessuno!
Ora concludo, ringraziando tutti coloro che hanno letto e ringraziando percabeth2000 in particolar modo: grazie per tutto!
Ciao!
Ambra_chiara 
  
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