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Autore: aleasgard    26/06/2014    0 recensioni
Ciao, questa è la prima storia che scrivo e sinceramente non so dove mi porterà la fantasia, per il momento so solo che come trama sfrutterò Hunger Games e i dodici distretti che andranno a combaciare con le dodici case del Campo Mezzosangue di Percy Jackson. Probabilmente non è un'idea originale ma non potevo andare a controllare tutti i crossover, perciò mi scuso in anticipo con gli altri scrittori.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tra due giorni verremo portati nell’arena. E’ mattina. Una vincitrice figlia di Afrodite supervisionerà il nostro look. Non ho idea di cosa dirò. Non ho parlato molto con mio padre, mi ha sfidato più volte a duello, è riuscito a graffiarmi una mano, ma io l’ho ferito alla clavicola. Sono soddisfatta. Mike si è affidato totalmente a lui, sono sicura che seppur piccolo farà colpo.
Ho scelto un abito nero, colore riservato di solito ai figli di Ade, ma nessuno ha avuto nulla da ridire, se non per una cintura rossa che la figlia di Afrodite mi ha fatto aggiungere. Nessuno di noi partecipanti può assistere alle prove degli altri, né al colloquio. Domani mattina ci daranno i risultati. Chi è stato scelto al campo, e chi gli dei considerano favorito.
La mia prova si avvicina, sono la quarta. Registriamo prima il colloquio, verrà trasmesso più tardi. Mi ritrovo davanti a un microfono, a parlare davanti ad un arcobaleno sbiadito. Sono imbarazzata, sono sicura che tutti si accorgeranno di quanto sono insicura. Il mio talento con la spada non mi servirà a nulla, lanciare un boomerang lo stesso.
-Salve. Un particolare saluto alla mia casa. – Devo sembrare felice ed entusiasta. – E ringrazio Chirone per avermi scelta quest’anno. E’ una grande occasione per me. Porterò onore alla mia casa, è una guerra, e si sa che la mia casa è la più forte. Ho una strategia. – Ce l’ho? Stare da sola, non mi sembra sia una strategia, tantomeno vincente. – Casa di Zeus, continuate pure a sopravvalutare il vostro ragazzo. A presto. 
Non so come interrompere la comunicazione, me ne vado, ci penserà Iride a tagliarla, spero. Ho cercato di atteggiarmi da leader, cosa che non sono. Mi sono presentata come guerriera, cosa che sono. Al campo ho sempre partecipato a tutte le attività, mai mancata una lezione da quando sono tra i guardiani. I guardiani sono i ragazzi che si preparano ad entrare nell’esercito del campo. Loro hanno il diritto, di partecipare alle imprese. Non molti tornano in realtà, ma siamo tutti curiosi di uscire dal campo. Nonostante tutti questi anni, non posso non aver paura di quello che verrà.
Nella sala si svolge la mia prova. Il mostro esce dall’oscurità. E’ un toro a tre teste. Sono confusa. Non conosco mostri greci di questo tipo. Se gli taglio le teste ricresceranno logicamente. E' un toridra? Toro più idra. Come arma scelgo un pugnale. Devo muovermi alla svelta, e con la spada sarei troppo tentata a decapitarlo. Mi carica, e io resto ferma. Si avvicina, al momento giusto devo spostarmi e pugnalare la testa alla mia destra. Faccio due passi, mi aggrappo ad un suo corno, faccio forza e gli conficco il pugnale su per l’orecchio, con quanta più forza possibile. Una testa si dissolve. Poi mi sento scaraventare dall’altra parte della sala. Sulle armi. Afferrò due spada. Dannazione. Quello che non dovevo fare. Proprio come si avvicina incrocio le spade e lo decapito. E siamo di nuovo a tre teste. Mi carica di nuovo, non faccio in tempo a spostarmi e un corno mi prende sul fianco sinistro. Brucia. Ma ho abbastanza adrenalina in circolo per continuare. Non morirò certo prima di entrare nell’arena. Mi rialzo, mentre lui mi è quasi addosso, afferro una spada e provo ad accecarlo, poi scivolo sotto di lui, mi rotolo sul fianco sinistro che mi provoca una forte fitta. La testa che avevo provato ad accecare si è dissolta, recupero velocemente la spada e gli salgo sopra. Gli conficco una spada sul fianco, penso di averlo indebolito, ma sembra ancora più arrabbiato. Scendo, inizio a correre. Sono disperata. Sto correndo verso le armi. Di nuovo? Mi sembra di averne giù utilizzate troppe. Più di quelle che nell’arena mi saranno concesse. Prendo un’ascia, mi giro, il toro o i tori, mi sono quasi addosso, non so dove mirare e scaglio l’ascia tra le due teste. Il mostro si trasforma in polvere. Crollo sulle ginocchia. Mi si annebbia la vista, ma ce l’ho fatta. Sono una guerriera, guardate tutti.
 
  
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