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Autore: kk549210    28/06/2014    5 recensioni
Per la grande famiglia Rabb-Roberts sono passati quasi cinque anni dai fatti raccontati ne "Il padre della sposa". I ragazzi sono cresciuti e la bella e tormentata Maria Garcia Rabb si trova di fronte a un passo importante della vita. Non sarà il passaggio dell’Equatore, ma è comunque un momento cruciale…
Sesta "giornata" della serie "Cuore di padre".
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: AJ Roberts, Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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Il meridiano di Gabo
 
Disclaimers: I personaggi e il marchio JAG appartengono a Donald P. Belisario. Questa fanfiction è stata scritta senza nessuna finalità di lucro.
 
NdA: Si tratta della sesta giornata della serie “Cuore di padre”, una sorta di anello mancante tra il brillante episodio de “Il padre della sposa” e il brutale approccio alla realtà della guerra vissuto da AJ adulto ne “L’odore del sangue”, racconto “in vago odore di JAG” scritto quasi un anno fa.
Per la grande famiglia Rabb-Roberts sono passati quasi cinque anni: l’anno è circa il 2021. I ragazzi sono cresciuti e la bella e tormentata Maria Garcia Rabb si trova di fronte a un passo importante della vita. Non sarà il passaggio dell’Equatore, ma è comunque un momento cruciale…
 
 

-Smettila di strapazzarlo! Non è un bambolotto di gomma… sei peggio di un bambino! 
Nonna Sarah rivolse al marito un amorevole rimprovero e scosse rassegnata la testa. Se la loro figlia più piccola, una peste di soli nove anni, si fosse trovata lì con loro, di sicuro si sarebbe comportata in maniera molto meno scomposta e incontrollata. Ma i ragazzi erano rimasti a casa, a Washington. “Speriamo che quei tre si comportino bene. Per fortuna che c’è Harriet che può dare un’occhiata” si disse. Sarah MacKenzie, nonna da quattro anni e mezzo grazie alla piccola Amanda Grace Hewitt, era volata a San José, nella Silicon Valley, per conoscere Harmon Thomas, il suo nuovo nipotino appena nato. Quello che l’aveva resa nonna-bis. “Ma bisnonna è lo stesso” l’aveva schernita il marito, uscendo dall’ascensore dell’ospedale carico di palloncini e di giocattoli.  Quell’affascinante gigante dai capelli grigi che la accompagnava era l’Harmon originale. L’ammiraglio Harmon Rabb. Harmon jr, per l’esattezza, anche se veleggiava ormai verso i sessanta.  “Ne ho solo cinquantasette”, ci teneva a puntualizzare lui con il suo intramontabile e ammaliante sorriso.
-Quanto sei bello, piccolo Harm! – sussurrò nonno Harm ignorando deliberatamente la moglie e continuando il suo dialogo intimo con il suo minuscolo omonimo. Il piccolo Harm: così lo chiamava suo padre, quell’uomo così forte e bello, con i baffi impregnati di sigaro e il giubbotto da aviatore. Una presenza assente da  cinquant’anni, tenuta viva soltanto da qualche fotografia e dalle lettere-cassetta riversate da tempo in digitale. Tante volte, prima di costruire la sua famiglia con Sarah, Harm aveva accarezzato il sogno che nascesse un Harmon Rabb III. “E  magari da qualche parte esiste davvero” aveva congetturato maliziosamente qualche volta, pensando al possibile, ignoto frutto di qualche sua relazione giovanile. Harmon III non era mai arrivato. Ma non gli importava nulla: la sua famiglia era la più bella che  potesse mai immaginare. Un po’ piena di donne, in effetti, ma Sarah, Mattie, Maria, Zhiqun e Mandy erano i suoi grandi amori. E Gabriel, il suo erede maschio, crescendo aveva mantenuto tutte le promesse dell’infanzia. Era un tredicenne dal sorriso aperto, amante dei dolci e della pallacanestro e dotato di un’inesauribile vena comica e creativa. Un arcangelo latinoamericano dai riccioli scuri che ricaricava le pile a tutta la famiglia.
Ora era arrivato Harmon Thomas Hewitt, il piccolo Harm,  a dare manforte ai maschi di casa Rabb. Quella testona di Mattie gli aveva dato retta solo a metà e aveva voluto chiamare il suo secondogenito come entrambi i suoi padri. Harm sorrise al piccolo fagottino azzurro che gli sbadigliava in braccio, poi sollevò gli occhi guardando il sereno quadro familiare che illuminava di luce propria la stanza. Mattie e Tony radiosi e sorridenti, Sarah che si occupava amorevolmente di Mandy per tenerne a bada la gelosia per la nascita del fratellino.
Nella mente di Harm, una nube oscurò per un attimo il sole invernale della California. In quelle ultime settimane Maria era tesa come una corda di violino e se la prendeva soprattutto con Gabo. “La mia bambina deve diventare grande, e non sa come fare…” pensò preoccupato il padre.   
  
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