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Autore: Alley    29/06/2014    5 recensioni
“È un uomo?” domanda, controvoglia. Sta rimpiangendo il Cluedo, ed è chiaramente un punto di non ritorno.
“Sì.”
“Hai i-?”
“No” ribatte Sherlock, senza dargli il tempo di finire “Evidentemente ha capito che non gli starebbero bene,
lui. E senza che glielo facessero notare.”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando John rientra a casa e trova Mary, Sherlock e Lestrade seduti attorno al tavolo del salotto un cattivo presagio lo investe – no, non cattivo. Nefasto.
 
“Ciao tesoro” lo saluta Mary, una mano sul pancione che ha assunto ormai dimensioni mastodontiche – le consente a stento di muoversi - e l’altra a sventolare festosamente nella sua direzione.

Quel bentornato entusiasta trasforma il presentimento in una terribile certezza – l’ultima volta che l’ha accolto cinguettando a quel modo è stato il giorno in cui ha svaligiato il negozio di scarpe all’angolo. John per poco non è svenuto quando gli ha comunicato l’ammontare della spesa.
 
“Vieni, ti stavamo aspettando.”
 
Me n’ero accorto.
 
John sistema il cappotto e li raggiunge, cercando di apparire meno preoccupato di quanto sia realmente. Quando adocchia il cartellone su cui si alternano i volti anonimi e stilizzati di uomini e donne e il mazzo di carte poggiati accanto alla scatola vuota, riesce a stento a reprimere l’impulso di scappare a gambe levate.
 
“Siediti, giochiamo.”
 
“A Indovina chi?”
 
“Ottima deduzione, John” interviene Sherlock e fantastico, comincia ad essere irritante ancor prima che inizino “Spero per Graham che sarai altrettanto perspicace durante la partita.”
 
“Greg.”
 
“Credevo fosse un gioco troppo stupido per te” obietta John, e Sherlock scrolla appena le spalle indicando Mary con un cenno del capo.
 
“Non è cortese declinare l’invito di una donna incinta.”
 
John punta su sua moglie uno sguardo che vorrebbe essere di rimprovero ma che, probabilmente, risulta soltanto disperato.
 
“Dovrò pure passare il tempo in qualche modo.”
 
“Ci sono milioni di modi per passare il tempo, Mary: la tv, il tè con le amiche, l’uncinetto…”
 
“Tutte attività estremamente stimolanti. Ricordami di non chiederti mai un suggerimento su come occupare le mie giornate.”
 
“Attività normali, Sherlock” ribatte John, piccato “E sicuramente preferibili al giocare con te.”
 
(Anche essere rinchiusi in una gabbia di squali sarebbe preferibile. Tutto sarebbe preferibile.)
 
“Sai che detesto cucire. E ho guardato tanta di quella tv da averne la nausea.”
 
“Tu non sai com’è giocare con Sherlock” replica John, reprimendo uno sbuffo. La partita a Cluedo resta una delle esperienza più traumatiche della sua esistenza e no, non ci tiene a fare il bis.
 
“Paura di fare una figuraccia davanti a tua moglie?”
 
“Figuraccia? Giochiamo a Indovina chi, Sherlock. È roba per bambini.” John ingoia la rassegnazione ed occupa il posto vuoto accanto a Lestrade – non ha intenzione di fare il bis, ma nemmeno la figura del vigliacco o dell’idiota. “Cominciamo pure.”
 
Qualcosa gli suggerisce che ha appena firmato la sua condanna a morte.
 
*
 
Quel qualcosa aveva ragione. John se ne rende conto nel momento in cui, all’inizio del settimo giro, Lestrade apre bocca per porre la propria domanda.
 
“Ha-?”
 
“Non chiedermelo” lo interrompe Sherlock “Il colore della pelle ti consente di scartare un numero molto limitato di persone. Ci sono domande altamente più funzionali.”
 
“Come fai a sapere che volevo chiederti quello?”
 
“Non è così?”
 
Lestrade non risponde – la sua faccia lo fa per lui.
 
Dopo una manciata di domande – che Sherlock non manca mai di etichettare come superflue o stupide o entrambe le cose – l’ispettore capisce che si tratta di Christine.
 
“Siete migliorati” dice Mary, un sorriso melenso a incurvarle le labbra “È la prima volta che ci mettete meno di cinque tentativi.”
 
“Non è divertente” sbotta John, poi si rivolge a Sherlock “Tocca a te.”
 
L’amico sposta lo sguardo da lui al tabellone, strofinandosi il mento con aria pensoso. “Frank?”
 
“Come diavolo fa a indovinare senza porre domande?!” chiede – urla – Lestrade, incredulo “È la settima volta che lo fa, e abbiamo disputato sette partite!”
 
“John è prevedibile” spiega Sherlock senza scomporsi.
 
“Non sono prevedibile.”
 
“L’avevo detto che volevo stare in squadra con Mary.”
 
“Greg!”
 
“Tocca a te, Mary.”
 
John è leggermente irritato dal modo in cui il mondo ignora le sue rimostranze, ma sa di non essere nella posizione adatta a muovere recriminazioni.
 
(E comunque no, lui non è prevedibile. È Sherlock ad essere esageratamente deduttivo.)
 
“Ha gli occhiali?” domanda Mary.
 
“Sì”
 
“È Paul?”
 
Lestrade, al suo fianco, letteralmente boccheggia. “Co- come hai fatto?”

“È una brava allieva” risponde Sherlock, e John non si meraviglierebbe se lui e Mary si battessero il cinque – la prospettiva risulta stranamente agghiacciante. “A differenza del marito.”
 
C’è solo una cosa più esasperante di Sherlock Holmes: Sherlock Holmes in combutta con tua moglie.
 
“Hai l’opportunità di rifarti, John” gli dice Sherlock e Dio, si sta divertendo un mondo “Tocca a te.”
 
“È un uomo?” domanda, controvoglia. Sta rimpiangendo il Cluedo, ed è chiaramente un punto di non ritorno.
 
“Sì.”
 
“Hai i-?”
 
“No” ribatte Sherlock, senza dargli il tempo di finire “Evidentemente ha capito che non gli starebbero bene, lui. E senza che glielo facessero notare.”
 
Prima che possa vomitare almeno una delle imprecazioni partorite dalla sua mente, il trillo del campanello si leva nell'aria. John è felicissimo di andare ad aprire – qualunque diversivo è ben accetto - e lo fa con tanta fretta da non sentire Lestrade borbottare un non credo gli farà piacere decisamente sospetto.
 
Mentre apre la porta, scorge attraverso la fessura la punta di un ombrello.
 
Questo è davvero troppo.
 
“Buonasera, John. Mi scuso per il ritardo, ma ho dovuto far fronte ad un imprevisto piuttosto...pressante.”
 
John si stava appunto domandando come e dove la personificazione del governo inglese abbia trovato il tempo di venire a casa sua, con tutti gli impegni che ha in agenda – quando si tratta di badare a Sherlock ne ha sempre tantissimi. Tantissimi e improrogabili. E tocca a John pensarci, ovviamente.
 
“Immagino abbiate già cominciato.”
 
Quanto manca al parto?














Note
Nel (remoto) caso in cui qualcuno non conoscesse "Indovina chi" la pagina di Wikipedia può esser d'aiuto.
Per il resto...pur di evitare lo studio si arriva anche a questo, sì.
  
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