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Autore: _Fedra_    01/07/2014    4 recensioni
"Voldemort si voltò verso la ragazza. Nonostante fosse completamente paralizzata dalla paura, Jane riuscì a sostenere il suo sguardo. Finalmente avrebbe avuto le risposte che cercava. Quelle risposte che non aveva mai trovato il coraggio di ammettere.
–Sì sono stata io! – rispose decisa. – E non mi importa minimamente di chi sia Edmund!
–Oh, ne sei proprio sicura, piccola Mezzosangue? – chiese Voldemort con un ghigno. – Nemmeno se ti dicessi che è mio figlio?"
Finalmente, il terribile mistero che avvolge le origini di Edmund avrà tutte le risposte. La battaglia finale si avvicina e Jane Potter si ritrova a un bivio dal quale non potrà tornare indietro: continuare a combattere al fianco di suo fratello o restare accanto al ragazzo che ama.
L'unica speranza è celata nella misteriosa profezia pronunciata dalla Cooman molti anni prima, che potrebbe cambiare completamente il corso della Storia.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia dell'Erede'
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Capitolo 1

UN SEGRETO INCONFESSABILE

~

 
 
 
 
 
Addlestone, gennaio 1991
 
Un leggero fruscio ruppe il silenzio della torrida notte estiva, facendo rabbrividire le foglie degli alberi del boschetto.
Dall’oscurità emerse un’alta figura ammantata di scuro.
Esitò un attimo, fissando l’imponente sagoma bianca dell’abitazione che sorgeva a un centinaio di metri da lei, poi si incamminò lentamente verso l’entrata.
I suoi passi leggeri scricchiolarono sul legno della veranda.
La donna si fermò dinanzi alla porta, allungò una mano e suonò.
C’era quasi una punta d’imbarazzo nel suo timido gesto, quasi come se temesse di essere stata seguita.
Voci sommesse esplosero dall’altra parte, poi la porta si aprì, rivelando il volto pallido e magro di una ragazzina sui tredici anni, i lunghi capelli arruffati di un acceso color fucsia.
Nel vedere la donna immobile sulla soglia, ella si irrigidì di colpo, sgranando gli occhi per il terrore, mentre i capelli diventavano all’istante di un bianco perlaceo.
−Non dovresti essere qui! – farfugliò.
−Non dire sciocchezze, ragazzina! Tua madre e io dobbiamo parlare! – la liquidò lei in tono secco.
−Va tutto bene, Dora – la rassicurò una voce femminile dall’interno dell’abitazione. –Falla entrare.
La ragazzina lanciò un’occhiata di puro odio alla figura ammantata che aveva di fronte, poi si scostò per lasciarla passare.
La donna la oltrepassò con fare altezzoso, facendo ingresso nel soggiorno. Non appena fu sparita oltre la soglia, Dora si dileguò senza fare troppi complimenti.
Seduta su un sofà, una donna di una bellezza sconvolgente la stava aspettando.
La sua pelle era di un candore immacolato, contrastando con il mare nero dei riccioli castani sciolti sulle spalle.
Le labbra erano rosse e carnose, contratte in un’espressione carica di severità.
−Allora, − esordì – cos’è che dovevi dirmi con tanta urgenza, Alhena?
L’ospite si sedette di fronte a lei, togliendosi il mantello e il cappuccio.
Era una donna se possibile ancora più affascinante di quella che aveva davanti, ma la sua era una bellezza selvaggia, perversa, esaltata dal volto magro e spigoloso, i grandissimi occhi neri, le labbra vermiglie dischiuse in un’espressione indecifrabile: una grottesca maschera di follia.
Le sue lunghe dita sottili si chiusero attorno al ventre.
L’espressione severa sul volto dell’altra divenne ancora più grave.
−Allora è vero? – chiese.
Alhena strinse le labbra sottili.
−Sì – rispose a voce bassissima, quasi un sibilo.
−Chi è stato?
La donna abbassò il capo.
La contrazione del suo volto divenne ancora più accentuata.
−Non credevo fosse possibile. Non nelle sue condizioni – mormorò.
A quelle parole, l’altra scattò in piedi, profondamente sconvolta.
−Che cosa significa, Alhena? Che è suo figlio?
La donna annuì.
L’altra rimase interdetta per diversi secondi, il labbro inferiore che le tremava incessantemente.
−Tu…sei…
−…la madre dell’ultimo dei Serpeverde? Sì.
−E lui lo sa?
A quel punto, Alhena tacque.
Annuì rapida, come per scacciare un pensiero doloroso.
−Allora?
−Non lo vuole.
L’altra si risedette lentamente. Le sue marcate sopracciglia nere erano aggrottate.
−Cosa intendi fare? – chiese.
Le dita della donna accarezzarono ancora una volta il ventre appena rigonfio.
−È mio figlio – sussurrò, quasi volesse cullare con quelle parole il bambino che cresceva dentro di lei. – Per questo sono venuta da te, sorella.
−Vuoi disubbidirgli?
−Sarebbe la prima volta. Sono confusa.
−Perché sei venuta da me e non dalle nostre altre sorelle? Sai che io non posso aiutarti.
−Tu sei l’unica che conosce la profezia! – tuonò Alhena. – Eri lì quando Sibilla Cooman ha parlato per la seconda volta. E sai che la profezia riguardava l’erede di Serpeverde: mio figlio!
−E con questo? Vuoi che ti passi informazioni che potrebbero tornare utili al tuo signore?
−No, te lo giuro! Per favore, Andromeda! Solo tu puoi aiutarmi!
−Perché dovrei crederti?
Quella risposta la congelò.
Alhena si accucciò sul divano, prendendosi la testa fra le mani.
I suoi lunghissimi capelli neri le ricaddero sulle spalle esili simili a una cascata di velluto.
−Se non volessi proteggere mio figlio, − gemette – non sarei venuta da te. Me ne sarei liberata immediatamente, come il Signore Oscuro mi aveva ordinato. Invece io voglio che viva. E voglio essere sicura che ciò ne valga la pena.
−In che senso?
−Sai che cosa intendo. Quella profezia parla di un potere sconosciuto. Questo bambino potrebbe diventare un mago molto più grande di suo padre.
−Quindi non vorresti distruggerlo proprio perché lo diventi.
Alhena annuì.
−Già – rispose. – Ed è per questo che lui mi ha ordinato di sbarazzarmene.
−Ma tu non lo farai.
Gli occhi di Alhena si illuminarono di una luce sinistra.
−Credo che diventare madre dell’Erede di Serpeverde sia l’onore più grande a cui una Black possa aspirare. Nostra madre ne sarebbe fiera.
Andromeda fece un gesto brusco con la mano.
−Sì, sì, lasciamo perdere cosa penserebbe nostra madre – si affrettò a cambiare discorso.
−Voglio solo sapere a che cosa andrà incontro mio figlio – riprese l’altra con decisione.
La sorella scoppiò a ridere.
−Di che cosa hai paura, Alhena? Che faccia amicizia con i Babbani? – la canzonò.
A quelle parole, l’altra le scagliò un’occhiata omicida.
−Non dirlo neanche per scherzo! – ringhiò. – Oh, quale disonore, sarebbe!
−In ogni caso, non posso aiutarti – ribatté Andromeda con decisione. – Ho fatto il Voto Infrangibile, per evitare proprio ciò che mi stai chiedendo.
La sorella sgranò gli occhi per la rabbia.
−Come sarebbe a dire il Voto Infrangibile? – tuonò.
−Voglio dire che il segreto mi seguirà nella tomba, che tu lo voglia o no. È inutile che ti accanisci su di me con le tue inutili maledizioni: morirei prima ancora di poter parlare – la freddò l’altra, notando che la sorella stava già cacciando una mano sotto le vesti per estrarre la bacchetta.
Alhena si afflosciò sullo schienale del divano.
Sembrava una belva ferita.
−Ma per te posso fare un’eccezione – continuò Andromeda. – Vedi, sorella, da una parte speravo  che me lo avresti chiesto. Ti chiedo solo una cosa in cambio. Un altro Voto Infrangibile.
Alhena levò il capo lentamente.
−Spiegati – disse.
−Io ti svelerò il contenuto della profezia – rispose la donna congiungendo le mani. – In cambio tu, qualunque cosa udirai dalle mie parole, prometti di non uccidere il bambino e di proteggerlo affinché possa andare incontro al proprio fato. E, inoltre, ti proibisco di rivelare la profezia a qualcun altro, neanche se costretta. Pensi di riuscirci?
Alhena abbassò lo sguardo sul suo ventre.
Per un attimo, tra lei e il suo bambino sembrò instaurarsi una sorta di dialogo silenzioso, fatto solo dei battiti all’unisono dei loro cuori, poi la donna levò nuovamente il capo.
Un’espressione nuova, intrisa di umanità, le segnava il volto magro.
−D’accordo – disse decisa.




Angolo Me

Salve a tutti! :)
Ebbene sì, sono tornata con il capitolo conclusivo della Trilogia dell'Erede. Come vi avevo già accennato su Facebook, la storia sarà incentrata soprattutto su Edmund e Jane, il cui amore verrà messo in pericolo dall'inevitabile e terribile verità che emergerà nei prossimi capitoli.
Nel frattempo, ho voluto esordire con questo breve prologo in cui ho voluto sottolineare ancora una volta tutta la perversa ambiguità di Alhena Black, dietro la cui maschera mostruosa si nasconde una donna fragile e disposta a tutto pur di proteggere il suo unico figlio. Nei prossimi capitoli, però, vedremo quanto questa umanità prevarrà su di lei.
Ricordo infine che questo sarà il capitolo più dark della saga, quindi preparatevi: ci saranno delle scene con un certo tasso di violenza e, molto più avanti, le atmosfere potrebbero diventare leggermente hot. Lo so, non è la mia specialità né intenzione quella di dare scandalo. Diciamo che ho voluto scrivere una storia un po' più adulta del solito. Spero solo che non vi dispiaccia!
Colgo l'occasione per salutare tutti voi lettori, che da ormai un anno mi seguite con tanto entusiasmo e passione e mi spingete a cercare sempre nuove strade nella creazione delle mie storie.
In particolar modo vorrei mandare un fortissimo abbraccio alla mia ormai grandissima amica Joy_10, che ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere proprio grazie a questa fanfiction e con cui passiamo ogni lunedì a parlare di quei pazzi sclerati dei nostri personaggi: ti consiglio di prenotare un posto letto vicino a Ben per il povero Edmund. Temo ripercussioni da Amnesty International ;)
Per tenerci sempre in contatto, vi lascio come sempre l'indirizzo della mia pagina Facebook: 
https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra?fref=photo
Gli aggiornamenti, come sempre, saranno ogni martedì.
Visti i capitoli che ci aspettano (tutti rigorosamente pronti), ne avremo fino a Natale!
Un bacio a tutti :)

F.

 
   
 
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