LA
LUCE DEI MIEI OCCHI
CAPITOLO
VENTIDUE
Iggy
era tornato a casa ormai da un paio di giorni,
le ferite erano quasi completamente guarite sebbene lui si sentisse
ancora piuttosto
debole e non era ancora in grado di affrontare voli troppo lunghi,
tanto meno
un combattimento.
Shary praticamente non lo mollava mai, così come nemmeno i
più piccoli dello
Stormo; non che a lui dispiacessero tutte quelle attenzioni,
specialmente se
erano da parte della ragazza, però ogni tanto si sentiva
quasi soffocare.
Si
trovava nella stanza di Shary, sdraiato sul letto
con la camicia aperta mentre la ragazza, seduta per terra, lo osservava
attentamente.
“Ti
va se usciamo stasera?” gli chiese a un tratto
lei.
“Dove?”
“Non
so… potremmo andare al cin…ehm, a cena
fuori”.
Iggy
aveva iniziato a sghignazzare. “Stavi per dire
al cinema?”
Shary
impallidì. “No. Affatto. Non stavo per dire
cinema”.
“Sì,
invece”, la contraddisse lui con un sorrisetto
divertito sulle labbra; a volte gli piaceva prenderla in giro.
“No,
io non lo stavo per dire!” si impuntò Shary ben
consapevole di star negando l’evidenza.
“Dai
amore, ammettilo. E poi mica mi arrabbio”.
Questa volta il suo tono e il suo sguardo erano diventati
più dolci; si era
messo seduto sul letto così da ritrovarsi faccia a faccia
con la ragazza.
Shary
sbuffò. “E va bene!” confessò
alla fine lei,
incrociando le braccia. “Stavo per dire cinema. Mi
dispiace!”
Il
ragazzo si alzò per sedersi sul pavimento di
fronte a lei. “E di che? Se vuoi ci possiamo andare al
cinema”.
“Non
voglio andare al cinema”.
“Sicura?”
“Sì,
sicurissima. E poi non fanno niente di
interessante”.
Iggy
scoppiò a ridere facendo leggermente
imbronciare la ragazza. “Sei forte, Shary, sei veramente
forte!”
Lei
inarcò un sopracciglio non sapendo se sentirsi
offesa o lusingata. “Dovrebbe essere un
complimento?”
“Sì,
lo è. Tu sei forte, sei bella, sei
intelligente, sei coraggiosa… sei la mia
Sirenetta”. La stava fissando dritto
negli occhi, anche se non la vedeva, e così lei si era
trovata di nuovo a
sprofondare in quel cielo azzurro.
“Ti
amo, Ig”.
“Anch’io
ti amo, Sharon”.
Si
baciarono appassionatamente facendo giocherellare
le lingue l’una con l’altra; sarebbero rimasti
così per un bel po’ se non
avessero avuto bisogno di recuperare ossigeno.
“Allora
stasera andiamo a cena?” le chiese lui con
voce leggermente roca, la
fronte
appoggiata a quella della ragazza.
“Ovvio!
E conosco anche un bel posto dove portarti!”
rispose Shary con un sorriso.
“Ehi!
Ma sono io l’uomo! Sono io che dovrei portarti
fuori e farti le sorprese”, si lamentò il ragazzo
aggrottando la fronte.
“Mi
dispiace ma da noi non funziona così. Io guido
perciò
io decido dove andare”, gli rispose la ragazza prendendolo un
po’ in giro.
“Evita
di girare il coltello nella piaga”.
Shary
scoppiò a ridere allontanandosi leggermente da
Iggy e beccandosi un’occhiataccia da lui.
“A
parte gli scherzi”, aggiunse subito il biondo
tornando serio. “Dovremo stare attenti che non ci trovino e
non ci attacchino
di nuovo”.
“Terremo
gli occhi aperti”, gli rispose lei.
“Metaforicamente parlando”.
“Ahahah…
che spiritosa!”
“Dai
amore, non prendertela!” esclamò la ragazza
ridendo divertita e abbracciandolo per farsi perdonare.
“Eh,
no! Adesso però non mi abbracci!” fece lui
allontanandola da sé.
“Uff…
che permaloso!”
Shary
allora si alzò avviandosi alla la porta.
“Shary!”
la fermò Iggy; lei si girò aspettandosi
qualche parola dolce da parte sua o qualcosa di simile. Invece il
ragazzo aveva
messo un broncio terribilmente serio e ciò la
preoccupò non poco. “Secondo te,
come hanno fatto a trovarci? Gli Eliminatori, intendo”.
La
ragazza scrollò le spalle prima di rispondere.
“Non ne ho idea”.
“Mi
sa che è colpa nostra. Insomma, loro non
sapevano nemmeno di te e Jo mentre devono aver rintracciato noi dello
Stormo in
qualche maniera. E abbiamo messo in pericolo te e tua
sorella…”.
Shary
lo bloccò prima che cominciasse a dire cose
senza senso che forse l’avrebbero ferita. “Ehi,
Iggy! Non dirlo neanche per
scherzo. È successo e basta. E tu non hai affatto messo in
pericolo me o mia
sorella, anzi, sei stato tu quello che se l’è
vista peggio”.
Iggy
le sorrise dolcemente. “Ti amo, Sirenetta”.
“Shary
è pronta?” chiese Jo vedendo Iggy che entrava
in cucina, dove lei era seduta con tutti gli altri, per prendersi un
bicchiere
d’acqua.
“No,
non ancora”. Le rispose lui un po’ annoiato.
“Dove
andate di bello?” gli chiese Nudge curiosa
alzando lo sguardo dalla rivista di moda che stava leggendo.
“Ah
boh, a cena da qualche parte”.
A
un tratto la porta si aprì facendo entrare Shary che
si vide subito puntare addosso gli sguardi di tutti quanti.
“Sei
pronta, finalmente!” esclamò Jo squadrando la
sorella dall’alto in basso.
“Sì,
sono pronta”.
“Che
si dice in questi casi?” fece Iggy
avvicinandosi alla sua ragazza. “Sei bellissima?”
“Dai
scemo! Esci!” la ragazza lo spinse fuori dalla
porta della cucina seguendolo poco dopo; effettivamente era carina
quella sera,
con un vestito a fiori lungo poco più su delle ginocchia e i
capelli rossi conciati
in morbidi boccoli che le scendevano lungo le spalle. Si era anche
truccata
leggermente anche se doveva ammettere che in genere ci metteva molta
più cura e
perfezione nel prepararsi ad uscire; la fortuna di avere un ragazzo
cieco è che
non devi badare tanto all’aspetto fisico.
“Guidi
tu o guido io?” si sentì la voce di Iggy
chiedere dal salotto.
“Io.
Se no mia sorella mi ammazza!” gli rispose
Shary.
“Oh,
sono così carini insieme!” esclamò
Nudge con un
paio di occhi da cucciolo non appena sentì la porta
d’ingresso chiudersi.
Iggy
e Shary erano seduti ad un tavolo vicino alla
finestra che dava sulla strada; era un piccolo ristorantino molto
accogliente
nel quale si mangiava anche piuttosto bene.
“Sai
che sei proprio bella stasera?” sbottò a un
tratto il ragazzo che era seduto vicino a Shary e la teneva per mano.
“Me
lo hai detto almeno dieci volte”, gli ricordò
lei alzando gli occhi al cielo.
“Beh,
ma è vero”.
“Ma
manco ci vedi!”
Iggy
scoppiò a ridere. “Sì, ma so che
indossi un
vestito a fiori, che i tuoi capelli stasera sono ricci e che hai un
profumo
talmente buono che ti salterei addosso qui in questo istante davanti
agli occhi
di tutti questi clienti”.
“Pervertito!”
“Sì,
ma sono il tuo pervertito”, le sussurrò
all’orecchio con voce sensuale per poi baciarle le labbra
lasciando leggermente
giocherellare le lingue. Avrebbero continuato così per un
bel po’ se poi non
fosse arrivato il cameriere a portare loro i menù. Il
poveretto però fece finta
di niente.
“Forse
sarebbe meglio se la smettessimo”, sospirò la
ragazza con la fronte appoggiata a quella del ragazzo.
“Allora
allontanati e dimmi quello che c’è scritto
nel menù”.
Shary
ridacchiò e cominciò a leggergli il
menù ad
alta voce.
“Ehi,
senti che bella questa canzone!” esclamò a un
tratto interrompendo la lettura dei cibi e mettendosi in ascolto della
canzone
che avevano appena mandato alla radio del ristorante; You saved me,
degli Skunk
Anansie.
“Sì,
è carina”. Commentò il ragazzo.
“Skin ha una
gran bella voce”.
“Un
giorno mi piacerebbe andare a un suo concerto”.
“Ti
ci porterò”.
“Davvero?”
“Certo.
Ormai dovresti aver capito che per te farei
di tutto”.
La
ragazza lo guardò sorridendogli dolcemente.
“Ma
secondo te qua ci portano gli alcolici se li
chiediamo?”
“No,
penso di no. Siamo minorenni”.
Iggy
sbuffò.
Poco
dopo, quando le ebbero ordinate, arrivarono le
loro bibite, analcoliche, e il ragazzo, prendendo il suo bicchiere, lo
alzò in
alto volgendosi verso Shary.
“Io
direi di brindare”.
“Mmmh,
sì hai ragione. A questo primo appuntamento?
Perché effettivamente è il primo appuntamento al
quale usciamo noi due da
soli”.
“E’
vero. Ma io proporrei qualcosa di più
importante”, le sorrise Iggy.
“Cosa?”
“A
noi due. Che siamo una strana coppia di mutanti,
un uccello e un pesce che, nonostante la differenza, si amano lo
stesso”.
La
ragazza rise di gusto. “Siamo strani anche senza
essere una coppia. Però sì, direi di brindare a
noi due”.
“Allora
a noi due”.
I
ragazzi batterono leggermente i propri i bicchieri
facendoli tintinnare.
“Però
bello questo paragone, uccello e pesce. Però
l’uccello si mangia il pesce”. Aggiunse Shary dopo
aver bevuto un sorso della
sua bibita.
“Infatti
io ti
mangerò”, le rispose lui digrignando i denti come
le tigri.
MILLY’S
SPACE
Ehilà!
Lo so, è da un po’ che non aggiorno ma sono stata
impegnata con lo studio per gli esami e davvero non riuscivo a trovare
né il
tempo né la concentrazione. Adesso che però sono
finiti, eccomi qua ^^
Allora, che dire??
Niente, solo un innocente capitolo che volevo dedicare a Shary e Iggy.
Come se
non l’avessi già fatto prima ^^
Dai,
ditemi cosa ne pensate.
Un
bacione,
M.
MAXBARBIE:
una tragedia greca? Addirittura ^^ be’, mi fa piacere. Grazie
per la
recensione, sei sempre fedelissima tu. Un abbraccio, Milly.