Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Fanelia    03/07/2014    11 recensioni
Dal testo...
"Oh, no, devo essere morta nel sonno. Sì, non trovo altra spiegazione valida. Sono pure in pigiama, constato amaramente. Ma che me frega, se sono approdata a Martinlandia, accetto anche la morte.
Mi pizzico il sedere, per verificare, non sia mai dovesse venirmi fuori un livido sulla guancia
–ovviamente per nulla al mondo vorrei farmi vedere da Jaime con una chiazza violacea in viso- così mi rendo conto che non sto dormendo e non credo nemmeno di essere passata a miglior vita."
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaime Lannister
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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POSSIBILI SPOILERS  PRIMA- SECONDA- TERZA STAGIONE!!!!!







Riaggancio la cornetta, ormai rovente e umida di sudore, dopo aver passato credo un’ora a fangirlare insieme alla mia amica.
Le parole che ho ripetuto con più frequenza sono state “Jaime” i “Lannister” e ancora “Jaime” se  non ho sostituito il nome del personaggio con Nikolaj, quello dell’attore che lo interpreta.
Sciacquo il viso, per liberarmi della calura che solo pensare a quel perfido cavaliere errante mi provoca, infilo il pigiama e, nemmeno fossi una ragazzina alla sua prima cotta, mi addormento, sperando un giorno di poter fare una di quelle figure di… ok, figuracce, classiche delle fan-girl, della serie, incontro per caso Nik mentre passeggio per le strade del mio paesino sperduto e do spettacolo.
Fatico a prendere sonno, mentre immagino lo stemma dei Lannister dipinto sulle pareti della mia camera da letto. Non sono certa che la mia metà ne sarebbe felice, ma chissene.
Io amo Jaime è un dato di fatto, immutabile e più che comprensibile. Sì, è uno dei cattivi, ma io adoro i cattivi!
D’improvviso mi sveglio, ma no, non mi scappa di andare in bagno e non ho nemmeno sete. Mi guardo intorno sbigottita. Ho gli occhi appannati e sbatto le palpebre un paio di volte, come nel tentativo di schiarire l’immagine sfocata che si sta lentamente dipingendo attorno a me.
Mi trovo tra le strade di Westeros? Ho bevuto? Mi hanno somministrato della droga senza che me ne accorgessi? Sto quasi per mettermi a urlare, come solo una vera fan-girl farebbe, quando un’orrenda consapevolezza si fa lentamente strada dentro di me.
Oh, no, devo essere morta nel sonno. Sì, non trovo altra spiegazione valida. Sono pure in pigiama, constato amaramente. Ma che me frega, se sono approdata a Martinlandia, accetto anche la morte.
Mi pizzico il sedere, per verificare, non sia mai dovesse venirmi fuori un livido sulla guancia
–ovviamente per nulla al mondo vorrei farmi vedere da Jaime con una chiazza violacea in viso- così mi rendo conto che non sto dormendo e non credo nemmeno di essere passata a miglior vita.
«Ahi! Che dolore!» sbraito contro me stessa. Potevo fare più piano, del resto il didietro è pur sempre il mio.
Ok, decido di osservare meglio ciò che mi circonda, per capire dove sono di preciso.
C’è un castello, che mi ricorda la Fortezza Rossa, e se non erro quella dovrebbe essere la collina di Aegon, su cui la dimora reale svetta fiera, ma non posso esserne certa. Rimembro che è fatta di fango e terra, motivo da cui ne deriva il particolare colore dei muri e un nuovo indizio mi porta a pensare di essere giunta nella terra dei miei sogni. Ma solo quando individuo le cappe dorate della guardia reale, il leone rappresentante il vessillo dei Lannister e il cervo dei Baratheon,  capisco che posso trovarmi solo in un posto: Approdo del re. Sto per gioire e  un urlo mi muore in gola perché mi frena un pensiero.
“Oh cappero! Spero solo che Joffrey non sia già re.” Pensò fra me e me.
 Mi piace, il piccolo bastardo folle, nonostante la sua cattiveria, ma se così fosse non avrei alcuna chance di incontrare Jaime, visto che sarebbe a marcire in qualche prigione. Dannazione.
Sniffo l’aria e un aroma salmastro mi pizzica le narici. Eh sì, il porto, il mare!
Mi guardo intorno e dalla posizione in cui mi trovo riesco a scorgere le immense mura che circondano il regno e la città. Oddio, vorrei vedere le famose sette porte ma non so come muovermi fra questo intrico di viali. Ho seriamente il terrore di poter finire al Fondo delle Pulci, di lì dubito che uscirei viva.
Immagino me  che urlo, assalita da qualche poco di buono, e il mio Jaime, con la sua armatura dorata e quei capelli biondi come quelli degli angeli, venire in mio soccorso e sterminare il nemico.
«Dannata donna, attenta a dove vai!» un burbero mi spintona e di poco non cado in terra, ritornando bruscamente alla… eh, no, non posso mica chiamarla amara realtà.
“Sono a Westeroooooos!” lo urlo solo nel mio cuore, mentre lo sento schizzarmi fuori dal petto per l’emozione. Iniziano a sudarmi le mani e mi tremano le gambe. Sono talmente confusa, ma una confusione accecante dettata dalla felicità sconfinata che sto provando, che  pare quasi non mi sfiori nemmeno la stranezza di questo episodio surreale. Non mi chiedo neanche come diamine sia finita fra le pagine di Game of Thrones, invece mi preoccupo di essere in pigiama. Pensa che bella figura farei, con questo pigiamino stile Peppa Pig, se incontrassi il mio Sterminatore di re. Mi vergogno e sento le guance diventare bordeaux, mentre il calore si espande fino a raggiungere le mie orecchie.
“Mmm, e ora come cavolo mi procuro un vestito? Sono pure in ciabatte, stile casalinga disperata” mi chiedo mentre cerco una soluzione.
“Non ho un soldo… ah, gli orecchini d’oro!”
Mi sfioro i lobi e ringrazio la mia perenne sbadataggine: come al solito la sera prima di andare a dormire non li ho sfilati. Evviva! E ho pure il bracciale e la collana! Sono  salva, almeno fino a quando riesco a nasconderli e non farmeli rubare.
Inizio a camminare per le strade, tenendomi il più in disparte possibile e cercando di cogliere qualche informazione.
Cacchio, parlano inglese, che lusso, così li capisco! Se fossi finita in mezzo ai Dothraki non so che fine avrei fatto, anche se a dirla tutta, insomma, Khal Drogo mica mi dispiace.
Giungo in un negozio, anzi, una bottega e vedo dei capi di abbigliamento.
Evvai, non solo sono ad Approdo del re, ma forse potrò coronare il mio sogno di indossare uno di quegli abiti dei regni antichi che adoro tanto! Eureka!
«Sei una straniera? Che strano quel tuo vestito. E quelle scarpe?» mi chiede la commerciante, ma io ho bisogno di un abito, così invento una scemenza qualsiasi, le do l’oro-notare che la furbona non indaga oltre una volta adocchiato il prezioso metallo-  in cambio di un paio di vestiti e delle scarpe oltre che di una sacca e con nonchalance che non mi appartiene, le domando chi sia il re.
«Sua Maestà Robert Baratheon è tornato da poco da Grande Inverno, dicono che abbia portato con sé Sir Eddard della casata degli Stark» mi informa lei mentre il mio cuore salta un battito.
Oh perdindirindina, sono finita nella prima serie! Non potrei essere più felice e fortunata. Oddio, forse non proprio. Magari potrei cercare Sansa e prenderla a schiaffi o raggiungere Ned e dirgli che fine farà. E avvertire Robert che il vino è avvelenato. Insomma, potrei cambiare le sorti della storia.
Nah, se mi sente Zio Martin, trova il modo di farmi fuori e Joffrey appenderà la mia testa su di una picca, insieme a quella di Ned.
Già che ci sono però, potrei almeno recarmi al tempio di Baelor per vedere il luogo dove giustizieranno il reggente di Grande Inverno, ma poi desisto: di una cosa sono certa, non voglio vedere teste rotolare. Ok, forse quella di Cersei…
«Shhh, stai zitta, matta!» è la mia coscienza più saggia di me ad ammonirmi. Intendiamoci, non che non mi piaccia Cersei, ma sono una donna gelosa e territoriale e Jaime è mio.
«Lo sterminatore di re è in città?» mi azzardo a domandare, mentre sento il mio cuore accelerare, in attesa di una risposta, e ho quasi timore di ascoltare ciò che la donna ha da dire.
«Dicono di sì. Ma come mai ti interessa? Non sai cosa dicono di lui?»
Come posso darle torto? Insomma, ne dicono peste e corna e io, sicuramente, devo avere l’espressione beata a mo’ di manga, con occhi a cuoricino, da quando ho osato nominarlo.
Che le rispondo?
«Solo curiosità.» Mento. Probabilmente se ne accorge. Pace, me ne farò una ragione. La saluto e mi defilo, sperando di confondermi fra la folla. Ho tenuto indosso uno dei vestiti, proprio per quel fine. Trovo un angolo appartato e mi sciolgo i capelli, per mimetizzarmi meglio. Spero solo che nessuno mi domandi… oh, dannazione, devo togliermi i piercing. Se qualcuno mi chiedesse che diamine sono? Ok, posso mentire, vengo da una terra lontana io, no?  Le Isole di Ferro? No, perché odio quel babbuino di Theon. I Frey? Manco morta. Nido dell’Aquila? Non se ne parla. Potrei essere una… boh! Ecco, devo pensarci, di sicuro mi fingo una nemica degli Stark, visto che ci tengo alla pelle.
Riprendo il mio peregrinare anche se non saprei proprio dove recarmi. Insomma, come faccio a entrare nella Fortezza senza farmi vedere? Mi sembra impossibile, ma ora che sono qui, non ho intenzione di demordere e di lasciarmi sfuggire questa occasione preziosa.
“Jaime, Jaime, Jaime” folle di un cuore malato, se non stai zitto, ti estirpo dal mio petto, giuro. Già non riesco a respirare per l’ansia e l’emozione, ti ci metti pure tu?
In un gesto istintivo, rivolgo gli occhi al cielo e ringrazio Dio, anche se poi spero che i Sette Dei e  gli Dei Antichi non se la prendano, non sia mai che mi facciano fare una brutta fine. Ok, potrei anche accettarla ma prima… prima devo coronare il mio sogno.
“Alla fortezza rossa” mi dico per incitarmi. Del resto devo escogitare un modo per penetrarvi.
Uh-Uh ideona! E se sfruttassi uno dei passaggi segreti di quel viscido di Varys? C’è quello che porta alla Torre del Primo Cavaliere e anche se Ned mi trovasse, al massimo mi farebbe cacciare.
Sì, ma come lo scovo? Nulla, mi tocca accantonare questa idea.
Mi siedo in un angolo, a riflettere, quando dalla Fortezza Rossa vedo uscire cavalieri con la mantella bianca. Il cuore salta un battito. Forse anche più di uno. Deglutisco, in un misto fra panico, ansia ed eccitazione, spero vivamente che Jaime sia con loro. Ma niente, il mio morale finisce sotto la suola delle scarpe.
E dire che se mi toccherà rimanere qui a lungo, dovrò trovarmi un’occupazione e una dimora, perché io di qui non mi schiodo. Fosse l’ultima cosa che faccio.
Mi chiedo se cerchino personale per servire la casa reale, anche se l’idea di inchinarmi davanti a quel vecchio, cocciuto di Robert e successivamente innanzi a Joffrey il folle, mi ispira poco. Vorrei vedere Jaime, ma da viva, e con Joffrey ancora in lizza per il trono, non si sa mai.
Bene, non mi resta che concentrarmi sui passaggi segreti. Ci devono essere svariate vie di fuga, non mi resta che trovarne una.
«Tempio. Spingi una delle colonne e si aprirà un passaggio» è una voce che proviene dall’alto a fornirmi questo indizio.
«Grazie Dei» rispondo, senza aggiungere né Antichi né Sette, non sapendo da chi è giunto questo inaspettato aiuto.
«Razza di una bimbominchia, sono la voce fuoricampo. E ora va!» il suo è quasi un ordine, ma poco mi importa.
Cammino velocemente per le strade, direzione Collina di Visenya. Sono stanca quando arrivo in prossimità del luogo sacro, impolverata, assetata, affamata e pure spaventata a dirla tutta. Quel luogo mi trasmette una sensazione inquietante, è come se gli Dei sapessero che il loro culto è stato infangato da macchinazioni vili e meschine, come se fossero consapevoli che la carne si è lasciata corrompere e che il vero Dio è solo il potere.
Spero vivamente che quel rompi bolas del Sommo Septon non mi becchi mentre tasto le sue preziose colonne, per quanto ami questo regno, c’è da dire che qui sono un po’ svitati e finirei per camminare senza testa, quasi di sicuro.
Inspiro, espiro, e quando sento “clack” e una grande pietra levigata si sposta, mostrandomi un accesso nel terreno, devo coprirmi la bocca con le mani per evitare che qualcuno senta il grido che non riesco a reprimere.
L’eccitazione pompa nelle mie vene, il cuore batte forte nel petto scatenandosi in una danza folle, la salivazione si azzera.
Non so per quanto cammini, la mia strada illuminata solo dalla fioca luce delle sporadiche torce di cui è disseminato il tragitto.  Ho anche paura di morirci in questi cunicoli oscuri e pieni di ragnatele e, ogni volta che sento squittire o qualcosa mi sfiora il volto, rischio di morire di infarto. Odio gli insetti, odio i ragni e non parliamo dei topi! Quando giungo davanti a un muro che mi sbarra la strada, mi sfiora nuovamente l’idea che quella sarà la mia tomba. Non so che fare.  Inizia a mancarmi l’aria, ci manca solo un attacco di panico.
“Datti un contegno! Devi vedere Jaime, poi potrai morire felice!” mi dico sperando che ciò mi aiuti a riprendere a respirare in maniera meno affannata.
Provo a spingere, ma nulla. Sposto un appiglio che sembra essere messo lì, quasi per caso, e finalmente la parete si scosta. Sento i suoni, distanti, ovattati, della vita a corte. Sono arrivata nella Torre del Primo Cavaliere. Saltello come impazzita. Non so per quanti minuti, ma a un certo punto sento le gambe dolere.
“Amica mia, vorrei che fossi qui con me. Che palle non avere nessuno con cui fangirlare!!!!!”
“Wow” mi dico mentre oltrepasso la soglia e il cuore mi balza in gola. Di nuovo, eh beh? Che ve frega?!
Cammino frettolosamente per i corridoi, senza quasi godermi la fortuna di essere lì. Posso passare tranquillamente per una delle serve, motivo per cui non temo troppo per la mia incolumità.
Il problema è districarsi fra i corridoi e giungere il più vicino possibile alle stanze dei Lannister. Mi vengono i brividi solo a pronunciare quel cognome.
E poi, mentre cammino sbadatamente, non vedo un gradino. Sto per volare in terra, ma il duro impatto con il suolo, che attendo a occhi chiusi, tarda ad arrivare così a lungo che sono costretta a schiudere le palpebre.
Un paio di braccia calde  e  muscolose mi hanno impedito di cadere.
«Dovresti stare più attenta.»
Oddio è lui. È la sua voce. La riconoscerei fra mille. Anzi, fra milioni. È il suo profumo. Ok, quello che ho sempre immaginato abbia la sua pelle.
Che faccio? Lo guardo? Non oso? Gli parlo? Oh mamma, che faccio? Che faccio?
Mi inchino, guardandolo di sfuggita, mentre un ghigno gli si dipinge sul volto.
«Ringrazio sua signoria.» Lo dico e poi vorrei morire. Come cavolo mi sono rivolta a lui? Oh madre, lo so, ora sfodererà la spada e mi farà fuori per un tale affronto.
«Sapevo che saresti passata di qui. Ti aspettavo.» Non credo alle mie orecchie, così mi volto per vedere se c’è qualcun altro oltre me. Ma siamo soli. Possibile che si stia rivolgendo proprio a me?
«Perché non ti tiri su e non mi parli?» continua lui, mentre io rimango sbigottita e come in trance.
«Vogliate perdonarmi, non pensavo le vostre parole fossero rivolta a me» cerco di essere cortese, di ricordare le buone maniera, ma non sono mai stata una persona all’antica e l’agitazione del momento non mi aiuta, ho il cervello in tilt.
«Siamo soli, con chi altri potrei star parlando?» scoppia a ridere e vorrei morire. Oh, santi Dei di quello che volete voi, come resisto a questa risata? Quel sorriso. Quegli occhi.
L’unico impulso che il mio cervello mi manda è un codice semplice, primordiale e primitivo:
“Devi fangirlare o morirai!”
«Avvicinati» le sue parole sono quasi fin troppo gentili, mi chiedo se abbiano avvelenato anche lui. O forse è ubriaco! Oh, no, ho trovato: si sarà fatto la sorella e ora è di ottimo umore!
Con fare insicuro muovo un paio di passi. Mi prende una mano. Voglio morire. Anzi, potrei morire. Qualcuno fermi quell’aggeggio impazzito che mi sta martellando nel petto! Sterminate le farfalle che se la svolazzano nel mio stomaco! Ho le vertigini! Mi manca l’aria. Sento le guance in fiamme- e non solo- e sto per svenire. Me lo sento.
«Hai fatto tutta questa strada per me, o erro?» la sua voce è talmente suadente che mi costringe quasi a rispondergli.
«Lo ammetto» oso confermare e lui sorride. Non so come io stia trattenendo la fan-girl che si è scatenata dentro di me e che urla per essere liberata.
“Liberami infame, disgraziata, traditrice! Devi lasciarmi fangirlare o giuro che morirai!!!” è lei che strilla, la sento e spero ardentemente che Jaime non possa udirla. Le staccherò la testa, dannata fangirlatrice che è in me!
«Puoi farlo.» Mi sta dando il permesso come se sapesse. Oddio, mi fa quasi paura. Come fa a saperlo?
«Sono Jaime Lannister, l’uomo che cercavi.»
“Sì, questo lo so anche io, ma ora finiscila, stai mettendo il mio autocontrollo a durissima prova.” Lo penso senza osare esternare. La mia mano è ancora fra le sue. Le sue labbra la sfiorano e non capisco più nulla.
«Jaime, Jaime, Jaime! Oh Santi Dei, lo Sterminatore di re! Jaime Lannister! Oh mio Dio! Oh madre!» urlo, mi agito, mi aggrappo al suo braccio mentre lui ride, quasi divertito.
«Oddio, non credevo che Vi avrei mai incontrato. Non credevo che… Vi sto sfiorando, Vi sto parlando, sono con Voi nel Vostro mondo…» sono incredula e fuori controllo e se dovesse colpirmi in testa con l’elsa della spada, non potrei dargli torto, sto facendo una confusione mostruosa. Saltello come se avessi le pulci, sono agitata, sento il volto in ebollizione e sono sicura di essermi coperta di macchie rosse, il tono della mia voce è quasi stridulo e lui… lui sopporta. Anzi ridacchia.
Poi, come per magia, si rivolge nuovamente a me, e io temo che sia finita. Insomma, ho esagerato, ma non mi importa. Jaime Lannister mi ha sfiorato la mano con le labbra, in quante potrebbero vantare una tale fortuna?
Sto per chiedergli di poter scattare un selfie quando mi ricordo di non avere il cellulare. Dannata tecnologia, quando ce n’è bisogno non è mai a portata di mano.
Ancora stento a credere di trovarmi al suo cospetto. Da quanto tempo lo sogno? Troppo. Decisamente troppo.
«Vorrei chiederti una cosa…» mi fissa negli occhi e temo seriamente che se non distolgo lo sguardo, il mio cuore esploderà dall’emozione. Mi limito a fare un cenno col capo, perché ho la salivazione ridotta a zero, la voce tremula e quando cerco di rispondergli le parole mi muoiono sulle labbra. Certo, se svenissi ora, forse potrei scroccargli una respirazione bocca a bocca, o forse mi prenderebbe in braccio. Certo, me lo vedo il prossimo episodio di GOT sospeso causa ernia di Jaime Lannister!
«Vuoi rimanere con me?»
Sbatto le palpebre, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Li riapro.
Lo ha chiesto proprio a me? Sicuri? Insomma, dove sta l’inganno?
Lo fisso sbigottita, intimorita e incredula. E ora che cacchio gli rispondo? Già mi vedo mentre Cersei mi fa fare fuori nel peggiore dei modi.
«E Martin? Lui… non ha scritto di me…»
Ma che obiezione del cavolo è? Non potevo trovare qualcosa di meglio?
«Mia signora, nella prima serie, mi si vede e poco, nella seconda non mi si vede quasi… insomma, non ti aspetterai mica che mentre lui è impegnato a fare fuori gli Stark io ammuffisca da qualche parte?»
Eh Santi Numi, non fa una grinza. C’ha pure ragione.
«Rimani con me?» chiede di nuovo; come resistere a quell’invito e a quella musica soave che è la sua voce.
«E Cersei?» eccolo, danno fatto.
«Ti proteggerò.»
Seh, vabbeh. Mi verrebbe da dirgli un “Jaime torna in te” quando poi è lui stesso ad aggiungere:
«Fino a quando mi farà comodo, ovviamente. Ma sono un uomo d’onore e…»
«Mi promettete che qualora dovessi essere eliminata, mi farete l’onore di passarmi a filo di spada? Voi, in persona?»
Ok, sto sbroccando. Ma che domande gli faccio?
Lui sorride, allunga la mano verso di me e fa cenno di sì col capo.
«Sarete in debito con me se rimango…»
Oddio, ma che mi viene in mente? Sto giocando con le sue armi.
«E un Lannister paga sempre i suoi debiti» mi risponde lui mentre gli porgo la mia mano, che stringe nella propria, e un brivido mi percorre la schiena. E finalmente sono con Jaime, fra i corridoi della Fortezza Rossa.
 
E la fan-girl visse poco, pochissimo, perché fra le pagine di Got tutti i fessacchiotti muoiono, ma visse felice e contenta.

 
 
 
 
 NdA: Come potete immaginare, alcune cose sono frutto della mia fantasia, come il passaggio segreto che dal Tempio porterebbe alla Torre del Primo Cavaliere...
Ma spero vogliate prendere questa OS per quello che è, un omaggio a chi come me fangirla dalla mattina alla sera e poi, in particolare, a chi è una Lannister nel cuore, nello spirito e nell'anima.
Ringrazio la mia carissima Martynik per il banner, te ne scriverò una con Tyrion, sappilo!
E la dedico a delle mie amiche che non leggono Got, ma fangirlano quanto me:
LadyAngel e Tomocchi.
E a chi lo segue, come Marty e Heaven_Tonight!
Ringrazio Marty per la pazienza, Rox ed Eva per avermi concesso un loro stimatissimo parere e... spero che vogliate lasciarmi un commento, mi farebbe felice.
È la prima volta che scrivo qualcosa di così demente, solitamente le mie storie fanno piangere.
Chiedo scusa a Zio Martin per eventuali imprecisioni, il mondo è il tuo, io me lo sono immaginato un po' mio!
Hear me roaaaaaar!!!
   
 
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