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Autore: Biscotto Sudato    03/07/2014    2 recensioni
Cinque ragazzi, amici d'infanzia, vengono espulsi a causa di un dispetto che due di loro avevano architettato contro il preside. Allora i genitori del più introverso di loro li mandano in un magnifico collegio in cima ad un promontorio. Non sanno che tutte le persone che si trovano lì, sia studenti che insegnanti, non sono altro che umani provenienti da un'altra dimensione immigrati nella nostra a causa di una guerra secolare che da anni devasta le loro terre. Tutto va liscio, fino a quando non scoprono che il re dei Dhult ha intenzione di conquistare anche il nostro mondo. Che sia l'occasione d'oro dei cinque amici di diventare popolari e, perché no, eroi?
P.S. La banana sarà sempre presente. La banana non morirà mai, parola di un biscotto sudato.
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 YEARS OLD

 

 

 

 

 

IV

STRANGE

 

 

 

Sono Strange. Sto per guadagnarmi la fama da protagonista che mi spetta.

Solo che questo sarà un capitolo un po' diverso dagli altri capitoli di questa mia avventura.

Alloooora...

Innanzitutto, comincio col fare un piccolo punto con domande che potreste farmi e risposte che darei. Visto che il Supremo Biscotto Sudato non ha voglia di rispondere alle vostre domande, lo farò io sedutastante:

 

WHAT THE FAQ

 

D: “cm fai a sapere del essistenza di biskottosudatto???”

R: “Non ne ho la più pallida idea. Non riesco a capire la connessione tra tutti noi e quel Biscotto. Questo, siori e siore e persone e personi, è un mistero. Sento che, alla fine di tutto questo, si troverà finalmente una conclusione. Ma per ora... è un enigma.”

 

D: “strenge km fai a parlare in qst ep se nn sai km farlo????”

R: “Scrivo, come tutti gli altri.”

 

D: “6 vergine???? <3 <3”

R: “Può darsi.”

 

D: “ma e vero che biskottosudato non ha 15 anni e ke e un pedofilo ke si spaccia per adolescente??

R: “Può darsi.”

 

D: “dv lai messa la banana??”

R: “Può darsi.”

 

D: “bern fair bern DISCOH INFERNOW”

R: “Falla finita, Sgroldor.”

 

D: “herry stails my veri lov!11!! <3 <3 <3”

R: “Se sei arrapata dei One Direction, stacci lontana. Se li ascolti per la loro musica, va bene. Se però i lettori standard del Leggendario Biscotto al cioccolato sono directioner che si credono tali solo perché vogliono trombare con un membro dei One Direction, il suddetto Biscotto si toglierà da questo sito di fanfiction e non ci tornerà più (la parola membro è utilizzabile in tutti i sensi). Parola di Strange (si fa per dire).

 

Dopo questo rischiarimento delle idee dei lettori, possiamo finalmente andare avanti.

Ora parte la vera avventura (si fa per dire).

 

Dopo aver fatto il tour con Sgroldor Cavalca Morti, ci siamo fermati alla Locanda Fellona, un posto di ritrovo per corrotti, criminali, pirati, prostitute, me, ecc...

Ci sedemmo in un tavolo più pulito degli altri e una cameriera venne a prendere le ordinazioni. In quella cameriera c'era qualcosa di insolito. Gli occhi, color nocciola, erano talmente intensi che pareva stesse leggendo l'anima. I capelli neri e lunghi le conferivano un tocco di mistero. Non amava molto parlare, avevo notato. Mentre prendeva le ordinazioni, mi guardò e abbassò velocemente la testa verso il foglietto con gli appunti. Provai a trattenermi. Mi misi una mano alla bocca e trattenni tutto il fiato che avevo. Sentivo il sangue andarmi alla testa. E se le piacevo? Finito di prendere gli appunti, la ragazza muta mi guardò ancora un attimo e poi si voltò e camminò via a gran velocità.

Perché si sa... Strange, per quanto perversa la sua mente sia, è sempre un gran figo. SEMPRE.

Mi guardai intorno. King stava conversando allegramente con Gerd, Ginger e Katherine, entrambi con il viso rosso fuoco, balbettavano con l'obiettivo di finire una frase di senso compiuto e Sgroldor narrava a Sens le sue imprese vissute nella nostra e nella sua dimensione. Un pirata stava usando degli auricolari e stav... stava usando degli auricolari! Voleva dire che altre persone possono entrare e uscire dalle dimensioni a loro piacimento! Affascinante... come me.

Il pirata, completamente pieno di stereotipi, stava facendo “headbanging” mentre alzava in aria una gallina come trofeo. Ma quella brutta puttana caga-uova aveva sulla sua schiena la mia banana! Mi avventai su di lei saltando addosso al pirata che mi prese di forza e mi scaraventò via.

— Corpo di mille squali — ringhiò il barbuto dal dente nero. — Che cosa diavolaccio ti salta in testa? Non vedi che sto ascoltando gli Alestorm?

La gallina, intanto, se la stava svignando con la mia banana.

Giurai che, un giorno, l'avrei sconfitta e mi sarei ripreso la mia banana, il mio unico e solo amore.

Il pirata ringhiò nervoso: — Sai — mi disse. — Sei il figlio di cane più coraggioso che io abbia mai visto. Nessuno ha mai avuto le palle di saltarmi addosso. Io mi chiamo Dacron Lamarossa. Come ti chiami, figliolo?

Presi il coltello che il pirata stava usando per tagliare la sua carne e incisi sul tavolo: “Strange”.

— Bel nome — commentò il pirata con tono sognante. — Beh, spero di rivederti un giorno. Ora devo andare, ma prima devo chiederti un favore.

Mi misi tutt'orecchie.

— Devi mettere questa polvere in un solo barile di birra — mi porse un contenitore di vetro contenente una polvere brillante. — Questa polvere farà ammattire tutti i maledetti cani che berrano quella birra. Il barile sarà riconoscibile grazie a una “x” incisa vicino allo spillatore. Mi serve, fallo per me. Se lo farai, ti pagherò profumatamente.

Annuii con la testa.

— Sapevo che avrei potuto contare su di te — disse Dacron sorridendo. — Ora devo andare. La mia ciurma si ubriacherà totalmente se non torno in fretta alla mia nave. Se ti serve un passaggio tra un'isola e l'altra, chiedi della Spectra. I marinai la conoscono e ne hanno il terrore.

Dacron si voltò e camminò via, lasciandomi in mano il barattolo. Lo guardai, inespressivo. Chissà cosa sarebbe potuto succedere se qualcuno avesse inalato\ingerito quella polvere... non restava che provare. Ma perché io? Mah, che ne so.

Mentre il locandiere guardava da un'altra parte, m'intrufolai nella stanza dietro di lui e scesi le scalette in legno piene di polvere. Cominciai a cercare il barilotto. Lo trovai mimetizzato, nascosto dagli altri. C'era scritto sopra: “brindisi” e vicino allo spillatore era incisa una “x”. L'avevo trovata! Ora dovevo solo più...

La misteriosa cameriera di prima stava in piedi dietro di me. E mi fissava. Mi girai lentamente e cominciai a fissarla anch'io. Rimanemmo così per un sacco di tempo e anche se fossero passati dieci secondi, beh, sono stati i dieci secondi più lunghi della mia vita. Poi, senza cambiare espressione (o meglio, assumerla), si avvicinò e si accucciò vicino a me. Mi prese di mano il barattolo e lo rovesciò dentro il barilotto. Dopo aver finito, richiuse il barattolo e me lo ridiede. Ci fissammo ancora per un secolo e poi, di colpo, la ragazza si alzò e prese un gesso dalla tasca. Si girò verso il muro e ci scrisse sopra: “Mi chiamo Arciel. E tu?”. Io mi avvicinai, mi diede il gesso e scrissi: “Chiamami Strange”.

“Sarà una bella amicizia.”

“FRIENDZONE, MADAFFACA?”

“?”

“No, niente.”

 

Tornammo ai tavoli con il barilotto di birra. Arciel distrasse il locandiere, dandomi il tempo di sgattaiolare dietro di loro e tornare al mio posto. Ripensai a quanto successo là sotto. Che figo, è stata la cosa più romantica che io abbia mai vissuto! Volevo che quell'atmosfera meravigliosa non si dissipasse mai. Dopo qualche secondo, King mi chiese: — Strange, dove sei stato? Al cesso? Tu stai sempre ore ed ore al cesso, che palle!

Mi sfregiai la faccia con un potente “facepalm” e tirai testate al tavolo dal nervoso. King, con sguardo interrogativo, si girò verso Gerd e continuò la conversazione.

All'improvviso, un uomo elegante si alzò, prese una posata e con essa colpì graziosamente il suo bicchiere, pieno di vino. Si schiarì la voce ed annunciò:

— Signore e signori, oggi, come ben saprete (e se non lo sapete, siete dei fottuti imbucati), siamo qui per celebrare il quindicesimo compleanno della principessa Bora, figlia di Re Whitegrass, comandante e sovrano delle Fredde Terre del Nord.

— Scusa — chiese un pirata dal solo occhio in fondo al tavolo. — Ma questo non è un bel posto per festeggiare un compleanno, neppure di una nobile figlia di un sovrano possessore di un punto cardinale.

— Zitto, idiota. — rispose l'elegante signore, con tono talmente grazioso da rendere quelle parole un segno di apprezzamento per l'affermazione. Riprese a parlare: — Ora brinderemo per il glorioso traguardo raggiunto dalla nostra amabile principessa.

La ragazza pallida e dai capelli corti quasi bianchi vicino al galantuomo pareva seccata. Scommetto che si stava chiedendo come mai gli aristocratici debbano sempre fare scena. Sì? Perché me lo chiedo ogni volta anch'io ancora adesso.

Tutti alzarono il boccale colmo di birra in segno di rispetto e augurio e poi bevvero lentamente e profondamente, fosse l'ultima cosa da fare nella loro vita. La principessa non bevve, forse perché la birra le faceva schifo. Aveva assunto un'aria disgustata appena rivolse lo sguardo al barilotto di birra.

Silenziosamente come al solito, Arciel si mise di fianco a me e fece il segno di guardare bene. Quando tutti ebbero finito, ci fu un silenzio generale. Tutti, perfino i pirati negli angoli oscuri della locanda, smisero di parlare e rimasero in silenzio. Sgroldor mise una mano in bocca a Sens e viceversa. King e Gerd si coprirono le bocche da soli, ma Sens tirò un pugno a King con la mano libera. Poi, gli ospiti si guardarono in faccia. Lì, in quel preciso momento, si scatenò il più violento puttanaio che io abbia mai visto. Tutti, anche chi non aveva bevuto dal quel barilotto di birra, scoppiarono a ridere in modo sguaiato. Il galantuomo, privo di ogni pudore, si denudò completamente e si gettò sul tavolo ululando, menando l' aria con braccia e gambe. Tutti gli ospiti gridavano e calciavano e ruttavano. C'era chi mordeva il tavolo, chi mordeva le posate, chi mordeva King... I pirati, sebbene non abbiano bevuto la stessa birra, diedero di matto comunque e si tuffarono per terra boccheggiando come pesci (rigorosamente nudi). Io e Arciel ci diedimo un'occhiata divertita e poi scoppiammo a ridere anche noi. Fu allora che sentii il primo suono fatto da lei: una risata calma, tranquilla, meravigliosa. Le note di un arpa. Realizzai che Arciel non era nata come un essere umano. Era nata da una chitarra. Lei era una corda. Ma che cazzo dico, un accordo. Un dolcissimo “LaM”. Non ci volle molto tempo per capire che ero rimasto prigioniero da quel custode di sofferenza ed emozione noto con il nome di "Amore".

 

Cazzo, che merda!

E non sapete il bello!

I miei amici, scappati impauriti dalla locanda, hanno visto in Arciel una potenziale recluta. Viene con me!

No, che merda.

No, è figo.

No, fa schifo.

No, è bellissimo.

No, è orribile come uno schiaffo.

No, come una stella.

Fatto 'sta che questo mi causerà problemi seri. Mi sto dando domande e risposte da solo. Secondo voi sono pazzo? Sì? Pfff, che ignoranti, sono Strange!

   
 
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