Film > Don Camillo e Peppone
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Autore: Larissa99Baelish    07/07/2014    2 recensioni
Piccola scena, dove si narra di un momento tratto da uno dei film. Il significato della scena è un pò diverso di quello attribuito al film. E Peppone calza perfettamente i vestiti di Giorgio Gaber.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo alto. Un cappotto cammello. Un cappello di feltro. Baffoni, neri. Un grosso cipiglio sul volto. Cammina. Marcia. Spalle larghe, fisico tozzo. Braccia larghe.
Dietro di lui due, tre, quattro, cinque uomini. Chi più alto, chi più tozzo. Chi ha i baffi, chi il volto liscio. Chi vestito di cotone, chi no. Tutti con il cappello, che sia coppola o no.
Marciano tutti. Fieri e proletari. Braccia larghe.
Dietro loro cinque, sei, sette, otto uomini come loro e diversi.
Dietro altri uomini ancora.
Marciano, camminano.
Silenziosi e cauti.
Qualcuno era nato in Emilia.
Qualcuno il nonno, lo zio, il papà.
Qualcuno perché  la Russia era una promessa. La Cina una poesia.
Qualcuno perché si sentiva solo.
Qualcuno perché era cattolico.
Qualcuno perché lo esigevano tutti.
Qualcuno perché la storia.
Qualcuno perché gliel’avevano detto, qualcuno perché no.
Qualcuno perché la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno perché…era una brava persona.
Qualcuno perché…non era una brava persona.
Qualcuno perché era ricco ma amava.
Qualcuno perché dopo una birra piangeva davanti alle feste popolari.
Qualcuno perché era ateo.
Qualcuno perché voleva essere un operaio.
Qualcuno perché era stanco di essere operaio.
Qualcuno per l’aumento di stipendio.
Qualcuno perché oggi no, domani forse, ma dopodomani, sicuro.
Qualcuno perché la borghesia…
Qualcuno per fare rabbia al padre.
Qualcuno per guardare rai 3.
Qualcuno per moda.
Per principio.
Per frustrazione.
Qualcuno per statalizzare.
Qualcuno perché non conosceva gli impiegati.
Qualcuno per il materialismo scambiato.
Qualcuno perché aveva la classe operaia dalla sua.
Qualcuno perché lo era di più.
Qualcuno perché c’era il partito e malgrado.
Qualcuno perché niente era meglio.
Qualcuno per il socialismo.
Qualcuno per lo stato.
Qualcuno perché democristiani mafiosi.
Qualcuno per piazza fontana.
Qualcuno perché chi era contro lo era.
Qualcuno per la democrazia sporca.
Qualcuno credeva.
Qualcuno  sognava una libertà alternativa.
Qualcuno era empatico.
Qualcuno aveva bisogno di stimoli e cambiamenti.
Qualcuno voleva cambiare sogni, vita.
Qualcuno perché si sentiva qualcosa di più, due in uno, l’uomo, l’individuo e dall’ altra il sognatore utopico.
Niente rimpianti. Forse molti aprivano le ali senza riuscire a volare. Gabbiani ipotetici. Ora? Ora in due, di nuovo. L’uomo impregnato di quotidiana banalità.
L’altra il gabbiano senza sognare il volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
La “processione” si ferma al Comune.
L’uomo centrale, in prima fila si volta verso i compagni.
Guarda tutti quelli uomini. Sorride.
<> sussurra.
Due miserie, un corpo solo.

E' un breve omaggio a un gande film e ad un grande arista, quale Giorgio Gaber. Mi è sembrato che questo testo calzasse perfettamente sull'utopico Peppone.
   
 
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