Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Sokew86    09/07/2014    5 recensioni
Dodici fratelli, dodici persone che possono aver compiuto degli sbagli e far perdere la strada al fratello minore, il tredicesimo principe delle isole del Sud, Hans. Questa è la storia di Peter, il fratello maggiore di Hans e il re delle isole, che deve decidere la punizione del fratello con gli altri membri della famiglia affrontando segreti,intrighi e fantasmi, troppo reali per appartenere al passato.
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fratelli di Hans, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beware the Southern Isles'
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1capitolo
Capitolo I
Il giudizio di un uomo di chiesa

Don’t feel, conceal. It’s the way to be a good king

 

Peter Simon era il maggiore dei tredici principi fratelli delle Isole del Sud ed era il sovrano. Aveva quarantasette anni, inesorabilmente i segni della vecchiaia e di una vita particolarmente dura gli avevano segnato gli angoli degli occhi verde prato e ingrigito, quasi per metà lunghezza i capelli castani scuri, leggermente ricci. A completare quel ritratto di re vissuto, un’appariscente cicatrice gli attraversava la guancia sinistra. I vecchi servitori del castello commentavano spesso la somiglianza straordinaria di Peter con il defunto padre rispetto agli altri principi: Peter aveva lo stesso naso aquilino del precedente sovrano e la forma sottile degli occhi gli dava un’espressione fredda e autorevole.  Non era l’unico confronto che il re era ormai abituato a sentire, Peter era diventato un re molto amato dal popolo ma odiato e temuto dalla corte perché aveva spezzato l’antica tradizione di guerra, che aveva devastato per quasi mezzo secolo le isole del sud per arricchire le solite famiglie nobiliari, quel periodo era stato chiamato il Periodo Carminio.
    Il re ricordava ancora quando a ventidue anni prima aveva preso tremando la sua corona e, insieme ai primi quattro principi, aveva cercato furiosamente di creare un periodo di pace duraturo di cui avessero potuto godere le ricchezze e la serenità gli altri giovanissimi fratelli. Nonostante avesse ottenuto quello che voleva, il re non aveva mai smesso di preoccuparsi, né del suo regno né di sua figlia Caterina, una giovane quattordicenne cresciuta in modo molto peculiare, né per i suoi fratelli: continuava a preoccuparsi intensamente di loro. Spesso gli era stato detto che la sua preoccupazione l’avrebbe portato alla tomba e che si doveva calmare ma lui era così, aveva gli occhi freddi e criptici ma dentro di sé c’era sempre un turbine di emozioni che controllava per continuare a cercare di prendere le decisioni più giuste per il regno e per i suoi fratelli.
    C’era un problema, se come sovrano riusciva a rimanere distaccato quando doveva prendere una decisione come fratello maggiore aveva delle difficoltà: si sentiva costantemente diviso fra i suoi doveri di Re e di fratello maggiore, questi spesso non concordavano tra loro. I suoi fratelli negli anni avevano preso decisioni che l’avevano portato sull’orlo di un esaurimento nervoso, come quella volta che suo fratello Filip (il Ministro dell’Economia) era tornato dal lontano Oriente con un contratto d’alleanza commerciale di ferro e con due mogli: quell’episodio era costato quasi una scomunica a tutta la famiglia reale e una guerra con il regno di Offin. Peter ne aveva viste di tutti i colori, però non si sarebbe mai immaginato che il più giovane dei suoi fratelli, il principe Hans, tornasse imprigionato nella sua stessa nave accompagnato da una gelida e solenne lettera della giovane regina di Arendelle in cui era scritto che Hans aveva cercato di assassinarla e tentato di impadronirsi del suo regno.
    Il re aveva dovuto affrontare la situazione e la sua prima azione era stata avvertire tutti gli altri fratelli, molti dei quali in giro per l’Europa e uno di loro particolarmente irraggiungibile per posta, le risposte che erano arrivate, erano state delle più svariate e contrapposte. Peter non aveva ancora preso una decisione su come gestire la situazione, nel frattempo aveva fatto imprigionare in gran segreto il giovane principe e, purtroppo, per quanto a malincuore dovesse ammetterlo, il re non aveva ancora visto l’ombra di rimorso nel volto di Hans. La situazione logorava re Peter, la soluzione più semplice sarebbe stata esiliare Hans in qualche colonia sperduta del regno e dimenticarsi di lui, ma era suo fratello! Diviso ancora una volta tra i doveri di un sovrano e i sentimenti di un familiare aveva deciso di riscrivere nuovamente ai suoi fratelli, per chiedere aiuto a scegliere una punizione per Hans, come aveva suggerito la giovanissima regina nella sua lettera.
    La prima lettera arrivò tramite un messaggero in una mattina particolarmente grigia, che minacciava tempesta, il re respirò forte l’aria dal balcone delle sue camere e intuì che ci sarebbe stato un temporale durante la notte: Peter era un uomo di mare e, come tutti in famiglia, era addestrato a comprendere i segni dell’acqua e dell’aria. Mandò a chiamare alcuni suoi servitori e gli ordinò di non tentare di raccogliere l’acqua durante la tempesta, che sarebbe avvenuta nella nottata, perché con i fulmini sarebbe stato pericoloso. L’acqua era un problema serio per le Isole del Sud: non ce ne era mai abbastanza perché i pochi corsi d’acqua potabili presenti nelle venti isole erano piccoli e poco capienti. Per questo motivo erano costretti a distillare sia l’acqua di mare sia quella piovana per coltivare e per dare l’acqua sufficiente ai propri cittadini, esisteva però una riserva: nell’isola più a settentrionale del regno vi era un altissimo vulcano perennamene innevato che possedeva in ghiaccio una riserva di acqua pura, utilizzata solo per le emergenze. La lettera proveniva appunto da quell’isola e il re riconobbe immediatamente la calligrafia e, una volta rimasto solo, aprì la busta con impazienza che poco si addiceva a un reale, iniziò a leggere.

Carissimo Peter
Mi angusto per la tua preoccupazione nei confronti di Hans. Sono ancora sconvolto della situazione, vorrei poterti dire che prego ogni giorno per te e Hans perché troviate un po’ di pace, ma non basterebbe. Non mi hai chiesto una preghiera ma un consiglio. Anticipo che sono d’accordo con te sull’inutilità di esiliare Hans, tanto male tagliargli la testa e comportarci esattamente come i nostri sanguinari predecessori, ma noi non siamo uomini da decisioni drastiche senza ragione, poiché io sono uomo di chiesa e tu sei un re saggio. Hans è giovane, può cambiare e ne sono convinto. Nostro fratello annaspa alla ricerca di un po’ di pace ma appena la trova la rinega e torna alla sua folle ricerca: punirlo solo non servirebbe a nulla. Mandalo da me, magari con un po’ di fortuna e tanta pazienza riuscirò a fargli vedere oltre quella maschera di odio e d’avarizia che siè costruito negli anni …

A quella frase il re scoppiò a ridere, mandare Hans a vivere in ordine di monaci votati alla penitenza altrui, era ridicolo. Che cosa Hans avrebbe imparato lì? Oltre a disprezzare ancora di più quel tipo di persone che lui considerava sciocca? Peter riprese a leggere la lettera con un sorriso sereno, Andreas anche lontano da lui riusciva a rasserenarlo e a farlo ridere. Nonostante che al re mancasse molto averlo a corte, aveva compresso le sue ragioni molto tempo fa.

[…]In fin dei conti un po’ glie lo devo, nel momento in cui Hans avevo bisogno di me, ho lasciato tutto e tutti: sai bene che cosa ha significato per lui la morte di nostra madre e tutte le conseguenze. 

-Non solo per lui ma anche per te, mio carissimo Andreas- pensò il re cupo, avrebbe scritto quel pensiero nella sua risposta.

[…] Forse se avessi accettato di rimanere quando me lo chiese, le cose sarebbero andate diversamente ma entrambi sappiamo che il passato non si può cambiare e soltanto accettando le conseguenze delle nostre azioni possiamo redimerci. Ti offro ancora una volta il mio amore e prego per te.
Tuo
Andreas
P. S: Sicuramente non l’avrai notato ma nella busta c’è un piccolo trifoglio rosso, potresti darlo a Hans?

Il re controllò la busta e trovò un trifoglio rosso essiccato, che effettivamente non aveva notato prima, lo girò tra le mani e lo udì scricchiolare tra le mani perché era secco, lo portò al naso e sentì che c’era ancora qualche traccia del vecchio profumo quando quelle foglie erano state vive. Un profondo sospirò di rammarico uscì dalla bocca del re, in quel momento, nonostante la lettera di Andreas, si sentì solo. Con aria circospetta, poggiando prima la busta con il trifoglio sulla scrivania, il re aprì uno dei suoi cassetti, di cui solo lui aveva la piccola chiave color ruggine appesa al collo. Nel cassetto non vi erano i segreti del suo regno, per quelli aveva dei posti migliori, ma c’erano i suoi tesori personali che Peter amava tenere vicino a sé mentre lavorava. In un appropriato ordine disorganizzato si notava subito un piccolo ritratto di appena dieci centimetri, il re lo prese e lo osservò, rivedendo il volto della sua amatissima e defunta moglie Ada.
-Chissà che cosa mi avresti consigliato?- domandò il re triste guardando il ritratto e passando un dito sui capelli castano chiaro della moglie, nel ritratto la donna aveva un’espressione seria ma felice, i suoi occhi castani scuri erano dolcissimi.
-Hans ti adorava e tu lo amavi- continuò il re ripensando a quegli anni che sua moglie aveva cercato di prendersi cura di Hans, quando era troppo piccolo per difendersi da cose che non avrebbe mai potuto capire a quell’età. Dolcemente fece scorrere il ritratto tra le mani e rimase in silenzio per districare la matassa dei suoi pensieri: Peter era un uomo riflessivo e non gli era mai dispiaciuto il silenzio. Riprese il trifoglio e lo nascose in una sua tasca, decise che sarebbe andato a consegnare a Hans il suo regalo quella sera. Voleva e doveva controllare se c’era ancora un briciolo di speranza di cambiamento nel principe Hans.
    Peter andò nelle segrete del castello accompagnato soltanto da se stesso, era quasi iniziata la notte e aveva terminato i suoi doveri e la cena, a quell’ora solitamente lui si preparava a coricarsi ma oggi sarebbe stato diverso. Non c’era nessuno in quel luogo di fredde pareti di pietra, se non ad eccezione di una delle guardie vestita con una divisa scura che faceva da secondino al principe Hans, alle guardie era stato ordinato la più grande segretezza e il divieto assoluto di parlare con il prigioniero perché il re sapeva bene quanto potesse essere suadente con le parole il fratello. Il giovane principe era a conoscenza di quei divieti e come intrattenimento cercava di irritare la guardia di turno con comportamenti noiosi e irritanti. Il quel momento, per esempio, si ostinava a canticchiare un motivetto senza senso con una voce graffiante e nevrotica, ben lontana da quella che Peter conosceva bene. Quando il re entrò nelle segrete, la guardia lo vide e si apprestò a salutarlo con il saluto militare e quel gesto repentino mise in allarme il principe Hans che smise di cantare. I passi di Peter furono l’unica cosa che si sentirono in quel momento, la guardia silenziosamente aprì la cella del prigioniero e non ci furono nessune annunciazioni, Hans sapeva benissimo che era il fratello … aveva imparato a riconoscere il passo e l’ombra.
    Peter entrò nella cella in tutta la sua modestia, indossava un semplice vestito scuro e come ornamento, la corona delle Isole del Sud: era molto semplice in oro rosso con una grossa pietra al centro di ossidiana nera, che assomigliava a quella di un conte piuttosto a quella di un re. Hans guardò distrattamente il fratello come se non esistesse e si mise a sedere sulla brandina della cella, iniziò nuovamente a cantare ma questa volta con la sua voce limpida. Il re lo scrutò a lungo sulla soglia della porta, Hans era pallido e aveva lasciato crescere deliberatamente i capelli e la barba rossi, nonostante avesse potuto richiedere il servizio di barbiere: il principe era l’unico a possedere quel colore di capelli mentre la maggior parte dei fratelli aveva una capigliatura castana. Il re ignorava se era un gesto per qualche piano di fuga di Hans oppure se il giovane principe si fosse lasciato andare allo sconforto, avrebbe ordinato a breve di raderlo per essere sicuro di non favoreggiare una sua fuga. Peter sapeva che Hans avrebbe continuato a ignorarlo ma l’avrebbe osservato sott’occhio per cui doveva essere cauto, il re depositò il trifoglio su un lato libero della brandina.
-È da parte di Andreas- annunciò con voce forte e chiara il re, Hans reagì facendo finta che non gliene importasse però guardava  con la coda dell’occhio il trifoglio.
    Quando si comporta così, come un ragazzino ribelle, a Peter veniva voglia seriamente di schiaffeggiarlo ma sapeva che era inutile, l’aveva fatto quando era tornato da Arendelle: era stata una delle poche volte che il re Peter era stato accecato dall’ira e aveva picchiato un suo fratello, un gesto che gli ricordava troppo il loro sanguinario padre e che lui si era promesso di non farlo mai. Il Principe Hans l’aveva spiazzato quando si era pulito l’angolo della bocca con il dorso della mano e si era inchinato verso il re guardandolo con dileggio. Peter si ricordava che l’aveva guardato sconvolto, chi era quell’uomo? Non era il giovane fratello che aveva cercato di prendersi cura.
-Hans-, parlò calmo ancora una volta Peter, per poi continuare con un tono duro da sovrano- Guardami- gli ordinò. Hans si voltò a guardare il fratello, i suoi occhi erano due fessure chiuse in un’espressione di duro disprezzo.
-Hai riflettuto sugli avvenimenti di Arendelle?- domandò il re ancora con tono duro e rimanendo fermo al suo posto.
-Sì, mio re- quella parola fu pronunciata stranamente senza nessuna ombra di scherno.
-Avrei dovuto essere meno incauto e più paziente, a quest’ora avrei avuto un regno-dopo quelle parole Hans abbozzò un sorriso malizioso e fissò negli occhi, del suo stesso colore, il re sperando di poter vedere un minimo di reazione ma Hans sapeva che Peter era un uomo indecifrabile e, dopo tutta quell’avventura che aveva passato, non si sarebbe stupito minimamente a scoprire se anche il fratello fosseuno stregone sputa ghiaccio. Il re non reagì e non rispose, spostò il suo sguardo da Hans al resto della cella, dove a terra c’erano dei libri aperti.
-Caterina è stata qui?- gli domandò placido attendendo la risposta del principe che non arrivò, ma i suoi occhi lo tradirono.
-Le hai fatto un gran torto-
Hans ridacchiò- Sono sicuro che la principessa Caterina troverà un altrettantovalido compagno di giochi-, rispose caustico il giovane principe.
-Sì ma ha perduto il suo zio prediletto, è un ruolo non facilmente sostituibile-. Per quanto Hans tentasse di celare i suoi sentimenti, il sentir parlare della nipote aveva fatto passare negli occhi del principe un attimo di rimorso.
-Va bene. Caterina è stata qui. Evidentemente è stata addestrata bene a evadere dalla sorveglianza della sua guardia del corpo- il principe pronunciò l’ultima frase con una puntad’orgoglio, senza neanche premurarsi di nasconderla. C’era anche una punta di amore quando pronunciava il nome Caterina, perché Dio sapeva quanto Hans amasse la nipote, forse erastato solo l’affetto per lei a dissuaderlo da tentare un colpo di Stato nelle stesse isole. Il re pensò a malincuore chenonostante l’amore per Caterina, Hans non si era fermato a compiere quel gesto assurdo.
-Hai perso delle cose vere, per l’utopia di avere un tuo regno- mormorò freddamente il re fissando nuovamente negli occhi il fratello, il prigioniero sembrò leggermente a disagio a quelle parole ma non abbassò lo sguardo. Rimassero in silenzio a sfidarsi con gli occhi e poi, il re disse secco -Buona notte, Hans. Spero che un’altra notte in una fredda cella, ti aiuti a capire a cosa hai rinunciato-, continuò secco il re, ben determinato di lasciare il principe a ragionare in solitudine. Hans aprì la bocca per rispondere ma Peter risoluto uscì dalla cella, ricordò alla guardia il suo divieto assoluto di parlare con il prigioniero e uscì dalle segrete con passo deciso verso le stanze, il cuore del re era stanco e gli occhi verdi pieni di rabbia.
-Forse l’ennesima notte passata in bianco porterà a quello scellerato consiglio- furono le ultime parole che pronunciò a se stesso il re prima di addormentarsi ma non ci credeva.

 

NOTE DELL’AUTRICE

Ci sono tanti motivi perché ho deciso di parlare dei fratelli di Hans non come semplici cattivi.
Il primo motivo
: se ci sarà mai un continuo di Frozen, dubito che la Disney farà tredici principi villani (affermiamo la verità, Hans non è proprio il loro capolavoro di cattivo ma trovo comunque positivo, che la Disney abbia cercato di rompere certe regole del cinema classico a cui era troppo legata). Il secondo motivo: è la canzone eliminata Life’s too short, soprattutto la sua ripresa che trovo magnifica. Vorrei che la Disney la utilizzasse eventualmente per un duetto tra Hans e uno dei suoi fratelli con cui, negli anni ha perso, il rapporto. Farei proprio il re e  se utilizzassero la voce di Josh Groban morirei felice. Anche perché la canzone Life’s too short  trovo che sia poco adatta al rapporto mostrato del film delle due principesse. Il terzo motivo come spettatore troverei molto più drammatico che i fratelli di Hans non siano cattivi ma, che negli anni hanno fatto una serie di errori che li ha portati ad allontanarsi fra loro. Ovviamente i fratelli che l’hanno ignorato per due anni rimangono e saranno spiegati (erano piccoli e idioti^^). Un’altra nota, il Regno delle Isole del Sud sto cercando di renderlo un regno spartano, per questo la loro corona assomiglia di più  quella di un conte che di un re, volevo rendere anche il loro modo di vestire più semplice e austero.
Spero che la storia vi abbia interessati un minimo!
Sokew86

   
 
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