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Autore: Lizzie_Siddal    15/07/2014    4 recensioni
[Arianna/Alessandro]
"Arianna, ti devo parlare. Hai un minuto?"
Senza batter ciglio, Arianna arraffa distratta il caffè che Alessandro le ha portato e in cambio gli smolla tra le braccia una quintalata di scartoffie.
Non ha tempo. Non c'è tempo. È solo lunedì e sono in ritardo mostruoso sul programma di tutta la settimana.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alessandro, Arianna Dell'Arti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Boris – la fuori serie italiana
Personaggi/Pairing(s): Arianna/Alessandro
Warnings: turpiloquio, espressioni gergali e dialettali romanesche, cose a cazzo di cane, fluff becero, tentativi falliti di ricalcare l'atmosfera della serie tv, riferimenti/spoiler per la 2x02, ("Tu sei roba mia. Io ti ho voluto, io ti ho scelto, e adesso tu non vai da nessuna parte")
Note iniziali:
- Ho scoperto“Boris” in ritardo rispetto al resto del mondo, ma me ne sono innamorata. È una sit-com ironica, satirica, originale e a tratti dolceamara, ma più di tutto italiana. La consiglio a chiunque voglia guardare qualcosa di diverso dal solito. E niente, vorrei ringraziare ancora una volta Tone - alla quale, tra l'altro, dedico questa shot, sperando che non sia ai livelli di 'Troppo frizzante'... Buona festa del Grazie!



Roba



"Arianna, ti devo parlare. Hai un minuto?"

Senza batter ciglio, Arianna arraffa distratta il caffè che Alessandro le ha portato e in cambio gli smolla tra le braccia una quintalata di scartoffie.
Non ha tempo. Non c'è tempo. È solo lunedì e sono in ritardo mostruoso sul programma di tutta la settimana.
Ma lui le si accolla dietro. Una piaga.

"Sarebbe importante..."

Ignorarlo è una strategia che ha smesso di funzionare da parecchio. Purtroppo.
Arianna sbuffa. Rotea gli occhi. È già sul punto di sbroccare per almeno dieci motivi diversi, quella mattina, non ha bisogno di altre rogne – grazie tante.

"René ha bisogno di qualcosa? Problemi con le comparse?"

"No no, nessun problema. È solo che..."

"Hai dieci secondi."

Uno sguardo all'orologio.

"Li conto, eh? Sbrigati."

E allora Alessandro dice le tre parole che mai, mai, avrebbe dovuto dire.

"Io ti amo."


Arianna serra le dita contro il bicchiere di plastica del caffè, accartocciandolo – vagamente consapevole di essersi ustionata una mano e aver imbrattato metà del copione buono.

"No."

È la prima – l'unica – parola che le sale alle labbra, d'istinto.
Alessandro boccheggia. Fa la peggio faccia basita à la Stanis La Rochelle. Arianna lo odia come non mai.

"Ah. Ma 'no' in c-che senso, scus–"

"Nel senso che no."

"No" è la sua parola preferita. "No" è la serietà, la fermezza, il "non rompermi i coglioni" più educato che le riesca di fare. In questo caso specifico, "no" è soprattutto uno scudo, le due lettere che proteggono, e aggrediscono e mandano affanculo tutto quello che Arianna non può, davvero non può, permettersi di affrontare adesso.
Adesso, come domani, o in un futuro prossimo qualsiasi.

[Vedi anche: mai.]


Perché quello che c'hanno loro due insieme è una debolezza, perché le fa paura non avere il controllo – su se stessa, sui sentimenti – , è tutto troppo incasinato già così, e in ogni caso Alessandro non ha ancora capito come funzionino le cose. Dentro e fuori dal set. In politica. In Italia. Nella vita. In generale. Alessandro non ha mai capito e continua a non capire un cazzo, e forse è anche per questo che è diventato roba di Arianna, mannaggia a lui, a lei, a loro – non lo sa più.

"...dico davvero, eh." attacca ancora Alessandro, e fa quella faccia da cucciolo seviziato per cui lei vorrebbe tanto affogargli la testa nella boccia di Boris fino all'annegamento. Ma non lo fa, non lo ha ancora fatto solo perché altrimenti chi lo sente, a René?

"Senti, piantala con 'ste cazzate e vai a lavorare."

"Ma io–"

"Non farmi perdere tempo, su, e cammina!"

"Mi hai detto che sono roba tua, ti ricordi?"



Trattenere gli istinti omicidi è diventato, se possibile, ancora più difficile.
Non serviranno occhiatacce, riproveri o cazziatoni di sorta, a questo punto.
Bisogna colpire forte.

"La roba si butta."



[Errata corrige: forse è riuscita ad ammazzarlo, dopotutto.]



Fuori campo, la voce di René ruggisce un urlo che fa tremare il teatro.


["È 'NA MMERDA SENZA PARI!"]


Arianna annuisce a non si sa bene chi o cosa.
Principalmente a se stessa, comunque.



"Alessandro."

A fine giornata lo acchiappa per la collottola come si fa con i gatti - strizzando maglietta e pelle sudata insieme, senza problemi - ché anzi, se gli fa male è pure meglio.

"Questa cosa – " sibila, mandandolo a sbattere contro il muro in cartongesso di una delle scenografie.

"Non va bene."

Usa il solito tono glaciale, di comando, che gli rivolge da sempre. Di diverso c'è solo il bacio che fa morire ogni altra discussione con Alessandro - anche se Arianna non ha ben chiaro come ci sia arrivata, a consumargli le labbra e strappargli i vestiti di dosso.
Voleva corcarlo di botte fino a qualche minuto prima.
Ha meno senso della trama di 'Occhi del cuore'.


[N.d.A. - Una rivelazione spaventosa: dài e dài, è stata contagiata dalla merda, ecco cos'è.]



"Non va bene per niente." si ripete Arianna, quando finiscono a letto per l'ennesima volta, e le tre parole di prima si insinuano tra i loro corpi e le lenzuola senza che lei possa impedirlo.
Quelle tre parole che hanno cambiato tutto e non hanno cambiato nulla, in fondo.
Non c'è "no" che tenga.
E il sorriso da coglione di Alessandro, che la guarda da sotto in su – Alessandro che non capirà mai un cazzo - le dà la certezza che lo sappia pure lui.

Quella è roba che non si può buttare, nemmeno a volerlo.


   
 
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