Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Harley Sparrow    15/07/2014    12 recensioni
La convivenza fra sorelle non è sempre felice e spensierata. Ogni tanto possono nascere delle discussioni, il cui esito è del tutto imprevedibile.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bring me to Life'
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"Ci sono solo due cose infinite: l'universo e la stupidità di Harley, e sulla prima ho ancora dei dubbi." (cit.)
 
Avevo promesso che dopo "Di statue di ghiaccio e lavori lasciati a metà" sarei andata sull'angst?
HO MENTITO.
Prima o poi rispetterò questa promessa, ma non è questo il giorno.

 
La storia vuole essere un tributo al rapporto fra le sorelle, quindi, se siete anti–Helsa, potete semplicemente tifare per Anna. Vi supplico di leggere almeno fino alla fine, poi insultatemi quanto volete!
 

 
 
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Piccola nota prima di iniziare: a quel tempo i manicomi erano la normalità, quindi non arrabbiatevi.
 
 
 
MI PASSI IL SALE?
 
 
Si sedettero a tavola simultaneamente.
Di solito avevano sempre qualche ospite per cena, ma il cattivo tempo che aveva portato con sé l'inizio dell'autunno teneva alla larga molti potenziali ospiti che non volevano rimanere bloccati ad Arendelle per troppo tempo a causa dell'impraticabilità delle acque e delle strade.
 
Elsa sedeva a capotavola, mentre il posto di Anna si trovava alla sua destra. Alla sinistra della regina vi era un posto libero: accanto a esso si sedette Kristoff. Per il quieto vivere, i posti erano assegnati in quel modo da diversi mesi.
Anna non poté fare a meno di guardare con ostilità il posto libero davanti a sé.
"Dov'è Hans?" chiese senza celare il fastidio nella voce.
 
Elsa, prima di rispondere, afferrò il bicchiere di cristallo e se lo rigirò fra le mani.
"Immagino che stia arrivando." disse evasiva guardandosi alle spalle con la speranza di vederlo arrivare in quel momento, ma dei capelli ramati del principe non c'era traccia. "Non vi dispiace se lo aspettiamo, vero?" chiese ai due commensali.
In tutta risposta Anna appoggiò sgraziatamentela schiena alla sedia e incrociò le braccia con fare contrariato, accompagnando il suo gesto a un borbottio sommesso del quale Elsa parve di capire solo un "Però quando sono io ad essere in ritardo..." o qualcosa del genere.
 
Non è difficile rendersi conto che è in arrivo una tempesta. L'aria si fa elettrica, scura e luminosa allo stesso tempo; se si guarda fuori, si può vedere il contadino cerca di mettere in salvo tutto ciò che può prima che cada la prima folgore. Un bambino, chiuso in casa, inizia ad agitarsi, estasiato dallo spettacolo al quale sta per partecipare. Lampi, boati, acqua che scroscia sulla terra, che la purifica e le dà una nuova vita, una nuova energia; mentre l'altro bambino si fa piccolo piccolo sotto le coperte per la paura.
Possiamo tranquillamente dire che quest’ultima immagine fosse il ritratto di Kristoff, il quale, quando Elsa aprì la bocca per ribattere, sembrava essersi rimpicciolito.
 
"Quante volte sarebbe stato in ritardo in questi mesi, sentiamo." sibilò a denti stretti guardando fisso davanti a sé. Non udendo risposta roteò gli occhi per guardarla in viso. "E quante volte al mese sei tu a essere in ritardo?" chiese ancora.
 
La principessa diventò paonazza in volto.
"Non–non è giusto...!" balbettò senza dare risposta.
"Quante, Anna?" insistette la sorella maggiore stringendo il bicchiere fra le mani.
"Io... Un po', ma questo non significa niente. Lui è un ospite qui, e questo non è...–" rispose cercando di sviare l'argomento. Voleva dare contro Hans, non iniziare la discussione "Anna la ritardataria", argomento affrontato con Elsa più e più volte da quando le porte erano state spalancate ad Arendelle. (E già affrontato prima con la servitù).
 
"–Rispettoso…?!" la interruppe indovinando esattamente la parola che la principessa stava per proferire. "…E non è irrispettosa una padrona di casa che non si fa trovare in orario all'arrivo di ospiti ben più importanti…” fece una pausa a effetto prima di ricominciare a parlare “…perché sta ancora dormendo?" concluse con un sorriso sornione, lo stesso che avrebbe potuto fare la dea Giunone guardando Ercole affogare dentro un bicchiere d'acqua.
 
Anna, dal canto suo, stava lanciando occhiatacce al suo sposo per invocare un aiuto. Più che un'invocazione, quello era un ordine, al quale il povero Kristoff rispose, con dei gesti imbarazzati, che era meglio lasciar perdere. Non aveva mai osato mettere parola in una disputa fra le due, e di certo non avrebbe iniziato in quell’occasione.
Quando si accorse che nessuno sarebbe arrivato in suo aiuto, nemmeno il suo consorte, appoggiò un gomito sul tavolo e, innervosita, voltò la testa verso la parte di tavolo vuota per non dover guardare né Elsa né Kristoff.
"Ad ogni modo è maleducato." tentò di concludere con fare offeso, ma poi, non contenta della prima sconfitta, decise di aggiungere – borbottando – che probabilmente in quel momento stava macchinando qualcosa alle loro spalle.
 
Sentendo le ultime parole di Anna, Elsa non sapeva se arrabbiarsi seriamente oppure scoppiare a riderle in faccia. Optò per la seconda, al pensiero dello stato in cui aveva lasciato il principe pochi minuti prima. Quando era uscita dalla sua stanza aveva sperato che il forte rumore della porta che sbatteva lo avrebbe svegliato, ma lui ancora non arrivava, ed era tentata di andare a cercarlo – a svegliare – pur di non dover stare lì a litigare con Anna per delle sciocchezze.
 
"Potrei pagare un assaggiatore di corte per evitare avvelenamenti, se ti facesse sentire più sicura." commentò con sarcasmo. "Come se non parrebbe già strano che l'intera famiglia reale morisse davanti a lui, rimasto vivo." Aggiunse subito dopo, sorridendo a questo pensiero. Ormai erano passati i tempi in cui sentiva di dover avere paura di lui.
 
"Molto divertente." commentò Anna iniziando a giocare con una forchetta.
"Già!" affermò la regina prima di continuare
"...E mi pareva di averne già parlato con te, ricordi?"
 
Come dimenticare le lunghe ore passate insieme a discutere su quella situazione. Elsa e Hans si amavano, e Anna non riusciva ancora ad accettarlo, per questo motivo ogni insignifiante mancanza del principe diveniva una perfetta occasione per accusarlo di cospirare alle spalle della regina, e se ciò non era possibile, di cospirare alle sue spalle.
L'ora tarda e la giornata faticosa che si era lasciata alle spalle non permisero alla principessa di pensare lucidamente, e di conseguenza di non comportarsi come una bambina, perciò le parole che le uscirono dalla bocca la fecero sembrare una bambina che rimprovera la madre di preferire il cane a lei.
 
"Tu lo difendi sempre!" disse con una vocina fatta acuta dalla rabbia che cresceva dentro di lei per l'ennesima vittoria della sorella.
"E tu non hai mai provato ad andargli incontro, da quando è arrivato." le ricordò Elsa, che cominciava a perdere la pazienza.
"Non che lui abbia fatto molti passi verso di me...!" rispose rimanendo sulla difensiva.
 
Kristoff intanto spostava lo sguardo da una all'altra lottando contro sé stesso per non intromettersi (per far ragionare Anna).
 
"Sei tu che hai innalzato un muro nei suoi confronti!" sussurrò Elsa allibita guardandosi intorno nella speranza che l'oggetto del loro disputare non arrivasse proprio in quel momento. Non le piaceva l'idea di farsi trovare a litigare per lui. Lo avrebbe solo esaltato, e non era di quello che aveva bisogno in quel momento. Ne avrebbero parlato in un secondo momento: di certo non si sarebbe messa a litigare con la sorella davanti a lui.
Vedendo che non arrivava, tornò a sedersi composta, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo prima di parlare di nuovo. "Come credi che si senta vedendoti sempre così astiosa nei suoi confronti?"
 
La principessa, oltremodo offesa, udendo le ultime parole della sorella, si preparò per rispondere afferrando la forchetta con fare minaccioso e puntandola verso il posto vuoto davanti a lei.
"E cosa potrei fare per far sentire più a suo agio il tuo principino, di grazia?" sbottò.
 
"Potresti rivolgergli la parola ogni tanto!" suggerì la regina, esasperata.
"Non ho niente da dirgli." rispose di rimando, senza quasi lasciarla finire di parlare.
"Chiedigli almeno di passarti il pane quando siamo a tavola!" rispose a sua volta Elsa, con l'intento di ricordarle quella volta in cui, pur di non rivolgergli la parola, Anna si era alzata in piedi e si era servita da sola, sotto gli occhi increduli e imbarazzati della mezza dozzina di ospiti.
 
"Tutto questo è ridicolo." commentò infine, più a sé stessa che al resto dei commensali.
"Oh, puoi dirlo forte!" la stuzzicò Elsa di rimando. Ormai quella discussione le aveva riscaldato il sangue e rovinato l'appetito.
 
"Intanto lui non è ancora arrivato..." aggiunse Anna per avere l'ultima parola, ma la sorella trovò il modo di risponderle, dicendo che probabilmente stava aspettando fuori dalla porta che la smettessero di metterlo in imbarazzo,
cosa impossibile, perché in quel caso si sarebbe fiondato nella sala per assistere alla battaglia in suo onore. O forse no. Forse sarebbe rimasto ad ascoltare beandosi di quel momento.
 
"Bene." sibilò Anna, incrociando le braccia e chiudendo la conversazione.
"Bene!" aggiunse Elsa con un sorriso. Dopotutto, spettava alla regina l’ultima parola.
 
Il povero Kristoff, più imbarazzato che mai, pregava che arrivasse presto il principe, così almeno sarebbero state zitte, o per lo meno avrebbero smesso di litigare e di metterlo in imbarazzo.
Fortunatamente, dopo alcuni istanti di silenzio, durante i quali le due sorelle erano rimaste imbronciate e con le braccia conserte evitando di guardarsi, si sentirono dei passi.
 
"Perdonate il ritardo" esclamò afferrando lo schienale della sedia di Elsa e allungandosi verso di lei per darle un tenero bacio sulla guancia. Aveva degli strani segni sul volto, gli occhi lievemente stralunati
cosa che notò solo Elsa  e i capelli ancora un po' arruffati, come se avesse cercato di sistemarli pochi istanti prima.
 
Si sedette tranquillo al suo posto e non poté fare a meno di notare la tensione che aleggiava nell'aria, così chiese ad Elsa se c'era qualcosa che non andava, e lei rispose a denti stretti che non c'era niente che non andasse, cercando di fissare negli occhi la sorella che si ostinava a non guardarla, offesa.
 
Le portate furono servite, e mentre Elsa faceva di tutto per intavolare una discussione che avesse un minimo di senso, Anna rimase in un silenzio ostinato a rimuginare sulla discussione che l'aveva tanto agitata.
 
Dopotutto, erano passati anni da quando era successo tutto, e, sebbene da quando il principe era arrivato ad Arendelle si comportasse da perfetto principe-pentito, lei sapeva – sentiva – che lo faceva apposta per farla innervosire. Baciare sua sorella davanti a lei ne era stata la prova. Come osava anche solo tentare di starle così vicino? Se fosse stato per lei, avrebbe dovuto consumare la cena dall’altra parte del tavolo, lungo dieci metri.
Ma questo avrebbe reso felice Elsa? Se fosse stata lontana da lui, in quell’istante, avrebbe avuto lo stesso sorriso che non le prendeva solo le labbra, ma l’intero volto? Gli occhi. I suoi occhi erano divenuti così raggianti quando il principe aveva fatto la sua entrata nella sala che sembrava che un enorme arcobaleno si fosse materializzato sulle loro teste, dopo quella tempesta.
Il punto non era quello di realizzare che Elsa lo amasse davvero, dato che su quello avevano avuto molto tempo per parlarne. Anna non riusciva ancora ad accettare che lui la meritasse, perciò si ostinava a non rivolgergli la parola dopo tutto quel tempo.
Eppure quell’atteggiamento, che prima era rimasto senza critiche da parte della sorella, ora cominciava a pesare su tutti, anche su di lei, che non riusciva a godersi una cena senza lanciare occhiate avvelenate al principe.
In fondo Elsa non le aveva chiesto di diventare la sua migliore amica. Bastava qualche semplice parola per dirigersi verso la costruzione di un rapporto…
E poi doveva mostrarsi più matura di lui.
Però non avrebbe dato ad Elsa la soddisfazione di fare esattamente come le aveva chiesto.
 
"Potete passarmi il sale, Hans?" sbottò a un certo punto.
 
L'ultima cosa che si udì prima che il silenzio si impadronisse della sala fu il tonfo della forchetta di Kristoff che cadeva nel piatto. Tutti, compreso Hans la guardarono con tanto di occhi, ma lei non guardava il suo interlocutore. Spostò lo sguardo dal suo piatto allo sguardo della sorella, e quando i loro occhi si incontrarono, avvenne una cosa che nessuno, mai, nemmeno per caso si sarebbe aspettato, se avesse presenziato alla discussione di poco prima.
 
Ci sono legami, come quello fra sorelle, che sono difficili da spezzare. Tenere il broncio a una persona a cui si vuole bene è molto difficile, e quando ci si accorge della stupidità del motivo per cui si litiga, c'è solo una cosa da fare.
Ridere.
Elsa e Anna si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
 
Allora Kristoff lasciò cadere anche il coltello, e fortunatamente c'era la sedia a sorreggerlo, altrimenti sarebbe caduto anche lui.
 
Mentre la risata diventava sempre più forte, più liberatoria, più assurda, i due uomini si guardarono scioccati.
"Si può sapere cosa...?" sussurrò Hans al vicino, senza distogliere gli occhi dalle due, che ora si erano prese per mano e iniziavano a lacrimare, come se avesse temuto che le due potessero avere altri scatti di pura follia.
 
Kristoff non riuscì a dargli risposta, così si limitò a scuotere la testa in stato di shock.
 
Non era mai capitato a tavola che un silenzio del genere si trasformasse in un attacco di ilarità, perciò nessuno dei due sapeva cosa fare o cosa dire. Non riuscivano nemmeno a unirsi alle risate, perché non c'era niente da ridere nella richiesta di Anna. Attesero che le due sorelle si calmassero e quando, passati alcuni minuti, Anna si asciugò l'ultima lacrima, Hans afferrò il sale e glielo passò con titubanza.
 
"Pensavo che i pazzi venissero rinchiusi in un manicomio, qui." commentò senza traccia di divertimento nella voce. Tutto lasciava pensare che entrambe si stessero prendendo gioco di lui, e lui odiava essere preso in giro, anche se senza cattiveria.
 
"Via, Hans, non hanno rinchiuso una strega, vuoi che rinchiudano due sorelle che si vogliono bene?" rispose Elsa sistemandogli una ciocca ribelle sulla fronte.
 
"Dormito bene?" gli chiese subito dopo, senza preoccuparsi di nascondere un sorriso divertito alla vista del segni lasciati dalle lenzuola sulle guance del principe.
 
 
 
 
 
 
 
 
– Curiosità –
(lasciate ogne speranza, voi che leggete!)
 
Avete presente il capitolo 10 di Bring me to Life?
Avete letto Bring me to Life?
No?
Va bene, allora parlo per chi l’ha già letto.
Arriva un momento in cui Anna cambia il suo atteggiamento nei confronti di Hans in seguito a una litigata con Elsa. È questa che vi ho appena narrato, la fantomatica litigata.

 
Perché scoppiano a ridere come due oche ubriache? (Zio Reginaldo docet)
Non so se avete fratelli o sorelle, ma a me capita spesso di bisticciare con loro, e poi concludere il litigio con una risata allucinata. Non ci riesco proprio a tenere il broncio per più di dieci minuti…xD


Perché Kristoff e Hans sono seduti vicini? Primo, Lady Chatrine de Bourgh di Orgoglio e Pregiudizio lo ha deciso ("Non potete sedervi accanto a vostro marito. Sedetevi dall’altro lato!”); secondo: non potevo far scambiare le battute dall’altro lato del tavolo!
 
Perché Anna è così stanca?
Questa è una storia buffa. Il fatto è che Hans ed Elsa l’hanno lasciata a governare da sola per un giorno e mezzo (a causa di una gita al Palazzo di Ghiaccio di cui vi racconterò in seguito, non so come e non so quando, ma ve la narrerò!).

 
Perché Hans non arrivava?
Come avrete capito, stava dormendo con Elsa, solo che lei si è svegliata, si è preparata ed è andata a cena, mentre lui è rimasto a ronfare fino a quando Elsa non è uscita dalla stanza e lo ha svegliato. Una volta sveglio, si è dovuto preparare, e così ha ritardato di dieci minuti, minuti che sono bastati ad Anna per puntargli il dito contro e accusarlo di cospirazione.
Eccoli lì che dormono. Non sono carini? Credo che sia una delle fan art più belle che abbia mai visto. Grazie a ElsaWesterguard!

 
 
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