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Autore: RecklessYouth    18/07/2014    3 recensioni
Non avrebbe mai potuto funzionare, in primis perchè provenivano da mondi totalmente differenti. Nello stesso istante in cui i loro sguardi cristallini si incrociarono, lui aveva sentito un'inspiegabile attrazione verso quella ragazza, così simile al sè stesso di un tempo. Non immaginava che quell'attrazione si sarebbe trasformata in qualcosa di più, qualcosa che cercava continuamente di soffocare.
Sono passati cinque anni dagli eventi di Dream Drop Distance e la Guerra dei Keyblade è alle porte; prima di andare incontro a quella che potrebbe essere la sua ultima battaglia, un certo guerriero vuole salutare una persona che ha preso silenziosamente posto nel suo cuore.
One shot incentrata sul pairing cross-over RikuxElsa, di cui mi sono perdutamente innamorata.
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riku, Sora
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Altro contesto
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Song;



Hymn for the
m i s s i n g.



L'albino diede un colpetto alla spalliera sinistra e la fiera armatura si materializzò sul suo corpo atletico.
« Devi proprio andare? »
Si voltò di scatto verso l'origine di quella voce.
« Kairi... » borbottò Sora, che intanto teneva stretta la mano della sua ragazza, quasi temesse che scappasse.
« Mi hai seguito, vedo. » affermó Riku, mentre scrutava la rossa con sguardo vago attraverso la visiera dell'elmo.
« È una perdita di tempo, e potrebbe essere pericoloso! Non solo per te, ma anche per gli abitanti di quel mondo! Cosa faresti se uno dei seguaci di Xehanorth ti seguisse?! » Il tono di voce della ragazza aumentava mano a mano che avanzava verso di lui con il moro al seguito. Quest'ultimo era a dir poco sorpreso dall'incredibile forza fisica di Kairi, che riusciva a trascinarlo con sè senza problemi.
Promemoria per me: mai e poi mai contraddire Kairi.” pensò, deglutendo.
Riku chinò il capo e fece una breve pausa prima di rispondere freddamente alle avvertenze dell'amica.
« Non penso ti riguardi. »
La giovane si irrigidí e sbarrò gli occhi, incredula, mentre Sora cominciava a preparare mentalmente un discorso toccante da fare al funerale del suo migliore amico, che aveva appena firmato, inconsciamente, la propria condanna a morte. L'albino lanciò in aria il suo keyblade e questo si trasformò in glider. Lo montò e, prima di andarsene, sussurrò un flebile "scusami", senza, però, osare volgere nuovamente lo sguardo alla rossa; fino a quando il giovane in armatura non scomparve dalla loro vista, i due ragazzi rimasero immobili e l'attenzione di Sora venne distolta dalla ceremonia funebre quando Kairi lanciò un urlo che gli fece gelare il sangue.
« RIKUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU. »
« ...m-mi mancherai, amico. »


« I tried to walk together,
but the night was growing dark. »



« ...airi, A-Axel... R-Ri... Riku!
Qualcuno mi sente? Riku! Dove sei? RIKU! »
Sbarrò gli occhi, riconoscendo la voce dell'amico,
che, in quel fragente, era più simile ad un rantolo.
« Sora?! Sora! Maledizione! »
La furia e la preoccupazione presero il sopravvento
e si alzò repentinamente da terra.
Dove sono gli altri?
Perchè non ci siamo attenuti al piano?
Perchè diavolo ci siamo divisi?!


« Thought you were beside me,
but I reached and you were gone. »



Riku raggiunse la sua meta e quasi non riconobbe il castello, tant'era buio. Con il glider girò abilmente intorno alla costruzione, alla ricerca di qualche finestra o portone lasciato aperto da qualche domestico distratto; purtroppo si ritrovò soltanto a maledire la perizia della servitù. Trasse un bel respiro e si diresse dove ricordava era situata la camera della regina. Sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco quando intravide la sua figura dormiente. Scosse la testa ridendo tra sè e cautamente aprì la finestra. Le tende, che avevano oscurato per anni quella camera, cominciarono ad ondeggiare quasi impercettibilmente, guidate dal leggero venticello estivo. L'albino scese dal velivolo, poggiando i piedi prima sul davanzale, poi sul lussuoso tappeto. Tolse l'elmo, il quale scomparve in un fascio di luce, per poi procedere verso il letto. Per qualche istante restò immobile, concentrandosi solo sulla respirazione, pratica che il suo organismo, in quel momento, sembrava aver dimenticato. Lentamente e silenziosamente, si sedette sul morbido materasso, con gli occhi fissi su di lei.
« Elsa. » mormorò.


« Sometimes I hear you calling
from some lost and distant shore. »



Nel Keyblade Graveyard,
gli risultava praticamente impossibile orientarsi.
Si voltò in più direzioni,
ma non trovò nessuna traccia dei compagni di squadra.
Tese l'orecchio, ed udì un debole lamento,
di cui scoprì poco dopo l'origine:
Sora, che gemeva, tenendosi la testa con entrambe le mani.
« R-Riku... » Il castano gli rivolse un ultimo sguardo,
nelle sue iridi si riusciva a scorgere la interna lotta che imperversava,
e tese una mano verso di lui, supplicante.
« Trov...a K... ai... ri... e... s-scappa. »
Way to Dawn, sigillato in una stretta ferrea,
gli sfuggì di mano alla vista dello
spettacolo raccapricciante che gli comparve davanti.
Indietreggiò, sentendo i ricordi del periodo
in cui venne posseduto da Ansem farsi più vivi che mai.
In quel momento era certo solo di una cosa:
quegli occhi color ocra
non potevano appartenere al suo migliore amico.
Per la prima volta, dopo tanto tempo,
ebbe paura.


« I hear you crying softly
for the way it was before. »



Combatté tra il desiderio di abbracciare e di sentire il calore di quel corpo tanto esile all'apparenza, ma che conteneva una determinazione che aveva potuto ammirare solo in pochi esseri umani, e l'idea di godersi le sue ultime ore di libertà ammirando quell'angelo che dormiva beato, senza disturbarlo. La notte prima, si era chiesto a lungo se tornare o meno ad Arandelle, soltanto per dire addio ad Elsa: da un lato non voleva spaventarla, ma dall'altro, bramava -egoisticamente, forse?- di parlarle per l'ultima volta. Riku, assorto dai suoi pensieri, quasi non si accorse di aver delicatamente scostato un ciuffo di capelli biondo pallido che copriva il volto della regina. Quest'ultima mugugnò e, lentamente, schiuse gli occhi e li posò sulla figura imponente che sedeva sul suo letto, mettendola progressivamente a fuoco.
« Ri... ku? »
L'albino, in quel momento, desiderò ardentemente che qualcuno lo impalasse, letteralmente.
« Uhm... » fu l'unico suono che uscì dalla bocca del ragazzo.
Grande, Riku, tu sì che sai come comportarti con le donne! Scompari, e dopo tanto che non ti fai vivo l'unica cosa che sai dire è un "uhm". Bravo, bravo davvero! Giuro che se fossi femmina, cadrei ai tuoi piedi dopo cotanto romanticismo. Bianconiglio, agisci di più e pensa di meno!” Gli sembrò di udire la voce di Axel risuonargli nella testa; il rosso, infatti, da quando vide lui ed Elsa combattere insieme, soleva prendere in giro le sue, come le chiamava lui, "doti da latin lover". Pensare a quel pagliaccio in quella situazione così maledettamente critica lo fece avvilire ancora di più, tanto che non si trovò per niente preparato a ciò che avvenne successivamente.


« Where are you now?
Are you lost? »



Riku indietreggiò, gocce di sudore gelido presero a rigargli la fronte.
« Xehanort? »
« Sei ingenuo, Riku. »
Al sentire la voce dell'amico farsi così dura,
venne inondato da un astio indescrivibile.
« Siete tutti degli ingenui.
Pensavate davvero di riuscire a prevalere sull'Oscurità? »
Sospirò, quasi amareggiato.
« Scappa, finchè sei in tempo.
La Guerra è terminata, ed io ne sono vincitore. »
Con fare svogliato, di chi ha già la vittoria in pugno,
evocò il suo Keyblade: il Master Xehanort.
Fu quel semplice movimento del polso
a far risvegliare l'albino dalla trance.
« Scappa, fifone. »
Al sentirlo adoperare quel fastidioso nomignolo,
richiamò Way to Dawn e si precipitò contro il nemico, urlando.
Sora dev'essere ancora lì dentro ed io...
Non posso morire adesso.
Non adesso che ho una persona
che sta aspettando me, esclusivamente me.


« Will I find you again?
Are you alone? »



« Riku! » gridò la ragazza, euforica, per poi gettarsi a capofitto sull'amico, abbracciandolo affettuosamente, tanto che l'altro, colto di sorpresa, ruzzolò dal bordo del letto su cui era poggiato ed entrambi si ritrovano a terra.
« Els- » Il giovane non riuscì nemmeno a pronunciare il suo nome, che lei aveva preso a tastargli ansiosamente il viso.
« Sei... davvero tu, non è così? Non è un sogno... » disse la regina, più a sè stessa, che a Riku. Quando una lacrima, caduta dagli occhi di lei, gli bagnò la guancia, l'albino venne travolto da una consapevolezza: Elsa, per tutto questo tempo, non aspettava nessun'altro che il Keyblader che l'aveva salvata dalla sua paura, dalla sua Oscurità. Il corpo della bionda cominciò a fremere a causa dei suoi singhiozzi incontrollabili, e questo portò il cuore del guerriero ad accellare il proprio battito: si sentiva il volto divampare. Cautamente, come se avesse paura che quella fragile creatura gli si sbriciolasse tra le mani, la strinse a sé, e si alzò. Con l'indice le sollevò il viso, rosso per il pianto.
« Hey, hey... » Le sorrise timidamente, trattendosi dall'asciugarle le lacrime. Insomma, Riku non voleva che quell'addio fosse doloroso, anzi sperava che la regina non si destasse affatto, perchè, in fondo, sapeva che le avrebbe spezzato il cuore, ma non si aspettava una reazione così struggente.
« Mi sei mancato, ma... Cioè... Scusami, non intendevo metterti in una situazione così imbarazzante. » affermò, d'un tratto seria, ritornando la fredda e composta reale di sempre. Alzò lo sguardo verso il ragazzo, il quale si staccò da lei, riacquistando, anche lui, il suo solito atteggiamento calmo.
« Noto che non indossi più i guanti. Mi fa davvero piacere. » asserì l'albino, sorridendo sincero.
« Se non ci fossi stato tu, non sarei mai riuscita ad abbandonare i miei "inseparabili amici". » rise lei, asciugandosi il volto bagnato con l'avambraccio.
« È stato tutto merito tuo: sei forte. »
Ci fu una pausa.
« Riku, io... » esordì, calando il capo.
« Perchè... pensavi non fossi reale? »
La bionda strabuzzò gli occhi, e l'altro ripeté la domanda, pensando non avesse sentito.
« Perchè pensavi non fossi reale, Elsa? »
« Ero... molto sorpresa di rivederti dopo tutto questo tempo, ecco. »
« Davvero è solo quello? »
« Sì... »
Riku scrollò le spalle, ammonendosi mentalmente per averci sperato, anche solo per un secondo. E venne sopraffatto dalla vergogna.
Che credevi, Riku? Ai suoi occhi sei soltanto il suo salvatore, e per te non proverà nient'altro che gratitudine. Solo gratitudine...
« Perchè sei qui, Riku? » lo incalzò sbrigativa.
« Beh, per salutarti, suppongo. »
« Potevi aspettare che sorgesse il sole, caro il mio vampiro! » scherzò.
« Elsa, la Guerra è alle porte. »


« Are you afraid?
Are you searching for me? »



Elsa sentì una fitta al petto e dovette voltarsi frettolosamente altrove, fingendo di ammirare il cielo notturno costellato di stelle.
« Sì... Malefica mi aveva detto qualcosa al riguardo. » asserì, con aria assente.
Seguì un minuto di silenzio.
« È questo che dovevi dirmi? »
L'albino si strinse nelle spalle e serrò i denti.
« Sì. E ora devo proprio scappare. Scusi il disturbo, Sua Maestà. » sibilò, intonando con leggero sarcasmo le ultime due parole. Sin dall'inizio, sapeva di non avere speranza: lei era una regina, lui un keyblader. Non avrebbe mai potuto funzionare, in primis perchè provenivano da mondi totalmente differenti. Nello stesso istante in cui i loro sguardi cristallini si incrociarono, lui aveva sentito un'inspiegabile attrazione verso quella ragazza, così simile al sè stesso di un tempo. Non immaginava che quell'attrazione si sarebbe trasformata in qualcosa di più, qualcosa che cercava continuamente di soffocare: Riku si era innamorato di Elsa. Ne ebbe il sospetto quando la difese senza indugio dalle lingue avvelenate di Arandelle che la disegnavano come un mostro senza cuore, nonostante sapesse poco e niente della storia del mondo, ma la conferma si palesò quando, nel dormiveglia, cominciò a sentire la sua voce chiamarlo, e lui si rannicchiava su sè stesso, e si addormentava cullato dal tepore che quella melodia gli provocava.
Si diresse verso la finestra, come se fosse la sua unica via di fuga.
È stata solo una perdita di tempo. Avrei dovuto dare ascolto a Kairi.


« Why did you go? I had to stay.
Now I'm reaching for you. »



Si ritrovò steso supino sul terreno arido,
col sangue che ancora gli sgorgava dalla bocca.
Audacemente si mise a sedere,
ma quando fu sul punto di rimettersi in piedi,
le gambe lo tradirono e cadde in ginocchio.
Tossì più e più volte, sputando liquido cremisi.
« Sora possiede una luce sconfinata in sè,
ma tu, ragazzo mio, serbi in te un potere ancora più speciale...
più violento... più forte. »
La vista del keyblader cominciò ad appannarsi,
ed udì le chiacchiere di Xehanort farsi sempre più distanti.
Prima che chiudesse le palpebre,
poichè oramai divenuto troppo stanco
persino per restare sveglio,
una piccola pressione all'altezza del petto lo fece sobbalzare.
E ad un tratto gli sembrò di non essere mai stato meglio,
rivitalizzato da una sentimento che conosceva fin troppo bene.
« Mi stai ascoltando, moccioso? »
« Sora, ti libererò. »
Evocò e puntò Way to Dawn al cuore dell'avversario.
Questi ghignò, ma il suo volto si trasformò in una maschera di sgomento
quando scoprì che il keyblader stava stabilendo
un contatto con la coscienza sopita dell'amico.
Sono stato il tuo Dream Eater una volta,
e lo sarò fino a quando non spirerò.
Tieni duro, amico; ce ne andremo da qui insieme.


« Will you wait? Will you wait?
Will I see you again? »



Salì sul davanzale.
Sono solo un idiota.
Alle sue spalle avvertì un risuonare di passi avvicinarsi velocemente.


« You took it with you when you left. »



Quando riaprì gli occhi,
potè ammirare ancora una volta, dopo tanti anni,
la Stazione del Risveglio di Sora,
malgrado l'immagine del ragazzo stesse
lentamente ed inevitabilmente mutando:
i capelli erano divenuti neri,
la Kingdom Key era stata cambiata in un un'altra arma dalla forma particolare,
su cui spiccavano due occhi azzurri dalla pupilla allungata,
simili a quello presente sul suo Way to Dawn.
« Amico mio, mi deludi. Pensavo fossi più sveglio. »
Sentì un brivido risalirgli lungo la schiena
e si voltò di scatto, pronto a combattere.


« These scars are just a trace. »



Si voltò di scatto non appena sentì delle calde braccia minute circondargli il petto: era arrivato il momento che attendeva da quando il sole estivo riprese a risplendere su Arendelle, quando promise alla regina, il cui cuore di ghiaccio era stato sciolto dall'amore che la circondava, un amore che aveva notato solo nel momento in cui la paura di sè stessa l'abbandonò, che sarebbe ritornato a trovarle, sia lei, che Anna. Si accomodò agilmente sul parapetto, prese il volto di Elsa fra le mani, ancora rosso per il pianto, lo avvicinò al suo e la baciò. Fu un bacio dolce e al contempo amaro, che sapeva di lacrime e d'addio, ma riscaldò gli animi dei due innamorati. Quando le loro labbra si staccarono, l'albino strinse la bionda in un tenero abbraccio, affondando la testa nell'incavo del collo di lei ed inalando la fragranza della sua pelle. La regina, si aggrappò con forza alle spalle del ragazzo, non accorgendosi del ghiaccio che aveva preso a fuoriuscire dai palmi delle sue mani: aveva paura, una paura che le stava rendendo difficile controllare i suoi poteri. Riku si morse il labbro inferiore, ingoiando un breve gemito.
« Perchè tutti quelli che amo devono allontanarsi da me, Riku? » bisbigliò.
« Non importa quanto sarò lontano, tornerò da te, lo prometto. »
« Come fai ad esserne così sicuro? » Sollevò il capo e solo in quell'istante notò di avergli innavertitamente gelato l'armatura all'altezza delle spalle. Cercò di rompere l'abbraccio, ma il ragazzo fu più astuto di lei e glielo impedì. « Posso farti del male, allontanati, ti prego! »
« Sai... Il freddo non mi ha mai infastidito, anzi. » Ridacchiò. « Non mi faresti mai del male, ne sono più che certo. »
Elsa sbarrò gli occhi, sbalordita.
« Quelle che stai provando tu, sono le stesse paure che provai io tanti anni fa. L'unica differenza è che fui io stesso ad accettare l'Oscurità, mentre tu... non hai colpe. Non dovresti passare il mio stesso tormento: non te lo meriti. »
« Perchè... accettasti l'Oscurità? » Chiese.
« Chissà. Forse non mi sentivo accettato. Celavo la mia insicurezza con una maschera fatta di spavalderia. Non mi accorsi di ciò che avevo, fino a quando non stavo per perdere tutto: i miei amici, i miei ricordi, la mia casa... Stavo per perdere persino la mia identità. »
La regina non osò proferire parola: era la prima volta che il keyblader gli raccontava la sua storia fino in fondo, e ciò la faceva sentire, in un certo senso, fortunata, se non addirittura speciale.
« Tornerò. »
« Come faccio ad esserne sicura?
O meglio, come fai tu ad esserne così certo? »
« Prometto solo quando sono in grado di mantenere la parola data. »


« Now it wanders lost and wounded, »



Il Sora corvino esalò il suo ultimo respiro,
per poi svanire in una pozza di tenebre.
« Sora. » bisbigliò,
ammirando la piattaforma su cui poggiava,
la cui immagine era finalmente tornata alla normalità.
« Sembra che alla fine io sia riuscito
a saldare il debito che ho con te. » rise.


« this heart that I misplaced. »



« Ti ricordi quando ti promisi che sarei tornato a farvi visita? »
« Sì, ma... stavolta è... completamente diverso! Devi proprio andare? »
« Andrà tutto per il meglio, Elsa. »


« Where are you now? »



E prima che se accorgesse,
una spessa lama gli trapassò il petto.


« Are you lost? »



« Stipuliamo un accordo: quando tornerò... esigo una statua di ghiaccio. » asserì, serio in volto.
Elsa lo fissò per qualche istante, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
« Cosa ti diverte così tanto? » chiese lui, sogghignando a sua volta.
« Non conoscevo questo tuo lato megalomane! »
« Io megalomane? Attenta, Sua Altezza! » Incrociò le braccia, fingendosi offeso. Aspettò che la regina finisse di asciugarsi le lacrimucce prima di continuare.
« Allora... Affare fatto? » E le tese la mano, che lei strinse prontamente, non senza lasciarsi sfuggire un sorrisetto divertito. « Affare fatto. »
Si specchiarono l'uno negli occhi dell'altro per quelle che sembrarono ore, fino a quando la bionda non poggiò l'altra mano sulle loro, ancora unite.
« È ghiaccio speciale.
Non si scioglierà, a meno che non sia io stessa a volerlo. »
Riku si osservò il palmo e vi trovò un fiocco di neve di medie dimensioni. Si poggiò l'oggetto all'altezza del cuore per poi nasconderlo al di sotto del pettorale dell'armatura.
« Consideralo una specie di portafortuna. »
« Grazie. » E curvò le labbra nel più sincero dei sorrisi.


« Will I find you again? »



Avrebbe gridato d'agonia se una mano guantata
non gli avesse coperto repentinamente la bocca.
« Che brutta fine per uno
che si sentiva un eroe. » sussurrò Xehanort,
con il suo inconfondibile tono pungente.


« Are you alone? »



Elsa restò a fissare per un intervallo di tempo indicibile il punto del cielo in cui vide scomparire la figura di Riku sul glider. Si portò una mano al cuore, e pregò che tutto andasse bene, cercando invano di scrollarsi di dosso quello strano deja vue.
« Riku tornerà e manterrà la sua promessa. » sussurrò alla luna, padrona della notte e silenziosa testimone del loro patto.


« Are you afraid? »



L'anziano maestro estrasse, senza riguardo alcuno,
il keyblade dal corpo del guerriero, il quale cadde sulla piattaforma senza vita.
Con il piede fece girare il cadavere che ora giaceva supino.
« Che pena. »
Fu in quel momento che notò qualcosa brillare
nel pettorale dell'armatura dell'albino.
Indagò più a fondo e scoprì che la piccola sorgente di luce
era un pezzo di ghiaccio lavorato a forma di fiocco di neve.
E sotto lo sguardo vitreo di Riku, ridusse in frammenti quell'oggettino,
ai suoi occhi così insignificante.
Digrignò i denti:
se quel moccioso non si fosse intromesso,
avrebbe vinto.


« Are you searching for me? »



Era passata una settimana da quella notte, ed il regno di Arendelle era più spensierato e vivo che mai. La regina sedeva all'enorme tavola da pranzo in compagnia di Kristoff ed Anna, quando venne messa al corrente di una visita da parte di un certo castano che attendeva le due reali appena fuori il castello. La bionda e sua sorella sussultarono.
« Sora! » gridò l'allegra principessa, contenta di poter rivedere il suo amico. Prese Elsa per mano ed uscirono dal palazzo, entrambe col cuore in gola. Il keyblader sedeva su una panchina di pietra in compagnia di una ragazza dai capelli rossi che gli teneva la mano con fare rassicurante. Anna si precipitò a salutarlo, mentre la sovrana si guardò intorno, ansiosa. Dov'era lui?
« Sora? C'è qualcosa che non va? » chiese innocentemente la giovane nobile. Il ragazzo alzò lo sguardo addolorato. Le gambe della sorella maggiore cominciarono a tremare come foglie al vento.
« ...Elsa... » iniziò il castano. La bionda si sentì improvvisamente le pareti della gola secche come il deserto. Il cuore le batteva all'impazzata, tanto che temeva che potesse scoppiare da un momento all'altro.
« Mi dispiace... » Quelle due parole la colpirono come un coltello arroventato conficcato in gola. Non si voltò nemmeno a guardarlo; scappò, diretta verso la sua camera, lasciando dietro di sè una scia glaciale. Anna chiamò ripetutamente il suo nome invano.


« Why did you go? I had to stay.
Now I'm reaching for you. »



Anna, la sera successiva, bussò alla sua porta, temendo un malsano ritorno al passato, al tempo in cui sua sorella viveva, praticamente, in un mondo parallelo al suo.
« Elsa? » Non udì risposta. « So che sei lì... Rispondimi. »
« Anna. » rispose l'altra con voce decisa, seppur segnata dal pianto. « Lasciami sola. »
La giovane si allontanò dalla porta, rispettando, a malincuore, la decisione di Elsa. A stento si riusciva a riconoscere la regina, rannicchiata com'era in un angolo della stanza, questa ricoperta da un compatto strato di ghiaccio. Era in corso una bufera di neve, lì dentro, ed il freddo sarebbe stato quasi insostenibile per un normale essere umano. Non voleva che la sorellina la vedesse, conciata com'era, anche perchè sarebbe potuta morire assiderata nel giro di una manciata di secondi, data la bassa temperatura. Voleva sfogare il suo dolore in uno spazio ristretto, onde evitare di combinare un guaio con i suoi maledetti poteri.
« Niente emozioni, niente emozioni... » ripeteva il suo mantra, tentando di far placare almeno la tempesta. Volse una fugace occhiata alla finestra, ed i ricordi di quella notte cominciarono a pulsarle nella mente, dolorosi come aghi. Gli mentì, quella volta: da quando i due keyblader partirono dopo il Grande Disgelo, ella non faceva altro che sognare colui che l'aveva liberata per sempre dalla paura che nutriva verso sè stessa. Non aveva nemmeno avuto la possibilità di ringraziarlo per tutto ciò che le aveva insegnato, per averla salvata e per averle sorriso dolcemente, increspando quelle labbra carnose che tanto amava.
« Basta... Basta... » sussurrava, stremata dal dolore provocatole da quei dolci ricordi.
“« Stipuliamo un accordo... »”
Stranulò gli occhi, e la tempesta cessò all'istante.
“« Allora... Affare fatto? »
« Affare fatto! »”


« Will you wait? Will you wait?
Will I see you again? »



L'indomani, nella piazza della cittadina di Arendelle troneggiava una maestosa scultura in ghiaccio, lavorata nei minimi particolari. Raffigurava un affascinante giovane dai capelli medio-lunghi brandente un'arma singolare, che scrutava il cielo con sguardo fiero ed impavido. Sul piedistallo su cui poggiava la figura vi era quello che sembrava un epitaffio:

« Riku, l'eroe tragico dell'Alba,
sacrificatosi coraggiosamente in nome della Luce. »





Canzone: Hymn For The Missing dei RED.
Un grande grazie al mio migliore amico, che ha letto questa storia in anteprima e mi ha aiutato a correggerla.
Sei il mio grande batuffolo (trollolol), Marco! ♥




*se sei arrivato/a fin qui, ti amo*
Angolo dell'autrice:

Oddio, sono passati quasi due anni da quando pubblicai per la prima volta una mia storia su EFP. Mi sento tanto vecchia e pigra. Più e più volte ho cercato di scrivere qualcosa ma il Signor Blocco Dello Scrittore, con l'aiuto della sua BFF Duchessa Pigrizia, non me l'ha permesso.
Qualche giorno fa ho (ri)visto Frozen in 3D (TV 3D £usso) e, per la seconda volta, mi ha rubato il cuore. Inoltre, essendo una grande fan della saga Kingdom Hearts, dopo aver letto la notizia secondo la quale ci sarebbe la possibilità che venga inserito il mondo di Arendelle (o almeno i suoi protagonisti.) nel terzo capitolo, ho preso a fantasticare sulla storia che verrebbe legata ad esso e sui rapporti che ci sarebbero tra i vari personaggi: Sora ed Anna diventerebbero subito grandi amici, mentre Riku, vedendo in Elsa il sè stesso insicuro -ed impotente davanti ad una forza troppo grande per essere domata- di un tempo, si avvicinerebbe molto alla regina, tanto da seguirla per primo sulla Montagna del Nord. Nello stesso istante in cui ho realizzato che i due sarebbero una coppia -a mio avviso- stupenda, la mia mente malata ha iniziato a partorire tale one shot. E' un pairing di nicchia, ma poco importa; mi ha fatto davvero tanto piacere tornare a scrivere!
  
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