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Autore: heliodor    19/07/2014    2 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aiutata da Vortiger, Mirande monta a cavallo con una smorfia.
― Non volete che vi accompagni?
La regina prende le redini. ― No. Restate qui nel caso dovessero tornare prima di me. E non fatene parola con nessuno. Risolverò questo incidente prima che diventi qualcosa di più grande.
― Come volete.
Mirande dà di speroni e si lancia al galoppo.
Dietro di lei il castello diventa sempre più piccolo. La sua massa, con le numerose torri e guglie che svettano verso il cielo, oscura le stelle.
***
Philip raggiunge il molo al galoppo. Immersa nella nebbia, la nave a tre alberi svetta tra le altre per imponenza e grandezza. Sull'albero più alto si intravede la bandiera verde su cui campeggia l'unicorno.
Alcuni marinai lottano con le corde per tenere la nave vicina al molo di pietra. Nel buio i loro volti sono irriconoscibili.
Philip smonta da cavallo con un balzo e si avvicina di corsa. ― Cos'è successo? ― chiede a un marinaio aiutandolo a legare la cima della corda.
― La nave ha rotto gli ormeggi ― risponde il marinaio controllando il nodo.
― È stata la marea?
― Il mare era calmo.
Una passerella viene tesa tra la neve e il molo. Philip l'attraversa di corsa. A bordo, sul ponte, i marinai fissano altre corde per tenere la nave in posizione.
― Dov'è il comandante? ― chiede Philip.
― Maestà ― dice un uomo facendosi strada tra gli altri marinai. Indossa una blusa grigia e un paio di stivali marroni.
― Ramadio! ― esclama Philip vedendolo. ― Ci sono dei feriti?
― Per fortuna nessuno si è fatto male ― risponde l'uomo indicando il fianco della nave. ― Solo qualche danno alla prua quando abbiamo sbattuto sul molo.
Philip si sporge per verificare il danno. Nel punto indicato da Ramadio c'è uno squarcio lungo tre metri e largo uno, ma è sopra la linea di galleggiamento e la nave non imbarca acqua.
― Non sembra grave ― dice Philip parlando con tono più calmo. ― Fatelo riparare non appena possibile.
Ramadio gli rivolge un inchino.
Philip ridiscende la passerella e recupera il cavallo tenendolo per le briglie. Un'ombra si muove nella nebbia.
― Leonida ― grida una voce femminile. ― Philip.
Il re di Avalon scruta nella nebbia. ― Mirande? ― sussurra. ― Mirande? ― grida più forte.
― Philip ― urla lei di rimando.
― Cosa ci fate qui? ― chiede Philip cercando di individuarla.
― Ah ― grida la donna.
Si sente lo scalpiccio di un cavallo, poi nient'altro.
Philip, allarmato, corre nella stessa direzione. Un'ombra si staglia davanti a lui. Fa appena in tempo a scartare di lato che un cavallo lanciato al galoppo lo sfiora.
― Mirande? ― chiede alla nebbia. ― Regina?
L'eco di passi concitati giunge da un punto dall'altra parte del pontile, dove si allunga la sagoma di un veliero.
Philip corre verso il punto da cui è arrivato il grido. Voltandosi in ogni direzione nota con la coda dell'occhio due ombre che si spostano verso la nave ormeggiata lì vicino.
― Voi ― grida Philip correndo verso il veliero. ― Aspettate.
Avvicinandosi, la nebbia si dirada rivelando la sagoma della nave, la passerella tesa verso il molo e i due uomini che trascinano Mirande lungo di essa.
― Fermi ― grida Philip.
Dalla murata della nave due marinai si sporgono e puntano le balestre verso di lui. Philip li nota e si getta a terra. Due dardi si conficcano a poca distanza dai suoi piedi. Mentre i due ricaricano le armi, si rialza e corre verso la nave.
Due marinai ritirano la passerella. Le funi che tengono ormeggiata la nave al molo vengono tagliate.
Philip si ferma solo quando termina la pietra del molo. ― No ― grida in direzione della nave che sparisce nella nebbia.
***
― Maestà ― dice Ramadio vedendo tornare Philip di corsa. ― Mi stavo preoccupando per voi. Siete sparito così all'improvviso.
Philip sale a bordo quasi volando sopra la passerella. ― Mollate gli ormeggi, tutti gli uomini ai loro posti.
Ramadio lo guarda stupito. ― Volete partire adesso?
― Subito ― esclama Philip salendo sul castello di poppa. I suoi occhi scrutano nella nebbia ovattata.
― Con questa foschia?
― Non hai sentito?
― Posso almeno chiedervi perché...
― Ti spiegherò tutto quando saremo in mare.
***
Un raggio di sole filtra attraverso la finestra e colpisce il viso di Leonida. Il re apre gli occhi, sbatte le palpebre. È ancora seduto nella poltrona, le braccia abbandonate ai lati. Si stiracchia e si raddrizza, quindi si alza e si guarda attorno.
― Che ore saranno?
Leonida raggiunge la porta e la spalanca.
Dietro di essa, quasi in attesa, c'è Vortiger.
― Maestà ― dice con un inchino.
― Sei ancora qui ― dice Leonida uscendo dalla stanza.
― Chiedo il vostro perdono, ma è accaduta una cosa molto grave. Non potevo lasciare il castello senza riferirvela.
― Allora parla ― dice Leonida con tono brusco.
― Maestà. La regina è sparita.
Leonida lo guarda incredulo. ― In che senso sparita?
― È da ieri sera che non si trova da nessuna parte.
Leonida attraversa il corridoio con passo svelto. ― Avete cercato nell'osservatorio? A volte passa intere nottate lassù.
― Mio signore, l'abbiamo cercata ovunque.
― Perché non mi avete avvertito?
Vortiger assume un'espressione contrita. ― Ho cercato di svegliarvi, ma il vostro sonno era così profondo che non ci sono riuscito. C'è un'altra cosa che devo riferirvi...
― Parla ― dice Leonida ansioso.
― Anche il vostro ospite, il re di Avalon, è sparito insieme alla regina.
― Cosa stai insinuando?
― Niente maestà, ma alcuni servi l'hanno visto allontanarsi al galoppo diretto al molo.
***
La porta si spalanca e Leonida, seguito da Vortiger, si precipita nella stanza. Il letto è intatto, la finestra aperta.
― Philip ― chiama Leonida.
Si guarda attorno accigliato, poi esce dalla stanza. Vortiger lo segue in silenzio, le mani dietro la schiena. ― Maestà...
― Andiamo al porto.
***
Due uomini tengono ciascuno un cavallo per le briglie e sembrano in attesa. La nebbia si è diradata e una mezza dozzina di guardie in uniforme sorvegliano i pontili.
Leonida e Vortiger si avvicinano ed esaminano i cavalli.
― Uno è quello di Mirande ― dice Leonida con espressione contrariata.
― E l'altro appartiene al vostro ospite ― dice Vortiger mostrando il simbolo dell'unicorno impresso sulla sella.
Leonida osserva il molo.
― La sua nave è partita in tutta fretta ― dice Vortiger indicando le funi tagliate di netto.
― Fate uscire la flotta ― ordina Leonida fissando l'orizzonte.
― Una nave è già partita all'inseguimento.
― Non m'importa ― dice Leonida voltandosi di scatto. ― Usate tutti i mezzi che potete per riportare indietro la regina. E re Philip.
Vortiger si inchina. ― Sarà fatto.
***
In piedi sul castello di poppa, Philip scruta l'orizzonte con un cannocchiale. La nave fende le onde, il vento gonfia le vele e il cielo è coperto da dense nubi grigie.
― Eccola lì ― dice passando il cannocchiale a Ramadio.
Il comandante guarda a sua volta. ― Faccio preparare i cannoni?
― No ― dice Philip perentorio. ― C'è la regina a bordo di quella nave.
― Allora cosa...
― Aspetteremo l'occasione buona per abbordarli.
***
Aggrappato al parapetto della nave, Angus guarda il mare e scuote la testa. ― Di questo passo ci prenderanno ― dice all'uomo che è al timone. ― Non puoi andare più veloce?
― È l'ammiraglia di Avalon quella ― risponde il timoniere con tono di scusa. ― Nessuna nave può tenerle testa.
Angus sbatte il pugno sul passante di legno. Dietro di lui, un uomo si avvicina e si schiarisce la voce.
― Che vuoi? ― ringhia Angus.
― C'è un problema con... la regina ― dice esitando.
― Lo sai che non devi chiamarla così. ― Angus gli punta l'indice contro il petto. ― Cosa c'è che non va?
Il marinaio deglutisce a fatica. ― Credo che... credo che stia per partorire.
― Ci mancava solo questa ― dice Angus spingendolo da parte.
***
Distesa sulla branda, la faccia madida di sudore, Mirande respira a fatica, le mani che accarezzano il ventre.
Dall'unica finestrella posta in alto filtra un debole chiarore. Nella porta di legno massiccio che chiude la cella si apre uno spioncino.
Due occhi scrutano la donna distesa sulla branda.
Mirande apre gli occhi e solleva la testa. ― Aiutatemi... vi prego ― dice con voce rotta dalla sofferenza.
Dall'altra parte dello spioncino, Angus si appoggia alla porta. ― Non posso fare molto per voi, signora.
― Che volete da me? ― Mirande si alza a sedere. ― Riportatemi da mio marito.
― Questo non è possibile, per il momento. ― A bassa voce, Angus aggiunge. ― Se quell'idiota di re Philip non si fosse messo in mezzo, tutto questo non sarebbe successo.
Mirande si avvicina alla porta, vi si aggrappa e tenta di spingerla. ― Aprite, vi scongiuro. Sto per mettere al mondo il mio bambino.
― Dovrete aspettare ― dice Angus.
― Io vi conosco. ― Mirande scuote la testa incredula. ― Siete uno degli uomini di Vortiger, non è vero?
Angus si allontana di scatto dalla porta. ― No, vi sbagliate ― dice dopo qualche secondo.
― Il vostro silenzio vi ha tradito ― dice Mirande dall'altra parte. ― Riportatemi indietro e io farò in modo che il re non vi punisca. Ve lo prometto.
― Voi lo giurate? ― chiede Angus riavvicinandosi.
― Sulla mia vita. E quella del figlio che sto per mettere al mondo, ma vi scongiuro, fate presto.
Angus appoggia la mano sulla leva che sblocca la serratura della porta, ma poi l'allontana. ― Non posso fidarmi di voi. E io non sono chi dite. ― Volta le spalle alla porta.
Nello stesso momento, la nave si inclina di lato trascinandolo verso la paratia. Le assi di legno scricchiolano mentre Angus lotta per restare in piedi. ― E ora che succede?
***
Angus torna di corsa sul ponte. Qui i marinai lottano con le onde che si sollevano oltre la murata della nave. Sopra di loro incombe la tempesta. Le vele di uno degli alberi sono state strappate e penzolano inerti. L'altro albero si è spezzato, cadendo sul castello di poppa e infilandosi di traverso nella cabina del comandante.
― Abbiamo perso il timone ― urla uno dei marinai. ― Non governiamo più la nave.
Gli occhi di Angus corrono all'orizzonte. Davanti a loro si ergono due speroni roccia come denti spezzati di un gigante sommerso. Una corona di spuntoni più piccoli ma non meno aguzzi affiorano a pelo d'acqua. ― Scogli di prua ― grida un attimo prima che il fianco della nave venga trapassato da una delle rocce.
Il veliero si inclina di lato, sembra sbandare, ma rimane a galla.
I marinai si sporgono. Lungo la fiancata corre uno squarcio lungo una ventina di metri. L'acqua penetra nella falla gorgogliando.
― Affondiamo ― grida uno dei marinai.
― Alle scialuppe ― grida un altro.
Angus ha già raggiunto una lancia e la sta mettendo in acqua. Un'onda gigantesca spazza il ponte trascinandosi dietro una decina di marinai. Nessuno di loro riappare dopo che l'acqua si è ritirata.
Angus estrae un pugnale e taglia le funi che legano la scialuppa alla nave. La piccola imbarcazione precipita in acqua.
***
Philip fissa con orrore la nave in balia delle onde. ― Avviciniamoci ― ordina a Ramadio.
― Maestà, è pericoloso ― si lamenta il comandante. ― La nave potrebbe affondare in qualsiasi momento.
― È un ordine ― grida Philip spingendolo da parte per afferrare il timone.
― Così ci farà affondare.
Le onde spingono la nave di Lyonesse contro gli scogli. Come un pugnale affilato la roccia penetra nella chiglia della nave, passandola da parte a parte. L'acqua si precipita all'interno formando mulinelli che ingoiano tutto ciò che si trova nei dintorni.
Philip porta la sua nave fin quasi agli scogli. Evita per un soffio una roccia che affiora, ma un'altra li colpisce al fianco.
La nave si piega su di un lato per la spinta delle onde e il contraccolpo. Philip perde la presa sul timone e viene sbalzato via. Tenta di aggrapparsi a un appiglio, ma cade e batte la testa rotolando su se stesso.
Ramadio si precipita ad afferrare il timone insieme ad altri due marinai.
La nave effettua una stretta virata sfiorando uno spuntone di roccia che affiora sul pelo dell'acqua. Ramadio getta un'ultima occhiata alla nave di Lyonesse. Trascinata dalle onde, prima si spezza in due e poi viene ingoiata dal mare.
  
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