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Autore: Calenzano    22/07/2014    3 recensioni
Cosa potrebbe accadere se un supermercato ricco di offerte speciali venisse preso d'assalto da un'orda di famelici zombie risparmiatori, e solo un pugno di eroici commessi restasse ad opporre resistenza?
Se non avete mai assistito all'inaugurazione di un nuovo centro commerciale, leggete ed inorridite....
Accenni a scene di humor nero.
Genere: Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emanuele sudava, strizzato nell'uniforme blu. Era di una taglia troppo piccola per lui, ragazzone alto e con le spalle larghe. In magazzino non ne avevano altre, e gli avevano ficcato in mano quella. Ma tanto, tra poco, quello che aveva addosso sarebbe stato l'ultimo dei pensieri.

Il giovane guardò di nuovo la scena da incubo davanti a sé. Loro, al di là delle porte scorrevoli a vetri, premevano per entrare, ringhiando e mugolando di desiderio, in un coro cacofonico spaventoso. E il loro numero cresceva di minuto in minuto. Probabilmente stavano convergendo là dall'intera città.

Non rinunceranno per nulla al mondo, ci sono troppe prede succulente qua dentro, pensò.

Presto sarebbero entrati. E sarebbe stato l'inferno.


“Sto per morire.” Si disse Emanuele per l'ennesima volta. La paura gli strizzava la bocca dello stomaco, facendolo lottare per non far tornare su quel poco che aveva mangiato.

“To', manda giù adesso, fin che puoi.” Gli aveva detto uno dei magazzinieri, allungandogli un panino stantìo, prima di sparire da qualche parte tra gli scaffali. E dire che lo conosceva appena di vista. Ma ora anche gli addetti al deposito erano stati dislocati in prima linea, al pari di loro, insieme con tutte le forze disponibili.

“Statt'in pace, Manue'.” Carmela, poco lontana da lui, stava ravviandosi i capelli biondi con le dita per raccoglierli in una coda, così da non esserne intralciata, e si era accorta del suo colorito verdastro. “Faremo nu' mazzo tanto a quei cosi.”

Emanuele tentò un sorriso stiracchiato, mentre Carmela mostrava la sua arma improvvisata a sottolineare le proprie parole. Era una forza quella donna, pensò. Si fosse presentato il diavolo in persona, avrebbe dato il fatto suo anche a lui. Ma ciò che li aspettava avrebbe fatto impallidire persino quello. Loro, all'esterno, erano ormai diventati una folla, che si schiacciava sbavando contro le vetrate, urtandole con tonfi sordi. Ogni tanto, uno più audace degli altri tentava di insinuare una mano nell'apertura delle porte, che per fortuna resistevano. Ormai dovevano aver circondato tutto l'edificio. Nonostante la fiducia battagliera della collega, preferiva non farsi illusioni. Giravano voci atroci su cosa fossero stati capaci di fare in altri punti della città.

Gli altri, intorno, non erano messi meglio di lui. Rosario, più o meno suo coetaneo, era rannicchiato tremante dietro una cassa, aggrappato al registratore come a un salvagente in un mare in burrasca, mentre la dolce Anna Maria singhiozzava sommessamente, poco più in là. A quest'ora sarebbe potuta essere lontano da qui, pensò Emanuele, le mancava così poco alla pensione.... E invece non avrebbe mai fatto la coda alla Posta, sospirando al pensiero dell'aumento del gas, per riscuoterla.


I minuti scorrevano inesorabili, l'ora fatale si avvicinava. Minghetti fece la sua comparsa, armato fino ai denti con quello che pareva un set da barbecue e una pentola rovesciata a mo' di elmo, cosa che in una circostanza diversa avrebbe provocato l'ilarità generale. Ma in quel momento non c'era proprio nulla da ridere.


“Ascoltate tutti!” Esclamò. “La situazione è difficile, ma possiamo farcela. L'ondata più consistente arriverà dall'entrata principale, ma non dobbiamo sottovalutare gli attacchi provenienti dalla galleria. Monti mi ha detto che ce ne sono anche nel piazzale.” Carmela annuiva, la fronte aggrottata per la concentrazione, mentre il caporeparto spiegava la strategia. “Dobbiamo evitare a tutti i costi l'accerchiamento: se ci prendono alle spalle, è finita. Per questo voi presidierete tutto il secondo tratto dell'area di ingresso ovest, mentre la Corradi, Benizzi e gli altri sono già all'entrata est, all'accesso galleria. Tutto chiaro? Ci sono domande? Bene. Non abbiate pietà, perchè loro non ne avranno.”

Il cuore di Emanuele fece un guizzo, a sentire il cognome di Valentina. Minuta, con un grande zazzera di capelli crespi e due splendidi occhi castani. La guardava, ogni volta, senza speranza. L'unica cosa di cui era stato capace, quando ancora tutto era normale, era stato cercare di offrirle un caffè. Ma gli era uscito solo un bofonchio incomprensibile, che gli era valso un'occhiata perplessa. E aveva finito per battere in ritirata con un “Niente, scusa”, che ancora gli bruciava. E adesso era troppo tardi.

 

Mancavano quattro minuti alle nove. Emanuele sbirciò tra le fessure della grande barricata difensiva eretta tra le corsie, pallido per la paura, la sua arma stretta tra le mani. Maledisse le circostanze che l'avevano portato là. Mettere qualcosa da parte per l'università, magari farsi un quattro o cinque giorni di vacanza da qualche parte... E ora, invece, guarda in che casino si ritrovava.

“Non concedete loro nulla; colpite per primi, e colpite forte!” Ripeté Minghetti.

“Ci potete scommettere!” Vociò Walter, dal banco macelleria.

Grazie, per lui è facile. Ha una batteria di coltelli da fare invidia allo Chef Tony...

Un rumoraccio sfrigolante annunciò l'accensione degli altoparlanti, seguito dalla musica ad alto volume. Emanuele sobbalzò. Che cosa grottesca, pensò, morire con Lady Gaga nelle orecchie. Incrociò lo sguardo assente di Rosario. Si era già arreso al suo destino.

Ma io no. Io combatterò fino all'ultimo. E se devo andarmene, vedrò di portarmi dietro il più possibile di quei bastardi.

Il pavimento vibrò all'improvviso sotto i loro piedi. “Hanno sfondato nel parcheggio sotterraneo, sono dentro!” Gridò qualcuno, provocando un coro di urla di spavento.

“Niente panico, restate ai vostri posti!” Tuonò Minghetti.

Emanuele ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo un'ultima volta, verso quelle parole che avevano causato la loro rovina. NUOVO PUNTO VENDITA. SCONTI FAVOLOSI.

Poi furono le nove. E le porte si spalancarono.

 

  
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