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Autore: Black Iris    27/07/2014    2 recensioni
Questa è la storia di quel demonio
e dell’arcangelo che l’ha punito.
Egli lo rivede ancora nel sogno,
quel fratello che tanto ha amato.
Genere: Dark, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di rabbia e delusione
Batte un cuore di pietra
Nella gabbia di desolazione
Di errori coperta.
 
Nell’orgoglio ferito
Dal suo sangue medesimo,
mai si è pentito
del peccato commesso.
 
Che sia cella o prigione
Per lui è lo stesso
Resta una punizione,
per il peccato commesso.
 
Piange lacrime amare
Rinchiuso nella sua gabbia,
ormai niente può fare
per placare la sua rabbia.
 
Promette la sua vendetta,
una vendetta col sangue promesso
e grida a chi lo senta,
non si pente del peccato commesso.
 
Giura su suo padre
Un giorno ritornerà,
giura sul suo sangue
che niente lo fermerà.
 
Tornerà a testa alta,
Lo giura su se stesso
Nella pozza di lacrime colma,
non si pente del peccato commesso.
 
Ha creato un inferno,
Lo porterà sulla terra,
ha creato il male eterno,
scatenerà la sua guerra.
 
“mi hanno chiamato superbo”
Bisbiglia egli in solitudine
“ma non è superbia ciò che vedo,
io vedo solo gratitudine.
 
Ho amato il padre mio,
ho amato il suo operato,
ho amato il paradiso
eppure LUI mi ha abbandonato”.
 
Egli non vuole capire
Quale è stato il suo errore
E perciò dovrà patire
Dell’inferno l’incandescente dolore.
 
Cerca di controllarsi,
ma ormai è distrutto,
non vuole più comportarsi
come uno che è in lutto.
 
Ha smesso di piangere
È finita la sua agonia
Comincia a ridere
Nella sua pazzia.
 
Ha creato demoni di ghiaccio
E li ha distribuiti nel mondo
Ha dato del suo peggio
Per rompere il silenzio profondo.
 
E dall’alto viene osservato,
increduli lo piangono i fratelli,
quell’angelo in paradiso nato
si è addossato orribile fardelli.
 
Fa compiere atrocità
Senza chiedere il permesso
E tutt’oggi la verità
È che non si pente del peccato commesso.
 
Si illude di essere potente
Più di Michele in persona,
e impersona l’angelo credente
che viene chiamato carogna.
 
È convinto di essere vittima
Che lui solo aveva ragione,
ma la ragione non gli è più legittima
per la sua sconsiderata azione.
 
Ma Michele ormai si pente
Di averlo punito in maniera tale
Doveva aiutarlo e invece
Ha permesso che lo pervadesse il male.
 
Ma Michele non è perfetto
E neanche perfetto si crede,
col fratello non è stato corretto,
e il suo errore oggi lo vede.
 
Ma lucifero ora è furioso
E non vuole bene al fratello maggiore,
e minaccia insidioso
che anch’egli sentirà dell’inferno il calore.
 
“io ti chiedo perdono,
sono stato troppo severo”
dice Michele nel sonno
al fratello di rabbia nero.
 
Lucifero però non lo sente
E si butta dal paradiso
Michele non ferma l’angelo cadente
Ma si ricorda in eterno il suo sorriso.
 
Sogna incubi l’arcangelo
Anche se vive nel regno dei cieli.
Il fratello sente di aver lasciato
Che venisse divorato dagli uccelli.
 
E lo perseguita la terribile immagine
Del fratello dal cielo caduto,
ed egli si sente colpevole
per il fratello che ha perduto.
 
L’arcangelo prova una grande compassione
Osservando il fratello che compie peccati
E prova la sua stessa delusione,
quando compie gravi reati.
 
Prega il padre di andare a trovarlo,
vorrebbe parlare al fratello rinchiuso,
non vuole per sempre osservarlo
e dal padre riceve un rifiuto.
 
Questa è la storia di quel demonio
e dell’arcangelo che l’ha punito.
Egli lo rivede ancora nel sogno,
quel fratello che tanto ha amato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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