«Heila, salve» disse Jack all'ennesima biondina che passava per la strada, con un sorriso a trentadue denti.
«Smettila» ripeté ancora il Dottore.
«Non posso nemmeno salutare adesso?» sbottò il Capitano, scoccando al Signore del Tempo che camminava due metri davanti a lui un'occhiata a metà tra il torvo e il divertito.
Il Dottore alzò gli occhi al cielo. Il Tardis si intravedeva in fondo alla strada, la cabina blu perfettamente incassata dietro ad un muro grigio. Con sommo disappunto del suo proprietario, un'altra ragazza era in procinto di superarli prima che loro potessero raggiungere l'astronave. E infatti Jack sfoderò un altro dei suoi sorrisi, ma non fece in tempo a proferire parola che subito il Signore del Tempo lo fulminò con un'occhiataccia.
Questa volta fu il Capitano ad alzare gli occhi al cielo, poi accelerò il passo per raggiungere l'uomo e gli si affiancò. Dire che il Dottore era un uomo era un po' come dare a Jack della rapa, ma per quanto Torchwood e la sua stessa vita lo avessero abituato ad ogni genere di stranezza, quella era una cosa che ancora gli suonava difficile da capire, quindi per il momento andava bene “uomo”. Magari con il tempo ci si sarebbe abituato.
Jack gli diede un colpetto sulla spalla «Ma mi spieghi perché ti da così tanto fastidio?»
«Non mi da fastidio» rispose il Signore del Tempo, mentre la ragazza passava accanto a loro, e il Capitano non riusciva a trattenersi dal sorriderle come suo solito «è solo che sei noioso»
«Noioso?»
«Sorridi a tutte, ma mai più di quello. Sei noioso»
«E sentiamo, che cosa preferiresti? Che io mi fermassi a parlare con ogni ragazza che incrocio per strada?»
«In quel caso saresti anche più noioso»
«Quindi?» chiese Jack «che cosa dovrei fare? Sceglierne una?»
«Per esempio» disse il Dottore, che continuava a camminare con le mani infilate nelle grandi tasche del cappotto.
«Ti ricordo, mio caro Signore del Tempo, che io non posso invecchiare»
«Questa è una scusa che tu usi per giustificarti, nient'altro. Se volessi, si potrebbe trovare rimedio anche a questo»
«E come? Dovrei trovare qualcun altro che sia immortale come me!»
Ormai erano arrivati davanti al Tardis.
«Tu non ti guardi intorno abbastanza attentamente» sospirò il Dottore, infilando la chiave nella serratura della cabina blu.
Jack si accigliò, ed entrò insieme a lui nell'astronave, il lungo cappotto scuro che gli svolazzava alle spalle. «E dove dovrei guardare, esattamente?»
«Più in là del tuo naso» ripose il Dottore, mentre armeggiava con i comandi del Tardis.
«Ma davvero?» chiese il Capitano, avvicinandoglisi.
«Davvero» disse il Signore del Tempo, che quasi non lo ascoltava più. Era talmente concentrato su quello che stava facendo da non accorgersi che Jack gli era arrivato alle spalle. L'uomo si fermò dietro di lui, mentre osservava i suoi movimenti, le sue mani che scorrevano sui comandi. Sorrise, abbassando e poi rialzando gli occhi, come se avesse appena capito una cosa tanto importante quanto divertente. Lo afferrò per un braccio, costringendolo a girarsi verso di lui.
«Ad esempio, così?» gli sussurrò, avvicinandosi fino a sfiorargli le labbra con le proprie.
Quando si accorse che il Signore del Tempo non accennava ad indietreggiare, lo baciò davvero, appoggiandosi a lui e spingendolo leggermente fino a mandarlo a sbattere con la schiena ai comandi in mezzo alla stanza. Mentre il capitano dischiudeva le labbra e intrecciava le dita ai suoi capelli scuri, il Dottore non sapeva dove appoggiare le mani e, semplicemente, rispondeva al bacio.

NdA
Ok, magari è scontata, magari è un po' folle, ma io ce li vedo così bene questi due... Non so da quanto ho questa idea, ma in un momento di pazzia l'ho scritta, e quandi adesso è qua. Vi prego, abbiate pietà di una povera mente malata, e limitate gli insulti;)
Grazie a tutti quelli che leggeranno, e ancora di più a chi recensirà.
Un bacio, Erin