Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LondonEye    28/07/2014    2 recensioni
e se i genitori di Elsa e Anna non fossero morti? E se tornassero improvvisamente ad Arendelle? Come la prenderanno nel vedere la figlia maggiore così diversa da come era quando l'hanno lasciata? Ed Elsa riuscirà a non ricadere nei demoni e nelle paure del passato nel rivedere la causa principale del suo isolamento da Anna?
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Re, Regina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da quando le porte del castello di Arendelle erano state riaperte ogni giorno decine di persone, in maggioranza dignitari di regni vicini e cittadini scontenti, si presentavano all'ingresso chiedendo di poter parlare con la regina. Elsa riceveva tutti con calma e costanza, volendo impegnarsi al cento per cento nel suo ruolo di sovrana. Quella mattina ad aiutarla c'era Anna, che aveva deciso di starle accanto per tutto il giorno dopo i crolli a cui aveva assistito nei due giorni precedenti. Sedute una sul grande trono al centro della stanza e l'altra in una lussuosa sedia accanto ad esso, ricevevano una ad una le persone.

Dopo circa due ore e dopo aver salutato, ascoltato e congedato sedici persone, Anna iniziò a sbadigliare.

"Ma fai veramente questo ogni giorno, tutti i giorni?" chiese con voce incredula alla bionda accanto a lei, che scoppiò a ridere.

"Temo di sì, e dovresti farlo anche tu invece di andartene sempre in giro con Kristoff o a giocare con Olaf!" la rimbeccò.

"Lo sai che non sono fatta per essere regina! E poi tu sei troppo brava, non reggerei il confronto".

Elsa sorrise. Il battibecco amichevole con la sorella le aveva risollevato l'umore e, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad Anna, l'aveva svegliata dal sonno che provava a sua volta per la noia di ciò che stava facendo.

Sorrideva ancora quando le guardie dietro la porta della stanza la riaprirono e fecero cenno a due figure incappucciate di entrare. La coppia camminò lentamente fino al centro della stanza, quasi avessero paura. Le guardie richiusero la porta lasciandoli soli e quando le due figure arrivarono davanti alle sorelle rimasero immobili.

Elsa li guardò con sguardo dubbioso.

"Prego, potete parlare" li invitò.

Con mano tremante, entrambi si tolsero il cappuccio.

Il silenzio riempì la stanza.

Nessuna delle due poteva credere ai loro occhi. Doveva essere uno scherzo, non c'era altra spiegazione. Dopo diversi secondi, la donna tremendamente simile alla loro madre parlò:

"Anna, Elsa..." disse solo, le lacrime che le bagnavano il viso.

Non appena il suono della sua voce colpì le loro orecchie, le dirette interessate scoppiarono a piangere e corsero ad abbracciarli. Elsa si strinse a suo padre, Anna a sua madre. Dopo un paio di minuti, ormai piangendo tutti e quattro copiosamente, si scambiarono ed Elsa andò ad abbracciare sua madre e Anna suo padre. Quando finalmente si staccarono, Anna prese parola:
"Ma come...vi credevamo morti!"

"Per molte ore abbiamo pensato di esserlo anche noi tesoro" rispose sua madre.

"Ma cosa è successo? Dove siete stati tutti questi anni?" si intromise Elsa.

Sospirando pesantemente, Agdar iniziò a parlare per la prima volta da quando era entrato nella stanza:

"La nostra barca è affondata durante una tempesta" le sorelle annuirono, lasciandogli intendere che era quello che era stato detto loro, "Ma non siamo morti. Dopo una notte intera passata a galleggiare appoggiati a una trave di legno siamo stati trascinati a riva dalle acque e abbiamo subito cercato di raggiungere la civiltà. Dopo diversi giorni siamo riusciti a trovare delle case e abbiamo scoperto di essere finiti in una qualche costa dell'Inghilterra. Purtroppo per noi, non sembrava esserci traccia di regalità in quel posto. Nessun castello, nessun re al quale rivendicare il nostro status di regnanti di Arendelle, nessuno che credesse alla nostra storia. Ci hanno presi per pazzi, persino per malviventi che cercavano di raggirarli, e siamo stati costretti a fingersi dei semplici paesani per molto tempo. La vita di paese non è stata troppo dura, ma ci ha fatto capire quanto ci mancava casa. Quanto ci mancavate voi. Un giorno, notando che lo stalliere del paese lasciava spesso incustoditi i cavalli, ne approfittammo e nel cuore della notte ne prendemmo due e partimmo. Fu un viaggio lungo, dovemmo attraversare oltre nove città senza morire di fame o di freddo e senza farci uccidere o rubare tutto dai briganti. Quando arrivammo sulla riva ad est rispetto a quella da dove eravamo giunti ci siamo finti sguatteri e abbiamo ottenuto lavoro in una nave diretta verso le Isole del Nord. Da lì siamo tornati ad Arendelle... tutto questo lungo viaggio ha richiesto tre anni, ma alla fine ce l'abbiamo fatta" raccontò il re, un braccio protettivo intorno alla moglie mentre parlava.

Le sorelle avevano ascoltato tutto in silenzio, cercando di non perdersi nessun dettaglio. Non sapendo cosa rispondere al racconto, entrambe abbracciarono di nuovo i genitori, che le chiusero in un abbraccio di gruppo.

"Abbiamo assistito al tuo spettacolo ieri, sei stata meravigliosa!" disse Idunn verso la maggiore, stringendola forte a sé. Elsa arrossì ma suo padre sembrò irrigidirsi.

Notandolo, Anna gli chiese se stesse bene. Lui sembrava imbarazzato.

"Elsa...ecco...non crediamo sia stata una buona idea quella di ieri sera" disse.

Elsa si sciolse dalla stretta della madre e lo guardò con occhi interrogativi, Idunn abbassò lo sguardo.

"Avresti potuto fare del male a qualcuno, avresti potuto fare del male ad Anna!" aggiunse, prendendo coraggio.

La figlia lo guardò con sguardo ferito,  le braccia che andarono a stringersi intorno al corpo.

"No padre, Elsa sa controllare benissimo i suoi poteri ora, ha imparato!" si intromise Anna, non voleva che sua sorella ricadesse nelle stesse identiche paure da cui l'aveva salvata solo poche ore prima.

Senza dar segno di averla ascoltata, Agdar continuò:
"Abbiamo passato anni a dirti di stare attenta e ora fai uno spettacolo davanti a tutti? E se uno dei regni vicini si spaventasse e dichiarasse guerra ad Arendelle per ucciderti?"

Elsa parve distruggersi sotto quelle parole, ogni piccola certezza che aveva ritrovato in quei due mesi di libertà dopo il Grande Disgelo stava crollando. La temperatura della stanza crollò sensibilmente e il pavimento intorno ai suoi piedi si congelò, ma suo padre sembrò non accorgersene.

"E non indossi più i guanti! Come puoi essere così sconsiderata? Almeno pubblicamente dovresti portarli sempre con te!"

Anna, a quelle parole, sentì un moto di rabbia crescerle dentro. Come si permettevano di parlare così di sua sorella? Dopo tutto quello che aveva passato per colpa loro?

"Non parlarle così! Non deve mai più indossare quei guanti, è solo colpa vostra se si è chiusa in quella camera! Non ha mai fatto del male a nessuno eppure l'avete rinchiusa, insegnandole solo ad avere paura di se stessa!" urlò arrabbiata. Idunn era immobile, alcune lacrime le solcavano il viso ma non osava proferire parola. Agdar non aveva questo problema, e anzi sembrò aumentare ancora di più il suo risentimento verso la figlia maggiore.

"Non gliel'hai detto, vero?" disse, rivolto alla bionda.

"No..." rispose Elsa con un sussurro talmente basso che Anna fece fatica a sentire.

Anna non ci stava capendo più nulla. Di che cosa stavano parlando? Cosa doveva dirle?
Elsa chiuse gli occhi, le braccia strette più che mai intorno ai suoi fianchi e la schiena leggermente curva, come se volesse rendersi il più minuscola e invisibile possibile.

"Anna, tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per il tuo bene, e per quello di Elsa. Non poteva stare accanto a te, e abbiamo sempre cercato di aiutarla a controllarsi" aggiunse Agdar, addolcendo il tono di voce alla vista della figlia maggiore terrorizzata davanti a lui.

"Di che diavolo state parlando?!"

Prima che Agdar potesse aggiungere altro, Elsa corse via dalla stanza, lasciandoli soli.

"Guardate cosa avete fatto! Ci ha messo mesi per smettere di odiarsi e ora voi spuntate dal nulla e la fate sentire un mostro di nuovo?!" esplose Anna, la rabbia che ormai le riempiva ogni fibra del corpo.

"Anna, per favore, siediti. Dobbiamo raccontarti una cosa" disse Idunn occhieggiando il marito, che annuì.

"No! Devo fermare Elsa e calmarla!"

"Per favore" ripeté Idunn, "Ne varrà la pena. Ascolta cosa abbiamo da dire e dopo potrai andartene".

Anna si sedette sulla sedia dove era posizionata inizialmente e attese, rabbia e odio chiaramente visibili nei suoi occhi.

"Quando eri piccola, eri a conoscenza dei poteri di Elsa" iniziò Idunn.

"Ma...come...io non mi ricordo..."

"Non interrompermi per favore. Come dicevo, sapevi dei suoi poteri e tu ed Elsa eravate solite giocare insieme con la neve che tua sorella creava. Una notte, a nostra insaputa, vi alzaste e andaste a giocare nella grande sala da ballo del castello. Tu saltavi da delle alte pile di neve e Elsa ti prendeva al volo costruendo sotto di te altre pile di neve. Ad un certo punto però Elsa scivolò, e nel disperato tentativo di non farti cadere in terra lanciò un getto di neve verso di te ma per sbaglio ti colpì alla testa".

Anna era senza parole, non ricordava niente di tutto ciò.

"Ti portammo dai Troll, e loro riuscirono a curarti ma a patto che tu dimenticassi ogni cosa sui poteri di Elsa. Inoltre ci dissero che il nemico sarebbe stata la paura e che Elsa doveva imparare a controllare i suoi poteri. Decidemmo di separarvi temporaneamente e di insegnare ad Elsa a controllarsi meglio, e questo è andato avanti fino al giorno della nostra partenza" concluse Idunn.

Anna si prese qualche secondo per pensare a tutta la storia e poi finalmente parlò:
"Ma...anche se questo fosse vero...Elsa non lo ha fatto apposta, perché isolarla dal resto del mondo per un incidente? Era solo una bambina!".

Idunn e Agdar la guardarono preoccupati, la rabbia non era svanita dalla sua voce e sembrava che la verità l'avesse fatta arrabbiare ancora di più.

"Avete rinchiuso vostra figlia per anni facendole avere paura di se stessa? Facendole credere di essere un mostro? E per cosa poi? Per proteggermi?! Sono cresciuta senza la mia migliore amica per una decisione presa da voi, ho passato anni a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa avevo fatto di così orribile ad Elsa per farmi odiare da lei, e la colpa è solo vostra! Stavo per sposare un uomo appena conosciuto perché non avevo idea di cosa volesse dire amare qualcuno!"

"Cosa?!" esclamarono in coro i suoi genitori a quelle parole, ma Anna li ignorò.

"Per paura di affrontare le vostre preoccupazioni avete finito per rovinare la vita ad entrambe! E adesso Elsa è andata a rinchiudersi chissà dove e dovrà affrontare daccapo una cosa che credeva aver superato per sempre!"

Idunn abbassò la testa, era veramente troppo per lei tutto quello. L'ultima cosa che avrebbe voluto era fare del male alle sue figlie, e ora stava capendo che non solo lo aveva fatto a Elsa, ma anche ad Anna.

"Anna, ascolta..." tentò, cercando di prenderle il braccio con la mano.

"Non toccarmi! Non voglio parlare con voi, non voglio neanche vedervi. Se volete potete restare, ma non dite a nessuno che siete qui. Rimettetevi i cappucci, io devo trovare e vedere come sta Elsa e insieme a lei decideremo cosa fare" e detto questo uscì dalla stanza senza neanche guardarli e intimando alle guardie che attendevano fuori di accompagnare i due ospiti in una delle stanze reali e di lasciarceli finché avessero voluto, ordini della regina.

 

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Elsa non pensava che si sarebbe mai ritrovata in quella situazione, eppure eccola lì: rannicchiata contro la porta della sua camera da letto con le gambe strette al petto mentre piangeva, il ghiaccio completamente sparso intorno a lei e sui muri e i mobili della stanza. Era stata così felice di rivedere i suoi genitori! Per un istante aveva immaginato di vedere i loro sguardi felici alla scoperta del modo in cui usava i suoi poteri, di vederli fieri di lei...che stupida che era stata. Mentre stringeva forte gli occhi e affondava la testa nelle ginocchia per fare meno rumore possibile con i suoi singhiozzi, qualcuno bussò alla porta.

Non rispose, sapeva già chi era e non voleva farsi vedere in quello stato. Nonostante ciò la persona dietro la porta sembrò non arrendersi e bussò di nuovo.

"Elsa? Lo so che sei lì dentro, ho vissuto fin troppe volte questa cosa. Apri per favore, devo parlarti".

Nessuna risposta.

"Elsa, lo avevi promesso..."

Elsa singhiozzò leggermente più forte a quelle parole...era vero. Aveva promesso di non chiuderle mai più la porta. Lentamente si alzò, si asciugò velocemente le lacrime e aprì la porta.

Anna era lì che la guardava con sguardo triste e senza dire nulla le si avvicinò e la abbracciò forte. Elsa dopo un attimo di esitazione rispose all'abbraccio, chiudendo gli occhi.

"Mi hanno raccontato tutto. So tutto...perché non me lo hai mai detto in questi mesi? Avrei capito." iniziò Anna dopo qualche secondo di silenzio.

Elsa sospirò liberandosi dall'abbraccio e notò che il ghiaccio che fino a un attimo prima ricopriva ogni singolo angolo della stanza era completamente svanito. L'amore di e per sua sorella non smetteva mai di sorprenderla.

"Io...avevo paura" ammise infine.

"Paura? E di cosa?".

"Ti ho quasi uccisa, è colpa mia se siamo cresciute separate e se hai sofferto così tanto. Mi avresti odiata se avessi saputo".

"Odiata? Colpa tua? Ma cosa... come avrei potuto odiarti? Eri solo una bambina e stavi cercando di aiutarmi, è colpa mia se non ti ho ascoltata e se sono scivolata, è colpa dei nostri genitori se siamo cresciute separate per tutto questo tempo!".

"Hanno solo fatto quello che era meglio per noi" rispose la bionda, per niente rincuorata.

"No, non è vero. Non dirlo neanche per scherzo. Ciò che era meglio per noi, per te, era lasciare che il nostro amore ti insegnasse ad usare i tuoi poteri. Era farti capire che non sei un mostro, e che puoi controllare senza problemi la tua magia. La paura è il nemico e loro cosa fanno? Ti insegnano ad aver paura di ogni cosa, di te stessa persino! Come può tutto questo essere il meglio per noi?".

Elsa era ammutolita. Voleva credere alle parole di sua sorella, lo voleva davvero, ma anni e anni di persone che le dicevano il contrario non si dimenticano facilmente.

"Dove sono ora? Mamma e papà?" disse solamente, incapace di rispondere alle parole di Anna, incapace di credere di essere qualcosa di buono.

"Ho detto alle guardie di portarli in una delle stanze degli ospiti, rimarranno con noi sotto copertura finché non troveremo una soluzione. Non devi accettarli per forza Elsa, sei tu la regina ora, possiamo tornare a vivere come facevamo fino a ieri senza loro che ti dicano quanto tu sia sbagliata quando non è affatto così".

"Sono i nostri genitori Anna, non potrei mai semplicemente cancellarli dalle nostre vite per sempre".

"Inizio a pensare che dovresti".

Elsa si limitò a dare le spalle alla sorella e a sedersi sul grande letto a baldacchino, la rossa la seguì poco dopo.

"Qualunque cosa tu pensi, ricordati che sei amata. Il popolo ti ama, io ti amo, Kristoff e Olaf ti amano. Non è abbastanza per farti capire che le loro parole sono sbagliate?"

"Non lo so Anna...non so più niente" Elsa era esausta, pensare a quelle cose la faceva star male psicologicamente e fisicamente, voleva solo andare a dormire e dimenticare tutto e tutti per sempre.

"Prima di andare a dormire credo che dovremmo dire ai nostri genitori cosa ne sarà di loro almeno per i prossimi giorni, va bene?"

Elsa annuì stancamente: "Cosa pensi di farne di loro?"

"Una mezza idea ce l'avrei..."

 

Note dell'autrice:

buonasera gente! Lo so, sono una persona orribile e mi vergogno abbastanza per il tremendo e imperdonabile ritardo con cui arriva questo capitolo ma a quanto pare l'estate mi rende ancora più pigra del solito e questo, aggiunto al mio avere il pc solo pochi giorni a settimana, non aiuta :/ so di non avere scusanti e mi limito a ringraziare con tutto il cuore tutti voi che leggete e recensite e mi impegnerò per pubblicare il prossimo capitolo più in fretta. Per quanto riguarda questo appena pubblicato...Agdar è stato veramente orribile con Elsa :/ e la poverina è tornata a credersi un mostro :( ma per fortuna c'è Anna a ricordarle che è tutto tranne quello :D gli attriti fra lei e Agdar non sono finiti qui, e non escludo che prima o poi anche Elsa si faccia valere, anzi! Idunn abbastanza passiva...sarà sempre così? Sembra abbastanza dispiaciuta per il dolore inferto alla figlia quindi non si sa mai...vedremo :) mi scuso di nuovo per il ritardo e chiedo perdono se ci sono errori nel capitolo, l'ho finito di scrivere e pubblicato dandogli sono una riletta veloce per non ritardare ulteriormente la pubblicazione...nel caso lo editerò nei prossimi giorni. A presto col prossimo capitolo!

  
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