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Autore: Mconcy    29/07/2014    13 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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NOTE INIZIALI:

Scusate il ritardo... di nuovo.
Non andrò a cercare scuse, vi dirò la verità: avevo paura di aggiornare.
C'erano molte aspettative per l'epilogo, e rileggendo non mi sembrava affatto all'altezza. Ho cambiato così tante volte idea che fino all'ultimo mi sono chiesta se aggiungere o meno alcune cose che sarebbero state determinanti.
Alla fine il risultato è questo.
Spero sia buono come meritate.
Ci vediamo giù ;)
(Scusate ancora)






Fragili

Epilogo.






Sono passati due mesi.
Due mesi da quando Tris ha scoperto la verità.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto con lei.

È buffo, lo so.
È davvero buffo come una sola parola possa cambiare radicalmemte il significato di una frase, anzi, di una vita intera. Perché ora Tris è con me. E avanti ci andiamo insieme.

Penso spesso al fatto che se Tris non fosse ricomparsa, sicuramente la mia vita, oggi, sarebbe diversa. Molto diversa.

Cosa sarebbe successo tra me e Chris?
A cosa avrebbe portato l'esperimento di Cara?
Il Comandante Pohe sarebbe ancora vivo?
E io sarei ancora qui?

Non lo so. Sono tutti interrogativi ai quali è impossibile dare una risposta. E forse ora è anche inutile impegnarsi a cercarla.

Come avrebbero detto gli Abneganti, i sensi di colpa devono servire solo ad aiutarci a fare meglio la prossima volta. Quindi non sono tanto dispiaciuto di portarmi dietro le cicatrici di quello che è successo e di quello che ho fatto.
Sono le mie cicatrici, e ho imparato a considerarle preziose.


***

"Tris! Non sbirciare! Guarda che ti vedo!"

Faccio velocemente il giro della mia macchina e apro la portiera dal lato del passeggero.

"Non puoi pretendere che rimanga buona se non mi dici niente!" si lamenta mentre la aiuto ad uscire dal veicolo. Una volta fuori si sistema meglio la benda che le ho imposto di mettere sugli occhi e borbotta qualcosa.
Ho organizzato una piccola sorpresa per lei e non voglio che capisca nulla fino a quando non saremo arrivati.

"Ci siamo quasi, vieni con me..."
Le prendo la mano, sperando di convincerla a lasciarsi guidare senza troppe storie. Davanti a noi si erge l'Hancock, imponente e silenzioso come è sempre stato. I nostri passi rimbombano nel parcheggio vuoto.
È ormai sera, tra pochi minuti il sole dovrebbe tramontare.
Ottimo.

Trascino Tris fino all'ascensore dell'alto grattacielo e spingo il bottone dell'ultimo piano, aspettando che le porte si richiudano.

Con la coda dell'occhio vedo Tris sorridere.
"Cosa c'è?" le chiedo, divertito.
"Niente." risponde con poca convinzione.
Sospiro.
"Hai capito dove siamo, vero?"
"Forse..."

Niente da fare, è troppo sveglia per le mie banali sorprese. Scuoto la testa cercando di essere positivo. Anche se ha capito dove siamo posso sempre contare sul mistero del perché siamo qui. Almeno lo spero.

Dopo qualche minuto le porte dell'ascensore si aprono con un cigolio, e io trascino Tris lungo il corridoio dell'ultimo piano dell'Hancock.
Controllo ancora che non abbia spostato la benda dagli occhi, ma lei sembra essersi arresa alla mia follia. Anzi, ora sfoggia persino un sorriso divertito.
"Siamo arrivati." dico aiutandola a salire le scale e aprendo la porta sul tetto. Tris incespica un po', ma alla fine giunge sana e salva alla terrazza del grattacielo.

L'aria fresca mi scompiglia i capelli mentre la conduco al parapetto. Mi assicuro di farle dare le spalle alla porta, poi allento la presa sui suoi fianchi e mi allontano di qualche passo.
"Ora puoi togliere la benda."

Tris slega il pezzo di stoffa con uno sbuffo e finalmente lascia vagare lo sguardo sul panorama davanti a sé.
Chicago, immersa nella densa luce arancio-rossa del tramonto.
E il sole, che si tuffa lentamente nella palude creando un bellissimo riflesso sulla superficie dell'acqua ormai limpida.
Proprio oggi si sono conclusi i lavori di bonifica della palude, e persino da quassù si può sentire il brusio proveniente dalla folla di persone radunate intorno a quello che ormai posso chiamare lago.
La città sembra viva sotto di noi.


Tris rimane incantata, uno strano sorriso sul volto, e il suo sguardo si perde come al solito. Non mi azzardo a domandarmi cosa stia pensando, perché so che non troverei mai una risposta.
Comunque mi avvicino un po' a lei, schiarendomi la voce.
"Niente male, eh?"

Tris si gira piano verso di me, fissandomi in silenzio. Il grigio dei suoi occhi sembra brillare di sfumature arancioni, liquido e intenso. Così intenso che mi fa girare la testa.
Senza dire una parola fa un passo verso di me, eliminando la poca distanza che ci separava e cingendo i miei fianchi con le sue piccole braccia. Mi stringe forte, seppellendo il viso nell'incavo del mio collo.
"Erano anni che non vedevo Chicago da quassù..." sussurra nel vento.

Istintivamente le accarezzo i capelli, perdendomi nel calore di quell'abbraccio.
Solo dopo qualche secondo di silenzio, che mi sembra così poco, Tris si allontana. Mi guarda fisso, di nuovo, ma stavolta c'è altro nei suoi occhi. Qualcosa che mi sconvolge e che mi fa dimenticare il resto.
Ho come la sensazione che qualcosa mi stia sfuggendo... ma ora non riesco proprio a preoccuparmene. Non con Tris a due centimetri che mi guarda in quel modo.

Ci avviciniamo all'unisono, senza mai rompere il contatto visivo. È proprio quando le nostre labbra si sfiorano che sento uno fastidioso rumore: qualcuno si è schiarito la gola.

Qualcuno.
Ah, già.
Ecco cosa mi stava sfuggendo.

Tris sussulta e si volta di scatto verso la porta, sgranando gli occhi subito dopo.
Christina, Caleb, George, Amar, Zeke e Shauna sono in piedi a qualche metro da noi, dall'altra parte del tetto, e tutti hanno un sorriso enorme sul volto. Tutti, in effetti, fanno parte della sorpresa. O meglio, ne erano la parte principale...
Avevo detto loro di salire sul tetto senza farsi sentire mentre distraevo Tris, e devo ammettere che ci sono riusciti alla perfezione.

Nessuno si muove o parla, fino a quando Zeke non poggia a terra una struttura di legno, che si rivela essere un tavolo pieghevole, e ci appoggia con poca delicatezza una busta stracolma di cibo e bevande.
"Volevate iniziare la festa senza di noi?"

Dopo un attimo di smarrimento Tris si apre in un sorriso e corre a salutare la mezza dozzina di persone che sono venute qui per lei.

In effetti negli ultimi tempi non ci siamo visti molto. Almeno non tutti insieme.
Zeke, George, Amar e gli altri hanno ripreso regolarmente i loro rispettivi lavori, e così abbiamo fatto anche io e Christina, pur restando vicino a Tris il più possibile.
Chi ha avuto più problemi è stata proprio lei.
Non è stata bene dopo la confessione di Cara. È stato come se qualcosa si fosse rotto dentro di lei, e ogni giorno, più volte al giorno, ha dovuto far fronte a degli attacchi di panico piuttosto forti.
La notte dormiva pochissimo. La sentivo muoversi in continuazione al mio fianco, fino a quando non la prendevo fra le braccia e il suo respiro si faceva regolare.
Non è uscita spesso di casa, e non ha voluto sapere cosa è successo a Cara. Sa che è stata punita per quello che ha fatto, ma la sua conoscenza dei fatti si limita a questo.
Non sa che Cara ha collaborato con la polizia e che per questo il suo "soggiorno" in prigione è stato agevolato da parecchi privilegi.
Io comunque non insisto mai sul punto.

È ormai una settimana che gli attacchi di Tris sono cessati. Ovviamente non si è ancora ripresa del tutto, e forse non lo farà mai. Mi basta guardarla negli occhi per capire in quali mondi è persa, se sta tornando in quella cella oppure se sta pensando a Will, a Cara o persino ad Al.
Ora, però, sono tranquillo. Non sta affatto pensando al passato, lo vedo dal suo sguardo luminoso. È felicemente presa dal presente, dai suoi amici, che sono venuti qui per lei. E questa per lei è una grande vittoria.

Mentre gli altri preparano i tavoli e il cibo, mi appoggio al parapetto, guardando Tris ridere e parlare con Shauna e Amar.
Quasi non noto Chris avvicinarsi.

"Missione compiuta..." dice, appoggiandosi vicino a me.
Le sorrido annuendo.
Non so a cosa si riferisce, se allo sguardo stupito di Tris o al fatto che sono riusciti ad entrare di soppiatto cogliendoci alla sprovvista. Ad ogni modo la mia missione era quella di riportare il sorriso sul volto di Tris e di farle passare qualche ora senza troppi pensieri negativi. Guardandola sembra che ci sia riuscito.

Chris si gira verso di me e apre la bocca per dirmi qualcosa, ma in quel momento la porta del tetto si apre di nuovo.
Tutti gli sguardi dei presenti sono puntati sul ragazzo che è appena arrivato. La sua chioma bionda brilla al sole.

"Ethan!" esclama Tris sgranando gli occhi.

"Ethan?" esclamo io, aggrottando la fronte.

Lui mi ignora, rivolgendo un ampio sorriso alla mia ragazza. Tris non ci pensa due volte e corre ad abbracciarlo. Anche gli altri si avvicinano a salutarlo e finalmente il silenzio che era calato su di noi viene sostituito dalle chiacchiere dei miei amici.

Lancio uno sguardo perplesso a Christina.
Avevo invitato Ethan, davvero. Ma lui aveva detto che non sarebbe riuscito a venire. Ora lavora nei vari ambulatori della città - e della Periferia- come assistente di un medico militare. Spesso lascia Chicago per qualche giorno, e mi aveva appunto detto che oggi doveva sbrigare delle faccende in Periferia.
Era una settimana che non lo vedevo, ma ora eccolo qui.

Christina mi sorride.
"Ti stavo giusto per dire che Ethan mi aveva chiamato qualche ora fa per dirmi che era riuscito a liberarsi e che stava venendo qui."
Scuoto la testa, non riuscendo a trattenere un sorriso.

"Sono contento che sia venuto." dichiaro con convinzione.
Ed è vero.
Ethan è stato determinante nel processo di guarigione di Tris. Non sono state poche le volte che è corso da noi nel cuore della notte per tranquillizzare Tris o semplicemente per farla sfogare. Ho accettato il fatto che in quella cella c'era anche lui, e che quindi in certi casi il suo aiuto è più indicato del mio.
Non sono arrabbiato con lui. Gli sono molto riconoscente.

Ormai la sua presenza al fianco di Tris non mi da più così fastidio. So che per lei è un amico, una persona importante, e io lo accetto.
Quando si avvicina per salutarmi gli do un'amichevole pacca sulla spalla e gli rivolgo un bel sorriso.
"Sono contento che tu sia venuto."
Lui mi guarda, piacevolmente sorpreso.
"Grazie per avermi invitato, Tobias."
Noto Tris osservarci da lontano, col sorriso negli occhi.



Mentre il sole sparisce nella palude, osservo i miei amici mangiare, parlare, scherzare tra di loro.
Io passo il resto della serata qui, appoggiato al parapetto, ad osservare le facce rilassate delle persone a cui voglio bene. Ogni tanto Tris mi lancia un'occhiata divertita e io ricambio, realmente felice.
Quella luce che tanto amavo nei suoi occhi sta finalmente tornando.

Non so quanto rimango lì, ma le luci del tramonto sono quasi del tutto scomparse quando Zeke comincia a battere un pugno sulla porta di metallo del tetto per attirare la nostra attenzione.
"Un'attimo di attenzione, prego!"
Dopo qualche secondo il brusio si attutisce e Zeke inizia a parlare.
"Volevo solo dire due parole." Si schiarisce la gola con vigore e ci guarda uno ad uno. "Oggi siamo qui per Tris, per darle il bentornato ufficiale nel mondo dei vivi."

Scuoto la testa. Zeke e il suo tatto...
Tris però sta ridendo come tutti gli altri, quindi mi rilasso anche io. In effetti evitare la questione per sempre non risolverebbe le cose.

"Ma vorrei anche ricordare chi oggi non può essere con noi."
La risata generale si spegne all'istante mentre Zeke si fa serio e prende qualche respiro.

"Vorrei che questa serata sia dedicata a loro."
Nessuno parla. Anche se sono passati anni fa ancora male pensare a tutti quelli che non ci sono più. Sono tanti, troppi.

Zeke si schiarisce ancora la gola.
"Ad Uriah." dice con voce tremante.
I miei pensieri corrono a quella stanza di ospedale al Dipartimento. Alla spina staccata e al battito del suo cuore che si spegneva piano piano. Alle mie colpe.

Dopo qualche secondo anche Shauna si fa avanti, e con le lacrime agli occhi pronuncia il nome di suo sorella.
"A Lynn."

"A Marlene." aggiungo io. E altri volti si affiancano a quello di Uriah nella mia mente.

Christina annuisce con lo sguardo perso.
"A Will."

Tris trema e scambia un'occhiata con Caleb.
"Ai nostri genitori." dice lui deciso.

Alla fine anche George si riscuote.
"A Tori."
Tori, che avrebbe potuto rivedere suo fratello. Per poco, per davvero poco, non ce l'ha fatta.

Con la coda dell'occhio vedo Ethan spostare nervosamente il peso da un piede all'altro. Ha un'espressione tirata, che non ho mai visto su di lui e che sinceramente non gli avrei mai attribuito.
Tris incontra il suo sguardo e gli dice qualcosa usando il labiale.
È una sola parola, ma non riesco a capirla.
Ethan invece sorride debolmente e annuisce.
Evidentemente anche Ethan ha le sue cicatrici, un passato che non conosciamo.

Nel silenzio più totale Zeke passa un braccio intorno alle spalle di Shauna e sorride debolmente. Anche Tris si avvicina e mi abbraccia. Per qualche minuto rimaniamo in silenzio, presi dai nostri ricordi.
Alla fine ci scambiamo uno sguardo colmo di significato e ci stringiamo forte, sostenendoci a vicenda.
"A tutti loro..."




Ci sono molti motivi per cui potrei dire che le cose stanno andando meglio.
Potrei dirlo perché ora Tris è con me e il peggio è passato.
Potrei dirlo perché Chris è rimasta la persona che stimavo e l'amica su cui poter sempre contare.
Potrei dirlo perché mia madre si è finalmente ambientata nella nuova società, e sta cercando in tutti i modi di riallacciare i rapporti con me.
Potrei dirlo perché Cara è stata finalmente imprigionata e la verità è venuta a galla una volta per tutte liberandoci dall'ultima bugia di cui eravamo schiavi.
Potrei dirlo perché ognuno di noi, singolarmente, sta dando un senso nuovo alla sua vita, o almeno ci sta provando.

Ma non lo farò. Non dirò che i motivi per cui nutro ancora speranza sono questi.

C'è stato un momento, quella sera, in cui ho capito.
Quando a notte fonda, su quel tetto, tutti si sono presi per mano e hanno gridato a squarciagola nel buio e hanno riso senza sosta, e quando anche Tris ha preso la mia mano e mi ha sussurrato che mi amava, in quel momento ho capito che c'è un motivo più profondo per cui posso dire che le cose si sistemeranno.
Un motivo molto semplice.

Il fatto è che siamo qui insieme.
Io, Tris, Zeke, Christina, tutti noi. Siamo insieme.
Affrontiamo le cose insieme, e le superiamo tenendoci per mano.

Quindi, sì, ho speranza nel futuro. Sono convinto che un giorno ogni cosa tornerà al suo posto. Grazie a tutte le persone che ho al mio fianco posso dire che non riempirò i vuoti, ma che li sopporterò e magari imparerò ad apprezzarli. Ed aiuterò Tris a fare lo stesso.
E un giorno so che ci guarderemo dritti in faccia e diremo: "Ce l'abbiamo fatta."
Io lo spero. Anzi, ne sono sicuro.

Sono passati due mesi.
E noi siamo ancora qui.
Insieme. Vivi.










NOTE FINALI:
Okay. Siamo arrivati alla fine :)
Al termine di questo piccolo viaggio quello che spero è di avervi fatto emozionare almeno un po' e magari di avervi fatto anche sorridere. Spero sinceramente che questa storia vi sia piaciuta :)

"Fragili" è nata per caso, quando in un momento di stress ho iniziato a scrivere. Era qualcosa che facevo per calmarmi e rilassarmi, e non avrei mai pensato che dai primi capitoli, postati quasi per gioco, sarei arrivata all'epilogo con così tanta aspettativa e sostegno (Il primo capitolo ha superato le 1000 visualizzazioni **)
Quindi grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia. Grazie mille.

Vorrei ringraziare anche tutti quelli che hanno inserito Fragili tra le storie preferite, ricordate e seguite. Siete gentilissimi!

Inoltre vorrei riservare un ringraziamento speciale a tutti quelli che mi hanno lasciato una o più recensioni nel corso della storia. Siete voi che mi aiutate di più a migliorare.

Grazie a HOPE, che è stata la prima in assoluto a recensire!
Grazie a Priscilla_Corvonero, Grazia Pucci, tris_four, cat_princesshp, dandhg, ViaColVento, Llucre_B7, SusyTris KatnissHazel e a Petals Open to the Moon.
Grazie a Cristiana Malfoy, Roxy_HP e a 9_LaDY_aSHe_4, che mi ha lasciato una recensione davvero costruttiva facendomi aprire gli occhi su cose che non avevo notato prima e dandomi così la possibilità di migliorarmi :)
Grazie a _Alis_Chan_, che ha segnalato Fragili per le storie scelte. Comunque andrà, grazie mille!
E poi grazie alle sempreverdi della recensione, ovvero:
-marty2212, con la quale "ci leggiamo alla prossima" :)
-Tris_Eaton, che mi recensisce dai primissimi capitoli ;)
-_Giuls17_, che nonostante gli esami ha trovato il tempo di recensire fin dai primi capitoli
-roxy_xyz, che adora i personaggi che io odio XD e dalla quale aspetto ancora la storia sul cane della simulazione U.U la leggerei comunque perché mi piace un casino come scrive :)
-hilly_spoponlates, che mi ha sempre lasciato delle recensioni attente e che mi ha fatto persino pubblicità XD spero che un giorno inizi a scrivere anche lei :)

Bene, credo di aver finito :)
Ci vedremo presto con gli extra di Fragili e poi si vedrà...
Spero che vi piaccia la fantascienza perché nel frattempo mi è venuta qualche idea malsana per le prossime storie... XD
Si salvi chi può!

GRAZIE, GRAZIE e GRAZIE!
Come sempre un saluto.
Alla prossima.

Mconcy



EDIT 19/08/14
Ho pubblicato "Invincibili", l'extra di Fragili!
Potete trovarlo nella mia pagina autrice :)

Date un'occhiata alle altre storie sulla mia pagina:
-"And There She Was", one-shot a sé stante su Divergent
-"Fino a dieci", one-shot introspettiva sull'amicizia fatta di dialoghi al telefono
  
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