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Autore: Euridice100    01/08/2014    10 recensioni
"Perché è di questo che si tratta: del suo sogno, della sua avventura. Di una storia non solo scritta, ma vissuta da lei, istante per istante, con tutti i pericoli, ma anche le gioie che ogni avventura porta irrimediabilmente con sé.
Ci sono momenti in cui “paura” o “prudenza” sono semplici parole, e non concetti; e Belle sa che questo è uno di quei momenti.
E vuole viverlo."
AU: Doctor Who!verse | Doctor!Rumpelstiltskin, Companion!Belle
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Vale,
perché sarai la sposa 
più bella del mondo. ♥

 

Meet me halfway

 
 

“Meet me halfway,
right at the boarderline,
that's where I'm gonna wait for you.
I'll be lookin out night'n'day, 
took my heart to the limit,
and this is where I'll stay.”
“Meet me halfway” - Black Eyed Peas



 
Belle French se lo ripete per l'ennesima volta in poche ore: è solo un sogno.
A breve le note di “Speed of sound” si diffonderanno per la sua cameretta, dalla stanza accanto le giungeranno le maledizioni che ogni mattina Ruby dedica alla sveglia e il cielo grigio di Londra le augurerà una buona, nuova giornata d'ordinaria amministrazione.
Va tutto bene, non c'è nulla da temere.
Deve pensarla in questo modo perché l'altra opzione è tutt'altro che incoraggiante: se non fosse un sogno, allora sarebbe completamente ammattita – e quest'eventualità non le piace, non le piace neanche un po'.
Ma esistono forse altre spiegazioni plausibili per l'uomo di mezz'età che, in un perfetto completo Armani cucito su misura – deve costare più di un mio stipendio, non ha potuto fare a meno di riflettere quando l’ha notato –, armeggia con mille tasti e leve, alzando di tanto in tanto lo sguardo e degnandola di un'occhiata ironica e compassata a un tempo?
- Dearie, il gatto ti ha mangiato la lingua? – le domanda in marcato accento scozzese – Fino a qualche minuto fa non la smettevi più di ciarlare!
Belle storce la bocca: sarà anche folle, ma non si lascerà prendere in giro in questo modo da nessuno, tanto meno da uno strambo omino che stamattina è piombato nella sua vita catapultandola in un mondo – si rifiuta di credere sia lo stesso in cui ha trascorso i suoi primi ventott'anni di vita – in cui robottoni dalla voce metallica intendono sterminare ogni forma di vita attorno a sé.
- Ho tutto il diritto di essere frastornata! – replica aggrottando le sopracciglia – Vi conosco da dodici ore, e senza capirci nulla ho già rischiato la vita due volte! Quei Talek...
- Dalek, – la corregge lui a denti stretti.
- Sì, insomma, quei cosi... Avevano davvero intenzione di conquistare la Terra!
- E tu l'hai difesa egregiamente, non è forse vero, Dearie?
Belle alza le spalle, infastidita dal vezzeggiativo nuovamente rivoltole, ma decide di non controbattere. Non ha senso litigare con chi esiste solo nella sua testa; testa che, senza dubbio, al risveglio le farà non poco male – ma mai dolore sarà altrettanto benvenuto, ne è certa, perché significherà la fine di quest'assurda farsa.
- Questo non è un incubo, mia cara, – fa lui senza neanche alzare il capo dalla console – È il tuo sogno, e lo sai.
A quelle parole la giovane non si trattiene dal sobbalzare stupita.
Ma come diamine…?
- Come fate a dire una cosa simile? Leggete la mente?
- Oh, no, no, no, no, – ridacchia mentre le si avvicina, un suono roco che vibra e si propaga nell'aria giungendo a carezzarle la pelle – Io sono solo un Signore del Tempo, certi trucchetti li lascio agli stregoni. La questione è molto più semplice: tu non sai mentire.
Le picchietta l'indice sulla fronte e la guarda beffardo, quasi chinandosi su di lei come se volesse baciarla – e se il corpo e la mente di un'indignatissima Belle si preparano a sferrargli una ginocchiata indimenticabile, non possono impedire al cuore di perdere un battito.
Si ferma ad appena un soffio dalle sue labbra, prima di ricominciare a parlare.
- Te lo leggo in faccia. Non sei felice qui. Non conosco la tua storia, ma lasciami indovinare: una ragazza di provincia – una provincia molto lontana, a giudicare dall'accento che non hai ancora perso, forse all'altro capo del mondo – si trasferisce a Londra perché è ancora convinta che sia il centro dell'universo, la nuova Roma. Ha con sé solo una valigia di sogni, convinta che le basterà, e la realtà competitiva in cui si ritrova non la scoraggia: la nostra protagonista stringe i denti e studia, studia e studia, porta avanti il suo sogno e alla fine ottiene la sua bella laurea summa cum laude. Era sulle sorelle Brontë o su Byron? Byron, direi lord Byron, anche se alle care Charlotte, Emily e Anne saresti andata a genio. Un giorno potrei fartele incontrare. Ma torniamo a noi, – riprende le fila del discorso con un gesto fin troppo teatrale, ignorando l'espressione assunta dalla sua interlocutrice – La nostra prode eroina ha scritto e scritto durante gli anni di università. Le amiche le dicono che ha stoffa, che sembra di leggere la nuova Rowling, e lei si convince: forse non è il caso di lasciare le sue belle paginette a prendere polvere in un cassetto... Tutta imbaldanzita, mette da parte la timidezza e invia il suo manoscritto ad alcune case editrici, ma la risposta tarda. Anzi, per essere corretti: non arriva affatto.
- Ad arrivare, invece, sono le bollette e le minacce di sfratto se non si sbriga a pagare l'affitto. È l'ora di trovarsi un impiego serio, se non fosse che il mondo sta vivendo una brutta crisi economica… Ed è così che la nostra intrepida fanciulla si ritrova a sbarcare il lunario saltando da lavoro in lavoro. Il fast food era tremendo, vero? Perlomeno, ora hai il lavoro dei tuoi sogni… Almeno per una manciata di settimane. Ed è così che, giorno dopo giorno, ogni speranza della protagonista – perdona, ogni tua speranza, – ridacchia – finisce nel dimenticatoio, oppressa dalle incombenze dell’angosciante realtà, fino al momento in cui non la dimentica del tutto. “E visse per sempre infelice e scontenta.” Che finale triste per una persona che ha sempre sognato di diventare un’eroina, non trovi?
Belle non riesce a commentare. È rimasta paralizzata dal discorso appena fattole, perché in esso ha ritrovato più verità di quanta vorrebbe ammettere. Il suo interlocutore la conosce, e anche bene; ma non si tratta delle informazioni che chiunque potrebbe rinvenire seguendola o setacciando un po’ la rete. La conosce come lei conosce se stessa: in pochi minuti ha elencato ogni emozione, ogni illusione e ogni delusione che ha provato nei quasi dieci anni che sono scivolati da quando ha lasciato l’Australia, le ha snocciolate come fossero nulla, il gioco di un bambino distratto; e proprio per questo Belle non può che provare rabbia.
Perché a lui sembreranno anche poco, ma quei passaggi, quelle sensazioni sono la sua vita, sono lei; e lei non accetta di essere descritta in questo modo, non accetta di essere ridotta a una figura scialba, che quasi non lotta più per i suoi ideali.
E, peggio, si scopre arrabbiata con se stessa.
Perché è lei a permettere al mondo di farla diventare quel che sta diventando.
Una figura scialba, che quasi non lotta più per i suoi ideali.
Deve respirare a fondo per non mettersi a urlare.
- Le imprese eroiche mi appassionano, ma credo sia più sicuro lasciarle nei libri, – esordisce quando ritrova un barlume di calma – Sono le uniche avventure a lieto fine che conosca. E in ogni caso, – puntualizza piccata – Voi non siete nessuno per poter giudicare me, le mie esperienze e il mio lavoro. Sono fortunatissima ad averlo anche solo trovato, e quel che faccio mi piace perché io amo i libri. E voi…
- E fai bene, – la interrompe noncurante – Li amo anch’io. In biblioteca si fanno incontri interessanti, – il suo sguardo si colora per un istante di una nota di malinconia che Belle non sa spiegarsi, prima di tornare serio e presente – E quando siamo in biblioteca possiamo essere in ogni angolo della Terra. Ma se potessi essere fisicamente in ogni angolo – bada bene, non della Terra, ma dell’Universo – tu desideri, in qualsiasi momento del passato o del futuro? Se ogni giorno potesse essere come oggi, una continua scoperta, una continua avventura? Se tu potessi esserne la protagonista?
Le parole dello strano uomo – Dottore, ha detto di chiamarsi, non ha aggiunto un nome al titolo – sono tentatrici, nonostante l'ira che non allenta la morsa. Sono miele per le sue orecchie, sono una promessa che si insinua nel petto, inebria il cuore e annoda lo stomaco in una morsa d’eccitazione impossibile da frenare.
La parte razionale di Belle continua a ripeterle di non essere avventata: il suo interlocutore è palesemente un folle e lei deve smetterla di dar tanto credito alle persone, se non vuole finire male.
Ma quando incontra gli occhi del Dottore, Belle in qualche modo sa di potersi fidare di lui.
È sincero. Non le sta mentendo.
Le sta promettendo ciò che ha sempre desiderato nella sua vita, ciò ha dovuto spingere in un angolo del suo animo per dimenticarlo, e - per quanto assurdo possa sembrare – è proprio per questo che le vicende odierne sono ormai storia.
Sono autentici i Dalek e la loro minaccia, è vera questa vecchia cabina telefonica blu della polizia – le ha detto che si chiama TARDIS e che deve mostrare rispetto nei suoi confronti. Al che Belle ha meditato seriamente sui modi per fuggire da quello psicopatico – ed è reale quest’uomo dai capelli troppo lunghi per la sua età e dagli occhi nocciola che la studiano, senza più alcuna traccia del cinismo che li ha caratterizzati finora.
È strano, riflette Belle: non ha mai prestato particolare attenzione all’aspetto fisico delle persone – è altro a contare, è il cuore, è questo il suo motto –, eppure ora scopre di aver sempre trascurato gli occhi scuri. Come se non potessero trasmettere le stesse emozioni delle iridi chiare, come se non garantissero la stessa luminosità, la stessa trasparenza che permettono di scandagliare l’animo umano e conoscere a fondo l’indole dei loro proprietari.
Anche del ragazzo con cui è uscita qualche volta lo scorso mese, Gaston, l’hanno affascinata gli occhi di smeraldo, almeno prima di conoscerlo meglio; ma ora, incatenata allo sguardo del Dottore, è certa che non scambierebbe alcuna sfumatura di azzurro, grigio o verde per il suo nocciola. È un castano caldo, attraversato da sprazzi dorati che lo illuminano e lo rendono magnetico come il sole d’agosto, che riesce a imporsi sempre; ma in quel colore lei legge anche una tristezza che le colpisce l’anima tanto forte da sopraffarla. Sono occhi forieri di una tenebra straziante; sono gli occhi di chi ha vissuto mille vite e in ognuna ha guadagnato e perso tutto, seppellendo ogni volta una parte di sé per andare avanti.
- Se dovessi decidere di seguirvi – badate bene, non sto dicendo che vi seguirò, – precisa subito, perché ha già avuto prova dell’insana passione che il suo interlocutore nutre per i cavilli – Sarebbe sempre così pericoloso?
- Certo, – conferma subito lui senza dar segno di rammarico, senza allontanarsi da lei – È il bello dell’avventura. Ma tu hai già dimostrato di avere la stoffa di un’eroina, per cui non hai di che temere. Se morirai, il tuo nome verrà senza dubbio tramandato ai posteri, Dearie.
- Belle, – latra irritata la donna – Il mio nome è Belle. Non chiamatemi più “Dearie”, per favore: mi dà fastidio. Non ci conosciamo, e poi, sminuisce la mia personalità. Mi fa sentire una persona tra le tante, non Belle French.
- Tipetto egocentrico, giusto? – ghigna il Dottore, una scintilla giocosa che illumina il suo volto – Benissimo, allora, Belle French: qual è la tua scelta? Ho infiniti posti da visitare, infinite ere tra cui viaggiare, e l’idea di trascorrere l’eternità a Londra mi angoscia. Fossimo in Scozia, allora forse…
Quale strade si dipanano dinanzi a lei? Belle può ringraziarlo e rifiutare, lo sa. Lui non glielo impedirebbe, con un colpo di Cacciavite Sonico aprirebbe la porta del TARDIS e la lascerebbe andare.
Tornare alla sua vita.
Ordinaria, banale vita.
È proprio questo il problema: dopo aver visto che c’è dell’altro, che non è solo una fantasia sciocca da bambina troppo cresciuta, dopo che le sono stati offerti l’Universo e il Tempo, potrebbe mai tornare alla sua vecchia vita fingendo che nulla sia accaduto? Potrebbe tornare a sistemare volumi per le prossime tre settimane e poi cercare un altro lavoro e così all'infinito, aspettare il weekend per essere trascinata a ballare dalla sua coinquilina e restare in un angolo, con l’idea fissa – perché diverrebbe presto un’idea fissa, lo sa – che poche lettere le avrebbero permesso di vivere, e non più sopravvivere? Che qualcuno – umano o no, non le importa – che le avrebbe permesso di realizzare il suo sogno?
Perché è di questo che si tratta: del suo sogno, della sua avventura. Di una storia non solo scritta, ma vissuta da lei, istante per istante, con tutti i pericoli, ma anche le gioie che ogni avventura porta irrimediabilmente con sé.
Ci sono momenti in cui parole come “paura” o “prudenza” sono semplici parole, e non concetti; e Belle sa che questo è uno di quei momenti.
E vuole viverlo.
- Verrò, – la parola risuona alta e chiara, come la fiammella di coraggio che brucia nel petto di chi la pronuncia. Una fiammella per anni sopita, forse passata in secondo piano, ma mai davvero spenta; una fiammella che oggi è tornata ad ardere prepotente, più forte e vigorosa che mai – Ma a una condizione.
- Sarebbe a dire?
- Voi eliminerete “Dearie” dal vocabolario quando parlate con me.
- Perfetto, Dea… Belle, – l’ha fatto apposta, è palese, ma la ragazza gli fa comunque gli occhiacci, salvo poi ridere – Forza dell’abitudine, – Le porge una mano, che lei fissa interrogativa – Abbiamo un accordo?
- Abbiamo un accordo, – ripete lei, stringendola con decisione.
Un brivido inatteso le percorre la schiena facendola sobbalzare: alza lo sguardo alla ricerca di spiegazioni – che sia una reazione naturale quando si entra in contatto con un Signore del Tempo? –, ma non trova risposta ai suoi interrogativi.
Sul volto del Dottore è tornato quell’irritante, irritantissimo mezzo sorriso.
- Allora, – gongola – Dove vuoi andare?
 
 
 
 

“We are all stories, in the end.
Just make it a good one.”
Doctor Who, 5x13

 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Euridice100 + Deliri di mezza estate = OTP.
Sto lentamente recuperando “Doctor Who”: sono alla terza stagione e ormai sono in fissa per questo telefilm che è molto più di una semplice serie fantascientifica. Ho da qualche tempo l’idea di un cross-over/AU con Doctor!Rumpel e Companion!Belle, anche se solo nell’ultima settimana ha iniziato a martellarmi la testa finché non l’ho scritta. Penso che la nostra principessa sarebbe un’ottima compagna per the Doctah, avventurosa, tenace e coraggiosa com’è! :)
Ho qualche dubbio in merito alla caratterizzazione di questo Rumpelstiltskin Signore del Tempo: ogni Dottore ha la sua personalità, ma in linea di massima nascondono i loro tormenti sotto una maschera estroversa e allegra… Cosa che non si può dire del nostro. Ho cercato di unire la personalità cinica alla Gold con un po’ d’ironia alla Rumpel; non sono però convinta del risultato, perciò se credete sia OOC ditemelo e aggiungerò l’avvertimento. :)
Perdonate – e segnalate – eventuali imprecisioni su DW: come ho detto, sono ancora “all’inizio”. La malinconia che affligge il protagonista nominando la biblioteca è un riferimento alla puntata in cui - EVENTUALE SPOILER SE STATE RECUPERANDO - Ten incontra River Song – non ci sono ancora arrivata, ma ho un quadro allucinante di anticipazioni che mi incuriosisce ancora di più. Amo gli spoiler, non posso farci niente. XD
È il mio primo cross-over e so di avere ancora tanta strada da fare: un commento – anche critico – mi farebbe davvero piacere e mi sarebbe d’aiuto. Quindi bando alla timidezza e fatevi sentire, non mordo! :D
Grazie a chiunque sia arrivato sin qui e a chi eventualmente vorrà dirmi la sua o aggiungere la storia  a una lista! ♥ ♥ ♥
A presto! ;) ;*
Euridice100
   
 
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