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Autore: luckily_mellark    07/08/2014    3 recensioni
Katniss è rimasta da sola, dopo la morte del padre la sua vita è lotta tra dolore e incubi. Due sole cose la rendono felice, il suo migliore e inseparabile amico, e il suo Arco. Ma qualcosa sta per cambiare irrimediabilmente. Riusciranno degli occhi azzurri e limpidi come l’acqua a spegnere il fuoco che in lei brucia?
In un altro mondo dove la ribellione e la guerra della trilogia sono stati sostituiti da amicizia, sport e sentimenti gli eroi di Panem, ancora ragazzi, si troveranno alle prese con l’inevitabile Amore con la A maiuscola.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La scritta a penna, in un'elegante calligrafia e a lettere corsive recita

 

Signor Peeta Mellark

 

appartamento dei concorrenti 14a

Cartagena, Colombia.

 

 

Controllo sul retro il mittente.

Deglutisco a fatica, sento le gambe cedere e il sorriso scompare dal mio volto. Scuoto con forza la testa, perchè no, non può essere vero, tutto ciò non porta nulla di buono. Apro con mano tremante la lettera e dispiego il foglio all'interno sapientemente filigranato, la fame è sparita come il colore dalle mie guance

 

Carissimo Sig. Mellark,

Ho il piacere di invitarla alla serata di gala della Quarter Quell , che si terrà Sabato sera alle ore 20.30 nella villa del presidente in onore dei tributi. La invito inoltre a portare con se il suo allenatore e la vostra splendida fidanzata, la signorina Everdeen.

Al termine della cena, i tributi più sponsorizzati apriranno le danze. Le consiglio perciò di fare pratica con i balli da sala.

Cordiali saluti

Seneca Crane

 

P.s

vista la vostra giovane età, ricordo a lei ma soprattutto alla sua compagna di indossare abiti lunghi e di preparare ciò che è stato richiesto

 

preparare ciò che è stato richiesto” mormoro. Capisco immediatamente che non si sta riferendo ai balli da sala.

 

È un ultimatum per me.

 

 

 

 

 

“RAGAZZIII! Contegno prego! Su su! E ora ricominciamo, UN-DUE-TRE... QUATTRO-CINQUE-SEI , avanti!”

sbuffo più irritata che mai dalla vocina stridula di Effie.

Maledetta sia quella volta che ho accettato di farmi insegnare da lei come si balla il valzer.

“AHIA!” scalcio “Peeta stà un po' attento! Quello era il mio piede” brontolo e sospirando e fermando tutto per l'ennesima volta.

“scusami Katniss, non lo faccio apposta! Ma i tuoi piedi sono sempre in mezzo!” mi risponde

“io faccio quello che devo fare!” sbotto, arricciando il naso e stringendo gli occhi a fessura. Queste scarpe mi fanno male, sono scomode e instabili con questo tacco strano e proprio non sono portata per questo genere di balli. Perchè devono costringerci a fare questa cosa, mi domando. Perchè?!

“Bhe anche io!” ringhia Peeta facendo scrocchiare il collo e le dita delle mani.

“Ragazzi Basta!” ci riprende la parruccona piena di lustrini mentre torna a sistemarci nella giusta posizione.

“mi raccomando cara, la tua mano poggia DELICATAMENTE sulla sua spalla” prende la mia mano tra le sue e la poggia molto elegantemente sulla spalla di Peeta, quasi mi pare di non toccarlo nemmeno.

“Peeta caro, il tuo braccio passa appena sotto il suo e la mano si poggia appena sotto la sua scapola.” sistema anche lui e gli lancia un'occhiataccia “non più giù, siamo intesi?”

lui ridacchia e annuisce “come vuole lei, capo”

“Peeta! Contegno! Lo vuole il valzer, non io!” da in escandescenze Effie e riattacca la musica

“al mio tre partire, su su su!”

scuoto la testa e mi posiziono meglio sulle mie gambe alquanto instabili, pronta a fare felice il mondo

“e Un”

inspira Katniss

“Due”

espira Katniss

“TRE”

via!

Un passo avanti

non guardarti i piedi, guarda lui

un passo a destra

smettila di guardarti i piedi!

Un passo indietro e gira

brava

un altro passo avan

“ahia! Peeta mi hai pestato ancora i piedi!” sussurro e stringo i denti

un passo a sinistra, scivola e chiudi

“scusa” mugola a bocca serrata continuando a mostrare quel sorriso da ebete che siamo obbligati a tenere spiaccicato in faccia per tutta la durata della musica.

Lo dirò in eterno: io non sono portata per questo genere di ballo.

“Katniss, accelera, sei fuori tempo!” sbuffo ed eseguo gli ordini velocizzando il passo

avanti, destra, scivola e chiudi, giro, indietro e poi a sinistra

“scusa Peeta ti ho pestato il piede” dico sottovoce. Non vedo l'ora che questa musica finisca.

“lo so, me ne sono accorto Dolcezza” il luccichio nei suoi occhi cambia, facendomi capire che quello che ha addosso ora è un sorriso sincero. Non so perchè, ma arrossisco

“Katniss, il sorriso! “ curvo le labbra e alzo gli occhi al cielo, esasperata.

Ma che cavolo vuole da me questa?

 

Ora arriva la parte difficile: avanti, sinistra, scivola, chiudi e gira, gira, gira.

Ti prego dimmi che non gli ho pestato ancora i piedi....

“KATNISS! Attenta ai piedi del tuo cavaliere!” OH no no. Questo è decisamente troppo!

“ma perchè riprendi sempre me?! Cos'è, lui è perfetto??! anche lui sta sbagliando! Non solo io!” fermo tutto e mi allontano da Peeta, visibilmente indispettita

“Cara mia sono sicura che tua madre ti abbia insegnato l'educazione! “ la parruccona fa sbatacchiare i suoi tacchi per il salotto ma viene prontamente fermata da Haymitch che la tira a se per un braccio

“Effie, tesoro, calmati. Siete tutte e tue troppo nervose” lo sguardo che il mio padrino mi rivolge ha qualcosa di strano, come a volermi dire qualcosa. Ancora non sono riuscita a capire se lui abbia colto l'avvertimento nella lettera o se sia solo frutto della mia immaginazione. Tutte le volte che cerco di parlargli c'è sempre Effie di mezzo, e questa è l'unica volta in cui anche lui assiste alle nostre lezioni di ballo. Anche Cressida ogni tanto viene a vedere i nostri progressi ed è grazie a lei se ora ho un paio di scarpe da ballo della mia misura. Lei sghignazza un po', ci da qualche consiglio e ci procura gli indirizzi di qualche negozio che vende il genere di abiti che servono per queste occasioni.

“Dolcezza” riprende poi il mentore, distogliendomi dai miei pensieri

“riprende te perchè non ti lasci guidare e quindi appena il ragazzo fa qualche passo diverso dal solito tu ti confondi e sbagli o gli pesti i piedi” spiega

“lasciati andare e fa che sia lui a portarti. Vedrai che la colpa ricadrà su di lui” ammicca facendomi scappare un sorriso e una piccola smorfia più o meno divertita a Peeta

“anche perchè, sinceramente, in questo momento mi sembrate due pali della luce”

ridacchia lui e sbuffo io

“cari miei” ricomincia Effie “ il valzer è un ballo elegante, esagerato!” piroetta per la stanza a passi di valzer viennese, accompagnata da un cavaliere immaginario e ancora più aggraziato di lei, provocandomi un briciolo di invidia per la sua delicatezza su quei tacchi esorbitanti. La sua schiena leggermente inarcata, la testa che sembra quasi abbandonata al movimento e sorretta da una strana corrente invisibile generata dal magico vorticare del suo corpo. Immagino che dovrei essere così, io , nel mio futuro abito pomposo da gala: elegantemente diritta, impalpabilmente sorretta dalla braccia di Peeta che guida i miei passi con maestria e sicurezza.

Bhè... probabilmente io non sarò elegante e lui non sarà sicuro, ma basterebbe un pizzico di abilità, andrebbe bene lo stesso. Tanto per non fare una figuraccia...

“su su su! Si ricomincia! E un due e tre”

riprendo la posizione barcollando sulle scarpe, imitando quello che ho visto fare poco fa alla strana e strillante donna.

La musica parte con un assolo di violino e i miei piedi si muovono comandati ancora una volta dalla mia testa

“Katniss, smettila” Peeta sussurra al mio orecchio a denti stretti

“Peeta! Più spazio tra di voi! Non puoi starle così attaccato!” Effie torna a impartire ordini e io colgo lo sguardo eloquente del mio ragazzo. Devo smetterla di comandare io.

Decido di distrarmi e di guardare altrove mentre lascio che Peeta provi a portarmi, anche se con qualche difficoltà, in un universo in cui anche io riesco a ballare.

Distrattamente all'inizio, poi sempre più nitide, mi tornano alla mente tutte le serate passate con papà a cantare, ad ascoltarlo mentre suonava il pianoforte che c'era a casa dei nonni. Spesso metteva la radio e ballavamo insieme completamente fuori tempo sulle note di qualche canzone folk degli anni passati. Era bello essere trasportata da lui, sui suoi piedi: era come stare sulle nuvole. Ed io piccola, ridevo come una matta dalla felicità. Non sento nemmeno il mio corpo muoversi nel presente, mentre mi accorgo con quale gioia possa rivivere un passato che fino a poco fa sembrava dolorosissimo.

Dio solo sa, quanto mi manchi mio padre. Quanto vorrei che fosse qui con me, ad insegnarmi a ballare.

“Katniss?” Peeta mi sorride, quando finalmente torno a guardarlo e capisco che ci stiamo riuscendo davvero. Che stiamo volteggiando su questo pavimento consumato, sulla musica mal riprodotta dal cellulare di Haymitch di un valzer viennese: non saremmo ballerini provetti, ma finalmente ce la stiamo facendo, e questo succede solo se io mi lascio completamente andare tra le braccia di Peeta.

Mi perdo nei suoi occhi azzurri che brillano, per il poco tempo che resta alla fine della melodia.

“Oh finalmente! Bravi bravi bravi! Oh i miei ragazzi!” con le mani strette al petto la futura moglie del mio padrino si avvicina e ci abbraccia calorosamente

“sono così fiera di voi” piagnucola facendomi sospirare prima di ricambiare l'abbraccio

“grazie Effie” diciamo in coro io e il biondo, ammiccandoci a vicenda immediatamente dopo.

“che ne dite di imparare il quick step ? O il fox trot ? OH !Ancora meglio, il tango????”

Oddio, questa donna ha troppo entusiasmo.

“magari un'altra volta amore, ok?” Haymitch interviene in nostro soccorso, e ancora una volta gliene sono immensamente grata

“allora su su su! Dobbiamo andare a prendere i vestiti per il ballo”

 

 

 

 

 

 

Mi sto provando l'ennesimo abito dentro ad un camerino troppo stretto, dentro un negozio troppo colorato, dentro un centro commerciale troppo affollato. Mi manca l'aria al solo pensiero: mi sento soffocare da tutta questa gente, incurante dei mille problemi che affollano la mia mente in questo periodo, che non sa quali minacce incombono su di me, su Peeta, sui miei amici e sulla mia famiglia e che dipendono solo da me. Ed è venerdì pomeriggio e ancora non ho ne i vestiti adatti alla cena ne un piano per salvarci tutti; a quello ci avrebbe dovuto pensare Haymitch ma non sono riuscita a parlargli dalla mattina in cui è arrivata la lettera.

Entro nel vestito rosa e cerco di allacciarlo sulla schiena, poi mi guardo nel piccolo specchio del salottino di prova

“Allora Dolcezza vuoi uscire o dobbiamo aspettarti in eterno? Dobbiamo andare anche noi comprarci i vestiti sai?”

esco solo per far contento l'ubriacone, perchè se fosse per me, non mi mostrerei mai con questo affare addosso.

“Oh tesoro sei un amore” la voce di Effie che esce dal suo camerino con addosso uno spettacolare abito bianco, mi fa venire il voltastomaco. Perchè mai lei deve stare così bene con qualsiasi cosa e io no? Sono pur sempre una ragazza! Una ragazza che ora come ora, sembra un batuffolo di cotone o di zucchero filato: meglio ancora un unicorno rosa piuttosto paffuto. Il fatto è che io non sono affatto paffuta, figuriamoci.

“io non direi” borbotto cercando Peeta con gli occhi. Se ne sta li a fissarmi con una faccia strana, forse stupita, forse schifata, non capisco, quindi decido di chiederglielo

“secondo te come sto?” domando, anche se so già che non sarà questo che indosserò per il valzer

“su una scala da uno a dieci.....un cinque” si gratta il mento e riprende a guardare fuori, segno che posso tornarmene in camerino a provare il prossimo.

Mentre tiro i nastri del lungo vestito di chiffon rosso fuoco per chiuderlo, Peeta bussa alla porta

“Dolcezza, io ed Effie andiamo a prendere il mio vestito al piano di sotto, Haymitch ti saprà consigliare benissimo ok?”

Oh no. Le battutine di quell'uomo no.

“mmm” brontolo

“eddai piccola, faccio presto, e se finisci prima tu, mi raggiungete ok? “ credo proprio stia sorridendo

“ok “ rispondo poco entusiasta

 

esco solo quando sono sicura che non siano più nelle vicinanze

“Wow, sei uno splendore ragazza mia” fischietta il mio padrino facendomi arrossire perchè non sono abituata ai suoi complimenti

“grazie” rispondo guardandomi allo specchio

il tessuto arriva fino ai piedi, ma non tocca terra, il che mi impedirà di inciampare, secondo Effie. A mio avviso potrei comunque cadere e farmi male, indipendentemente dalla lunghezza di ciò che indosserò. Le maniche lunghe lasciano, sulla schiena, spazio ad una vertiginosa scollatura che lambisce le fossette di venere. Piccoli brillanti incorniciano la stoffa e risaltano il mio incarnato ormai abbronzato dal sole colombiano; la gonna apparentemente non molto ampia, ad ogni giro prorompe in una enorme e voluminosa ruota scintillante. Sorrido notando che questo modello incarna la sensualità pur essendo casto al tempo stesso. E mi piace.

“dici che posso mettere questo allora?” domando

“prova a ballare Dolcezza, poi vediamo”

muovo qualche passo, cercando di ripetere quelli che Peeta mi fa fare più spesso e, con mio grande piacere, mi accorgo che non ho nessun problema.

“ottimo. Ora andiamo a prendere qual bamboccio del tuo ragazzo” ride

gli tiro un pugno sulla spalla e rido con lui “non è un bamboccio!”

“oh si che lo è! Guarda in che pasticcio si è cacciato. Gli tocca pure ballare.”

 

“Haymitch” ora che siamo da soli, non posso proprio sprecare l'opportunità di chiarire le cose

“dimmi Katniss”

“tu hai letto personalmente l'invito alla serata di gala vero?”

“assolutamente”

“e non ti pare strano che sia stata scritta a mano?”

“pare strano anche a te che ci sia un 'ricordate di portare ciò che vie è stato chiesto'?”

annuisco e mi mordo il labbro inferiore

“lo hai capito anche tu ,vero Dolcezza?”

“era la stessa domanda che volevo porti io” ammetto, terribilmente preoccupata

“già...” si gratta il mento ispido e sospira chiudendo gli occhi chiari, come se fosse turbato, o meglio, si sentisse in colpa per qualcosa.

“e ora che si fa? “ chiedo

“non ti preoccupare Katniss. Ho in mente un piano. Fidati di me”

 

e io sono stufa di fidarmi degli altri senza controllare la situazione. 

   
 
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