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Autore: Hidden_Fire    08/08/2014    0 recensioni
Buon salve a tutti.
Questa storia è una specie di versione di me stessa tra dieci anni, o almeno come mi immagino che diventerò.
Una me inacidita dal tempo, vendicativa e sfiduciata dalla vita.
Dalla premessa so che non sembra una comica, ma se leggerete fino in fondo capirete.
Spero sia di vostro gradimento e se così non dovesse essere... non linciatemi, vi prego, io ho fatto del mio meglio ^.^''
*******
P.S.: Parte della trama, quella finale specialmente, è una versione riadattata di una storiella che un mio amico mi aveva raccontato a voce tempo fa. Ora, non sapendo se di chi sia realmente io aggiungo semplicemente che è "ispirata" a quella storiella. Se voi ne conoscete l'autore originale vi prego di mettermi al corrente così che io possa inserirlo nei credits. Grazie per la collaborazione e...
Buona lettura!
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia alzo dalla mia scrivania per stiracchiarmi e rilassarmi un po'.

Anche oggi ho passato le mie consuete otto ore consecutive davanti alla tastiera in cerca di un'idea decente per i miei brani.

Non credo di essermi spinta fino al limite, so di potere fare di peggio.

Il mio record attuale è di ventisette ore consecutive davanti allo schermo a scrivere e scrivere e scrivere, ma non è stato piacevole. Diciamo che dopo non ho più toccato per almeno una settimana un tasto che non fosse quello dell'interruttore.

Il piano da lavoro è pieno di foglio con scarabocchi, testi scritti a metà e sigarette consumate fino all'osso.

Almeno dieci, se non di più.

I miei fratelli mi maledicono spesso per questo, avvertendomi giustamente che prenderò il cancro ai polmoni di sicuro andando avanti di questo passo.

Beh, che si fottano. E che si fotta pure il cancro, non credo che mancherò davvero a qualcuno se dovessi essere presa anche io come successe a mio nonno.

Perlomeno lui aveva una moglie e dei figli a piangerlo.

Io chi ho? Il mio gatto? Sa procacciarsi il cibo da solo, e in ogni caso sono certa che i figli di mio fratello maggiore sarebbero contentissimi di riceverlo in eredità.

Io non ho nessuno. E tanto per inciso nemmeno voglio qualcuno.

Mi accendo l'ennesima sigaretta e mi metto a fumare davanti alla finestra.

L'idea di farmi una passeggiata al parco mi colpisce all'improvviso, come mandata direttamente dal Cielo.

In fondo sono stata troppo a lungo in questa dannata stanza, devo almeno respirare un po' di aria fresca per schiarirmi le idee e magari farmene venire di nuove.

Mi levo il pigiama che non ho ancora tolto nonostante siano le sette di sera e mi infilo i primi abiti che mi passano sotto mano dal cumulo di vestiti più o meno puliti che tengo sul divano.

Esco dalla porta senza nemmeno controllare che il gatto mi segua.

Quello stupido felino riuscirebbe a starmi alle costole anche se dovessi chiuderlo in una scatola come fece quel grand'uomo di Schrodinger. Lui si che ci sapeva fare con gli animali, dovrei cominciare a prendere esempio.

Mi dirigo verso il parco a passo veloce, con la costante presenza silenziosa del micio alle mie spalle.

L'area verde è a sole poche decine di metri da casa mia, ma la frequento così poco spesso che riesco a fatica a riconoscerla dall'ultima volta che l'ho vista.

Hanno aggiunto dei nuovi giochi, a quanto pare, il che ha attirato una quantità ingente di bambini e genitori.

Riesco a fatica a trovare una panchina libera.

Quella che un tempo era la mia panchina personale, quella sulla quale da ragazza mi sedevo e disegnavo ore e ore, prima di trovare un lavoro, è scomparsa.

Al suo posto, al posto del suo magnifico legno color verde, al posto del suo ferro tinteggiato di un allegro rosso, al posto dell'albero che un tempo copriva dal sole chi vi si sedeva con le sue dolci, fresche fronde, c'è un'anonima panchina in pietra. O in marmo? A dire il vero, non mi interessa molto.

Il punto è che l'hanno sostituita. Hanno sostituito la MIA panchina.

Mi siedo stizzita su quell'obbrobrio sotto forma di sasso premeditando già una vendetta contro la giunta comunale.

So di non poterli denunciare come vorrei, né di poterli aspettare sotto il municipio armata di spranga come i miei istinti più belluini mi suggeriscono in questo preciso istante.

Le mie uniche armi sono la mia penna e il mio taccuino.

Bastano e avanzano per ciò che ho intenzione di fare.

Posso creare una storia che come personaggi abbia persone che li richiamino sia fisicamente che caratterialmente, con nomi simili ai loro, e farli morire in modi orribili tra atroci sofferenze. Una specie di Dante Alighieri moderna, insomma.

Una vendetta sublime che nessuno potrà contestarmi perché la terrò per me.

Mi rendo improvvisamente conto di essere diventata davvero acida.

Fantastico, oggi è il giorno delle illuminazioni...

Provo a distrarmi seppur di malavoglia guardandomi attorno.

Vedo bambini che vivacemente “chiasseggiano” correndo qua e là, e i loro genitori che li seguono con lo sguardo, felici e allo stesso tempo attenti a quei marmocchi iperattivi.

Vedo famiglie serene che si concedono un po' di svago dalla vita quotidiana.

Vedo madri e padri che si scambiano sguardi complici, fieri della propria prole.

Vedo le loro mani intrecciate, vedo i loro occhi innamorati.

È in questo preciso momento che comprendo ciò che mi manca.

Qualcosa di fondamentale, di imprescindibile e essenziale.

Qualcosa senza la quale sono vuota, indifesa.

Qualcosa che dovrebbe essere presente nella mia vita, ma che per vari motivi ho sempre dovuto evitare.

Qualcosa capace di darmi sicurezza e tranquillità: un bazooka carico e una  di discreta quantità 
di munizioni.

Con il bazooka potrei scacciare quelle odiose famigliole e magari potermi godere il mio parco in santa pace. E già che ci sono magari anche vendicarmi della giunta comunale.

Sì, un bazooka è davvero quello di cui ho bisogno e del quale ho sempre avuto bisogno.

Mi alzo dalla panchina soddisfatta della mia mente acida che già ha preso a correre verso possibili trame catastrofiche adatte al mio libro.

Avviandomi verso casa scorgo con la coda dell'occhio il pelo rossastro del mio gatto corrermi tra le gambe e farmi quasi perdere l'equilibrio.

Dannata bestiaccia, col bazooka potrei vendicarmi anche di te, lo sai?

Rientro nel mio appartamento e mi rimetto subito al lavoro.

Ora so cosa scrivere.

Ora ho motivo di vendicarmi.





 
Angolo ifiamme

 
Eeeee sono tornata, e per la prima volta con una fic che non è su Total Drama! Tutti su le mani per la me acida! Yuhuuu!

Ebbene sì, è proprio questo il futuro al quale spero di arrivare. Sì, magari con qualche sigaretta in meno dato che o non fumo, ecco, ma più o meno ci siamo capiti, no?

Comunque, in attesa che mi venga l'ispirazione per finire l'ultimo capitolo dell'altra mia storia, io pubblico questa, così almeno mi sento un po' a posto con la coscenza.

Sperando di riuscire ad essere puntuale anche lunedì e di avervi fatto divertire almeno un pochettino, vi saluto e vi ringrazio per aver letto fin qui.

Alla prossima e ciao a tutti!!

Fire

 
  
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