Cap.1 Attesa
Oltre il finestrino, le abitazioni
diventavano sempre più
sporadiche ed il terreno s’ingrigiva, ricoprendosi di
sterpaglie. Cato chiuse
gli occhi.
Marvel era
steso a
faccia in su, le braccia aperte. Il suo cadavere affondava
nell’erba umida. I
suoi occhi sgranati erano grigi. La freccia conficcata nel suo collo
era sporca
di sangue rappreso.
Cato espirò rumorosamente
e strinse un pugno.
La testa di
Clove era
spaccata a metà, una roccia sporca di sangue e cervella era
abbandonata accanto
al suo corpo senza vita. Le braccia erano allungate davanti a
sé, era
raggomitolata su se stessa, abbandonata.
Cato strinse le labbra fino a farle
sbiancare, avvertendo
una fitta al cuore.
- Maledetto Tresh, non te
l’ho fatta pagare abbastanza –
pensò. Digrignò i denti e le sue narici si
dilatarono. Si portò un bicchiere
alle labbra, ne sorseggiò il contenuto e lo
allontanò dal viso. Osservò il
vetro e vide l’immagine del cadavere di Peeta, steso a testa
in giù. Sbatté un
paio di volte le palpebre e finì di bere il liquore
all’interno del bicchiere.
Si piegò in avanti e mise il bicchiere sul tavolo.
- Ed ora devo incontrare la Ragazza
in fiamme, probabilmente
non vede l’ora di strangolarmi. Chissà se
approfitterà della prima pausa
pubblicitaria -. Il finestrino si era ricoperto di uno strato di vapore
acqueo,
sentiva il rumore ritmico delle ruote del treno.
- Quella maledetta cocciuta, una
ribelle convinta di
potersela cavare senza allearsi con chicchessia. Beh, la sua
testardaggine l’ha
premiata, è sopravvissuta – rifletté.
Katniss era
semi-nascosta dietro una serie di felci. La lunga coda mora le copriva
metà del
viso olivastro. Da lei proveniva un forte odore di erbe e selvaggina.
Affondava
nel terreno umido, ricoprendosi di fango.
Cato ti deterse le labbra con la
lingua, le orecchie
accaldate.
“Probabilmente se ce le
fossimo date, quella specie di
animale selvatico mi avrebbe sbranato, più che
sconfitto” bisbigliò con voce
rauca. Il treno iniziò a rallentare, muovendosi a scatti.
“Poco male,
proverà a linciarmi appena scenderò da questo
treno. Non sono neanche sicuro che i pacificatori riusciranno a
fermarla in
tempo”. Le sue iridi tendevano al grigio, i suoi occhi erano
sporgenti e il suo
corpo rigido. Si alzò in piedi e si allontanò dal
tavolo di legno con una serie
di movimenti meccanici.