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Autore: Alfred il sanguinario    10/08/2014    1 recensioni
Quando Rudolph 'Rudy' Cohen, del Distretto 7, viene estratto alla mietitura dei 25esimi Hunger Games, un'edizione particolare, che prevede un solo tributo per distretto. Non ha particolari abilità, ma riuscirà a conquistarsi l'appoggio del pubblico, e a trovarsi utili alleanze.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Vincitori Edizioni Passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La presidente Irina Williams si avvicina alla boccia contenente i nomi dei possibili tributi del Distretto 1. Ci troviamo tutti lì, i ragazzi dei vari distretti, stretti in una grande piazza, ossia l’ingresso della villa del presidente.
Con fare serio, la donna più temuta di Panem estrae una strisciolina di carta.
“Olive Barbarus!” decreta.
Una lunga linea di metallo divide la folla dei possibili tributi dei vari distretti gli uni dagli altri. Appartenendo al Distretto 7, riesco a vedere Olive Barbarus solo una volta salita sul terrazzino accanto al presidente. Appare molto sicura di sé, ha circa 14 anni. Capelli biondi e mossi le cadono sulle spalle, e i suoi occhi corvini scrutano con aria di superiorità la folla.
La presidente era stata chiara: “Quest’anno solo un tributo per distretto, che sia maschio o femmina.”
Perché? Perché l’anno scorso, ossia i 24esimi Hunger Games, Capitol City aveva giudicato banale e noiosa l’edizione, dato che tutti i tributi maschili e femminili dello stesso distretto si erano alleati. E la cosa più importante è rendere gli Hunger Games avvincenti per il pubblico di Capitol City.
La presidente si butta sulla boccia del Distretto 2. “Davide Dubois!” strilla.
Sale le scale un ragazzino sui tredici anni, dai capelli biondo cenere, la carnagione chiara e degli occhi grigi che mostrano un’espressione indecifrabile, ma sicuramente non benevola.
Il suo nome, Davide, come il personaggio biblico che uccise il gigante Golia, rispecchia la prima espressione che ho di lui. Tanto piccolo, quanto letale.
La Williams getta un’occhiata ai ragazzi del Distretto 3. Non sono uno di loro, ma immagino che gli si siano gelate le vene.
Comincio ad annoiarmi, anche perché è la mia terza mietitura e la possibilità che possano estrarmi mi appare ancora molto remota.
“Alexa Galles” sento pronunciare.
Alzo lo sguardo, e mi trovo davanti una ragazza sui quindici o sedici anni, capelli neri e ricci e denti incisivi sporgenti che le donano un’aria da roditore. Sto pensando a quali orribili capacità possa celare quel goffo viso, quando ricordo che il Distretto 3 non è un favorito.
Distretto 4. Probabili vincitori, forti e favoriti. Irina Williams chiama un nome. “Marss Magnano”. Il ragazzo che sale è basso, snello e dai capelli castani, sui quattordici anni.
Non ha esattamente il fisico da favorito, né lo sguardo maligno e letale che caratterizza invece Olive Barbarus e Davide Dubois.
Per distrarmi, e nel contempo annoiarmi di meno, tiro fuori un origami di carta dalla tasca. Me lo regalò Lizzie, mia cugina, prima che venisse estratta per gli Hunger Games, quando io avevo solo sei anni, e non tornasse mai più da quell’arena.
Ritorno alla realtà quando, dopo aver estratto il tributo del Distretto 5, un ragazzo sui sedici anni dai capelli rossi e folti, si passa al 6. Il che significa che il momento della mia possibile estrazione si avvicina.
“Brent Claudius!” urla.
Mi faccio spazio tra la folla, e riesco a scorgere un diciottenne alto, robusto e dai capelli neri e gli occhi azzurri. Indossa una giacca nera di pelle e una collana col dente di squalo.
- Olive e Davide possono essere piccoli e letali quanto vogliono, ma in una lotta non hanno uno straccio di speranza contro questo armadio diciottenne – penso.
E ho ragione.
Lo sguardo della maggior parte dei tributi inorridisce nel veder salire un ragazzo, o praticamente uomo, in grado di ridurli a fettine.
Brent Claudius appare spaventato e confuso, ma non sprovveduto. Sicuramente sa anche lui che ha buone probabilità di portare al Distretto 6 un vincitore.
La presidente è ora davanti a noi, la boccia fatidica, da cui potrebbe essere estratto il mio nome, riempie i miei incubi da ormai tre anni. Ogni volta che te la scampi un anno, quello dopo l’incubo torna. La possibilità di essere estratto mi provoca un tuffo al cuore.
Tira fuori una strisciolina di carta.
“Rudolph Cohen”
Un urlo mi si strozza in gola. Lo sapevo! Lo sapevo, dannazione! Prima o poi sarei finito a quello stramaledetto macello. Non avevo mai dato peso alla cosa, considerando che non contavo neanche quante nomine ricevevo, tra i bonus e quant’altro.
Scappare sarebbe inutile, ignorare la nomina idem, dato che tutti mi fissano.
Quindi salgo le scale, ancora frastornato. Rifletto su ciò che mi capiterà, dato che non l’ho mai fatto dall’inizio delle Mietiture: dovrò battermi con Olive e Davide, due favoriti. Brent, che sarà circa tre volte me. E magari anche Marss e Alexa nascondono qualcosa… rifletto sui miei talenti: so procurarmi il cibo nei boschi, costruire rifugi sicuri col legno ovunque, conosco tutte le piante e i fiori, sono una specie di erboristeria ambulante rispetto agli altri. Ma quanto sarà utile ciò?
La presenza di Brent alla mia destra, e del presidente Williams alla mia sinistra, mi mette ancor più a disagio. Il primo con la sua forza bruta, e la seconda con il suo immenso potere, potrebbero farmi a fette in un secondo.
Per il Distretto 8, c’è un momento di silenzio. Sento bisbigliare tutti, dai diversi distretti, di come i tributi siano giovani quest’anno.
Il presidente richiama l’ordine. Si schiarisce la gola, quando un urlo dalla folla del Distretto 8 la interrompe. Una ragazza, che non può avere più di dodici anni, si fa strada tra la folla, continuando ad urlare come una pazza.
Tra le braccia stringe un piccolo cane marroncino da salotto, un Cavalier King. “Sarò io il tributo!” urla con tutta la forza che ha in corpo.
I Pacificatori la afferrano e la separano dal cane, ma lei, con uno strattone, se lo riprende e sale da sé sulla pedana, piazzandosi alla mia destra.
È bassa, magra e sporca. Ha l’aria di un’orfana che vive per strada, perché veste di cose che paiono raccattate dai rifiuti. 

Dopo essermi rinfrescato le idee con una settimana in campagna, ho scritto questa storia. Spero vi piaccia. 

 
  
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