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Autore: CrisNialler    11/08/2014    2 recensioni
Norman trova il prezioso diario appartenente a Jonh Winchester
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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“Doppia.” Disse secco e stanco il più grande dei Winchester.
La donna, cortese, prenotò la stanza numero 12 a nome di Jim Wonster.
“Carta o contanti?” Chiese con sorriso di cortesia.
L’uomo cacciò la carta di credito, porgendola non pensando ormai alla truffa che stava compiendo.
Dean prese la chiave, girandosi dopo un saluto, e raggiunse il fratello fuori il portico dell’ufficio prenotazioni.
Avevano trovato quest’hotel per sfacciata fortuna, stanchi e sporchi dopo una caccia.
Arrivarono alla stanza vicina e, dopo un’occhiata veloce alla sua “baby”, Dean chiuse la porta.
 
“Sì Bobby, ho capito, già siamo in strad- SAM SBRIGATI! Sì, siamo già in viaggio.” Imprecò Dean.
Sam era in stanza che arrancava per rimettere a posto le sue cose.
“SAM, TI LASCIO QUI! HAI CINQUE SECONDI: UNO.. DUE.. TRE.. QUAT-“
“Eccomi, eccomi!” Sam, raggiunse l’auto.
“La chiave!” Ricordò tastandosi la tasca dei jeans. Corse alla reception, ringraziò la ragazza mora e tornò dal fratello.
“Finalmente Samantha!” lo beffeggiò il più grande.
“Smettila.”
 
Era un suo vizio. Dai disegni delle ragazze cinesi, quelle tenute schiave nell’motel, non poteva trattenersi. Andava nelle stanze appena sgombrate per cercare. Cercare qualsiasi cosa, da un calzino lasciato per terra, uno scontrino ricevuto dopo aver ordinato un caffe, un preservativo usato a capelli sul cuscino.
Dopo aver seguito con lo sguardo la macchina che riconobbe come una Chevrolet, entrò nella stanza 12.
Il disordine era incredibile letti completamente sfatti, un’abatjour accesa, una sedia per terra. Si eccitò: avevano sicuramente dimenticato qualcosa.
Raccolse la sedia, soffermandosi sul tavolino della stanza. Pulito. Nessun foglio. Gli dispiacque.
Avanzò verso i letti, entrando nel piccolo corridoio che li divideva. Annusò l’aria riempendosi i polmoni di odori maschili. Si eccitò maggiormente.
I cassetti del piccolo comò in legno erano vuoti. Sbatté il più basso con rabbia, alzandosi per andare verso il bagno.
Nel cestino trovò solo una lametta usa e getta, che conservò nella tasca dei pantaloni beige.
Non contento del suo bottino si accucciò sotto uno dei due letti ed è lì che trovò un vecchio diario.
Lo prese timoroso che potesse quasi mordere. Se lo rigirò tra le mani attento a non far cascare nessun foglio dal suo interno.
Lo aprì accarezzandolo. Sembrava vissuto, importante: da non leggere.
Tremava sfogliando le pagine, non capiva esattamente ciò che c’era scritto, un po’ per la grafia, un po’ per il disordine ma soprattutto non voleva capire.
Vampiri, wendigo, streghe, lupi mannari, fantasmi, cerberi, inferno, paradiso… pazzie. Ma lui se ne intendeva di pazzie, lui stesso era un pazzo psicopatico che amava sua madre, ma ciò che c’era scritto su quelle pagine erano cose sane.
Leggeva di mostri, non i suoi, i mostri di tutti: l’essere sotto il letto, il mostro nell’armadio, l’uomo che ti osserva da fuori la finestra erano reali.
Si
(cosa c’è di sbagliato in te Norman?)
eccitò.
Evocazione demoni, demone degli incroci, porte del Purgatorio.
Perché si sentiva bene? Perché si sentiva felice?
Quegli esseri uccidevano persone e lui stava ridendo.
Sì sentì meno pazzo, ma non lo era.
“Ehi, ragazzino!” L’uomo sulla soglia avanzò a grandi passi verso di lui,, che nel frattempo si era seduto sul letto che era appartenuto a Sam per quella notte.
“Non dovresti leggere quelle cose.”
Si riprese il diario che apparteneva al padre, chiudendolo possessivamente.
“E’- E’ tutto vero?” chiese rosso Norman.
“No, ragazzino..” Esitò Dean “Sono solo delle storie che mio fratello ama creare.” Mentì guardandolo negli occhi.
Uscì frettolosamente dalla stanza risalendo sulla sua Impala e sfrecciò sulla gaia tornando in strada.
Norman li guardò andare via, e sul suo volto si aprì un ghigno malato quando dalla tasca cacciò la lametta che aveva trovato in bagno.
  
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