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Autore: Halley Silver Comet    13/08/2014    3 recensioni
[Assassin’s Creed III/Liberation]
Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione.
– Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America, 4 Luglio 1776 –
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aveline de Grandpré, Connor Kenway
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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S come Sacrificio







S come Sacrificio

Egli ha saccheggiato i nostri mari, razziato le nostre coste, bruciato le nostre città e distrutto le vite della nostra gente. Egli sta in questo momento trasportando grandi eserciti di mercenari stranieri per completare il suo lavoro di morte, desolazione e tirannia, già cominciato in circostanze di una crudeltà e perfidia che difficilmente trovano paralleli nelle età più barbare e del tutto indegno del capo di una nazione civile. Egli ha costretto i nostri concittadini presi prigionieri in alto mare a prendere le armi contro il loro paese, a diventare i boia dei loro fratelli ed amici, oppure cadere essi stessi per mano loro.
[Dichiarazione dIndipendenza, Crimini del Re d’Inghilterra]






L
a porta cedette solo dopo la terza spallata. Il fuoco aveva inghiottito ogni cosa e il fumo gli rendeva difficile respirare: i polmoni sembravano bruciare come il legno della cascina. Connor non vi badò, spinto ad andare avanti da un unico pensiero: salvare Giselle. Dove l’avevano rinchiusa i Templari? Da qualche minuto non si sentivano nemmeno più le sue grida d’aiuto. Il giovane si immobilizzò, attanagliato da un’improvvisa paura: aveva quattro anni quando aveva visto morire tra le fiamme la donna più importante della sua vita, sua madre, ed in quel momento gli sembrò di star rivivendo lo stesso inferno di fuoco; era stato incapace di salvare Ziio, ma allora era stato solo un bambino. Ora era un uomo, un Assassino, un combattente e non poteva perdere, per la seconda volta, la persona amata per colpa delle fiamme. Evitò appena in tempo una trave infuocata, staccatasi dal soffitto ardente, gettandosi bocconi sul pavimento; rotolò sulla sinistra, scartando una pioggia di scintille, e poi la vide: c’era una porta chiusa, l’unica non aperta di tutto il corridoio.
Con un calcio sfondò il battente, bruciacchiato e fatiscente, lanciandosi all’interno della stanza: Giselle era lì per terra, priva di sensi, accasciata su se stessa.
Con la vista annebbiata, Connor si precipitò accanto alla ragazza e si accorse che respirava ancora, seppur debolmente. Sollevandola senza sforzo, si preparò a fare a ritroso il percorso accidentato che l’aveva portato fin lì.
Non poteva finire così, quel maledetto Robespierre l’avrebbe pagata cara. Aveva inseguito Charles Lee in capo al mondo, anche in mezzo al fuoco -come ora- e, di certo, a quel francese non avrebbe applicato alcuno sconto.
Arrivato davanti alla rampa, si rese conto che non c’erano più le scale, distrutte dall’incendio. Imprecò sottovoce e cominciò a guardarsi intorno, cercando disperatamente un modo per lasciare quella bolgia di calore. Notò una finestra e decise di tentare il tutto per tutto.
Dopo aver rotto i rimasugli del vetro e dell’intelaiatura di legno, guardò giù e scorse, felice, un covone di paglia: l’unica cosa da fare era un duplice Salto della Fede. Non l’aveva mai fatto con una persona incosciente al seguito, ma doveva provare.
Si issò Giselle in spalla e si tuffò, pregando che nell’impatto nessuno dei due si rompesse qualche osso o peggio.
Con sua grande sorpresa, l’atterraggio fu perfetto.
«
Richard!» chiamò Connor, sputando pagliuzze di fieno, con voce arrocchita dal fumo.
La squadra degli Assassini sopravvissuti allo scontro con i Templari arrivò di gran carriera.
«Connor! Abbiamo perso Mathieu... Ma abbiamo fatto dei prigionieri...»
«Dannazione, Mathieu! Interrogheremo i prigionieri appena possibile, ora aiutami a mettere Giselle a terra!»
Entrambi i giovani poggiarono, con somma cura, la ragazza sul prato.
«Portate dell’acqua, presto!»
Due reclute si allontanarono per tornare subito dopo con una borraccia di pelle.
Connor prese il pugnale e tagliò di netto i lacci del corsetto della fanciulla, così da agevolarla a respirare: accidenti a lui e quando le aveva imposto di spacciarsi per la viscontessa Marie-Jeanne Roland per ingannare i Templari!
Nel frattempo, Richard e Pierre chiamavano a gran voce la ragazza, cercando di farle riprendere i sensi; Connor non riusciva a parlare, tramortito dal pensiero di essere arrivato tardi un
altra volta. Fu allora che Ratonhnhaké:ton ebbe paura che Giselle se ne fosse andata per sempre, come sua madre, e, per la prima volta, si rese conto di tenere a quell’irriverente ragazzina molto più di quanto pensasse.
In quel momento la fanciulla tossì e schiuse lentamente gli occhi: «Connor...»
Il ragazzo, ansimante per lo sforzo, per il terrore e per il fumo che ancora gli saturava i polmoni, si avvicinò trascinandosi sull’erba secca.
«Mi... Mi hai salvata» mormorò ella, tossendo ancora.
«A quanto pare» disse Connor, pensando che forse non c’era più tanto motivo di essere austero con quella ragazza.
Giselle trovò il modo di mettersi seduta, nonostante le proteste di Pierre; guardò Ratonhnhaké:ton solo per un secondo, prima di saltargli al collo e mettersi a singhiozzare. Si era sempre fatta vedere forte e combattiva e un pianto liberatorio, dopo tutto quello che era successo, era più che legittimo.
Con un certo imbarazzo, il nativo ricambiò l’abbraccio e constatò che certi gesti semplici potevano essere molto più difficili che centrare il bersaglio nelle condizioni più avverse.
«Direi che si è svegliata. E che ha trovato anche ciò di cui ha bisogno per riprendersi del tutto» commentò Pierre, lanciando un’occhiata divertita a Connor e suscitando l’ilarità degli astanti. Egli rispose inarcando un sopracciglio.
Il gruppo di Assassini si sparpagliò intorno al rudere, cercando di soffocare le ultime fiamme e il ragazzo rimase solo con Giselle, la quale si era finalmente calmata, seppur fosse rimasta tra le sue braccia.

«Non so se è peggio aver rischiato di morire per colpa di quei bastardi Templari, l’essere stata presa in giro da mezza Confraternita oppure averti mostrato la mia debolezza» commentò la giovane.
«Non c’è debolezza nell’essere stata quasi seviziata da dieci uomini armati...»
«Connor, hai capito di quale debolezza parlavo!» esclamò Giselle, stizzita e discretamente imbarazzata. Fece per allontanarlo ma Ratonhnhaké:ton, deciso, la trattenne ed ella cedette, stringendosi di nuovo a lui. Il sole, eclissandosi all’orizzonte, pareva voler dire una cosa sola: questa volta, la lotta per la libertà non aveva preteso nessun sacrificio.






[869 parole]


***


Gérald passeggiava avanti ed indietro sul portico della villa dei de Grandpré, sperando che il piccolo Louis smettesse di piangere e finalmente si addormentasse.
«Questo bambino è esattamente come la madre, di riposare non ne vuole proprio sapere» commentò il ragazzo con un sospiro.
Aveline rise di cuore.
«
Magari soffre solo il caldo. L’umidità della Louisiana d’estate metterebbe a dura prova chiunque».
La giovane si alzò, avvicinandosi a marito e figlio.
«Me ne occupo io, tu vai a sederti, è un’ora che passeggi senza fermarti!»
Gérald consegnò con cautela il fagotto nelle mani di Aveline e prese posto sulla panchina bianca, sistemata vicino alla porta d’ingresso.
Dopo qualche minuto Louis smise di piangere, lasciandosi cullare dalla ninna-nanna di Aveline, ricavata da uno dei pochi ricordi nitidi da bambina, quando sua madre Jeanne la cantava per lei.
A quell’ora tarda, nessuno era più in strada e le voci che provenivano dalle case circostanti giungevano ovattate.
La ragazza si sedette accanto a Gérald, continuando a cullare il bambino.
«
Finalmente si è addormentato» sussurrò il giovane uomo, guardando con apprensione il figlio.
«
Basta saperci fare» rispose Aveline sottovoce.
«È incredibile come appena cali il buio si animi così. Probabilmente non vede l’ora di assumere anche lui la sua identità notturna di Assassino» ipotizzò il ragazzo, carezzando una guancia paffuta di Louis.
«Non è detto che scelga questa strada. Anzi, se non lo facesse sarebbe meglio. Credo che sia troppo rischiosa» ribatté l’Assassina, inquieta.
Ella sapeva bene quali rischi comportava abbracciare la causa della Fratellanza. Lei stessa, prima di poter pensare a farsi una famiglia, aveva dovuto servire per anni la Confraternita. E se suo figlio fosse morto in una delle missioni? Se lo sarebbe mai perdonato? Oltre a sacrificare parte della sua vita, in nome della libertà che perseguivano gli Assassini, avrebbe potuto anche sacrificare suo figlio?
«Forse dovremmo solo aspettare che cresca e che decida lui cosa fare della sua vita. La scelta di seguire il Credo della Confraternita deve essere presa in libera autonomia» obiettò il giovane.
«Sì, è la cosa migliore» mormorò la donna.
Di certo, qualunque cosa fosse stata, Aveline ci sarebbe sempre stata per il suo Louis. E, qualunque cosa avrebbe scelto, non l’avrebbe mai lasciato solo.
 



[370 parole]





***
Aveline de Grandpré, Connor Kenway e tutti gli altri personaggi di Assassin’s Creed III/Liberation appartengono alla Ubisoft e alle sue varie divisioni, io li ho presi in prestito senza pretesa alcuna; solamente gli OC e la grafica del titolo appartengono a me.
Ringrazio la mia Anto per aver letto ancora una volta in anteprima.

***

Salve!
Ed eccoci qui, giunti alla fine di questa raccolta: come promesso, a metà mese (circa) è arrivato l
aggiornamento.
So perfettamente che la prima non è una flash-fic, avendo abbondantemente superato il limite della cinquecento parole, tuttavia ho deciso di lasciarla così, senza tagliare: non avrebbe altrimenti reso ciò che volevo.
Prima di passare ai saluti e ai ringraziamenti, volevo darvi una nota su Marie-Jeanne Roland, la musa ispiratrice dei Girondini (ovvero la fazione più moderata della Rivoluzione): a quanto pare, mentre veniva condotta alla ghigliottina, pronunciò la frase O Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!
Quindi ho potuto collegare questo personaggio (seppur citandolo solamente) alla mia raccolta sia per il riferimento alla tematica portante, sia perché credo che sarebbe stata bene tra le file degli Assassini (o comunque come simpatizzante della Confraternita).
Chissà cosa ci riserverà Assassin
s Creed Unity con la sua Rivoluzione Francese canon; prossimamente lo sapremo.
Detto questo posso salutarvi, augurandomi che questo mio esperimento possa essere piaciuto almeno un po
.
Ringrazio chi ha letto, chi ha avuto pazienza, chi ha messo la storia in uno dei suoi elenchi, chi mi ha fatto sapere la sua, chi me la farà sapere in seguito.
Grazie, grazie a tutti.
Halley S. C.
  
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