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Autore: Booow95    13/08/2014    7 recensioni
La storia partecipa al contest: "Per favore, qualcuno salvi Petunia Dursley!" Indetto da LibertyFede sul forum di EFP.
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Dalla storia...
"Dio solo sa, con quanta fatica hai deciso di tenerlo... Il figlio di quella... Spostata di tua sorella. Al manicomio, ecco dove avresti dovuto lasciarlo."
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"Il ricordo ti offusca la vista per un attimo; era da anni che non pensavi al Prima.
Prima di Hogwarts.
Quando eravate così unite..."
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"Hai bisogni delle tue convinzioni. Odiare la magia, odiare Lily, odiare tuo nipote"
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... Che per Petunia possa arrivare il momento del riscatto?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Petunia Dursley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Nickname forum/efp: Adhara__Malfoy (forum) Booow95 (EFP)
Personaggi: Petunia Dursley; Harry Potter; Lily Evans 
Rating: Verde
Generi: malinconico, introspettivo, generale.
Contesto: infanzia di Harry
Note/Avvertimenti: OOC
NdA: DA LEGGERE PRIMA: La storia è scritta in seconda persona... Visto che ho notato che la cosa sorprende molto io avviso prima ^^ inoltre credo ti convenga leggere il resto delle NdA alla fine della storia... Prima leggi la storia, poi qua sotto, sarà più comprensibile.




"Un misero 'ciao' sull'angolo della pergamena".




"Sei una persona davvero egoista Petunia! Tua sorella ti vuole davvero molto bene e tu nemmeno la saluti per lettera! Che cosa ti costa un misero 'ciao' su un angolo della pergamena?! Sono davvero delusa!"
Il tono freddo e insoddisfatto di tua madre è una coltellata dritta al petto, il tuo capo si abbassa e gli occhi si riempiono di calde lacrime pronte a scivolare...


Un pianto sommesso rompe il silenzio che si è creato intorno a te; per un attimo il sogno si mischia alla realtà e non capisci se è la Te, giovane adolescente, che piange o se è il tuo Didino che magari ha fame.
Alzi il capo dal cuscino e con uno sbuffo sposti un ciuffo ribelle che sfugge ai bigodini, poi tendi le orecchie pronta a captare anche il suono più lieve.
Passano diversi secondi, ma il solo rumore che senti è il russare di Vernon, steso al tuo fianco; stai per riaccomodarti quando il lamento lieve torna a spezzare la quiete, ma non è il tuo Didino. Lui piange molto più forte! 'Ha il vocione del suo papà' pensi con affetto.
Se non è Didino può essere solo quell'altro. Stringi le labbra sottili in una smorfia di fastidio e sciogli i muscoli delle spalle pronta a sdraiarti, ignorando il moccioso.
'Sei un'egoista Petunia!'
Il tono deluso e freddo di tua madre fa il suo effetto anche a vent'anni di distanza; la coltellata al petto è sempre forte e dolorosa come fosse la prima.
Ti alzi di scatto a sedere sul letto.
Mentre la voce di tua madre continua la sua solita tiritera tu ti ritrovi a sbuffare infastidita davanti alle scale, il lamento sempre più vicino e mal trattenuto.
Mentre ti monta la rabbia, per il sonno che stai perdendo, ti avvicini sempre più alla fonte del disturbo e più ti avvicini, più ti sorprende l'intensità del dolore che aleggia nell'aria subito dopo il gemito di tuo nipote.
Può un bambino di 4 anni provare così tanta sofferenza?
Ti sorprendi da sola mentre pensi a queste cose.
Dio solo sa, con quanta fatica hai deciso di tenerlo... Il figlio di quella... Spostata di tua sorella. Al manicomio, ecco dove avresti dovuto lasciarlo.
Hai un moto di stizza e il tuo cervello ha già mandato l'imput alle gambe per tornare a letto, ma il cuore - il cuore! - questa sera non ce la fa a fare finta di niente.
Così tanta sofferenza.
Quel pianto ti colpisce più della stizza, ed è con passo lieve che scendi le scale diretta al sottoscala.
Hai affrontato quei dieci gradini come si affronta una sentenza di morte. Non sai che fare. Lui non è Didino, insomma, lo vesti coi vestiti smessi di Dudley, gli dai da mangiare, sarai obbligata a mandarlo a scuola, ma essenzialmente lo trattate come si tratta un soprammobile poco gradito. Adesso quel pianto pieno di dolore ti confonde.
Non avevi calcolato che anche lui è un bambino e che i bambini piangono. Certo lui non l'aveva fatto spesso prima, ci aveva provato appena arrivato, ma l'indifferenza nei suoi confronti aveva insegnato a tuo nipote a tacere.
Adesso ti chiedi se anche al tempo piangeva con quel dolore impresso in ogni singhiozzo o se è solo ora che piange così.
E ti ritrovi ad augurarti che sia la prima volta.
E ti ritrovi a pensare che non ti perdoneresti di aver ignorato un pianto così sofferente.
Tendi la mano verso il pomello della porticina e la socchiudi con delicatezza.
Il pianto finisce di colpo mentre gli occhi di Harry - di Lily! - ti fissano sgranati e terrorizzati.
- Scusami zia Petunia... - la sua vocina trasuda paura.
- Non volevo svegliarti zia Petunia. Giuro che non lo faccio più!- e mentre lo guardi capisci che, se tu ora lo sgridassi, lui non piangerebbe davvero mai più per non darvi noia.
Rimani a corto di parole davanti ai suoi occhioni verdi sbarrati, bagnati e impauriti.
- Scusa zia! Ti prego sc... -
- Che cosa c'è Harry? Perché piangi?- lo interrompi con tutta la dolcezza che possiedi.
Ti siedi sul suo letto facendoti il più piccola possibile.
- Allora? Me lo dici cosa non va?- gli sorridi rassicurante.
Lui ti fissa sorpreso. Non puoi dargli torto, non sei mai stata gentile con lui.
- Io... - comincia indeciso, tu gli sorridi e gli accarezzi la testa; quando lo vedi ritrarsi spaventato ti pietrifichi. Teme la tua reazione.
Lo guardi negli occhi e Lily si affaccia sul viso di tuo nipote.
E per la prima volta non ti disturba.

Una piccola testa rossa con un visino dotato di due occhioni verdi ti fissa, implorante, dopo un incubo e tu, sorella maggiore, scosti la trapunta per farle spazio.

Il ricordo ti offusca la vista per un attimo; era da anni che non pensavi al Prima.
Prima di Hogwarts.
Quando eravate così unite...
Il rimorso ti fa contrarre lo stomaco; dietro tutta la bile c'è sempre l'immagine di te e lei abbracciate e sorridenti e vive. Entrambe.
'Può essere il tuo riscatto Petunia, può essere il tuo 'ciao' sull'angolo della pergamena.'
Lo pensi come scusa al fatto che senti il viscerale bisogno di fare qualcosa per lui.

La tua mano è ancora a mezz'aria e il piccolo Harry è sempre terrorizzato.
Abbassi la mano.
- Hai avuto un incubo?-.
I suoi occhi si spalancano ulteriormente.
- Si... -.
- E hai voglia di raccontarmelo?-.
Tieni le mani strette in grembo.
Harry ti fissa dubbioso, poi: - Ci sono tante luci... Tantissime belle luci!- le sue manine si spalancano nell'aria per rendere meglio il concetto; ti viene da sorridere.
- Poi una signora mi abbraccia, e profuma! Profuma tanto zia Petunia! Sa di buono buonissimo!-.
Sorridi al linguaggio di tuo nipote e lo esorti con lo sguardo a continuare.
- Poi c'è un rumore fortissimo! BOOM! E la signora che profuma urla, urla fortissimo! E dice il mio nome. Ma io non posso aiutare la signora che profuma. Poi tutto comincia a tremare e una luce verde forte, fortissima fa cadere la signora che profuma. E arriva un signore. Un signore brutto, che sembra uno dei mostri nei videogiochi di Dudley. E la luce verde ritorna, ancora più fortissima di prima! E io ho tanta, tantissima paura zia Petunia. -
Lo fissi a occhi sgranati e ti rendi conto che hai appena avuto la fedele ricostruzione della morte di tua sorella.
Salgono le lacrime anche a te e vedi Harry guardarti stupito.
- Scusa zia, io... -
- Non hai fatto nulla Harry, non è reato fare brutti sogni sai?-. La voce strozzata con cui parli sorprende anche te.
- Davvero non mi sgriderai zia?-.
- No Harry, davvero non lo farò.-
Vi sorridete per la prima volta in quattro anni e lo senti vicino come non mai.
Sangue del tuo sangue.
Tuo nipote ora più che mai.
Vorresti abbracciarlo, ma sai che si irrigidirebbe.
- Posso fare qualcosa per te Harry? Per farti passare la paura. Vuoi un po' di latte e biscotti?-.
Vedi tuo nipote sgranare gli occhi e spalancare la bocca. Sarebbe comico se fosse un'altra situazione.
- No zia non ho fame... Però forse puoi... - lo vedi arrossire e ti incuriosisci.
- Cosa Harry?-.
- Mi racconti una storia zia Petunia? Una storia come fai con Dudley.-
Sgrani gli occhi e l'immagine di Harry, nascosto dietro la porta della stanza di Dudley per spiare la storia della buonanotte, ti stringe il cuore.
- Volentieri Harry.- gli sorridi e gli fai cenno di mettersi comodo nel letto.
Non avresti mai pensato possibile una situazione del genere. Ma questo bambino ora ha bisogni di sentirsi amato, e tu senti la necessità di donargli questo momento di pace e serenità. Non conta che sia il figlio di tua sorella. Conta che è Harry, e che ha bisogno di te.
- Ne preferisci una in particolare?-
- No zia, raccontami quella che vuoi.- ti sorride radioso.
- C'era una volta una principessa, una principessa bellissima!-
- Bionda come Cenerentola?-
- No Harry, la nostra principessa ha i capelli rossi, è una principessa speciale.-
Sgrana gli occhi affascinato.
- Viveva in una casetta normale con mamma, papà e una sorella. Ma lei non era normale, lei era speciale.- dici l'ultima parola sussurrandola, come fosse un segreto fra Harry e te.
'Speciale'; vedi la bocca di Harry mimare la parola meravigliato.
- Un giorno, le persone speciali come lei, si accorsero della sua esistenza e vennero a prenderla, perché la principessa potesse prendersi il suo posto nel regno della gente speciale. La portarono lontana dalla sua casa normale e questo fece molto arrabbiare sua sorella, che purtroppo non era speciale, così per molti anni non si parlarono.- il visino triste di Harry ti fece sorridere.
- Poi un giorno una persona speciale diventata cattiva arrivò nel regno per conquistarlo, ma la nostra principessa dai capelli rossi ormai era una principessa pronta a combattere per il suo regno e con tanta fatica riuscì a sconfiggere il cattivo, anche grazie al suo principe.
Fu così che la nostra principessa sposò il suo principe e fece pace con la sorella.
I due sposi ebbero un bel bambino con i capelli del principe e gli occhi della principessa e vissero tutti insieme, felici e contenti.-
Sussurri il finale, con gli occhi umidi.
Harry al contrario sorride radioso per il lieto fine.
- Grazie zia, era bella bellissima!-
- Non c'è di che Harry, sono felice che ti sia piaciuta.-
- L'hai mai raccontata a Dudley?-
- No Harry, tu sei il primo.-
Vedi i suoi occhi illuminarsi di soddisfazione.
- Potrebbe essere il nostro segreto, Harry. Questa storiella sarà il nostro piccolo segreto ok?-
- Si zia! Il nostro segreto!-
Vi sorridete.
- Adesso però è ora di dormire...-
- Va bene zia.-
Indugi sul suo letto, lo sai tu e lo sa anche lui, che una volta uscita da quel sottoscala tutto tornerà come prima. Tu la zia tutta 'Didino' e lui il soprammobile indesiderato.
Basterebbe così poco per cambiare le cose, ma non ne hai la forza.
Hai bisogno delle tue convinzioni, ne hai bisogno come l'aria che respiri.
Ti alzi ed esci dal sottoscala; Harry ti guarda.
- Zia?-
- Si?-
- Come si chiama la principessa dai capelli rossi?-
- Lily. Si chiama Lily la principessa dai capelli rossi.-
Poi ti volti e torni in camera tua.
Hai bisogni delle tue convinzioni. Odiare la magia, odiare Lily, odiare tuo nipote.
Più il russare di tuo marito si avvicina, più le tue convinzioni tornano al loro posto.

Ti corichi nel tuo letto e, nonostante la litania di tua madre capisci che quel 'ciao' su un'angolo della pergamena non arriverà mai.









NdA: DA LEGGERE DOPO LA STORIA: Now. Mettiti comoda che la cosa si fa lunga ^^"

Partiamo con ordine: odio l'OOC. È una cosa che rifuggo più della peste, quindi costruire le basi di questa storia (per quanto l'ispirazione sia stata immediata) non è stato semplice. Avevo bene in mente la scene della storia della buona notte, ma volevo un antefatto, un motivo, qualcosa di davvero convincente che portasse Petunia a quella situazione, non qualcosa di campato in aria e vago, ma qualcosa di Vero e plausibile.
Ciò mi ha portato irrimediabilmente a sua sorella (fulcro del suo 'odio', essenzialmente). E ancora prima mi ha portato alla madre di Petunia; noi sappiamo che i genitori Evans erano molto orgogliosi di Lily, quindi ho ritenuto possibile una ramanzina da parte della madre a Petunia riguardo della sua indifferenza/odio nei confronti di Lily. Una parte della 'sgridata' si risentirà nel corso della storia, non dimenticarla perché in un certo senso è uno dei motivi per cui Petunia si spinge da Harry.
All'inizio sentirai in modo tangibile il fastidio di Petunia nei confronti di Harry; ed è mia intenzione che tu lo senta.
Dal principio Petunia va da Harry con intenzioni poco buone (sgridarlo suppongo), ma a questo punto scatta qualcosa nella sua sensibilità, qualcosa che Harry le provoca col suo pianto. È essenzialmente compassione.
Parliamo di un bambino di 4 anni che piange, e lei (per quanto acida) è pur sempre una donna: suppongo faccia parte della nostra natura (?).
Da qui c'è un lento cambiamento che porta l'iniziale compassione di Petunia a un quasi sincero affetto per Harry. A questo punto entra in gioco il ricordo di Lily, una Lily bambina cui Petunia era molto legata, una Lily che Petunia non fatica a ricordare con affetto e nostalgia, perché è prima di Hogwarts, prima di Piton, prima del rancore e dei silenzi.
Questa sovrapposizione Lily/Harry gioca un ruolo chiave per l'apertura di Petunia con Harry e viceversa. Ad un certo punto però, Petunia smette di essere gentile perché le ricorda Lily e comincia a farlo perché semplicemente lo vuole fare e basta. Qui comincia la scena più tenera e c'è ben poco da spigare, se non che la storia della buona notte è volutamente piena di ripetizioni proprio per agevolarne la memorizzazione e poi è indirizzata a un bambino, quindi ho cercato di immedesimarmi al massimo. Stessa cosa vale per i dialoghi, Harry parla in modo così infantile perché è un bambino di quattro anni, ed è giusto che parli così. Petunia si adegua con un linguaggio semplice e immediato; inoltre lei ripete spesso il nome 'Harry'. Anche ciò è voluto, è come se volesse dire il suo nome anche per tutte le volte in cui non l'ha detto in passato... E anche per tutte le volte in cui non lo dirà in futuro.
Poi; la frase finale, che richiama quella iniziale, che è presente anche a metà storia e che é anche il titolo è abbastanza emblematica. So che può non essere di facile comprensione, ma l'ho intenzionalmente lasciata un po' vaga perché non era il centro della storia. Quello di cui Petunia è convinta a metà storia ("Puó essere il tuo riscatto Petunia, può essere il tuo 'ciao' sull'angolo della pergamena) è che questo gesto di gentilezza nei confronti di Harry possa riscattare quel 'ciao' mai scritto alla sorella per lettera, come una specie di 'ti chiedo scusa' (così lo vede Petunia), ed è come già detto uno dei motivi per cui va da Harry all'inizio. Ma alla fine, quando torna nel suo letto da Vernon, (personaggio da me odiato la cui presenza simboleggia la mera ragione e la vuota e noiosa normalità la cui vita di Petunia è impregnata) si rende conto che questo gesto da solo non varrà mai come un 'ciao' su quella pergamena. Essenzialmente è convinta che non avrà mai il perdono di Lily.
Può sembrare che come titolo non ci azzecchi molto, ma in realtà è tutto racchiuso lì dentro; quella storia della buonanotte, per quanto carica di buone intenzioni e dolcezza sarà sempre troppo poco per avere un perdono. È più che altro una questione di metafore, poi la GiudiciA sei tu ovviamente! (Y)
Qui la storia si chiude. Dalla mattina tutto sarà come prima, perché purtroppo odio gli OOC e l'IC è sacro.
Credo di aver detto tutto. Credo anche ti averti esaurita^^
Ti chiedo scusa, e spero che questa storia ti sia piaciuta anche solo un pochino ino ino.


Oserei dire di non avere altro da aggiungere al papiro soprastante o.o *e menomale! Nd: tutti* 

La storia partecipa al contest: "Per favore, qualcuno salvi Petunia Dursley!" Indetto da LibertyFede sul forum di EFP.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate^^ anche se vi ha fatto schifo; si può sempre migliorare (Y)
Alla prossima!:)
Booow

  
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