Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: drosmigs_62    14/08/2014    2 recensioni
[...]Elsa stava piangendo. Anna osservò le sue guance. Erano pallide e bagnate dalle lacrime. Guardò negli occhi la sorella. Le voleva bene. Avvicinò la mano e gliela poggiò sulla guancia destra. La sua pelle era calda e morbida.[...]
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai calata la sera sul regno di Arendelle. Il  fiordo era immerso nel silenzio più completo e la quiete regnava ovunque. Elsa era seduta sul letto di camera sua, lo sguardo fisso a terra. Intorno a lei solo l’oscurità. In mano stringeva un paio di guanti bianchi e le sue morbide guance erano bagnate dalle lacrime. Il suono lieve del suo respiro echeggiava nella  camera, intorno a lei…solitudine.

                                                            ◊        

 Anna era in piedi. I suoi occhi azzurri fissavano la porta della camera di Elsa. Il suo cure batteva all’impazzata. Strinse i denti. Avvicinò lentamente la mano, fece per bussare…si fermò. Per troppi anni aveva ripetuto quel   gesto, ma la porta era sempre rimasta chiusa. “…e se stavolta..?”  Anna si fece coraggio e picchiettò lievemente con le nocche.

                                                             ◊ 

Elsa aveva gli occhi chiusi. I suoi piedi erano scalzi e poggiavano sul pavimento completamente ghiacciato. La neve scendeva dolcemente all’interno della camera. I fiocchi coprivano ogni cosa. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una splendida treccia. Tutto ad un tratto, due soffici colpi risuonarono nella stanza. La neve smise di cadere. Elsa alzò la testa e apri gli occhi. Ora regnava il silenzio assoluto . I suoi bellissimi occhi blu fissavano la porta… in attesa. Una piccola lacrima le scese sulla guancia. Gli occhi si inumidirono. Sembravano due splendidi diamanti. Elsa portò lentamente le mani al petto. Le sue labbra iniziarono a tremare. La neve ricominciò a scendere

                                                              ◊

La sua mano era ancora appoggiata alla porta. Per un attimo le sembrò che il tempo si fosse fermato. Il lungo corridoio era illuminato solo dalla luce lunare. La stanza di Anna si trovava dalla parte opposta a quella della sorella. I muri erano spogli. L’alto soffitto faceva sembrare tutto più immenso e misterioso. Anna, però, si sentiva a casa. La sua mano cominciò a tremare lievemente. Indietreggiò di un passo. Congiunse le mani e aspettò. Dalla stanza non si udiva nessun suono. 

“…forse dorme…”  Esitò. Il suo respiro si fece più pesante. Fece scorrere lentamente la lingua sulle sue morbide labbra. Chiuse gli occhi e parlò.

                                                              ◊  

 

Ora i fiocchi scendevano più violentemente. Il volto di Elsa veniva graffiato da un vento gelido che invadeva la stanza. L’ enorme finestra triangolare alle sue spalle era completamente congelata. Tutto era freddo. I guanti nelle sue mani erano circondati da uno strato sottile di ghiaccio. Stessa cosa il suo petto. I suoi occhi fissavano malinconici la porta, ma il suo sguardo era vuoto e vitreo. Il suo viso non dava segno di vita. I suoi capelli erano mossi dal vento. Il resto del suo corpo era immobile. Piccole nuvolette di candido vapore uscivano dalla sua bocca. Ad un tratto la voce dolce e calda di Anna vibrò nella camera. Elsa rimase in ascolto. Non capiva cosa stesse dicendo… I suoi occhi si spalancarono. Il suo nome. Nient’altro che il suo nome. Voleva alzarsi, aprire la porta, rispondere. Il suo corpo non si mosse. 

                                                            ◊ 

 “…Elsa…”  Per tre volte aveva pronunciato quel nome in attesa di una risposta. Tutto inutile. La porta restava chiusa e dal suo interno non proveniva alcun suono. Gli occhi di Anna diventarono lucidi. Si sentiva sola. Sistemò i suoi splendidi capelli ramati dietro alle orecchie. Fece scorrere la mano lungo una delle trecce che le incoronavano il viso. Quando arrivò all’estremità prese tra le dita una piccola ciocca di capelli. Abbassò lo sguardo. Il ciuffo che teneva in mano era diverso. Non era ramato, bensì bianco. Bianco come il ghiaccio. Stava rimirando quella ciocca, assorta nei ricordi, quando uno spiffero di aria gelata le passò sui piedi. Rabbrividì. Alzò lo sguardo e sfregò le mani tra loro. La treccia le ricadde sul petto. Non capiva da dove venisse il vento. Guardò la porta di Elsa. Era aperta. Non  era mai stata chiusa, era solamente appoggiata. Anna avvicinò cautamente la mano al pomello della porta. Spinse dolcemente…la porta si aprì. 

                                                              ◊

Un fascio di luce azzurra irruppe nella camera. Si allungò fino ad illuminare il volto di Elsa. Elsa portò le mani agli occhi. Nonostante la luce fosse fioca si era abituata al  buio più completo .Passò qualche secondo. Riabbassò lentamente le mani e rimase a guardare. Anna era in piedi sull’uscio della porta e la stava fissando. Il cuore di Elsa iniziò a battere più rapidamente. Al contrario di quello che sembrava, era felice. Appoggiò i guanti sul letto. Voleva alzarsi, ma le sue gambe non l’avrebbero mai retta. Rifletté. Aprì la bocca per parlare. Per salutarla. Non uscì alcun suono. Richiuse la bocca. 

                                                              ◊

 

 

L’interno della stanza era buio. Cercò di capire se Elsa era dentro. Appena la stanza s’illuminò la vide. Anna sentì la gioia invaderle il corpo. Fu questione di un attimo. Quella splendida sensazione venne sostituita dalla tristezza. Sapeva che Elsa non era altrettanto felice di vederla, perciò abbassò subito lo sguardo in attesa di una reazione da parte della sorella. Ascoltò…nulla. Perplessa rialzò gli occhi. Sentì una fitta al cuore. Elsa era ridotta malissimo. I suoi capelli, un tempo candidi e lucenti, ora erano spenti e sporchi. Il suo sguardo era straziato e aveva il viso umido.”… Sicuramente deve aver pianto…”  Il suo petto era congelato  e i suoi piedi si erano raggrinziti, a forza di poggiare nudi sul ghiaccio.

Anna si accorse che la sorella stava per dirle una cosa. Si sentì invadere dall’emozione. Non accadde nulla. Elsa rimase zitta. Anna strinse i pugni. La rabbia la invase.

                                                                 ◊

Elsa stava fissando il volto di Anna. Non avrebbe dovuto vederla nello stato in cui si trovava. Conosceva la sorellina meglio di chiunque altro e sapeva quanto fosse  fragile di carattere. I suoi occhi si incrociarono con quelli di Anna. Un’improvvisa vampata di calore avvolse Elsa. La neve riprese a scendere dolcemente. Il vento si fermò. Rimasero a fissarsi per qualche istante. Gli occhi di Anna erano  dolci e rassicuranti. Come quelli di una mamma. Elsa abbassò lo sguardo. L’attenzione le cadde sulle mani di Anna. Erano chiuse in due pugni. 

Perplessa rimase a fissargliele. Dopo un po’ si accorse di essere ridicola. Alzò immediatamente la testa. Velocemente si portò le mani alle guance e se le asciugò. Lo sguardo fisso su Anna. Il suono di un passo echeggiò intorno a loro. Anna era entrata dentro la sua camera. Prima volta. 

                                                                  ◊ 

Anna sapeva che la sorella era riservata, ma sperava davvero che le dicesse qualcosa. I suoi occhi esplorarono la stanza. Era difficile capire che cosa contenesse di preciso, poiché l’unica fonte di luce proveniva dal corridoio. Anna rabbrividì. Ogni singolo oggetto era sommerso dal ghiaccio. Il pavimento era freddo. Le pareti ricoperte dalla neve. Dal soffitto pendevano stalattiti di ghiaccio. All’interno della stanza la neve cadeva con violenza e il vento soffiava fortissimo. Iniziò a sentirsi osservata. Riportò lo sguardo sulla sorella e si accorse che la stava fissando. Anna guardò Elsa dritta nell’iride dei suoi occhi. La  faccia di Elsa  divenne rossa in un batter d’occhio. La neve iniziò a scendere diversamente e quel terribile vento cessò. Anna ritornò a guardarla negli occhi. La sorella aveva abbassato lo sguardo e ora fissava le sue mani. Improvvisamente Elsa si asciugò le guance.  Anna sorrise dolcemente. Era chiaro che la sorella si sentiva in imbarazzo. Attese per qualche secondo. Il cuore le batteva all’impazzata. I suoi piedi erano ancora dall’altro lato della porta. Osservò nuovamente la stanza. Fin ora non ci era mai entrata. “…è giunto il momento…”  Trattenne il respiro ed entrò. 

                                                             ◊

Elsa rimase perplessa. Chiunque avesse visto in che stato si trovava la sua stanza se ne sarebbe andato. Anna  no. Chiuse lentamente gli occhi. Il battito del suo  cuore le rimbombava nelle orecchie. Cercò di calmarsi. Sapeva che Anna non se ne sarebbe andata. La neve smise definitivamente di cadere e il ghiaccio sul pavimento iniziò a sciogliersi. Elsa si infilò le mani nei capelli. Chinò il capo. Sentì una lacrima calda scenderle lungo la guancia. Un’ altra. Un’ altra ancora. Si strinse ancor di più la testa fra le mani. Le lacrime continuavano a bagnarle il suo fragile viso. Elsa sentì altri passi attorno a lei. Anna. I suoi occhi si chiusero di più. Sulle pareti cominciò a formarsi uno strato di ghiaccio. Si morse il labbro inferiore e scosse lentamente la testa in segno di assenso. Non voleva fare del male alla sorellina. Non voleva. 

                                                               ◊

Il pavimento era freddissimo. Sicuramente se non avesse avuto le scarpe non sarebbe stata capace di muoversi. Anna sentì un brivido gelido salirle lungo la schiena. Da dentro la stanza sembrava ancora più spettrale. Alzò lo sguardo. La neve aveva smesso di scendere. Improvvisamente le parve che il pavimento non fosse più così freddo. Le sue labbra si mossero e formarono un lieve sorriso. Portò i suoi occhi su Elsa. Il sorriso svanì.  La  sorella si era chiusa in se stessa e aveva il capo chino verso terra. A Anna parve sentirla singhiozzare. Una forte compassione la invase. Mosse lentamente i piedi verso Elsa. Ora era davanti a lei. Vide che la sorella si irrigidì. Anna sentì nuovamente freddo. Elsa stava muovendo lievemente la testa

”…no…”  Anna non capiva. Si chinò fino ad avere il suo volto all’altezza di Elsa. Fece un respiro profondo. Allungò cautamente la mano. Le accarezzò i capelli.

                                                                ◊

La sorella non poteva sapere di che cosa fosse capace. Una cosa era certa. Non si doveva avvicinare a lei. Elsa aggrottò la fronte. Doveva parlarle. Doveva farla allontanare. Aprì la bocca. Qualcosa le accarezzò i capelli. Elsa sobbalzò. Alzò immediatamente la testa. Si tolse le mani dai capelli. Lo sguardo terrorizzato fisso di fronte a lei. Il volto dolce di Anna la stava guardando. La sua bocca era aperta in uno splendido sorriso. Elsa affondò le unghie nel palmo della mano. Doveva cercare di controllarsi. Il suo cuore batteva come impazzito. D’un tratto si accorse che stava ancora piangendo. Anna le passò dolcemente la mano lungo una guancia. Elsa era nel panico. Allontanò la testa da Anna. La mano rimase sospesa. Era il momento. Doveva farcela. Elsa aprì la bocca e finalmente parlò. La sua voce era fioca e tremante.”…vattene…” Sentì una terribile fitta allo stomaco. Non aveva ferito la sorella fisicamente. Peggio. Un fiocco di neve cadde dolcemente. 

                                                              ◊

 

La sua mano sprofondò dolcemente nei suoi morbidi capelli. Elsa stava tremando. Improvvisamente la sorella alzò la sguardo. Anna la guardò negli occhi. Aveva paura. Sentì il suo cuore scaldarsi. Le sorrise. Elsa stava piangendo. Anna osservò le sue guance. Erano pallide e bagnate dalle lacrime. Guardò negli occhi la sorella. Le voleva bene. Avvicinò la mano e gliela poggiò sulla guancia destra. La sua pelle era calda e morbida. Anna rimase sorpresa. Se l’aspettava fredda come la neve. Aveva ancora la mano sulla sua guancia. Elsa si allontanò di scatto. Come un animale impaurito. “…non aver paura…”  Si era dimenticata di avvicinare la mano. Ora era sospesa nel nulla. Anna stava per parlare. La sorella la precedette. Le orecchie di Anna faticarono a sentire ciò che diceva. Elsa aveva la voce bassissima… Capì cosa aveva detto. La sua mano tremò. Non poteva dire sul serio. 

                                                                ◊

Elsa si asciugò le guance. La sua gola era diventata secca. Non pensava veramente quello che aveva detto. Anna era l’unica famiglia che aveva. Si guardò intorno. La stanza era irriconoscibile. Ogni cosa era diventata di ghiaccio. Il buio era ovunque. Da quando erano morti i loro genitori Elsa aveva smesso di cercare di tenere sotto controllo i suoi poteri. Aveva paura. Si sentiva sola. Si passò la mano tra i capelli. Sentì dei rumori attorno a lei. Riportò lo sguardo sulla sorella. Anna era tornata alla porta. Se ne stava andando. Il panico invase Elsa. Piantò i piedi sul pavimento ghiacciato e si alzò. Anna si fermò. Elsa strinse i denti. Ora era accanto alla sorella. Le dava la schiena. Abbassò lo sguardo e fissò le sue mani. Allungò il braccio. Le prese la mano. A differenza della sua, la mano di Anna era calda. Incrociò lentamente le dita con quelle della sorella. Entrambe le mani si strinsero. Anna si girò. Elsa si sentiva bene. I loro sguardi si incrociarono. Elsa le sorrise dolcemente. Rimasero ferme per qualche minuto…silenzio. Improvvisamente si abbracciarono. Elsa sentì il cuore della sorella battere fortissimo. Le accarezzò i capelli. Avvolse le sue braccia attorno ad Anna e la strinse forte a se. La neve iniziò a scendere dolcemente attorno a loro. Elsa sentì il suo cuore scaldarsi…

                                                             ◊

Anna si portò la mano al petto. “…perché…?”  Una lacrima le scese lungo il viso. Chiuse gli occhi. Oscurità. Ascoltò in silenzio il suono del suo respiro. Riaprì gli occhi.   Elsa era di fronte a lei. Stava guardando la sua stanza. Anna scosse lievemente il capo. Si alzò lentamente in piedi. Attese un momento. Elsa continuava a non guardarla. Lentamente si diresse verso la porta. Aveva deciso di ubbidire alla sorella. Le aveva chiesto di andarsene. Ora se ne andava.

I suoi occhi erano fissi davanti a lei. Vuoti. Stava per uscire definitivamente dalla camera. Un rumore  provenì da dietro di lei. Si fermò. Il suo cuore batteva all’impazzata. Anna voleva girarsi. Non lo fece. Continuò a guardare la porta di camera sua posta sul muro opposto. Sentì il respiro di Elsa sul suo collo. Strinse le labbra. Gli occhi lucidi. Qualcosa le sfiorò la mano. Anna sentì le dita della sorella incrociarsi con le sue. A differenza della sua guancia, le dita erano completamente congelate. Fece un respiro profondo. Le strinse la mano a sua volta. Lentamente si girò. Era felice. Elsa la stava guardando sorridendo. Anna esitò un momento…si abbracciarono. Anna mise le braccia attorno alla vita della sorella. Sentì la sua mano accarezzarle i capelli. Chiuse gli occhi. Intorno a loro aveva ricominciato a nevicare. Anna si strinse ancora di più ad Elsa…

                                                               ◊

…quell’abbraccio valeva più di mille parole.

 

  

   
 
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