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Autore: Donna_Oswald    16/08/2014    2 recensioni
Mi chiamo Jenny.
E sono la figlia del Dottore.
Ok, in realtà sono soltanto un prodotto del suo dna inserito in una macchina, ma questo è un dettaglio.
[...]
Anche io voglio fare qualcosa di buono nella mia vita, vedere le meraviglie dell'universo, salvare le vite delle persone, proprio come mio padre.
È anche per questo che sono in viaggio.
È più o meno così che è iniziata...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jenny, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Jenny.
E sono la figlia del Dottore.
Ok, in realtà sono soltanto un prodotto del suo dna inserito in una macchina, ma questo è un dettaglio.
Mio padre è un signore del tempo, ultimo superstite del pianeta Gallifrey, e viaggia attraverso lo spazio e il tempo con la sua cabina della polizia blu, il TARDIS. Cielo, quanto ho sempre desiderato averne uno mio. E invece mi devo accontentare di questa navicella mezza scassata,che non viaggia nel tempo ma solo nello spazio.
Mio padre è un essere buono.
In ogni posto in cui arriva fa del bene. Ad esempio salva il mondo. Soprattutto i terrestri dovrebbero essergli molto grati per questo.
Anche io voglio fare qualcosa di buono nella mia vita, vedere le meraviglie dell'universo, salvare le vite delle persone, proprio come mio padre.
È anche per questo che sono in viaggio.
È più o meno così che è iniziata...

Stavo pilotando tranquillamente verso una non-precisata meta, "vagabondando" nello spazio alla ricerca di...qualcosa,lasciandomi guidare dall'istinto.
Avevo appena superato una stella nana, e stavo per addentrarmi in una galassia vicina,quando ad un tratto i motori si spensero. Attivai di corsa gli scudi a propulsione gravitazionale di emergenza,per non rischiare di cadere nel vuoto.
Imprecando, e ricordando a me stessa che la manutenzione alla navicella era necessaria -quando io non l'avevo mai fatta, da quando ero partita rubando l'astronave - ,cercai di riattivare i motori,litigando con leve e pulsanti vari.
Mi sedetti di nuovo al posto di comando, spinsi l'accelleratore ed entrai nella galassia.
Ormai tranquilla, ammirai le stelle che la componevano... Erano quanto di più affascinante e meraviglioso avessi mai visto.
All'improvviso, nella penombra della navicella vidi lampeggiare una lucina rossa.
"No. No. No!" Pensai
"Carburante in esaurimento" disse la voce pre registrata del sistema operativo.
Il lampeggiare della lucina rossa divenne sempre più insistente, fin quando non suonó l'allarme che si attivava nei casi di emergenza.
"Carburante in esaurimento. Spegnimento motori" annunció il sistema. Accidenti a lui.
E i motori si spensero. Corsi ad attivare gli scudi. "Impossibile attivare scudi antigravità"
A quel punto venni presa dal panico. Cominciai ad armeggiare con tutti i pulsanti che mi ritrovavo sottomano, ma nè i motori nè gli scudi si accesero.
"No! E ora? Calma, Jenny, calma..."
Ma non feci in tempo a pensare a nient'altro, poichè venni improvvisamente sbalzata verso il basso.
"Impatto fra 10 minuti. Prepararsi all'impatto."
Impatto? Che impatto? Contro cosa?
Cercai di guardare attraverso il vetro e notai che stavo per schiantarmi a tutta velocità contro quello che mi sembrava un pianeta,a prima vista giallo-verde.
La navicella prendeva sempre più velocità,e la mia paura cresceva.
Stavo precipitando.
Non ero mai andata così nel panico, di solito riuscivo a mantenere la calma...ma non mi ero mai trovata in una situazione simile e non sapevo come fare...
"Ok. Ok. Pensa, Jenny, pensa. Non puoi morire così, ti pare? Fai il punto della situazione. I tuoi motori si sono improvvisamentespenti per mancanza di carburante e chissà per quale astruso motivo gli scudi di emergenza non si accendono. Ah, e stai per schiantarti contro un pianeta. Cosa puoi fare? Metterti a urlare? Mandare un SOS? No,non hai abbastanza tempo per aspettare che vengano a salvarti."
Quando ad un tratto ricordai.
"I motori ad energia termica!"
Corsi all'altro capo della navicella. Lì erano stipati i vecchi motori della mia navicella, che avevano ceduto il posto ad un più moderno motore a carburante. Nessuno li aveva fatti rimuovere quando erano stati installati quelli nuovi, e neanche io ci avevo pensato, successivamente,perché? Perché avevo pensato che mi sarebbero tornati utili in caso di emergenza, o più probabilmente perché mi ero dimenticata di farli togliere.
Si, ma come avviarli?
"Impatto fra 5 minuti"
Dovevo agire in fretta. Erano motori ad energia termica. Quindi erano alimentati grazie al calore? C'era un solo modo per scoprirlo. Corsi nella mia cabina, mettendola a soqquadro fino a quando non trovai quello che cercavo: un accendino e una bombola di gas. Agganciai la bombola al motore e aprii il gas.
Accesi una fiamma e tirai la leva dell'accensione. Niente.
Provai una seconda volta. Ancora niente.
"Impatto fra 2 minuti"
"Oh,andiamo,andiamo!"
Accesi di nuovo e tirai la leva. Sentii un leggero ronzio.
"Scudi antigravità attivati!"
"Si!" Urlai, euforica.
Corsi al posto di comando e feci rotta verso il pianeta contro il quale avevo rischiato di schiantarmi. Oramai ero entrata nella sua atmosfera.
Atterrai in una vasta zona senza abitazioni e scesi dalla navicella. Notai che riuscivo a respirare.
Mi guardai intorno, furtiva. Ero circondata da...cos'erano, alberi? Lo sembravano, eppure erano diversi.
Le loro chiome formavano una specie di cupola sopra la mia testa, e in sottofondo sentivo un leggero ronzìo, anche se non avrei saputo dire da dove provenisse.
Camminai per un po' senza perdere di vista la navicella, ma sapevo che avrei dovuto spingermi più oltre, per cercare una qualche forma di vita intelligente.
Così decisi di segnare il cammino, in modo da avere un punto di riferimento per tornare indietro. Mi avvicinai ad un albero e mi appoggiai ad uno dei rami più piccoli, che si spezzò tra le mie mani.
Quello che vidi fu sconcertante: all'interno dell'estremità del ramo che era rimasta attaccata all'albero non c'erano, legno e linfa come mi sarei aspettata, ma un fascio di circuiti verdi e marroni nei quali scorreva un liquido, che ora gocciolava dal pezzo di ramo che tenevo tra le mani.
Rompendo il ramo avevo spezzato i circuiti. Notai che il ronzio che avevo sentito prima proveniva dagli alberi.
Che tipo di pianeta era quello?
Faceva spaventosamente caldo in quel luogo, così mi tolsi la giacca che portavo e la avvolsi intorno ad un ramo, come punto di riferimento nel caso in cui fossi tornata indietro.
Non saprei dire per quanto tempo camminai, ma ad un certo punto sentii un fruscìo e intravidi un movimento alla mia destra.
Mi voltai, ma non vidi altro che il marrone e il verde degli alberi.
Sentii di nuovo quel rumore, questa volta alla mia sinistra. Mi girai di nuovo, ma accanto a me vidi solo un grosso masso.
Che, ad un tratto, si mosse. Un pezzo di roccia di staccó e si avvicinó a me,poi si mise in posizione eretta.
Ed aprì gli occhi.
I miei due cuori persero un battito.
"Che diavolo...?"
Poi il masso...cioè, la creatura che si era staccata da esso, cominció a cambiare colore, passando dal grigio della pietra a un verde-marroncino.
La guardai bene. Era alta e allampanata, con la pelle fatta di quelle che sembravano scaglie,anche se non ne ero sicura. Aveva luminosi occhi verdi dalle sfumature dorate e piccole orecchie appuntite.
Disse qualcosa in qualche lingua a me sconosciuta.
Per fortuna portavo sempre con me un dispositivo di traduzione istantanea, che agganciai all'orecchio a mo' di auricolare.
"Chi sei?" Ripetè la creatura
"Mi chiamo Jenny, non ho intenzioni ostili. Tu chi sei? Dove mi trovo?"
"Io sono Sareth, del nobile popolo dei Sithem, e tu in questo momento ti trovi sul pianeta Sithamein."
"Onorata di fare la tua conoscenza, Sareth." Risposi "La mia astronave è precipitata poco distante da qui e sono a corto di carburante..."
"La razza dei Sithem è generosa e pacifica. Vieni con me Jenny, ti mostrerò dove trovare carburante per la tua nave, affinchè tu possa ripartire" disse Sareth incamminandosi.
Dopo aver camminato un po', la mia guida ed io ci ritrovammo in una città.
Le case erano fatte di quella che mi sembrava una combinazione di legno e metallo, attraversata da fasci di circuiti.
"Tu vivi qui?" Chiesi a Sareth
"No" mi rispose lui,gentile "vivo più o meno dove ci siamo incontrati. Faccio parte dei gruppi che pattugliano i boschi"
"E...quella cosa sul masso...come sei riuscito a..."
"Noi Sithem riusciamo a fare in modo che la nostra pelle cambi colore a seconda dell'ambiente"
"Vi mimetizzate" Sareth mi guardó interrogativo. Evidentemente i Sithem avevano un vocabolario non troppo complesso. "Dalle mie parti si chiama così quello che riuscite a fare" spiegai.
Ad un tratto colsi un movimento con la coda dell'occhio. Mi voltai di scatto, rischiando di travolgere Sareth: all'angolo di una strada c'era un...non sapevo cosa fosse. Sembrava una specie di pagliaccio, con indosso una maschera da teatro...e il suo modo di stare in piedi mi ricordava quello di un robot.
"Sareth! Hai visto quello?" E gli indicai il pagliaccio
Ma quando ci voltammo all'angolo non c'era niente.
"Cosa c'è, Jenny?" Chiese il mio nuovo amico, confuso.
"Credevo di aver visto...non importa" scossi la testa, dovevo essermi sbagliata...o almeno lo speravo, visto che quel pagliaccio mi metteva una discreta ansia.
Ricominciai a camminare.
"Sareth, i Sithem sono l'unica popolazione che vive su questo pianeta?" Chiesi.
"Si, per quel che ne sappiamo." Mi rispose lui "anche se da qualche tempo stanno accadendo delle cose un po' strane..."
"Cose? Quali cose?" Chiesi,s ubito interessata. Magari, se fossi stata fortunata, avrei potuto aiutarli, come avrebbe fatto mio padre...
"Beh...persone scompaiono nel nulla, di notte. Finora sono spariti tre anziani. Non si sa dove siano finiti, come si siano allontanati dalle loro case, nè perché. È per questo che sono stati formati dei gruppi per la pattuglia dei boschi: speriamo di ritrovarli, e proteggiamo il nostro pianeta da eventuali intrusi...anche se non credo che tu voglia farci del male, sembri una brava persona."
"Tranquillo, Sareth, non rapisco anziani!" Ridemmo entrambi.
Dopo un po' arrivammo in un'area sovraffollata della città. C'erano moltissimi Sithem intenti a parlare fra loro, e a camminare fra bancarelle fatte di quello strano legno con i circuiti.
"Questo" mi spiegó Sareth "è il cuore della città. È dove scambiamo e vendiamo le cose."
"Un mercato" puntualizzai.
"Conosci un sacco di parole strane, Jenny. La prossima volta, se ci rivedremo, vorrei avere il piacere di impararne qualcuna" rise Sareth.
"In che senso 'se ci rivedremo'? Mi lasci qui?" Chiesi, allarmata.
"Mi dispiace molto, Jenny, ma devo tornare nei boschi. Il mio gruppo di pattuglia ha bisogno di me. Ma sta' tranquilla: il...com'è che lo hai chiamato? Ah si,'mercato'...il mercato non è molto grande. Qui troverai qualcuno che può venderti del carburante. O che può regalartelo, dato che non sei di qui e non conosci la nostra moneta. Ti auguro buona fortuna, Jenny, e spero di rivederti ancora." Il Sithem chinó la testa, in segno di saluto.
"Ti ringrazio davvero tanto, Sareth" risposi, salutandolo con la mano mentre si allontanava.
Bene.
Ero rimasta da sola.
Ora non restava che addentrarsi nel mercato e cercare del carburante.
 
 
 
PARTNERS IN CRIME~:

Salve gente! Sono le vostre autrici che vi parlano!
Ebbene sì, autrici uwu infatti questa fanfiction è a quattro mani, vale a dire che non c'è una sola mente malvagia alla regia, bensì due! Il che dovrebbe preoccuparvi muahahahahahah
Anyway, meglio presentarci degnamente u.u

Io sono Donna, nonchè la folle che ha partorito la presentazione inquietante che avete appena letto, e scriverò sempre(?) in viola, e io sono Clara, la pazzoide che ha tirato fuori dalla propria mente malata il primo capitolo!
Il prossimo sarà scritto da me, e arriverà presto perchè è già pronto u.u il che potrebbe farvi felici oppure no (?)
Abbiamo scelto di scrivere di Jenny, la figlia del Dottore, perchè è un personaggio di cui tutti noi whovians sappiamo veramente poco: è apparsa in una puntata, e poi? Cosa le è successo in seguito?
La DonnaOswald Industry(?) ha provato a rispondere a questi interrogativi -w
-
*coff*e poi ci serviva una vittima di cui scrivere :3*coff*
...e giustamente io devo fare la cavia. Grazie mille -.-" NdJenny
Sshhht, le autrici siamo noi, noi decidiamo u.u
Orbene, speriamo che la storia vi piaccia! E se vi è piaciuta (ma anche se non vi è piaciuta) recensite! Ve ne saremmo molto grate!
Al prossimo capitolo!
Donna, Allons-y!

*Clara e Donna salgono sul tardis e spariscono*
 
 
   
 
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