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Autore: Alis_Weasley    18/08/2014    5 recensioni
L’ultima cosa che si disse mentre si addormentava fu “Io odio i gemelli Weasley, in particolare quel Fred.”
Hermione Granger amava la calma, la quiete e la tranquillità di quel periodo dell’anno.
Purtroppo quell’inverno non ne avrebbe goduto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Questa storia inizia con una ragazza mingherlina, raggomitolata in una coperta pesante, affacciata alla finestra.
Osservava come i fiocchi di neve precipitavano dal cielo, e si depositavano soffici sulla strada ormai bianca.
Lei amava l’inverno. Amava le felpine calde che si metteva tirandone le maniche fino al palmo della mano, amava le cioccolate calde mangiate sulla sua bella poltrona in salotto, quella davanti al caminetto. Amava i cappelli di lana con cui si copriva le orecchie dal gelo, e sotto cui seppelliva quella massa crespa e ribelle che erano i suoi ricci color caramello. Amava poter leggere un libro, protetta dal tepore del piumone caldo, poter consegnare ai suoi genitori i regali di Natale e vederli sorridere, e perché no, anche scartare i suoi.
Amava la neve, gli alberi scossi dal vento, la pioggia torrenziale che si abbatteva violenta contro la finestrella della sua camera, i tuoni e i fulmini. “Perché le piacevano i temporali?” Vi starete chiedendo.
Ad Hermione Granger piacevano i temporali, perché le ricordavano  che talvolta, anche il cielo piange.
Non era esattamente una di quelle ragazzine adolescenti a cui piaceva fare shopping con le amiche, o a cui piaceva andare a mare nei posti affollati, o anche andare a ballare in discoteca.
A lei bastava avere un libro sotto braccio ed il resto scompariva magicamente.
Succedeva davvero, immergeva la testa in quelle pagine piene di inchiostro e si dimenticava del mondo fuori. Se il suo organismo non avesse avuto bisogno di mangiare o bere, o dormire, lei avrebbe volentieri vissuto leggendo.
Hermione Granger amava l’inverno, come ho già detto.
Ma c’era una cosa in particolare che amava di quel periodo dell’anno.
La calma, la quiete e la tranquillità.
Niente schiamazzi, tranne quando i ragazzi del quartiere non iniziavano una guerra di palle di neve.
Ma per la maggior parte del tempo, nella strada aleggiava un silenzio religioso. Per il freddo che c’era, nessun ragazzino osava avventurarsi oltre la soglia di casa.
E lei amava il silenzio.  Aveva imparato a conviverci, aveva imparato a viverlo.
Aveva appena infilato i suoi piedini gelidi sotto la trapunta viola che le aveva regalato la nonna il natale scorso, aprendo il suo libro preferito per leggerlo una millesima volta. Quando, un rumore che lei catalogò come fastidioso, la distolse da quel momento così importante.
Un auto, lo stridere dei freni, proprio sotto casa sua.
Chi sarà mai?  Pensò lei, e andò a sporgersi dal proprio angolino, quello da cui poteva spiare indisturbata i ragazzini che si divertivano fuori, quando il tempo permetteva, con un pizzico di invidia, perché lei non aveva nessuno con cui divertirsi.
Scostò la tenda, e vide una Ford Anglia abbastanza mal ridotta, dalla quale uscirono per primo un uomo con i capelli rossi, un cappotto troppo leggero per la giornata, e una sciarpa logora intorno al collo, che andò ad aprire lo sportello accanto facendovi uscire, quella che Hermione immaginò fosse la moglie.
Una donna paffuta, capelli ramati, con dei grossi scatoloni tra le mani. Un viso dolce.
Ma non era finita lì. Gli sportelli posteriori vennero spalancati e una piccola tornado da i capelli rossi e lunghi, quanto la ragazza non immaginava fosse umanamente possibile, si precipitò in mezzo alla strada lanciandosi tra la neve, quasi non l’avesse mai vista.
Ne prese una manciata fra le mani e la lanciò per aria, facendosela poi cadere in testa.
Si prenderà una polmonite quella pazza.
A seguire, fuori dalla macchina uscì un ragazzo, -anche lui con i capelli rossi ovviamente!- paffutello come la madre, impacciato, e con uno sguardo un po perso.
Quando Hermione pensava che ormai la famiglia fosse al completo, dagli sportelli posteriori uscirono due figure, ragazzi, molto alti. IDENTICI.
Per un attimo pensò di vederci doppio, ma poi ragionando, giunse alla conclusione che dovevano essere gemelli.
Si soffermò a lungo su di loro, che intanto si erano messi a confabulare e sghignazzare. Erano molto belli.. capelli rossi, corpi ben scolpiti e slanciati, occhi che sembravano due pezzi di cielo.. Ma che pensieri ti metti a fare Hermione?!  Avevano tutti delle scatole in mano, probabilmente erano i nuovi vicini. Ma comunque sia, quella famiglia aveva interrotto la sua lettura! E lei era infuriata. Non sarebbe andata a dargli il benvenuto neanche fra cento anni.  
**
Il fatto che dieci minuti dopo fosse per la strada con una crostata alla nutella in mano, non dipendeva affatto da lei, ma dalla madre. Le due avevano discusso a lungo, e alla fine, da brava figlia qual’era, aveva deciso di fare come diceva la donna.
Imbacuccata nel suo cappotto pesante, con i guanti alle mani, il cappello immancabile sul capo, cercò di mettere su il sorriso più convincente del suo repertorio, e attraversò la strada, dirigendosi verso la casetta che prima  era abitata dalla vecchia più antipatica che Hermione avesse mai conosciuto.
Bussò timidamente, aspettando una risposta che però non arrivò.
Ormai spazientita, provò a spingere leggermente la porta, che si aprì.
Si schiarì la gola, ma ancora niente.
“Hm-hm c’è nessuno?” Si guardò intorno, notando tutte le scatole posate per terra, alcune aperte, altre ancora sigillate, strani oggetti sparsi sul pavimento.
“C’è nessuno?” pronunciò a voce più alta. Era stufa, e stava per tornare a casa, quando il passaggio le venne ostruito da due ragazzi. I gemelli. Che avevano un sorriso malandrino identico in volto.
“Ehi, ma nessuno ti ha insegnato che non si entra in casa di altri così senza bussare?” chiese uno dei due, con aria baldanzosa.
Lei si sentì le guancie andare a fuoco, e per nascondere il color porpora che aveva sicuramente assunto il suo volto, si calò ,ancor di più di quanto non fosse, il cappello sulla faccia, provocando l’ilarità dei due.
“Cos’è non sai parlare?” disse l’altro sghignazzando.
Nella loro voce comunque Hermione non percepì la cattiveria, che invece i ragazzini di lì usavano quando si rivolgevano a lei.
Sembrava che i due si volessero solo divertire, ma lei era Hermione Granger, non una stupida bambina che si faceva mettere i piedi in testa.
“Guarda che io ho bussato. Ma evidentemente, eravate così presi a ridere come due idioti, che non mi avete sentita.” Proferì, con aria altezzosa lei.
I due rimasero spiazzati per un attimo. Proprio quando stavano per ribattere, una voce alle spalle della ragazza la fece sobbalzare.
“Fred! George! Non fatevi conoscere già il primo giorno, per piacere. Oh, ciao cara, devi essere la figlia dei vicini, dico bene?” Hermione annuì, la donna si pulì le mani impolverate sul grembiule che aveva addosso, e le porse la destra, che lei strinse. “Hermione Granger”
“Io sono Molly, la madre di questi due scalmanati, spero che non ti abbiano infastidita.”
Lei volse impercettibilmente lo sguardo verso i due, che si sbracciavano verso di lei, facendo segni di diniego.
“Mmh, no, anzi, stavo giusto parlando con..Fred e George..dandogli il benvenuto.” La madre  dei due, sembrò rilassarsi e ad Hermione fece tenerezza, decise che le stava simpatica.
“Comunque, sono solo venuta a portarle questa” disse, rivolgendosi a Molly e porgendole la crostata “l’ha preparata mia madre, appena ha saputo del vostro arrivo”
“Oh, che cara, grazie, non ce ne era bisogno! Verrò personalmente a ringraziarla, appena avrò un momento libero” disse sorridendo.
“Ma certo, io adesso devo proprio andare” fece Hermione, afferrando la maniglia della porta d’ingresso.
“Così presto? Oh che peccato, pensavo di presentarti agli altri..” fece dispiaciuta.
“Avrò modo di conoscerli, stia tranquilla! Abito proprio qui di fronte” disse, cercando di nascondere il fastidio nella sua voce, pensando a come l’avevano disturbata la mattina.
“D’accordo allora, ringrazia tanto la tua mamma, Fred, George, accompagnatela!” disse lei rivolgendosi ai figli.
Oh no, no, no.
“Ma non c’è bis-“ stava provando a dire lei, ma venne interrotta da i gemelli.
“Certo mamma!” ghignarono i due, e a lei fecero paura.
*
Appena uscita dalla casa, si voltò per andarsene.
“Ma aspetta, già te ne vai?” le fece uno.
“S-si, ho un impegno importantissimo” rispose prontamente lei, quando invece ad aspettarla a casa c’era solo il suo libro ancora aperto sul piumone.
“Non ci siamo ancora presentati però..” disse l’altro, cingendole la vita con un braccio.
Ma..ma..ma che fa?!
Lei divenne dello stesso colore dei capelli di lui.
Il ragazzo trattenne una risata tra le labbra.
“Sono Fred Weasley” le sussurrò all’orecchio, provocandole una scarica di brividi che lei non si seppe spiegare.
“E io sono il gemello più bello, George Weasley” disse l’altro.
“H-hermione Granger” cercò di riprendere un po della sua sicurezza.
Scansò la mano del ragazzo dalla propria vita guardandolo male.
“Ti dispiace?” disse scontrosa.
I due scoppiarono a ridere.
“Devo ammettere che hai fegato ragazzina!”
“Fino ad ora nessuno ci aveva mai tenuto testa..”
Lei cercò di nascondere il sorriso soddisfatto che stava spuntando sul suo viso.
“Devo andare” disse sbrigativa, si sentiva inspiegabilmente in imbarazzo a stare con loro.
“Okay..ciao ciao!” fecero quelli in coro.
Ma proprio mentre stava posando lo scarponcino sull’ultimo gradino, scivolò su qualcosa di liquido, finendo col sedere sulla neve gelata.
I due scoppiarono a ridere, rotolandosi a terra dalle risate.
Fu Fred a parlare e lei impresse bene questa cosa nella sua mente.
“Non mi hai fatto finire la frase Granger! Fino ad ora nessuno ci aveva mai tenuto testa.. senza fare una brutta fine!” altre risate. “E poi ci hai chiamati idioti” fece l’altro ovvio.
Lei si voltò verso di loro, rossa in volto per la rabbia come non mai.
“VOI!! SIETE SOLO DEGLI STUPIDI IMMATURI! SPERO TANTO CHE LA CROSTATA VI VADA DI TRAVERSO!” urlò, umiliata.
“Hei-hei calma, dai stavamo solo scherzando.” Fecero loro spaventati dalla reazione della ragazza.
George addirittura le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei orgogliosa com’era, si tirò su per quanto le natiche le facessero male, e col suo solito portamento altezzoso  entrò a casa sua, sbattendosi la porta alle spalle.
L’ultima cosa che si disse mentre si addormentava fu “Io odio i gemelli Weasley, in particolare quel Fred.”
Hermione Granger amava la calma, la quiete e la tranquillità di quel periodo dell’anno.
Purtroppo quell’inverno non ne avrebbe goduto.




*
ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutte! Ci tengo a precisare che l'idea iniziale di questa fanfiction non è del tutto mia, ho preso spunto da un'altra storia, ma l'ho completamente modificata. Successivamente capirete in che modo. Non crediate che questa storia non abbia per niente a che fare col mondo di Harry e con la magia, perchè non è così. Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, se avete un po di tempo magari, recensite <3 
Un saluto, spero di aggiornare presto,
Alis
 
   
 
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