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Autore: Unragazzoincredibile    18/08/2014    2 recensioni
Il giovane Harry Potter è catapultato negli Hunger Games, dove dovrà affrontare molte avversità per cercare di sopravvivere
un'introduzione degna della Salani Editori
(WIP) spero piaccia, ho cercato di essere il più accurato e minuzioso nei dettagli e cercherò di continuare su questa linea, mantenendo la trama di base di "Hunger Games" ma con il metodo di scrittura di "Harry Potter"
Buona Lettura ^_^
N.d.a. a causa del """"""""""""""""""""""""""magnifico """""""""""""""""""""""""" HTML del sito, ci sono degli spazi tra le righe che non ci sarebbero dovute essere, però non intacca molto la lettura, ma mi da un fastidio tremendo
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Cho Chang, Harry Potter, Hermione Granger, James Potter | Coppie: Cho/Harry, Harry/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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1. INIZIO NEL DISTRETTO 7
Sembrava una tranquilla giornata al distretto sette.                                                                                   
 Il giovane Harry Potter, quattordici anni, dai capelli neri ribelli, occhi di un verde smeraldo, occhiali tondi, e una cicatrice a forma di saetta sulla fronte si svegliava alle 8 del mattino per recarsi all'ultimo giorno di scuola, o così aveva detto ai suoi genitori, James e Lily Potter, due persone molto rispettabili nel distretto sette.             
Voleva godersi questo giorno di libertà, perché alle diciassette dello stesso giorno ci sarebbe stata la consueta mietitura annuale, che annunciava i partecipanti della 74esima edizione degli Hunger Games. Una competizione che trova ragazzi di età compresa tra gli undici e i diciassette anni di tutti e dodici i distretti a essere mietuti per scegliere chi si affronterà fino alla morte per la gloria del proprio distretto. Di ogni distretto vengono scelti una ragazza e un ragazzo, ma alla fine ne resterà soltanto uno. Fino a quel momento solo due persone del distretto sette avevano mai vinto gli Hunger Games... e uno era James Potter.                                                    
Harry quel giorno decise di passare il tempo che gli restava prima della mietitura con la sua compagna di classe Cho Chang. Cho era una ragazza di 15 anni, ma Harry era un anno avanti, così erano nella stessa classe. Era di poco più bassa di Harry e aveva i capelli neri, occhi a mandorla di un acceso nocciola ed era molto simpatica. E bellissima, aggiungerebbe Harry.                                                                                    
S’incontrarono nella collinetta che dava proprio sulla scuola, dove di lì a sette ore più tardi ci sarebbero dovuti andare per la mietitura.                  
«Hai pura per oggi?» chiese Cho quasi in un soffio.                                                                          
«No, » rispose non troppo sicuro Harry  «cioè, il mio nome è scritto almeno diciannove volte, sono il ragazzo con più probabilità, ma provo a non pensarci».              
Era vero, Harry aveva infranto così tante volte le regole, e oggi non era un’eccezione, che il suo nome è stato inserito più volte (una per ogni infrazione) e oggi Cho, una delle ragazze con meno probabilità della scuola, aveva appena trasgredito le regole per stare con lui.                                 
«Vorrei pensarla come te, Harry.» disse lei mentre lui si perdeva nei suoi occhi  
«
Ma anche se ho solo due probabilità mi sento sotto pressione» concluse con un filo di voce, come se le fosse stata strappata dalla gola.      
«Tu non verrai scelta, Cho» la rassicurò lui, con un tono quasi autoritario, e lei rispose con un debole 'Aww'.                                                        
«È più probabile che venga scelta quella Lavanda Brown, sai, quella della sezione B» riprese lui, dopo qualche secondo di autocompiacimento. 
«Ha preso tante di quelle insufficienze che lei ha più probabilità di me!» finì con una risata ironica.                                                              
Rimasero a guardare la scuola e a pensare come sarebbe il mondo senza gli Hunger Games fino alle 2 di quel pomeriggio, quando le lezioni sarebbero dovute finire.  «Per me non ci sarebbero neanche i distretti» disse Cho mentre si univano alla folla di studenti che uscivano dalla scuola. 
 «In fin dei conti, senza gli Hunger Games, i distretti non hanno senso.» «Non è proprio così!» rispose una voce acuta dietro Cho. 
Era una ragazza che Harry aveva solo intravisto nei corridoi quei pochi giorni che andava a scuola. Era di poco più bassa di Cho, capelli lunghi e ricci che gli pendevano per le spalle, castani come gli occhi, e i denti davanti leggermente più grandi della norma. Sapeva come si chiamava, glielo aveva detto Justin Finch-Fletchey: era Hermione Granger, Sezione E, anche lei quattordici anni, la più brava della scuola, meno probabilità di tutti nel distretto per essere mietuta, ma nessun amico.                                               
 «I distretti esistono per dividerci economicamente e politicamente tra i più ricchi e influenti del distretto 1 e i poveri e quasi insignificanti del distretto 12 - una vera ingiustizia, secondo me - e per dividerci le razioni di cibo secondo lo stesso criterio. Lo sapresti se leggessi Storia dei Distretti» continuò col suo tono da saputella.  «Nessuno te l'ha chiesto, Secchiona!» le inveì contro Cho.
 «Non c'è bisogno di insultare, Cho» disse Harry accorrendo in aiuto della povera Hermione ma, troppo tardi, perché lei, offesa, scappò via in lacrime. 
 «Se lo merita, quella fastidiosa sapientona tuttologa» disse Cho appena Hermione non fu più in grado di sentirli.                                            
 A Harry non piaceva questo lato del suo carattere, cattiva e spietata.                                                   
Era questo che faceva passare a Harry l'idea di fidanzarsi con lei.                                                                 
 «Non dovresti essere così spietata con le persone!» le disse a mo' di rimprovero.                      
 «D'accordo paparino, cercherò di essere più gentile… A dopo.» E lo salutò con un caloroso abbraccio e un affettuoso bacio sulla guancia. Harry sentì un fremito salirgli su dalla punta dei piedi fino a quella dei capelli.                                                                                                                          
Era questo che faceva tornare a Harry l'idea di fidanzarsi con lei.                                                          
Cho percorse il vialetto di casa sua sorridendo e salutando Harry, rimasto quasi impietrito a contemplarla, ma poi riprese il controllo di sé e continuò a camminare per tornare a casa.               
Arrivato a casa, i suoi lo accolsero più calorosamente del solito, mangiarono in armonia e suo padre James continuava a raccontare battute su uno del distretto due che aveva sentito a lavoro dal suo migliore amico e collega Sirius Black  «... E poi, quello si alza e fa 'con chi credi di parlare? Con uno del distretto 12? Vedi che sono del distretto 2!' e l'altro risponde 'scusa, non pensavo che quelli del distretto 2 puzzassero di alcool e di spazzatura!» e risero a crepapelle tutti e tre. Certo, a Harry non piaceva che si prendessero in giro quelli del distretto 12, ma neanche ai suoi genitori, solo che alcune facevano veramente ridere.                                             
Finirono di pranzare e, dopo un po' di relax sua madre, Lily, pose fine al riposo per dire:  «Dobbiamo andare Harry, è ora».
Harry notò una nota di amarezza nella sua voce, ma pensò che fosse più che normale in un giorno come questo.                                                  
Si diressero vero la scuola, e a Harry crebbe il panico, arrivati a metà strada cominciava a tremare, non voleva più andare. Era facile non pensarci se non ti ci stia dirigendo, ma ora era lì lì per affrontare la mietitura, con più probabilità di tutti i ragazzi a essere mietuto. Sua madre lo vide in quello stato e lo avvolse in un caloroso abbraccio.  «Tranquillo amore mio, non verrai scelto» lo rassicurò lei  «anche se avresti potuto evitare di avere diciannove tuoi nomi!» disse con un piccolo tono di rabbia. Tipico delle madri, pensò Harry ma poi la mente di Harry cominciò a elaborare  «19? S-sai anche di oggi?» chiese Harry ancora un po' scosso dall'attacco di panico di prima.  «Certo,» rispose suo padre  «carina però la tua amica Cho, eh?» aggiunse con un sorrisetto malizioso. Ripresero a camminare e arrivarono a scuola per le 16:55. Harry prese posto insieme agli altri della sua classe, accanto a Cho. Davanti aveva due ragazzini, fratelli, quasi uguali e di due anni di differenza. Harry li conosceva, erano i fratelli Canon, Colin di tredici anni e Dennis di undici. Erano praticamente i fondatori dell’"Harry Potter Fan Club", erano patiti per lui e lo credevano il ragazzo più fico del distretto. Harry gli voleva bene come fossero suoi fratelli, non permetteva ai bulli più grandi di minacciarli e gli dava consigli per studiare senza fare troppa fatica. 
Li salutò ma loro risposerò con un cenno del capo, terrificati fino al midollo. Harry stava per salutarli di nuovo quando Cho gli rifilò uno gomitata sulle costole e gli disse di ascoltare. Arrivò sul palco allestito in poco tempo nel centro del cortile della scuola, fermandosi dietro ad un microfono e tra due cesti pieni di fogli  con i nomi degli alunni della scuola. La signora era bassa e tarchiata, dal mento rettangolare, la bocca larga e i capelli color topo molto corti, era molto simile a un rospo.      
La signora, che Harry riconobbe come Dolores Umbridge, si ergeva autoritaria sul palco chiedendo il silenzio del pubblico.                                
«Buon pomeriggio» esordì lei  «è con amaro rincrescimento che do inizio alla mietitura della 74esima edizione degli Hunger Games. Io sono Dolores Jane Umbridge, del distretto uno e sono stata scelta per il 20esimo anno consecutivo come estrattrice dei tributi per quest’affascinante competizione». Tutti tacquero, nessuno aveva voglia di parlare.  «Bene, allora iniziamo, prima le signore!» a questa frase Cho strinse vigorosamente la mano di Harry, che, stupito, rispose alla stretta con fervore.    La Umbridge prese a mischiare il cesto con i nomi femminili. 
Ne pescò uno e prima di aprire disse  «Il tributo femminile del settimo distretto per la 74esima edizione degli Hunger Games è... » 
Aprì il foglio. 
«Hermione Jean Granger».
Un tonfo al cuore percosse Harry. 'Possibile' pensò inorridito 'che proprio lei sia capitata?'. Mentre Harry s’interrogava, delle guardie la presero e la portarono via, ma Harry vide il suo volto spaesato rigato dalle lacrime.
«Ottimo» riprese la Umbridge,  «e adesso andiamo per i giovanotti.» e prese a mescolare i nomi maschili e ne prese uno. 
«Il tributo maschile del settimo distretto per la 74esima edizione degli Hunger Games è... » stavolta fu Harry a stringere Cho, così forte da strapparle un gemito, mentre la Umbridge lesse  «Dennis Canon». Harry emise un urlo, mentre le guardie stavano per prendere Dennis, paralizzato. D'impulso Harry pensò all'unica cosa che potesse fare per salvarlo, nonché la più avventata:  «MI OFFRO VOLONTARIO!!»
Seguirono strepiti da parte della folla, tutto un fremito, a sentire le tre parole che al distretto 7 non si erano mai sentite.
   
 
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