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Autore: CSlover    19/08/2014    9 recensioni
Lui è l'affascinante frontman di una delle band di maggior successo al mondo. Lei un'instancabile attrice in ascesa. A volte è difficile capire cos'è reale e cosa invece non lo è quando è in gioco la fama. (CaptainSwan)
AVVISO: Questa è una traduzione della Fanfiction di niniadepapa "The Lost Boys". Non ho alcun diritto sulla storia e ringrazio ancora l'autrice per aver dato il suo consenso alla traduzione e alla pubblicazione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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La luce iniziava a far capolino attraverso le tende, Killian gemette e si stiracchiò nel letto. Era troppo presto per cercare di capire perché si sentiva come se qualcuno avesse deciso di usare la sua testa come una piñata e di colpirla ripetutamente. O perché aveva la sensazione che le sue palpebre fossero state saldate al suo viso. O perché tutto faceva male.
Hmm.
Beh, quest’ultima non era troppo difficile da indovinare, davvero. Ovviamente.
Poggiato contro il - aspetta…dove era il cuscino? - finalmente aprì gli occhi iniettati di sangue. Batté le palpebre più volte, tossì e cercò di inumidire le labbra completamente secche. Questo è il rovescio della medaglia di una ben nota routine post party, pensò.
Considerando il fatto che era maledettamente ricco, attraente e di successo, che altro avrebbe potuto fare un tipo come lui? Come tale, non era estraneo alla sensazione di pesantezza alla testa causata da una sbornia ancora fresca.
Mentre stava cercando di decidere se alzarsi fosse la miglior cosa da fare – anche se stare a letto sembrava l'opzione più plausibile, il martellare nella testa lo faceva sussultare per il dolore ogni tanto - il suo telefono squillò all'improvviso e lo avvertì che era arrivato un nuovo sms.
Stendendo il braccio notò un piccolo timbro sulla mano con scritto 'Wonderland', uno dei club alla moda che gli piaceva tanto frequentare, prese il telefono.
August.
Killian alzò gli occhi. Sorpresa.
“Ti prego, dimmi che non sei finito di nuovo in qualche vicolo. Non sono dell’umore giusto”.
Sghignazzando e pronto ad uscirsene con qualche battuta in stile vecchia commedia irlandese, si bloccò. August non era l'unico che aveva cercato di contattarlo. Aveva ricevuto diversi SMS, chiamate e anche un messaggio vocale da Jefferson.
Cazzo, anche Gold l’aveva chiamato.
Si alzò preoccupato del fatto che fosse accaduto qualcosa di terribile. Si grattò la testa mentre chiamava August, visto che era l' ultimo che aveva cercato di mettersi in contatto con lui.
Killian iniziò a scavare nei suoi cassetti alla ricerca di una pillola per il mal di testa. Entrando in cucina, finalmente trovò un paio di aspirine che si trovavano nel pensile. Stava riempiendo un bicchiere d'acqua quando il suo amico finalmente rispose.
“Farai bene ad avere una spiegazione".
Killian sorrise "Non preoccuparti, non ha significato nulla per me - sei sempre al primo posto nel mio cuore".
Lo sentì ridacchiare dall’altro capo del telefono "Non voglio nemmeno sentirlo. Sai cosa voglio dire".
"In realtà no. Che diavolo sta succedendo? Qualcuno ha appiccato un incendio allo studio? Qualcuno ha cercato di nuovo di rimorchiare Belle e Gold sta incolpando me?".
Killian non era sicuro di come lo sapesse, ma il sospiro che uscì dalle labbra del suo compagno era uno di quelli che avrebbe potuto effettivamente tradurre in parole. Certo, la solita frase 'Sei un idiota e non so come devo fare con te'. Ma questo fu uno di quelli davvero preoccupanti. Uno di quelli! Uno che dice 'Sei fregato. Questa volta era davvero importante'.
"Killian, non ti sei presentato all’intervista".
Oh.Cazzo.
Lasciò cadere la testa sul bancone e gemette. Oddio... Gold gli avrebbe tagliato le palle questa volta. Come aveva fatto a dimenticarlo? Erano settimane che non facevano altro che ricordarglielo.
"Sei ancora lì?".
Sospirò. "Sì, sono ancora qui”.
"Faresti meglio a portare qui il tuo culo dispiaciuto il prima possibile. Stiamo tutti aspettando te".
Cercò di smorzare "Ti prego, promettimi che ci sarà uno striscione per un Intervento quando arriverò?".
"Non mi farei vedere da Jefferson se fossi in te – è andato fuori di testa, dovrai vedertela con lui, in realtà…dovrai vedertela con tutti noi.... ".
"Ci vediamo là, amico"
Fece cadere il telefono accanto al bicchiere d’acqua che non aveva nemmeno toccato, Killian si strofinò il viso e un sorriso amaro lasciò le sue labbra. Era ovvio che Jefferson aveva dato di matto. Non poteva biasimarlo - aveva incasinato tutto. Ancora una volta.
Avrebbe dovuto parlare con tutti loro. La sua band. Il suo manager. I suoi migliori amici. La sua famiglia.
Mentre stava prendendo una camicia pulita e un paio di jeans, i suoi occhi si posarono su una delle riviste di quel mese, sulla quale il logo della sua band era impresso in copertina, qualche stupida frase che aveva rilasciato durante qualche intervista : The Lost Boys. Qualcuno avrebbe potuto dire che era il materiale top del mese, ma il signor Gold aveva fatto in modo che non fosse il caso : avevano combattuto duramente per arrivare dove erano e se una cosa era vera su Gold, era che gli piaceva mantenere il suo potere. Ahimè, aveva assicurato che loro non erano uno di quei gruppi rock che avrebbero finito per sciogliersi dopo un paio di anni di fama alle stelle e a caccia di ogni ragazza adolescente del pianeta. Questo non era il suo piano. E fece in modo che tutto andasse esattamente come aveva programmato.
L’aveva conosciuto quando il suo amico Jefferson gli disse che era interessato a lui. Entrambi suonavano ogni tanto in alcuni pub un pò squallidi - "un concerto è un concerto” come diceva sempre il suo compagno quando lui storceva il naso davanti alle discutibili condizioni igieniche dei luoghi dove talvolta andavano a suonare - e se erano fortunati, in un paio di club più noti. Killian non era molto convinto di volerlo conoscere a dire il vero, ma si fidava di Jefferson, e chi poteva dire che quest’uomo non avrebbe rappresentato l'occasione che avevano sempre sognato? Era cresciuto immaginandosi in grandi stadi, mentre dava la sua anima ad un pubblico in delirio che conosceva a memoria i suoi testi. Si era trasferito dall'Irlanda a Los Angeles per realizzare quel sogno, bussando da una porta all'altra per cercare di ottenere un contratto con qualsiasi etichetta discografica disponibile. Chi avrebbe mai immaginato che ci sarebbero stati migliaia di altri aspiranti artisti là fuori?
Avrebbe dovuto sapere che doveva rivolgersi all’uomo dei contratti: Mr. Gold.
In qualunque modo lui potesse apparire nel suo vestito elegante e con i suoi occhi penetranti, quel tipo era un vero squalo, un predatore col bastone. Poteva vedere il potenziale di tutto e tutti e lavorava  per il suo vantaggio in qualsiasi modo ritenesse opportuno. Ciò che vide in Killian quando lo incontrò per la prima volta, non ha mai avuto modo di saperlo - avrebbe dato la sua mano sinistra per scoprirlo. Fecero un paio di incontri e di audizioni, incontrò il resto dei compagni della band, che non aveva mai visto, discussero i diversi approcci e le possibilità di come la sua musica e l'immagine sarebbero dovute andare e fece la sua proposta finale. I Lost Boys erano nati.
Killian non era troppo sicuro di tutta la faccenda della band: aveva sempre avuto un legame con la musica profondamente personale, troppo intimo per condividerlo con qualcuno. Gold  gli mostrò come la band gli avrebbe giovato - a tutti loro, naturalmente - e  tutti furono d'accordo: non erano una boy band. Non erano i Backstreet Boys. Loro non ballavano, non cantavano tutti -  lui era il leader, loro erano i suoi compagni, anche se non erano le sue puttane. Erano la sua metà. La sua metà migliore, ora che aveva il coraggio di ammetterlo.
Inoltre, come Gold aveva crudelmente sottolineato - cinque ragazzi con delle belle facce non avrebbero guastato per conquistare il pubblico femminile.
Mentre stava andando allo studio, dove avevano luogo tutti i loro “discorsi seri' , si chiese cosa sarebbe successo da lì a poco – anche la possibilità che avrebbero potuto cacciarlo a calci dalla band. Deglutì. Era stato troppo in giro. Quei primi anni erano stati i migliori della sua vita: erano stati duri, naturalmente non era stato tutto rose e fiori - avevano combattuto con le unghie e con i denti per raggiungere il livello a cui erano oggi. Notti interminabili di scrittura, litigi tra di loro, un paio di spaventi qua e là per dei problemi con la voce e l'ansia paralizzante di credere che non ce l’avrebbero mai fatta.
Il pensiero lo faceva quasi ridere adesso.
I Lost Boys erano destinati a crescere. Adesso lo sapeva. Erano passati da " inarrestabili ” a " grandi promesse", e anche alcuni esilaranti nonsense che Filippo aveva trovato on-line, dove ognuno di loro della band rappresentava un personaggio delle fiabe. Era stato epico. Sorrideva ancora come un idiota ricordando le risate che quell’articolo aveva generato. Ah , le ragazze ... le dolci fans. Cosa avrebbero fatto senza di loro?
Erano principi affascinanti o no, Killian non avrebbe desiderato altri cavalieri in battaglia se non Filippo, August, Jefferson e Victor . Avevano combattuto con coraggio sulla loro strada: giornalisti arrabbiati , paparazzi, risse nei club, assalti da parte dei media - tutto quello che si poteva affrontare nel mondo dello show business .
Erano i Lost Boys, gli orfani che si erano  trovati a vicenda e che avevano intenzione di agire come ragazzi e andare incontro all’avventura fino alla fine dei tempi.
E quale modo migliore per non crescere se non avere una band?
Lasciò la sua auto accanto alla moto di August - sul serio, poteva permettersi l’ultima Hurley uscita sul mercato e andava ancora in giro con quello schifo, che cosa passava per la testa di quel ragazzo? – si avviò per entrare nel palazzo, strizzando gli occhi furiosamente nel momento in cui il sole di mezzogiorno colpì il suo volto. Vide Belle, la moglie di Gold, seduta al suo posto all’ingresso circondata da una tonnellata di carta, alla disperata ricerca di qualcosa. Lui le si avvicinò furtivamente da dietro per non spaventarla e le mise le mani sugli occhi: " Amico o nemico? " sussurrò fingendo un accento ridicolo .
" Killian Jones, se stai cercando di risollevarmi con un pò di umorismo dopo quello che è successo questa mattina, ti chiuderò nell’ascensore per una settimana" esclamò togliendosi dai capelli gli occhiali che indossava quando leggeva – cosa che faceva per la maggior parte del suo tempo. Accidenti, quella donna portava sempre con se un libro o due nella borsa. A Killian era sempre piaciuto scherzare su come Belle fosse la persona a cui fosse più semplice fare dei regali in tutto il pianeta: bastava portarle un qualsiasi tipo di documento stampato e lei diventava come creta nelle tue mani.
La baciò sulla guancia e sospirò "Così male, eh?"
"Ho paura di si Killian, cosa ti è venuto in mente? Sapevi che era una cosa veramente importante, ne abbiamo parlato per mesi! Non posso assicurarti che vi daranno un'altra intervista, ho dovuto farmi il culo per prendere accordi con questo tipo – sai che il tuo fascino non fa effetto su tutti ed era un favore da collega solo per VOI, non hai nemmeno voglia di sapere quanto Rumple è ... ".
Beh, questo non aiutava le cose. Belle era uno dei giornalisti musicali più rispettati là fuori e aveva sempre cercato di mettere una buona parola per loro, ogni volta che incontrava i colleghi e i pezzi grossi del settore. E non lo faceva solo per amore del marito - era profondamente affezionata a tutti loro. Le piaceva comportarsi un po’ come la loro madre adottiva, abbracciandoli ogni volta che correvano da lei, portando loro il pranzo take-away durante i lunghi giorni di registrazione, ricordando i compleanni di ciascuno di loro e rimboccandogli le coperte quando qualcuno di loro si addormentava sul divano dello studio.
Cazzo, adesso si sentiva davvero uno stronzo.
" . . . Ehi, Bells! Ehi… lo so. Mi sento di merda  davvero non so a cosa stavo pensando, lo giuro - . . . Ho dimenticato che era oggi".
"Sì, sono sicura che è così. Scommetto che la notte scorsa eri così ubriaco da non ricordare nemmeno il tuo nome". Disse, guardandolo in volto. Si mise le mani sul viso e si alzò, spingendolo lungo il corridoio e verso la porta della stanza dove il resto dell’Inquisizione lo attendeva con un paio di torce e un rituale voodoo pronto per lui.
" Andiamo. E’ tempo di affrontare la musica" sussurrò mentre apriva la porta.
"Quando non lo faccio? " mormorò facendo l’ultimo passo. Vide Gold  parlare in sussurri sommessi al telefono in un angolo della stanza. Cosa per niente positiva. Filippo era seduto sul divano accanto ad August, suonando tranquillamente un brano a caso con la sua chitarra. Al centro della stanza sedeva Jefferson, che giocava a carte da solo - portava sempre un mazzo di carte con se, diceva che i trucchi di magia attirano l’attenzione  delle signore (cosa che il ragazzo diceva quando voleva scherzare, non usciva con una ragazza da quando sua moglie era morta alcuni anni fa). Killian lo sapeva, infatti li aveva imparati per amore di Grace. Quello che non sapeva era come faceva il suo compagno a non capire che la sua bambina avrebbe gioito di qualsiasi cosa lui avesse fatto per lei. Non poteva negare che lo adorava . E lei era la sua pupilla.
Victor fumava in un angolo, facendo delle forme con il fumo che usciva dalle sue labbra. Uh oh. Non doveva andare per niente bene se stava fumando.
Cadeva nel suo 'peccato di piacere ' come amava chiamarlo, solo quando era arrabbiato o molto nervoso per qualcosa. Avrebbe scommesso sulla prima opzione.
August fu il primo ad accorgersi di lui. Lo salutò e aprì le braccia. "Se non è lui il nostro figliol prodigo" scherzò.
Alzò gli occhi " Dov'è lo striscione per il mio nuovo Intervento?"
"Sei uno stronzo. Non hai bisogno di un Intervento. Hai bisogno di un nuovo cervello. Ed un fegato nuovo, già che ci siamo, ne sono sicuro".
"Il mio fegato sta bene, vi ringrazio per la vostra preoccupazione. E perché avrei bisogno di un nuovo cervello?".
"Per imparare a leggere correttamente un cazzo di calendario, forse?"  Jefferson aggiunse dal suo posto, senza nemmeno preoccuparsi di guardarlo.
Ouch.
"Basta!" Killian sussultò dentro di se, notando il tono freddo che Gold aveva usato. Il suo manager si avvicinò al tavolo e fece cenno a tutti loro di sedersi intorno ad esso. Era nei guai…bene. "Jones, siediti. Dobbiamo parlare".
" Ed ecco il mio Intervento. Sapevo che sarebbe accaduto".
Filippo emise un sospiro esasperato "Killian, per l'amor di Dio, vuoi stare zitto?".
"Ah, ma se fossi stato in silenzio, la band non sarebbe esistita, adesso dovrei stare zitto?".
"Jones. Siediti. Adesso".
Tutti riuniti intorno al tavolo guardavano Gold, in attesa della scenata che erano sicuri si sarebbe scatenata. Si strofinò le tempie come se gli facessero male e infine posò gli occhi su Killian "Dove diavolo eri questa mattina??? E spero che tu abbia una scusa migliore di 'un coccodrillo ha mangiato la mia sveglia' . L’hai usata già troppe volte Jones, e io non sono in vena di scherzi. Oggi l’hai fatta davvero troppo grossa".
Esalando un respiro profondo, alzò la testa e guardò il suo manager negli occhi . "Lo so. Mi dispiace. Non so davvero come ho potuto dimenticarmene. Non succederà di nuovo".
"Dannazione! Certo che non accadrà di nuovo o saremo tutti in mezzo alla strada entro la fine dell'anno" Gold ringhiò tra i denti.
"Ti ho già detto che mi dispiace - aspetta , cosa ha a che fare questa intervista con tutto ciò?". Girò di scatto la testa, non sapeva se aveva sentito bene. Accidenti, era una cosa così maledettamente importante che sarebbe costato il loro futuro? Non riusciva a capire come potesse essere così. Perchè non potevano continuare a scrivere la loro musica e vendere le copie dei loro dischi come fossero ciambelle?
Gold lasciò il suo posto e si diresse verso l'angolo dove aveva la sua valigetta. La portò con sé al tavolo, non la aprì finché non raggiunse nuovamente il suo posto. Tirò fuori un paio di riviste e il suo computer portatile. "Non sei stato te stesso in questi ultimi mesi Jones, non so cosa ti stia succedendo ultimamente, ma la situazione ti sta sfuggendo di mano. Voglio dire, che cosa ti sta succedendo?". Non riuscì a capire quello che stesse dicendo il vecchio fin quando non vide alcune delle immagini e i titoli in copertina. Cazzo, era lui? Dove erano state scattate?
Killian non era nuovo ad incontri da ubriaco con i paparazzi, ma mio Dio, queste erano assolutamente indecenti. Uno dei titoli lo fece rabbrividire - "Killian Jones ha perso la sua polvere di fata?" seguito da una foto con lui accasciato in un club, con un drink in mano e la fronte sudata e l’espressione del viso devastata.
Chiuse gli occhi. Questo non andava bene. Niente affatto.
Alzò lo sguardo e vide i suoi amici che lo fissavano, con gli sguardi che stavano passando da preoccupati ad incazzati. August gli batté una mano sulla spalla e prese la rivista che stava sfogliando, mentre Gold continuava ad inveire continuando ad elencare tutti i tipi di merda che i media stavano sputando su di loro dopo "il momento difficile" che aveva colpito Killian pochi mesi fa. Lasciò cadere il viso tra le mani. Non voleva affrontarlo.
Non voleva pensare a questo in quel momento.
Fortunatamente Filippo, Dio benedica la sua anima pura, interruppe Gold a metà del suo sproloquio "Gold, non credo che rischiamo di ripetere tutto. Killian ha bisogno di qualcuno che lo ascolti, ma non lo aiuteremo solo sedendoci intorno ad un tavolo e incolpandolo di tutto. Sappiamo che saremo tutti fottuti se le cose continueranno ad andare così - adesso dovremmo discutere cosa fare da adesso in poi, giusto? ".
Il silenzio cadde nella stanza. Victor parlò per la prima volta da quando Killian era arrivato "Sono d'accordo. Però prima vorrei chiedere definitivamente a Jones di non compromettere più le cose per l’ennesima volta".
Tutti gli occhi furono di nuovo su di lui, deglutì e annuì. Mentre la maggior parte di loro sembrava tranquillizzata dal gesto, Jefferson lo guardò con gli occhi socchiusi "O forse dovremmo scoprire cosa diavolo lo perseguita in questi giorni, tirandolo fuori da questo fottuto incubo in cui ci ha trascinato".
Killian fu combattuto tra lodare il suo compagno per il suo bel discorso o dargli un pugno in faccia. Non aveva bisogno di questo. Non oggi. "Chiudi il becco Jeff, o giuro che ti prendo a pugni in un modo tale che nemmeno Grace sarà in grado di riconoscere il volto del suo papà".
"Ragazzi... " Gold batté le mani come se fosse un insegnante di scuola materna che cerca di richiamare l’attenzione
" ... smettetela! Filippo ha ragione Jones, un tuo errore… il nostro destino. Capito? Quindi abbiamo bisogno di risolvere questo problema e presto o anche il miglior disco che si possa  registrare, non ci salverà. Capisci come i fan possono vedere tutto questo, giusto? Come i media possono manipolare qualsiasi cosa e tutto quello che fai, trasformandolo in qualcosa che non possiamo gestire? E' come un mostro che si alimenta con le vostre vite e la loro vendita al mondo. Può non essere giusto, ma è così che funziona. Adesso: dobbiamo limitare i danni".
"Dobbiamo tornare di nuovo nelle grazie dei media - dobbiamo dimostrare che Jones non è in una missione di autodistruzione o qualcosa del genere" lanciò uno sguardo nella sua direzione per vedere se aveva intenzione di contraddirlo. Non lo fece. "Allora. Se la mia povera moglie riesce a riprogrammare quella maledetta intervista o se riesce a trovare qualsiasi altra povera anima disposta ad affrontare voi cinque bastardi, lo dovrete fare, ovviamente pronti ad affascinare chiunque incontrerete sulla vostra strada".
"Beh, non credo che avremo problemi per questo" Victor mormorò sottovoce con un piccolo sorriso. Questo era proprio da lui. Humor nero.
"Non così in fretta, cari. I danni hanno bisogno di avere immediate misure di controllo. Visto che abbiamo perso un po' del nostro tocco in questi ultimi mesi, abbiamo bisogno di agire subito. Quindi, al fine di mostrare come il nostro affascinante frontman è stato recuperato, dobbiamo partecipare tutti a questa bella serata di gala alla quale siamo stati invitati. Ora ascoltate: non voglio sorprese, non voglio risse, qualsiasi tipo di comportamento da ubriaco, parole scomposte o voci alte, mi avete sentito…? Vi squoio vivi se qualcosa va storto". Gold sollevò un dito minaccioso contro di loro.
Jefferson alzò lo sguardo indignato"Woah woah - perché stai facendo il bullo con tutti noi se è Killian l’unico di cui dovresti essere preoccupato?".
"Sì amico, perché tu non sei noto per fare a botte ogni volta che bevi un paio di drink più del solito, giusto?" Killian sorrise al suo amico, guadagnandosi un'occhiataccia.
"Allora, dove e quando avrà luogo questa serata di gala?" August sembrava già stanco di questa storia. Killian sapeva che non era appassionato di feste e attenzioni, anche se sembrava divertirsi una volta lì. Era più un tipo da sto-a-casa-a-fare-qualche-lavoro-con-mio- padre, anche se non si sarebbe mai detto, dato che ogni volta che si metteva alla tastiera rendeva magica ognuna delle loro canzoni.
"Domani sera, all'Hotel Savoy. Ore 20:00. Niente scuse. Ci vediamo lì tutti eleganti e pronti a risorgere o almeno così spero, Dio mi aiuti se siamo nei guai".
Il vecchio prese il suo bastone e la sua valigetta e infine lasciò la stanza senza guardare verso di loro, sapendo che erano tutti troppo storditi per provare anche solo a lamentarsi di qualcosa. Tutti respirarono con sollievo quando i suoi passi divennero un debole rumore in lontananza e ridacchiarono un po’.
Filippo diede a Killian un colpo sulla schiena "Allora... adesso hai intenzione di dirci cosa hai fatto veramente la notte scorsa?".
" O chi". Il sopracciglio di Victor si alzò e gli fece un occhilono. Ridendo.
"Signore, sapete che io non bacio e non racconto. Lasciate che un uomo abbia i suoi segreti".
Tutti alzarono gli occhi al cielo, come facevano sempre. Questo era quello che erano. Era il modo in cui gli piaceva stare insieme. Non dovevano mettere in scena nulla per chiunque altro lì dentro.
"Non rovinerai tutto domani, vero?". Gli occhi di August trafissero i suoi per un momento.
Killian aveva capito. Sapeva che le cose dovevano cambiare. Non avrebbe continuato a sguazzare nella miseria dopo quello che era successo - non poteva. La loro reputazione era già stata rovinata abbastanza a causa sua. Aveva lasciato che la sua vita privata entrasse in conflitto con quella professionale - e l’aveva compromessa, era una cosa che non poteva più ignorare. Non avrebbe lasciato andare oltre tutto ciò. Anche se non sapeva ancora come avrebbe fatto per ripartire.
Eppure. Anche se i suoi compagni avrebbero già dovuto saperlo. "Non lo farò".



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Ciao a tutti!!
Questa è la prima volta che mi cimento in una traduzione così lunga, spero che nel corso degli aggiornamenti, che cercherò di fare su base quotidiana, avrete modo di innamorarvi dei Lost Boys e di tutti gli altri protagonisti della storia.
Come dicevo, questa è la traduzione di una fanfiction di niniadepepa (qui potete trovare l'originale https://www.fanfiction.net/s/8975354/1/The-Lost-Boys ) che è stata così gentile da concedermi l'autorizzazione a tradurre e pubblicare la storia.
Purtroppo nei giorni passati ho avuto problemi con i capitoli e ho dovuto ricaricarli tutti dal 1° al 10°, spero che adesso sia tutto risolto.
Approfitto dell'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito e aggiunto la storia tra i preferiti e se invece hai appena iniziato a leggere le avventure dei Lost Boys non mi resta che augurarti buona lettura :D
  
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