Anime & Manga > BeyBlade
Ricorda la storia  |       
Autore: Kaiyoko Hyorin    20/08/2014    5 recensioni
[Estratto dal primo capitolo]
Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
“P-perché mi fissa in quel modo?!”
[Fine Estratto]
Era iniziato come un lavoretto di revisione e invece mi sono ritrovata a stravolgere completamente la trama, creando qualcosa di nuovo ed inaspettato! Ad oggi è l'opera più lunga che abbia scritto e spero che il risultato sia valso lo sforzo, augurandomi che risulti comunque una lettura gradevole, a prescindere! Vi auguro una buona lettura!
Attenzione: aggiunto OOC per il cambiamento caratteriale a cui i personaggi vanno incontro nel corso dell'intera storia, in accordo con la trama, senza comunque arrivare ad uno "stravolgimento" nel vero senso della parola; quindi non spaventatevi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Unione d'affari'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



1. Una misteriosa riunione


Era una giornata come tutte le altre alla villa Hiwatari...
Come al solito, Kei non si trovava da nessuna parte ed il maggiordomo era in crisi, perché non sapeva cosa avrebbe detto di lì a poco al sig. Hiwatari, quando sarebbe tornato a casa. Ormai era questione di minuti.
Ironia della sorte, proprio in quel momento, la limousine del proprietario dell'Organizzazione Hiwatari e padre di Kei (ereditò la società dopo la morte del nonno, avvenuta per mezzo di un infarto), fece il suo ingresso dal cancello e percorse velocemente il viale, prima di frenare dolcemente innanzi al portone della sontuosa dimora. Quando il padrone scese dall'auto, il maggiordomo era già in principio di una crisi di nervi e sudava freddo, a causa del timore di una sua reazione alle nuove di cui doveva informarlo.
– B..Buonasera, signor Hiwatari – Balbettò l'anziano, rivolto ad un uomo di mezza età, dai capelli brizzolati e l'espressione austera, molto incline al cipiglio tipico anche del figlio.
– Salve, anche oggi Kei non si trova? – Volle sapere l'uomo, rivolgendosi all'altro in tono inespressivo; evidentemente aveva notato l'ormai consueto comportamento del maggiordomo.
– Sono desolato, signore... nonostante abbia preso tutte le precauzioni, è riuscito di nuovo a scappare – La sua mortificazione in quel tono di voce era tangibile, come ogni volta.
– Non ti preoccupare, non è stata colpa tua – Fece l'altro, passando oltre ed entrando nell'ampio ingresso, non senza suscitare un principio di stupore nel capo della servitù. Non era cosa da tutti i giorni che il Signor Hiwatari soprassedesse alla mancanza di disciplina del primogenito.
Facendosi togliere il cappotto, ciò che in realtà questi stava pensando era fonte di preoccupazioni ben più pressanti, a discapito della mancanza di emozioni dimostrata: "Devo trovare il modo di rendere mio figlio più responsabile... un giorno dovrà ereditare l'organizzazione e deve capire che non può sottrarsi ai suoi doveri."
Era ancora intento a camminare verso il proprio studio, dando ordine che venisse preparata la cena, quando improvvisamente gli venne in mente l'appunto che gli era stato reso noto di una società rivale, i cui sviluppi sul mercato gli erano stati resi noti quello stesso mattino. Si trattava di un'organizzazione in rapido sviluppo, che si stava espandendo in tutto il paese e che presto si sarebbe rivelata una pericolosa rivale, se non avesse trovato il modo di renderla inoffensiva... oppure, ancora meglio, rilevarla e inglobarla nella propria.
"Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?! Ho la possibilità di prendere due piccioni con una fava!" Pensò ad un tratto, illuminandosi e complimentandosi mentalmente con sé stesso. Scrisse una veloce lettera e la fece spedire all'organizzazione in questione, nota come la Natsuki Corporation...
Se le cose andavano come dovevano, avrebbe potuto godersi un tranquillo pensionamento anticipato.


– Su Yukiko, scendi! Dobbiamo andare – La incitò sua madre, aggirandosi per il piano terra come una fiera in gabbia, alla ricerca delle chiavi dell'auto parcheggiata davanti casa.
– Sì, arrivo! Ma mi vuoi dire perché ci devo venire anch'io a questa benedetta riunione? – Rispose la ragazza con una certa enfasi, scendendo le scale – ..e soprattutto perché mi sono dovuta vestire così?!
– Andiamo, stai benissimo! E poi non è la prima riunione a cui partecipi, perciò sai perfettamente quanto è necessaria la tua presenza: un giorno erediterai il mio posto alla N.C. e voglio che i nostri soci in affari imparino subito a vederti come un futuro capo degno di guidarli. Ormai hai l'età giusta – Le disse la madre, guardandola avvicinarsi ad un basso tavolino del salotto e raccogliere il mazzo di chiavi che stava cercando. Quando gliele porse la donna la ringraziò spiccia e si avviò.
– Ma perché per forza il vestito da cerimonia?! Non potevo mettermi qualcosa di meno... meno ingessato? I pantaloni bianchi? Neanche quelli mi stanno male – Protestò la ragazza, seguendo la madre fuori di casa.
– Smetti di lamentarti e sbrigati, che siamo in ritardo! – La redarguì allora lei, caricando l’ultima enorme valigia nel portabagagli.
– Dimmi almeno il perché di tutte queste valigie – Tentò Yukiko, spazientita.
– Perché alloggeremo in un albergo per un paio di giorni – Le rispose la madre contenendo l'esasperazione nel tono di voce, per nulla convincente: c'erano abbastanza bagagli da farle star via un intero mese. La donna tuttavia non voleva che la figlia sapesse adesso la verità, non prima che non fosse stata più in grado di svignarsela. La conosceva troppo bene.
– E allora come mai vedo solo la mia roba? – Insistette la ragazza, giustamente scettica, con le mani sui fianchi.
– Oh, basta con tutte queste storie! Ti verrà spiegato tutto a tempo debito. – Sbottò alla fine, salendo in auto e girando la chiave nel quadrante. L'auto rispose bene, avviando il motore con un basso rombo piuttosto vivace per una semplice utilitaria.


C’era una strana atmosfera nell'immensa dimora, quasi pesante, e Kei l'avvertiva piuttosto bene. Abituato com’era a notare ogni più piccolo cambiamento nello spazio circostante aveva subito notato, appena messo piede fuori dalla sua stanza, che c’era molta agitazione da parte della servitù. Quando arrivò in fondo alle scale comprese parte della causa di tanto trambusto: suo padre era rimasto a casa.
Che ci fa mio padre qui? Non dovrebbe essere già al lavoro?” Si chiese, osservandolo venirgli incontro con un insolito sorriso.
– Kei, non sei ancora pronto? William, per favore occupatene tu, fagli mettere qualcosa di appropriato, stiamo facendo tardi per la riunione! – esordì il capofamiglia, richiamando il maggiordomo.
– Riunione? – ripeté Kei, piuttosto confuso e contrariato.
– Sì figliolo, come mio futuro erede è necessaria la tua presenza. Si tratta di una riunione importante che deciderà le sorti non solo dell'azienda Hiwatari ma anche di una sua diretta concorrente.
– E perché sarebbe necessaria la mia presenza? Non puoi occupartene tu? – cercò di rispondere nel frattempo il dranzerblader, mentre un paio di uomini della servitù si ostinavano a girargli intorno con il cambio d'abiti in mano.
– No – risposta secca e lapidaria, degna di suo padre, il quale non si sprecò a dargli ulteriori spiegazioni.
A Kei non rimase altro da fare se non ubbidire, senza tuttavia riuscire a farsi passare la venuzza pulsante sul lato della tempia destra.


Yukiko varcò la porta in vetro opaco della sala delle riunioni alla Natsuki Corp. con in volto stampata un'espressione del tutto neutra. Durante il viaggio in auto non era più riuscita a estorcere una sola informazione a sua madre, che si era barricata dietro un ostinato silenzio retto con la scusa che doveva concentrarsi sulla guida.
Così alla giovane non era rimasto altro da fare se non infilarsi le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie e avviare la playlist dal punto in cui questa era stata interrotta l'ultima volta, accantonando i propri pensieri in favore delle note di One last standing.
Stava ancora ripercorrendone i versi a mente, mentre prendeva posto accanto alla sedia di sua madre.
– Molti di voi già la conoscono: questa è mia figlia Yukiko, che oggi presenzierà con noi e prenderà parte alle decisioni che discuteremo sul futuro della N.C.
Gli uomini seduti intorno al tavolo, vestiti rigorosamente in giacca e cravatta, scambiarono qualche cenno e parola d'assenso e chi già l'aveva vista ad alcune delle riunioni precedenti le rivolse anche un cenno di saluto, che la futura presidentessa ricambiò con un educato sorriso di facciata.
La madre di Yukiko fece seguire una pausa di silenzio durante la quale lanciò uno sguardo alla porta d'ingresso e soltanto a quel punto la ragazza si rese effettivamente conto delle cinque sedie vuote dall'altro lato del tavolo.
– Chi stiamo aspettando? – le chiese, interrogativa.
La signora Natsuki stava per risponderle quando la porta si aprì di nuovo, calamitando l'attenzione dei presenti nella stanza. Quando Yukiko posò lo sguardo sui nuovi arrivati, si ritrovò a spalancarlo mentre ogni muscolo del suo corpo si irrigidiva.
Quello era il presidente dell'Organizzazione Hiwatari, i loro principali concorrenti! Che cos'erano venuti a fare?
Un movimento con la coda dell'occhio le rivelò che sua madre si era alzata per dar loro il benvenuto e un istante dopo entrò anche l'ultimo della fila, che si lasciò chiudere la porta alle spalle senza nemmeno toccarla.
Per una seconda volta, la giovane si ritrovò a spalancare gli occhi, impietrita sul posto, in uno stato confusionale che rasentava lo shock.
– Ben arrivati signori, vi stavamo aspettando.
– Le mie scuse per il ritardo.
– Oh non si preoccupi, signor Hiwatari. Per noi è un piacere presenziare a questo incontro. Prego, prendete pure posto – li invitò la presidentessa della N.C., indicando loro i posti liberi. Il signor Hiwatari ringraziò e prese posto di fronte a lei, mentre al suo fianco fece cenno a suo figlio, che con aria imperturbabile eseguì senza una sola parola.
– Questo è mio figlio, Kei Hiwatari, erede dell'organizzazione omonima – lo presentò suo padre.
Il diretto interessato non reagì in alcun modo e la signora Natsuki beneficiò i nuovi arrivati della presentazione dei presenti. Quando presentò Yukiko, la ragazza si riscosse e sussultò appena, ricordandosi del luogo in cui era e dell'occasione che l'aveva portata lì. Si alzò di scatto, tradendo in quel modo un'agitazione che l'aveva colta sin dal momento in cui aveva riconosciuto uno dei blader più popolari del Giappone varcare quella soglia e si ritrovò ad arrossire vistosamente mentre eseguiva un inchino formale.
Rimettendosi seduta scoccò di sottecchi uno sguardo al ragazzo in questione: era vestito di un paio di pantaloni neri ed una camicia dello stesso colore, in parte slacciata sul davanti, un aspetto che gli dava un'aria alquanto ribelle in quell'occasione. Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
P-perché mi fissa in quel modo?!


– Lei è mia figlia Yukiko.
A quelle parole la ragazza in questione sembrò cadere dalle nuvole perché si alzò di scatto dalla sedia e si piegò in avanti in un inchino impacciato.
Kei posò per la prima volta il suo sguardo su di lei, notandone l'aria nervosa in ogni suo movimento, cosa che gli fece inarcare appena un sopracciglio.
Era una ragazza dai lunghi capelli corvini, le cui punte sfumavano in un porpora acceso, di pelle chiara e lineamenti abbastanza delicati pressoché privi di trucco. Stimando ad occhio un'altezza nella media, ella indossava un tailleur blu scuro, la cui giacca era stata appesa allo schienale della sedia e permetteva alla camicia bianca di avvolgerle il busto con leggerezza, i primi due bottoni slacciati a lasciare intravedere una catenina dorata. Sembrava abbastanza carina.
Tuttavia, la cosa che lo fece bloccare momentaneamente furono i suoi occhi: di un chiaro verde smeraldo, limpidi, tremendamente espressivi. Incrociandoli per quella manciata di istanti Kei si rese immediatamente conto di essere la fonte di tanto nervosismo da parte della mora, cosa che lo incuriosì e lo indispettì al tempo stesso.
Erano ormai anni che non compariva più in televisione in occasione di eventi riguardanti i Beyblade, ma questo non vuol dire che avesse perso tutta la sua popolarità. Non che essere lasciato in pace gli dispiacesse, a dirla tutta.
– Ora che ci siamo tutti, possiamo iniziare questa riunione – esordì la voce della presidentessa della Natsuki Corporation, facendosi strada fra le sue riflessioni e guadagnandosi l'attenzione di tutti – Quest'oggi siamo qui riuniti per discutere dell'offerta del qui presente signor Hiwatari di unire le nostre rispettive aziende.
Kei non riuscì in alcun modo ad evitare ad un sopracciglio di scattare verso l'alto, ma la reazione della futura erede della N.C. fu più incisiva perché oltre a sgranare gli occhi chiari, spalancò la bocca in un modo tale da fargli credere che le sarebbe caduta la mascella sul tavolo.
– La Hiwatari ha offerto un'ingente somma per rilevare la nostra azienda – proseguì intanto lei senza badare alla figlia – ma, come già discusso per telefono, le ho già detto che la N.C. rappresenta non solo il duro lavoro del mio defunto marito, ma anche il futuro di mia figlia e per questo non posso accettare la vostra offerta.
– Rammento bene le vostre parole, presidentessa Natsuki – rispose l'uomo in questione con uno dei suoi sorrisi affabili da uomo d'affari. Uno di quei sorrisi che facevano storcere interiormente le labbra a Kei in una smorfia – ma le assicuro che nessuno dei due verrà messo da parte nel progetto che ho in mente.
– Sinceramente non vedo come potrebbe essere possibile, presidente – ribatté lei con altrettanta affabilità – Ho timore che se venissimo rilevati da un'importante azienda come la vostra, la N.C. finirebbe per perdere sé stessa.
– Questo non accadrà, perché ciò a cui stavo pensando è più un'affiliazione che una vera e propria rilevazione. È mio interesse mantenere la prosperità e l'identità della NC quali sono tutt'ora, senza modificare i ruoli che ricoprite all'interno della stessa se non di nome. Le garantisco che manterrebbe il suo posto al comando di questa nave, con la semplice differenza che farebbe poi riferimento a me per quanto riguarda la gestione delle pratiche burocratiche e le decisioni inerenti a variazioni di produzione e di personale. Inoltre sua figlia avrà la possibilità, qualora lo desideri, di succedere a lei dopo un periodo di praticantato presso la nostra sede ufficiale.
– Signor Hiwatari, lei mi sta dicendo che Yukiko sarà sfruttata da voi per dieci anni prima di ricoprire, se mai ci arriverà, un posto le cui soddisfazioni e la cui retribuzione non gioverebbero in alcun modo alla sua inesistente carriera all'interno di un'azienda che era destinata a lei..?
Quella domanda diretta, che alle orecchie di tutti parve più come un'affermazione, sembrò cogliere in contropiede persino il presidente, il quale tardò per una manciata di secondi a rispondere. Tempo sufficiente affinché sul volto della donna comparisse un sorriso più definito.
– Visto che siamo qui per discuterne, mi prendo la libertà di aggiungere una condizione alla sua proposta.
– Prego.
– Accetterò soltanto se verrà garantito a mia figlia un ruolo al vertice dell'azienda.
– Signora, come ho detto prima ella potrà prendere il suo post... – tentò di dire Hiwatari prima di venir interrotto.
– Non intendevo della N.C. Intendevo della Hiwatari.
Scese un silenzio talmente assoluto che Kei poté cogliere il rumore del traffico provenire dalle strade di Tokyo, molto più in basso.
– Ahah – suo padre si riscosse e drizzando un poco di più la schiena sembrò prenderla sull'ironico – Ma questo sarebbe possibile solo se entrasse nella famiglia Hiwatari.. – non finì nemmeno di completare quella frase che il tono gli si abbassò, in reazione al sorriso più ampio della signora Natsuki – Oh.
Quella donna faceva sul serio.
Lanciando un'occhiata fugace alla moretta sedutagli quasi di fronte, Kei la vide con lo sguardo fisso su sua madre, tanto spalancato da fargli credere che le sarebbero caduti gli occhi in grembo, mentre il suo viso si tingeva di una serie di sfumature diverse.
– Mh.. è sicura di ciò che mi sta proponendo? – la incalzò il presidente, con un tono tanto serio da far voltare anche Kei questa volta a fissarlo apertamente.
Non starà prendendo davvero in considerazione la cosa?!



...continua

[ANGOLO AUTRICE]
Bene, eccomi qui con il primo capitolo. Non nascondo che sono un po' emozionata perché è la prima Fanfic che pubblico su EFP e spero verrà un bel lavoretto. Ho pensato di riprendere in mano questa storia perché è molto tempo che l'avevo scritta e poi cancellata, insoddisfatta del mio operato di allora. Fatemi sapere se sono riuscita ad incuriosirvi un poco ^.* nel frattempo tenterò di rispolverare le mie conoscenze di html per dare una buona impaginazione al tutto! A presto!!
Passo e chiudo, dalla vostra
Kaiy-chan
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Kaiyoko Hyorin