Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LateNight_01    22/08/2014    1 recensioni
"-Tienimi stretta- disse lei. Lui la bació di nuovo, questa volta sulla guancia.
Era fredda come il ghiaccio"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Elsa guardó per un po' la sua bambina seduta accanto a lei. Si sentiva tesa e non aveva detto una parola da quando era in quella stanza, quasi che l'aria che si respirava lì la soffocasse. Kia, al contrario, aveva un leggero sorriso sul volto, come succede quando ti viene in mente qualcosa di bello. Dondolava le gambe facendo battere leggermente i piedi sul legno del letto, mentre le scarpette facevano un rumore sordo. Continuava a far vagare lo sguardo dalla porta, per poi voltarsi alla finestra, dalla quale non si vedeva nulla se non un piccolo spicchio di luna. Aveva una luce strana negli occhi, come se sapesse perfettamente come comportarsi, come se l'avesse giá fatto altre milioni di volte. Elsa non staccava lo sguardo da lei, quasi affascinata dall'autocontrollo della piccola, chiedendosi a cosa stesse pensando in quel momento di assoluto silenzio. Quel battere ritmico delle scarpette di Kia entró presto nella testa della regina come un rumore assordante. Si inumidì le labbra diventate ormai secche e gelide, e strinse forte con le mani la coperta, che si tramutó in ghiaccio alcuni istanti dopo. Molló rapidamente la presa e tenne leggermente sollevate le mani, guardandole impaurita. Se avesse perso il controllo adesso, sarebbe stata la fine. Il gesto della regina fu notato da sua figlia, che ormai non sorrideva piú, e aveva smesso anche di muovere i piedi. Cercó gli occhi celesti di sua madre come per tranquillizzarla. -Mamma, stai bene?-. Elsa si sentì profondamente sollevata dal fatto che Kia avesse rotto quello strano silenzio, e allo stesso tempo la sua vocina dolce le ricordó inevitabilmente quella di Anna, e fece un grosso sforzo per trattenere le lacrime che le pizzicavano gli angoli degli occhi. Si prese tempo per rispondere. -No, Kia...non sto tanto bene- disse, pentendosi un attimo dopo di quello che aveva appena detto. La piccola non rispose, saltó delicatamente giú dal letto allontanandosi di qualche metro. Quando si voltó, aveva un grosso sorriso che le illuminava il volto e la mano destra nascosta dietro la schiena. Appena vide l'espressione interrogativa della regina, prontamente tiró fuori una palla di neve e la scaglió contro di lei, colpendole la spalla. Aspettó un contrattacco da parte sua, ma la bionda non reagiva, e per alcuni secondi la bimba ebbe il terrore di averla fatta infuriare, piuttosto di averla tirata su. Si dovette ricredere quando sollevó il braccio e fece nascere dalle sue dita un'altra palla di neve con la quale la colpì sul petto. La neve morbida si infranse sulla rossa che rise. La madre la imitó, e finalmente si alzó anche lei dal letto, pronta a continuare quella battaglia. La piccola battè la scarpa sul pavimento della sua stanza, e si formó una leggera lastra di ghiaccio. Raccolse un po' di neve che era apparsa per terra e la buttó scompostamente sull'altra, Elsa ricambió, ma sua figlia la schivó prontamente spostandosi leggera sul ghiaccio, mentre i capelli rossi si sporcavano di bianco, come la sua vestaglia. Le loro risate erano l'unico suono che si sentiva in tutto il palazzo, a parte un altro che si avvicinava sempre di più a loro. Kia fece volteggiare tra loro le manine, stavolta quello che creó assomigliava di piú a un grosso fiocco di neve. Lo liberò nell'aria, esplose e fece una piccola nevicata che andó ad imbiancare le loro guance. La bionda ammirava a bocca aperta quello che Kia aveva creato. La figlia la raggiunse e le avvolse la vita col braccino, infondendole uno strano calore. Si scambiarono un'occhiata piena d'affetto, prima che Elsa la prese in braccio e la fece sedere sul letto sopra di lei. Rimasero ancora abbracciate in silenzio, ma questa volta il silenzio non era qualcosa di brutto. Questa volta sostituiva tutte le parole che si sarebbero volute dire. Elsa sussultó quando sentì qualcosa di caldo posarsi sulla sua spalla. Ci mise un po' per capire cosa fosse. Giró leggermente la testa e i suoi occhi di ghiaccio si incontrarono con un altro paio verdi brillanti. -Anna- sussurró. Kia sentì quel nome e scese veloce dal letto, senza voltarsi. Si mise contro il muro, visibilmente spaventata. In fondo aveva otto anni, e i bambini di otto anni hanno paura dei fantasmi. -Mamma!- la sua voce tremava, mentre si stringeva fra loro le braccia. Elsa fece per andare da lei, ma la figlia la allontanó: -Non toccarmi, oppure succederá anche a te! Stammi lontana!- quasi urló. La regina non riusciva a capire, e cercó Anna nella speranza che lei potesse fare qualcosa. Quell'eterna diciottenne le andó accanto e le prese la mano, provocandole un brivido. Il vestito che indossava era sempre lo stesso, lo stesso con il quale si era congelata dieci anni prima e si era vaporizzata nell'aria. I capelli rossi erano ancora stretti in un paio di trecce che le ricadevano sulle spalle. Solo il viso era cambiato, prima sempre sorridente e allegro e adesso con un'espressione che Elsa non aveva mai visto su di lei. Mista fra la paura, la tristezza e la speranza. Tenne ancora più stretta la sua mano semitrasparente, e intanto si avvicinó a Kia, accarezzandole dolcemente i capelli, mentre lei era ancora girata contro la parete. Non si mosse da quella posizione, ma la madre non si diede per vinta. -Kia, non avere paura- disse Anna, abbozzando un leggero sorriso. Anche il sorriso era rimasto uguale, e la bionda sorrise anche lei solo guardandola. La bambina rilassó le braccia lungo il corpo, decidendo che forse valeva la pena di tentare. -Su, girati- fece Elsa, prendendo la sua manina fredda. La piccola non rispose. -Va tutto bene?- continuó la mamma, un po' preoccupata. Finalmente la bimba parló, e le sue parole entrarono nei cuori delle sorelle come una lama appuntita. -Ho caldo...non è mai successo prima...- fece una pausa per deglutire -E se mi giro e non la vedo? Non tornerá mai piú-. Anna ed Elsa si guardarono con lo stesso sguardo. Non ci avevano pensato a questa possibilitá, ma era un rischio che dovevano correre. O ora, o mai. Questa volta fu la sorella minore a parlare -Kia, ascoltami, io lo so che hai paura, ti capisco. Hai paura che non andrá tutto esattamente come gli altri si aspettano, e hai paura che questo potrá deluderli. Ma io e tua madre ti vorremo sempre bene, qualunque cosa accada- I suoi occhi verdi diventarono lucidi -Noi siamo la tua famiglia-. La bambina rimase ancora un po' immobile, mentre mille domande le passavano per la mente. Le era scesa una piccola lacrima giù per la guancia, che si era congelata sulla sua pelle. Era vero, pensó, se ci avesse provato forse la zia sarebbe tornata, o forse no. Ma se non avesse nemmeno tentato l'unica certezza che le sarebbe rimasta sarebbe stata quella che non avrebbe mai conosciuto la ragazza di cui la madre le aveva parlato, quella ragazza cosí simile a lei, coraggiosa e dolce. Raccolse tutta la forza che aveva in sè, mentre si girava lentamente verso le due sorelle...
   
 
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