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Autore: MadLucy    22/08/2014    4 recensioni
{Peter/Wendy | perlopiù Disney!verse | fluffangst | flashfic | feels everywhere | future!hints}
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Cinque. Era l'unica persona al mondo capace di essere timida e civettuola allo stesso tempo. [...]
Sei. Ci teneva alle buone maniere: diceva sempre buonasera, per favore e grazie.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Pan, Wendy Darling
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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WendyPeter






Venti ragioni per cui Wendy gli mancava -ed una per cui non sarebbe tornato da lei.




Uno. Lo guardava in un modo che Peter non riusciva a descrivere, ma che rendeva entità palpabili l'ammirazione, la fiducia e l'orgoglio.
Due. Aveva sempre un fiocco tra i capelli, e si agitava tutta quando lo scopriva storto o sgualcito, accalorandosi senza un ben preciso perchè. Andava maliziosamente fiera dei propri boccoli color del miele e della cannella, però -come ogni signorina educata e rispettabile- non lo dava a vedere.
Tre. Il rossore sulle sue guance era soffuso come una fiamma di candela, e sembrava quasi avere un odore.
Quattro. Aveva percorso una passerella sospesa sul mare per lui, a mento alto, e sarebbe stata disposta a farsi divorare dai flutti neri dell'ignoto, pur di non tradirlo.
Cinque. Era l'unica persona al mondo capace di essere timida e civettuola allo stesso tempo: lo inseguiva con un sorriso determinato per schioccargli un bacio sulla bocca, però stava ben attenta che la gonna non scoprisse le gambe candide, nemmeno durante il volo.
Sei. Ci teneva alle buone maniere: diceva sempre buonasera, per favore e grazie. Era incredibile che avesse una figlia così bisbetica. Tua madre s'indignerebbe, aveva riso Peter una volta. Jane aveva fatto una smorfia strana.
Sette. La sua voce mutava come per magia: era querula e petulante quando diceva cose noiose, ma morbida e calda quando raccontava le fiabe.
Otto. S'impermaliva con molta dignità, qualora venisse ignorata, e la sua vendetta era qualcosa di contegnoso e terribile.
Nove. Fra le sue innumerevoli abilità, come rammendare una camicia o medicare le ferite, era in grado di persuadere i bimbi sperduti a lavarsi il fango di dosso prima di entrare nella tana.
Dieci. Oltretutto aveva un notevole talento per ficcarsi nei guai, rendendo così la situazione molto più divertente, e un'indolente fragilità celeste che le impediva di tentare vagamente di salvarsi per conto proprio.
Undici. Da quando Wendy non c'era più, l'ombra aveva ricominciato la sua campagna d'insubordinazione sogghignando e strattonando. Peter aveva cercato di maneggiare l'ago, ma... beh, diciamo che se la cavava meglio con la spada, ecco tutto.
Dodici. Diceva oh, Peter! come nessun altro l'avrebbe mai detto -nemmeno Jane, nemmeno Margaret.
Tredici. Quando si era presentata, non aveva omesso nessuno dei suoi lunghi e barbosi nomi, Moira blablablabla. Aveva fatto sembrare Peter Pan ridicolmente scarno. Però poi almeno aveva chiesto scusa. Era un'altra cosa bella di lei.
Quattordici. Se precipitava nel vuoto, era sempre forte della certezza di due braccia che l'avrebbero afferrata in tempo. 
Quindici. Volando beveva l'aria a sorsi abbondanti, schiudendo le labbra e spiegando le ciglia, e piroettava dimentica ed azzurra come uno spiffero di vento.
Sedici. Porgeva l'altra guancia alla livorosa gelosia di Tinkerbell, con estrema eleganza -ed un sorriso di sottile condiscendenza.
Diciassette. Era una femmina e, come diceva sempre lei, era necessario ovunque un tocco femminile.
Diciotto. Due realtà si erano contese la sua anima -quella che la circondava da sempre, solida ed inevitabile, e quella covata in sprazzi di sogno e immersioni di pensieri e storie a bassa voce sotto le coperte, aveva dovuto scegliere fra il futuro che lei aveva cercato e il destino che l'avrebbe cercata. Aveva scelto, e con lo stoico coraggio di un bambino sperduto non aveva voluto che Peter la vedesse piangere.
Diciannove. Perchè, a conti fatti, c'erano molte più di venti ragioni per cui Wendy gli mancava.
Venti. Dopo tutto quel tempo, continuava a tenere la finestra aperta.


E perchè a Wendy non piaceva giocare a fare finta, piaceva rimirare i vestiti dei grandi e accarezzare i capelli ai bambini, c'erano delle voci che la chiamavano e una finestra che l'aspettava, e perchè il tempo non aveva smesso di esistere per lei, non aveva dimenticato che l'orologio a pendolo di casa Darling misurava la sua fuga cantandola a bassa voce. Perchè ci sono desideri che non si devono avverare e storie che devono rimanere storie, e lei avrebbe cambiato camera, una camera che Peter non avrebbe trovato, una camera piccola dove i giochi dei bambini ci stanno stretti, dove si può fare i grandi e amare senza fare finta. Perchè lei conosce sempre il finale delle sue fiabe -Peter viene dimenticato perchè sa dimenticare. I signori Darling non dimenticano. Perchè non possono aspettare la prossima Wendy. Perchè il mattino si porta via i sogni, e non deve mai succedere il contrario. Perchè se Wendy lasciasse lì il cuore nessuno glie lo conserverebbe in un cassetto, perchè Peter non conosce i baci e non deve conoscerli mai -perchè tutti i bambini crescono, tranne uno, tranne lui
-Non è Wendy, Peter, non è lei...-
-Infatti. Non è lei.
Forse è quella che resterà.-

































Note dell'Autrice: Classica crisi di mezza età che ti spinge a riguardare i cartoni della Disney consumando fazzoletti e canticchiando canzoni bizzarre. Capito cosa intendo, vero? Grazie per aver letto,
Lucy
  
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