Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: __aris__    23/08/2014    6 recensioni
Dopo che il suo complotto è stato smascherato, il Principe Hans è stato rimandato nelle Isole del Sud dove è stato processato per alto tradimento dalla stessa famiglia reale che lo ha privato del titolo e condannato a morte. La notte prima dell'esecuzione Tremotino si presenta nella sua cella per fargli una proposta: concedendogli una seconda possibilità per avere il trono di Arendelle. -- cross over tra Once Upon a Time e Frozen. La storia si svolgerà esclusivamente nel regno delle favole ma non spiega nulla sulla fine della terza stagione. Sarà una Helsa.
Spero vi piaccia e che venga recensita. Buona lettura.
La copertina all'inizio di ogni capitolo è di Simpaleo, vincitrice del concorso per l'immagine di copertina.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Com’è bella l’alba!
Anche quando sta solo per arrivare.
Anche quando sai che è l’ultima cosa che vedrai.
Il sole si avvicinava sempre di più schiarendo il cielo; appena sarebbe stato visibile dalle torri di guardia il carceriere avrebbe condotto Hans al patibolo. Ormai era solo questione di minuti.
Il principe decaduto era rimasto immobile a fissare quella piccola porzione di cielo che la sua cella gli offriva: l’aveva vista passare dal blu profondo ad un azzurro via, via più tenue ed adesso vedeva le nuvole tingersi di rosa come se il pensiero della sua morte mettesse in imbarazzo. Ma perché mai le nuvole avrebbero dovuto imbarazzarsi della morte di un uomo empio?
Se qualcuno lo avesse osservato durante la notte avrebbe potuto pensare che il peso dei suoi crimini gli avesse minato la mente ma non era così. Hans aveva riflettuto incessantemente alla proposta di Rumpelstiltskin dibattuto tra l’urgenza della vendetta e la paura che farsi decapitare sarebbe stata una fine migliore di quella che gli avrebbe riservato il Signore Oscuro.
Non doveva accettare.
Non poteva rifiutare.
Non voleva morire.
Il cielo si tinse di rosa e dopo poco il carceriere arrivò con il tipico ghigno di chi si fa forte di una posizione di superiorità inalterabile “È una bella mattina per morire prigioniero Hans.”
Il detenuto non rispose mentre si alzava da terra. Dunque era il momento! Hans non aveva mai davvero pensato alla morte, anche se aveva avuto mesi di tempo, ed adesso sentiva distintamente che, sebbene privo di alcun rimpianto, una parte di lui urlava perché voleva rimanere strenuamente aggrappata alla vita.
Siete ancora in tempo principe!” la voce dell’Oscuro gli bisbigliò nelle orecchie come una folata di vento ma il principe la ignorò mentre la guardia legava le catene e chiudeva i lucchetti blaterando qualcosa sulla perdita del titolo nobiliare e della sua spavalderia. Anche alla fine della sua vita veniva deriso e criticato! Non erano bastate le umiliazioni a cui lo avevano sottoposto i suoi fratelli perché non avrebbe mai avuto una corona sua; adesso ci si metteva anche quello zotico!
“Potrebbe non essere la vostra fine principe! Siete ancora in tempo. Accettate!” la voce del mago tornò nella sua testa più subdola di prima.
Adesso basta! Non sono un giocattolo da tormentare! Lasciatemi morire in pace!” Hans si accorse di aver parlato ad alta voce solo quando sentì i pugni ed i calci del carceriere lacerarli le costole ed il ventre.
La guardia ghignò arricciando il naso: “Sei fortunato! Cane figlio di un re ho l’ordine di non farti troppo male, ma tu azzardati un’altra volta a parlarmi in quel modo e ci arriverai strisciando dal boia!
Pensateci ancora un po’ principe, fino a quando la lama del boia non toccherà il vostro collo.” Intervenne per l’ultima volta l’Oscuro.
Due guardie grosse come armadi arrivarono per rimettere Hans in piedi e sorreggerlo con malagrazia nei suoi ultimi passi. Il corteo percorse tutte le prigioni, un giro d’onore che i carcerieri decisero di concedergli per la gioia degli altri detenuti, e poi, sempre facendo la strada più lunga possibile, arrivò davanti ai cancelli del palazzo reale. Sebbene fosse prima mattina si era radunata una piccola folla per assistere all’esecuzione: la corte al gran completo seduta su un palco costruito per l’occasione, ma anche il popolo ordinatamente allineato dietro i soldati in grande uniforme con le picche bel alzate.
Hans camminava con le mani incatenate dietro la schiena e la palla di piombo che lo accompagnava tutte le volte che usciva dalla cella legata ai piedi. Appena i popolani lo videro iniziarono a tirargli ortaggi ed insulti, ma nonostante tutto Hans manteneva un contegno fiero e regale, quasi non temesse la morte.
Il Re si alzò dal suo scranno e tutti tacquero: “Hans, George, Theodor, Albert von Quart la tua infamia ed il tuo disonore marchieranno il nome di questa casata per generazioni. Solo la tua condotta riprovevole ti ha condotto alla morte. Saresti dovuto essere un principe umile che accetta con gioia ciò che il futuro gli riserva invece di ordire vanamente trami ed inganni per beffarti della sorte. Non ti chiederò se sei pentito perché negli animi viziati come il tuo non ci può essere il pentimento. Che sia eseguita le sentenza!” tuonò facendo svolazzare il mantello.
Le guardie aprirono i lucchetti e la camicia vicino al collo. Solo in quel momento apparve il boia per condurre Hans al ceppo sul quale sarebbe stato decapitato. L’uomo incappucciato non parlava, si limitava a camminare maestosamente in quel palco di cui era il signore assoluto.
Prima che Hans potesse inginocchiarsi il re parlò ancora “Condannato a morte, cosa desideri sia inciso sulla tua lapide?
Hans  guardò verso il trono sorridente: “Accetto!
D’improvviso tutto e tutti scomparvero sostituiti da fumo viola. Poi anche il viola si dissolse in alti mille colori o mille non colori. Si ritrovò in uno spazio indefinito ed indefinibile  di cui non avrebbe nemmeno potuto dire se fosse buio o illuminato: non c’erano colori e forme, solo Hans il Principe decaduto che si guardava attorno spaesato e spaventato.
Sapevo che avreste accettato principe.” Il Signore Oscuro apparve alle sue spalle “Ma vorrei chiedervi il motivo.”
Detesto le prediche sulla modestia della mia famiglia. Sono io che decido il mio destino non loro.” Sibilò Hans sbarrando gli occhi.
Lo stregone rise istericamente “Siete davvero meraviglioso principe! Tutto il vostro odio, e la vostra superbia! Sarebbe stato un vero peccato lasciarvi morire.
Hans guardò il suo interlocutore con perplessità “Non sono morto dunque?
Avete accettato la mia proposta, ricordate? Adesso siamo in un luogo dove tempo e spazio non esistono.”
Perché?” tutte le risposte del mago portavano una quantità infinita di altre domande, ma il principe poteva dare vce solo a quella che raggiungeva per prima una forma compiutaò
Perché devo istruirvi su alcune cose. Vedete i viaggi nel tempo sono complicati perché cambiano sempre qualcosa.”
Che volete dire?
Che quando arriverete ad Arendelle non sarà tutto come all’incoronazione di Elsa. Nemmeno io posso dire cosa cambierà ma dovete essere preparato.” Spiegò girandogli intorno.
Quindi non è detto che Elsa congeli il regno?
Tremotino mostrò tutti i denti in una smorfia che definire sadica era un eufemismo “Non temete per quello. Non ha mai imparato ad usare i suoi poteri: le hanno insegnato a temerli, a nasconderli; non a dominarli. Non sa che la magia si basa sull’emozioni e non sulla forza di volontà. Più temerà i suoi poteri e più questi faranno del male. È destinata ad esplodere comunque.”
Ed io dovrei imprigionarla prima o dopo che ciò avvenga?
L’Oscuro si portò un dito al mento con movenze teatrali “Credo che vi convenga dopo aver annunciato il fidanzamento con la principessa Anna.”
Potrei sedurre Anna in qualunque momento!” rispose Hans con sufficienza.
Spavaldo ed intraprendente! Se il vostro cuore fosse puro sareste un eroe perfetto. Ma veniamo a noi. Prima che torniate ad Arendelle devo darvi alcune cose.” Tremotino schioccò le dita ed apparvero tre oggetti: un’ampolla dorata, uno specchio ed una bacchetta magica.
Cosa sono?”
Rumpelstiltskin  si sfregò le mani: “L’ampolla vi servirà per intrappolare Elsa. Non dovrete fare altro che aprirla mentre lei userà la sua magia. Lo specchio è magico e vi permetterà di vedere cosa succede in qualunque posto vogliate: pensate ad un luogo o a qualcuno in particolare e voilà la magia è fatta! Mentre questa è la bacchetta di una fata madrina, può spezzare qualsiasi sortilegio ed opporsi a qualunque magia.”
Se Elsa finisce imprigionata il sortilegio non si scioglierà da solo?
La magia si spezzerebbe solo se la regina morisse, ma Elsa sarà viva ed in ottima salute nella sua cella.”
Perché non lo sciogliete voi?
Per un momento l’espressione del mago fu indecifrabile prima di cercare di essere sorridente; anche se in modo molto poco convincente. “Lo faccio solo per permettervi di tornare dalla Principessa Anna come l’eroe salvatore. Imprigionate la regina e poi agitate la bacchetta in aria pensando all’estate, sono sicuro che ne sarete capace.”
Come farò a parlare con voi se mi dovesse servire?
Vi consiglio di non invocare il mio nome a meno che non abbiate terminato il vostro compito. Quando tornerete indietro nel tempo nemmeno io ricorderà del nostro accordo e se vi trovo con uno solo di questi oggetti potrei pensare che me li abbiate rubati e vi schiaccerei come una lumaca. Ma se avrete portato a termine la missione che vi affido nel modo in cui vi dirà potrei essere molto più propenso a credervi. Adesso andate e buona fortuna Principe Hans delle Isole del Sud.
Con un gesto della mano il mago sparì ed Hans si ritrovò nuovamente circondato dal fumo viola. In pochi secondi gli sbuffi presero forme definite: navi con tanto di alberi e vele; una collina scoscesa sulle cui pendici era arroccata una cittadina; un ponte che conduceva ad un promontorio dove si erigeva un castello maestoso. Appena le forme si riempirono di colori Hans capì di essere tornato ad Arendelle.
Subito sentì qualcosa agitarsi tra le gambe e rivolse lo sguardo verso il basso dove ritrovò il suo amato cavallo perfettamente sellato e bardato, scalpitante per il desiderio di esplorare il regno. Con affetto Hans gli accarezzò il collo “Adesso Zeus, aspetta solo un momento.” Disse prima di smontare dal destriero per cercare il domi di Rumpelstiltskin. La ricerca non richiese troppo tempo perché l’Oscuro li aveva fatti apparire in una sacca bel legata alla sella: l’ampolla, la bacchetta e lo specchio rilucevano ipnotici del potere della magia ed il principe afferrò lo specchio quasi privo di volontà.
Era interamente fatto d’oro, con una rosa serigrafata dietro mentre la parte in vetro era di forma allungata. Immediatamente le parole dell’Oscuro gli tornarono alla mente e pensò alla regina Elsa. Il suo riflesso scomparve immediatamente, come se fosse fatto d’acqua, ed al suo posto comparve una sontuosa camera da letto all’interno della quale Elsa camminava nervosamente su e giù ripetendo una specie di filastrocca “Celare, domare, non mostrare”. Forse avrebbe dovuto trarre conforto da quelle parole ma sembrava sempre più agitata mentre si stropicciava le mani con aria preoccupata. In effetti con tutto quello che stava per succedere ne aveva tutte le ragioni! Dopo qualche respiro profondo si sfilò i guanti, li appoggiò accuratamente su un tavolo e prese i soprammobili che vi erano poggiati. In pochi secondi gli oggetti di ricoprirono di ghiaccio ruvido appuntito e spesso. La regina li fece cadere entrambi con il terrore negli occhi rimanendo a fissarli spaventata fino a quando non fu chiamata per l’incoronazione, allora si infilò i guanti ed uscì con l’espressione di un condannato.
Non preoccupatevi Maestà! Presto le vostre sofferenze finiranno presto …”
Hans ripose lo specchio nella sacca e risalì su Zeus diretto all’incontro con Anna promettendosi che questa volta sarebbe finita diversamente.
   
 
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