Videogiochi > King of Fighters
Segui la storia  |       
Autore: yukino_lang08    19/09/2008    0 recensioni
[King of Fighters] stavolta Iori Yagami non avrà come avversario Kyo Kusanagi, ma...
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ice loves fire 4

CAP4:ONE-SIDED RIVALRLY (parte uno)

Salve ho diviso questo cappy in due parti poiché è forse il più lungo e per cui non ero sicura della sua riuscita e ho preferito fare così.

Tornare a casa fu estenuante: non tanto per i mezzi da prendere e le fermate da ricordarsi quanto per il dolore intermittente alla testa che le si conficcava nel cervello come tanti aghi sottili e dolorosi tra le varie connessioni neurali.

Arrivata davanti alla porta frugò nella borsa per ritrovare in quel caos primigenio che vi regnava, certe volte si chiedeva anche lei come riuscisse a metterci tutta quella roba per lo più inutile.

Girò la chiave nella toppa della serratura, che scattò subito: nii-san era a casa.

“Nii-san!” pensò entusiasta la ragazza.

“Nii-san sono a casa!” annunciò Jun

“Bentornata, sorellina!” la salutò Satoshi

“Come va la mia moto?”

“Potrebbe andar meglio ma tornerà presto come nuova, non temere” la tranquillizzò con la sua voce dolce e carezzevole, sexy a detta di Mayuko, che alla castana piaceva tanto.

“Bene ora vado”

“Ma nii-san, sei arrivato da poco!”

“Come fai a dirlo?”

“Beh…si nota: hai aperto le finestre, lo fai sempre appena arrivi a casa e la borsa degli attrezzi è accanto a te e ciò mi induce a pensare che non l’ hai posata nel tuo armadio, il posto dove la metti sempre quando ritorni… E poi lo sospettavo!” rispose lei con aria di chi conosce la persona che ha di fronte.

“Come sei acuta! Sei degna di essere l’erede. Ciao…” si complimentò con lei il fratello maggiore prima di uscire.

Rumore di porta che viene chiusa.

“Tsk… erede un corno…”rispose rivolgendosi alla porta chiusa.

Una voce nella memoria della giovane risuonò chiara e dolce in un’eco lontana: “Vieni con me… Ti porterò via di qui”.

Il bel viso di Jun si trasformò in una maschera di tristezza e delusione dai lineamenti induriti: labbra strette, sopracciglia inarcate verso il basso in un’espressione grave enfatizzata dai suoi occhi assottigliatisi.

“Hai tradito la tua promessa e nemmeno te ne rendi conto, ma non importa…” proferì con voce sottile.

Nel silenzio che regnava nell’aria di quell’appartamento la ragazza salì le scale fino a giungere nella propria stanza.

Aprì uno dei cassetti dell’armadio tirandone fuori un pacco coperto di polvere; lo tenne tra le mani tremanti.

“È giunto il momento della rivalsa della mia famiglia sulla tua, Yagami!”.

Un pensiero che la riempiva di troppe sensazioni e consapevolezze da lasciarla sbigottita.

Il cellulare suonò: suo fratello.

“Sì?” risponde lei.

“Sorellina, senti in questi giorni non tornerò ci sono problemi in officina. Non ti dispiace?” informa Satoshi.

“No, fratellone, non preoccuparti” afferma lei.

Tanto valeva che si trasferisse lì. A casa non ci stava mai o quasi!

“Allora a presto…” concluse lui.

“D’accordo….”.

Conversazione conclusa. Durata: un minuto scarso. La telefonata più lunga negli ultimi mesi.

Ancora respiri profondi, volti a calmare qualcosa che le stava montando dentro con forza che non ammette ribellione.

Si calmò.

I suoi occhi s’illuminarono di arcano potere e consapevolezza di sé.

Si sedette sul pavimento in meditazione.

Dentro di lei un’onda pian piano cresceva fino a divenire uno tsunami.

Di più, la sua aura doveva arrivare ancora più in alto, doveva riuscirci, solo così avrebbe potuto sperare in uno scontro ad armi pari.

L’indomani avrebbe mandato un messaggio al suo domicilio e se era davvero lui sarebbe accorso senza esitare.

Il sole filtrava dalle persiane trasformandolo in tanti raggi dorati, uno dei quali gli centrò in pieno gli occhi ancora chiusi.

Mugugnò nel sentire il calore colpirlo sulla faccia e si girò nel letto per non subire più quel calore troppo intenso.

Il suono di un campanello.

Grugnì e gettò un’occhiata torva al quadrante dell’orologio che teneva sul comodino: erano le 11 e 30.

Grugnì di nuovo e si alzò mugugnando.

Era il postino che chiedeva di entrare per consegnare una lettera espressa per lui, lo lasciò entrare, quello consegnò la lettera e sparì.

Aprì la missiva.

“Iori Yagami,

se desideri sapere dov’è Kyo Kusanagi, vieni al molo n 5 di … .

Oggi, alle 18:00 e non fare scherzi.

Anonimo”

Bene a quanto pareva ci sarebbe stato un piacevole diversivo, molto buona come cosa; anche se non avesse trovato informazioni su di lui avrebbe avuto la possibilità di sgranchirsi i muscoli.

Ci sarebbe andato.

Era arrivato in orario e se ne compiaceva; il problema era dove fosse il suo informatore.

“IORI YAGAMI!” tuonò una voce femminile.

Una sagoma scura fendette il cielo dipinto dei colori caldi del tramonto e atterrò davanti al giapponese dai capelli rossi.

“Ma guarda… sei tu. E con un vestito inutilmente appariscente” canzonò il ragazzo.

Jun indossava un abito cinese color blu pavone senza maniche che le arrivava fino alle ginocchia, sotto aveva dei pantaloni di seta bianca e i capelli erano raccolti in una particolare e complicata acconciatura.

“Risparmiami i tuoi commenti inutili e fuori luogo!” dichiarò lei tagliente e bellicosa.

“Come siamo suscettibili… devo forse dedurre che quel vestito pacchiano rappresenta qualcosa per te?” chiese lui con sarcasmo

“Non sono fatti tuoi!” urlò l’altra di rimando.

“Allora bando ai convenevoli: dov’è Kyo?” chiese senza mezzi termini con voce profonda e oscura come le tenebre, mentre gli occhi si ridussero a due fessure d’odio.

“Non so se dirtelo o no. Facciamo così: se mi sconfiggi io te lo dico…” fece lei misteriosa.

“Se perdo che succede?” chiese lui sbuffando

“Nulla di particolare: ti taglierò la testa!” dichiarò la castana con sicurezza.

“Tsk! Come no! E come credi di fare con quella ridicola aura?” la prese in giro con cattiveria.

“Non sottovalutare le mie risorse…” gridò correndo.

Iori se la ritrovò a pochi centimetri da sé: “… o potresti pentirtene” continuò con un sibilo quasi serpentino prima di sferrare un bel calcio, che il rosso scansò facendo pochi passi indietro.

Jun si mise in posizione: gamba destra dietro col ginocchio un po’ piegato, la gemella era tesa a raggiungere l’altra, braccio destro poco più sopra della testa mano in tensione e dita ad artiglio, così come la mancina solo più spostata in avanti e con il gomito che quasi poggiava sul fianco sinistro.

“Che sarebbe quella ridicola posa?”

“Questa è la posa della famiglia che ha giurato di vendicarsi della tua! Preparati ad assaggiare lo stile Kirakisho(=sublime cristallo di neve)!” urlò feroce la giovane donna.

Partì in salto e preparò un calcio in volo, prontamente bloccato dal rosso, che ne approfittò per scagliarla lontano

Jun riuscì a rimettersi in piedi senza problemi.

“Vattene! Non m’interessa combattere con una debole” la schernì lui, dopo essersi avvicinato

Lei lo squadrò con astio e cercò di dargli un calcio basso, invano.

“Va bene. Visto che non mi dai retta vorrà dire che ti concerò in modo che non ti possa rialzare tanto presto e non pensare che ci andrò tanto piano solo perché sei una donna” proclamò lui con sicurezza.

“Non sarebbe leale nei miei confronti se tu ti trattenessi dall’usare tutta la tua forza” disse lei con un piccolo ghigno di soddisfazione per questa dichiarazione da parte di Yagami.

“E visto che hai deciso di fare sul serio ti mostrerò l’arte Kirakisho”

La donna aumentò la propria aura e nell’aria attorno a lei cominciò a spirare una brezza gelida.

Lei aprì il palmo destro e l’aria fredda vi si accumulò finchè non si solidificò in un piccolo blocco di ghiaccio.

“Ora scoprirai cos’è la disperazione!” predì lei con voce roca per l’odio e il sadico piacere.

“Parole prive di fondamento, ragazzina” la canzonò malignamente.

“Questa ragazzina ti farà vedere di cosa è capace l’ira di chi cerca vendetta per la vita rubata!” proferì questo e partì all’attacco.

Il blocco di ghiaccio si spezzò in mille frammenti iridescenti, mentre le dita di entrambe le mani si ricoprirono di un’aura dai riflessi azzurro chiarissimo.

Tornando nella posizione di partenza, si concentrò per raccogliere la sua forza e partì di nuovo all’attacco gridando “Edgeless dance!” ( Jun attacca con destro, sinistro, un altro destro e con dei calci al petto).

Iori parò i colpi semplicemente incrociando le braccia al momento giusto e partì all’attacco con il “Blue flower” (Iori tira un destro, un sinistro e infine unisce le mani per dare un colpo alla testa dell’avversario).

I primi due colpi riuscì a pararli, ma il colpo alla testa se lo dovette beccare.

“Ugh!” gemette lei per il dolore

“Be che succede? Dov’è finita la tua baldanza, ragazza? È tutto qui quello che sai fare? E quel ghiaccio cos’era? Un trucco per illusionisti?” la sbeffeggiò pesantemente

Al sentire tali accuse verso il suo potere perse la calma.

“Se tanto desideri vedere il ghiaccio ti accontento subito!” esclamò lei furiosa.

Raccolse l’aura e la solidificò dandole la forma di una spada che aveva come scheletro di mantenimento il braccio destro.

“Ice sword, colpisci il mio nemico senza pietà!” urlò gettandosi contro il suo avversario. Aumentò la velocità e si ritrovò a pochi centimetri dal suo viso. Roteò la spada all’indietro e mirò al petto.

Iori si scansò all’ultimo in modo da evitare il grosso del colpo, tuttavia la lama d’aria prodotta dal movimento della spada gli ferì la parte del torace che la camicia e la giacca lasciavano scoperta.

Il sangue fuoriuscì in un violento spruzzo dalla leggera ferita, ma a Iori ferite di quell’entità non impensierivano proprio per nulla.

“Allora qualcosa la sai fare oltre a muovere quel bel culo che ti ritrovi” commentò lui

“Finalmente lo hai capito, testa bacata che non sei altro. Sei solo un’ idiota che pensa di sconfiggere un nemico più forte di lui, che non riuscirà mai a battere!”

Le parole della giovane donna infiammarono ulteriormente la furia omicida del giapponese: gli scontri, le tecniche, le “alleanze” e le sconfitte si riversarono con una violenza e un’imprevedibilità innaturali nella mente del ragazzo dai capelli rossi.

Ogni volta “lui” riusciva, “lui” era il più forte: lui, Kyo Kusanagi!

Ed ogni volta trionfava!

E più “quello” trionfava e più lui sentiva crescere rabbia e furore nel cuore!

“Questa non la dovevi dire…” sibilò nel suo tono più letale e pericoloso.

Jun avvertì l’aura dell’avversario ingrandirsi e divenire minacciosa, tanto che provò paura.

“No! Non devo lasciarmi influenzare troppo o la mia sconfitta sarà già decretata sin da ora!” la giovane se lo ripeté più e più volte, ma non ci fu verso di scacciare la paura che stava prendendo piede nel suo cuore e mentre il suo istinto di sopravvivenza le diceva che doveva scappare il più lontano possibile lo spirito di vendetta la incitava a perseverare nello scontro.

Iori partì con la “distruzione delle tenebre” (un proiettile a terra di fiamme che arriva fino ad una certa distanza).

Jun usò uno scudo di ghiaccio per proteggersi dall’impatto violento con la fiamma, tuttavia non aveva previsto che il suo avversario si portasse dietro di lei per colpirla con lo “yumebiki” (una mossa che prevede di “graffiare” l’avversario infondendo un po’ di energia della fiamma nel colpo).

Il tessuto del vestito si ruppe, lasciando esposta la schiena della bella donna agli attacchi del suo arrabbiato avversario.

Non passarono che pochi secondi e la pelle olivastra della ragazza venne ripetutamente violata da feroci unghiate.

La brunetta si voltò e vide arrivare un pugno verso la sua faccia, che bloccò con le mani, ma ne arrivò un altro al suo stomaco che centrò in pieno il bersaglio e fece sputare alla ragazza un po’ di sangue.

Iori decise di porre fine allo scontro e, liberata la mano tenuta ferma da Jun, si preparò a eseguire un “blue flower”, facendo a caricare con un po’ più di forza in modo che il colpo a due mani la tramortisse.

Come la prima volta Jun riuscì a parare i primi due colpi, sebbene con più difficoltà, ma il terzo dovette beccarselo e fu forte, tanto che il già persistente martellamento della ferita alla testa, con quel colpo, le procurò delle vertigini che destabilizzarono il suo equilibrio.

“È il momento…”

E il rosso diede sfogo a se stesso con una versione più corta e meno potente delle “8 vergini” (mossa che comprende parecchi colpi eseguiti come se le mani fossero artigli con infine una scarica di fiamme sulla faccia del nemico).

L’urlo della ragazza squarciò il cielo come un pugnale che taglia una tela.

Il tonfo di quel corpo sull’asfalto fu secco.

Lei era stesa su un lato, il vestito strappato in più punti e la pelle coperta di graffi più o meno sanguinanti.

Aveva il fiatone e un rigagnolo di sangue le bagnava l’angolo visibile della bocca.

“Allora? Sei soddisfatta? Ah già… se non sbaglio volevi tagliarmi la testa… ma guardati! non riesci nemmeno a tenermi testa! Fai pena!” la sfotté lui.

“Va’ all’inferno!” mormorò lei.

“Mi disgusti, me ne vado. Non vale nemmeno la pena di ucciderti”

Detto questo Iori sparì.

“TI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! IORI YAGAMI GIURO SULLA MIA VITA CHE TI INSEGUIRO’ FINCHE’ NON AVRO’ LA MIA VENDETTA PER ME E LA MIA FAMIGLIA!” questo urlò la giovane al cielo.

Fine prima parte del quarto capitolo

Yukino_lang08: dannatamente lunga ‘sta storia e la sto pure modificando un sacco poiché certe cose non mi piacievano

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > King of Fighters / Vai alla pagina dell'autore: yukino_lang08