Film > Peter Pan
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Autore: MadLucy    28/08/2014    3 recensioni
{future!fictions | raccolta di flashfic in ordine cronologico | book!verse, Disney!verse | con la partecipazione di Wendy, John, Michael e tutta la rispettiva prole | cronache delle Petergirls fino al 2014 | missing moments, what if e quant'altro}
[...]
A Peter questo ventunesimo secolo piaceva poco. Aveva reso le persone strane.
Una bambina dai riccioli biondi inframmezzati da ciocche viola aveva ascoltato con gli occhi sgranati la sua proposta, aveva sorriso da un orecchio all'altro e aveva esclamato vivacemente: "va bene, ci vengo, ma prima fai un selfie con me. Se non ti metto su instagram, poi nessuna delle mie amiche ci crederà!" Peter, come in ogni situazione intricata, si era grattato la testa e l'aveva guardata di storto. Cosa doveva fare, e dove doveva mettersi? Mah.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giglio Tigrato, John Darling, Michael Darling, Nuovo personaggio, Peter Pan
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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appunti

Quando Wendy tornò a casa -e tutto ciò che ne derivò.






1.
All'età di diciotto anni Wendy Darling si fidanzò. Tutto ciò che ad un lettore basti sapere su Edward può essere riassunto dal giudizio che ne diede Michael, dopo una lunga, accigliata ed impertinente occhiata inquisitoria da fratello:
-Non è Peter Pan, ma immagino che possa andare.-
Una fitta al cuore. Wendy non confessò ch'era esattamente la sua stessa opinione.


2.
Wendy ci aveva provato, a dimenticarlo. Davvero. Sul serio.
Ma com'era possibile? Com'era possibile, quando un diciassettenne John trotterellava in corridoio, avviandosi a fare la doccia, e intanto canticchiava compiaciuto "marciaaamo marciaaamo , seguiamo il generaaaale, dovunque voglia andar ...", quando un dodicenne Michael se la svignava dalle cene di famiglia con la giustificazione legna procurare, mentre la zia Millicent borbottava che ragazzino maleducato.
Com'era possibile dimenticare le avventure più incredibili che avesse mai potuto immaginare? Com'era possibile dimenticare d'essere una volta precipitata nelle storie che lei stessa raccontava?
Com'era possibile dimenticare Peter Pan? Quel desiderio realizzato -abbandonato- era impresso nel suo sguardo come un marchio, una tristezza inossidabile che la consumava -insieme alla consapevolezza di tutto quello che avrebbe potuto essere, che avrebbero potuto essere insieme, loro. Bambini- felici. Felici?
Il silenzio, l'oblio. Come se nulla fosse successo. Nessuno avrebbe bussato alla sua finestra per darle una seconda possibilità. Forse, in fin dei conti, non avrebbe mai voluto -dovuto- svegliarsi da quel sogno. Forse, in fin dei conti, quello era solo un prezzo da pagare.
Wendy ci aveva provato, a dimenticarlo, e -per quando sarebbe diventata un'adulta cieca ed offuscata- era felice di avere accanto qualcuno pronto ad aiutarla a ricordare.



3.
John soffiò via la polvere grigia della matita dal cartoncino bianco, sorridendo con aria di tronfia approvazione.
-Sì, credo che sia finito.- annunciò infine, senza alzare gli occhi dalla sua opera. Quelle parole furono accolte da gridolini di giubilo.
-Voglio vederla, voglio vederla!- strillò Phoebe, permettendo ai propri occhiali di balzarle via dal naso, le trecce che mulinavano minacciose. Il suo gemello Russell le agguantò.
-Prima io!-
-Prima io!-
-Prima io!- intervenne Michael, schivando i nipotini con agilità e sottraendo il foglio dalle loro grinfie. Lo avvicinò al volto, mentre le labbra si schiudevano di meraviglioso stupore, formando una "o" perfetta.
-John,- sussurrò, stupefatto ed euforico, -è perfetta.-
John sorrise umilmente, prima di dare uno scappellotto ai gemelli che avevano cominciato a spingersi a vicenda giù dalla stessa sedia, contendendosi un cannocchiale da vero pirata, perchè ancora litigavano sul fatto che Phoebe era una femmina quindi poteva fare solo l'indiana, mica la pirata, ma non era vero, cattivo Russell!
Michael non aveva ancora finito di rimirare la mappa, con una sorta di commozione, che già Cathy glie l'aveva levata dalle mani. Il volto le si illuminò.
-L'isola che non c'è...- sussurrò in un soffio. -E voi due siete stati in tutti questi posti?-
-Oh, sì, noi e Wendy,- replicò distrattamente Michael, spettinandosi i capelli biondi, -come ti è venuta bene la laguna. Hai disegnato anche una sirenetta stilizzata... è quella che si era messa la stella marina fra i capelli, vero, John?-
-Sì.- ammise lui, calcando il proprio cilindro sulla testa di un'elettrizzata Phoebe.
-Oh, come vorrei esserci stata anch'io!- sospirò Cathy. Michael rise.
-Tutti dicono così, ma solo perchè non sono mai stati catturati da un'orda di contrabbandieri inferociti.-
Ancora oggi, infatti, si gloriava di quelle avventure. Durante una cena di lavoro con alcuni colleghi, quando uno di loro gli parlò scherzando di un altro pretendente di Cathy molto grosso che Michael aveva rischiato per un soffio di trovarsi sotto casa, lui si esibì in una risata sonora di virile superbia.  -Grosso? Non era niente in confronto al pirata che ho ucciso io!- Tutti i colleghi risero, credendo che fosse una battuta, ma Michael non lo capì, perchè se avesse intuito che non lo prendevano sul serio si sarebbe offeso moltissimo.
-Ci sarebbe Peter a salvarmi, no?-
-Ci risiamo...-


4.
-Allora, vediamo, disse. Tu, ragazzo, che hai l'aria di avere un certo coraggio... Perchè io ero molto coraggioso, sapete.-
Phoebe e Russell annuirono energicamente, in comune d'accordo che loro padre doveva essere stato per forza molto coraggioso, un tempo, e non provarono nemmeno un po' il desiderio di controbattere.
-Hai mai desiderato d'essere un pirata, tesoro?- L'imitazione di Uncino era eseguita con molta abilità, e un tono di voce burbero. -E io dissi: Una volta pensai di chiamarmi James dalle Rosse mani. Un bel nome, rispose Uncino. Ti chiameremo così, ragazzo, se resti con noi.-
I bambini fremettero deliziati sotto le coperte. -E poi, e poi?-
-E chiesi a Uncino...-
Phoebe lo interruppe, indispettita. -Papà, hai dimenticato la parte in cui lo chiede anche zio Michael!-
Conosceva a memoria quella storia, e pretendeva che fosse raccontata con la massima accuratezza, pena l'astensione al bacio della buona notte. John si lasciò sfuggire un sogghigno.
-Ah, sì, giusto, va bene. Quindi Michael chiese a Uncino: e come mi chiamerete, se resto? Joe Barbanera, rispose Uncino, anche se voi sapete benissimo che vostro zio Michael è biondo, e lo era soprattutto allora. Lui sembrava molto impressionato, ma in fondo è un egocentrico.-
Per John, la prova schiacciante che condannava il fratello minore come un egocentrico era che si era trovato una moglie esattamente identica a lui, bionda, minuta e incapace di parlare d'altro oltre che di Peter Pan. I gemelli sospirarono all'idea che, se quei due fossero stati un po' più furbi, loro avrebbero avuto un padre pieno di tatuaggi ed uno zio molto figo con la benda sull'occhio. Non passò loro neppure per la testa che, se John fosse rimasto nella ciurma di Uncino, non sarebbe tornato a casa, e se non fosse tornato a casa non avrebbe sposato Marisol, e se non avesse sposato Marisol non avrebbe fatto i gemelli. John riprese la sua storia.
-Insomma, io chiesi a Uncino: saremo ancora i devoti sudditi del Re? E lui: dovete solo giurare "abbasso il re".-
-E tu cosa hai risposto?- Russell lo sapeva benissimo, ma voleva sentirlo dalla bocca del padre, come tutte le volte.
-Io gonfiai il petto, gli rivolsi un'occhiata piena di disprezzo, sputai per terra- non era vero, questo no, John era troppo beneducato per sputare per terra, persino su una nave pirata, -e risposi con fierezza: allora rifiuto! E Michael a pappagallo: e io rifiuto!-
I gemelli s'afflosciarono nei loro letti, mogi dalla delusione. -Che sciocchezza, papà! Potevi dire "abbasso il re"! Non ce ne importa niente del re...-
-Ricordate, figliuoli, prima di tutto noi siamo rispettabili cittadini inglesi.- sorrise John. Poi baciò la fronte di Russell, e si fece schioccare a sua volta un bacio sulla guancia. Anche Phoebe glie ne diede uno, anche se un po' era arrabbiata con lui per non aver detto "abbasso sua Maestà", anche se non si era fatto la barba. Prima che potesse allungarsi a spegnere la luce, lo trattenne per la manica.
-Papà,- bisbigliò triste, -ma potremmo andarci anche noi, un giorno, sull'isola che non c'è?-
-Chissà, magari Peter ha bisogno di un nuovo paio di gemelli.- John le scompigliò la frangia con affetto. -Buonanotte, bambini.-
-Buonanotte, papà.-
Ma quando chiuse la porta, Phoebe si sporse verso il letto del fratello.
-Russell,- chiamò, con severità, -mi devi promettere una cosa importante.-
-Cosa?- bofonchiò Russell, già mezzo addormentato.
-Che, se verrà Peter Pan e vorrà portarti via e io starò dormendo, non te ne andrai via senza di me, e mi sveglierai. E io prometto l'incontrario.-
-Va bene, prometto.- Non aveva neanche capito bene cosa, ma voleva che sua sorella smettesse si blaterare.
Quando, in seguito, interpretò il comportamento bizzarro di sua cugina Jane, Phoebe la interrogò senza pietà, finchè dopo una lunga persecuzione non ammise.
-Mi hanno rapito i pirati di Uncino.- L'altra quasi pianse di rabbia.
-Oh, oh, che spreco che abbiano rapito te, che non ci volevi stare! Anzi, scommetto che quel ragazzetto presuntuoso ti ha salvato, e tu sei stata con lui tutto il tempo. Ah, se avessero rapito me, a quest'ora sarei pirata!-



5.
Una ragazzina annaspava nella sabbia bianca della baia, le unghie artigliate nella terra tenera ed umida, i capelli troppo biondi e troppo fini -lunghi ma radi- incollati alle braccia dall'acqua di mare. Le ciglia invece erano brune, e cariche di sale. Batteva le palpebre per il prurito, tossicchiando piano e colpendosi il petto debole con il pugno pallido.
Sotto la luce del sole, lo scuro sguardo d'ossidiana di Lily mutò rapidamente da frastornato, per aver avvistato qualcuno da lontano, a truce, nel realizzare chi era quella.
L'intrusa si passò una mano sugli occhi, stropicciandoli, poi -dopo aver solo aggravato l'effetto pruriginoso- iniziò boccheggiando:
-Io sono...-
Ma a Lily non importava questo. Scosse con impazienza le sue spalle esili, da uccellino, facendola sussultare dallo stupore.
-Come si chiama tua madre?- l'apostrofò sbrigativa.
La ragazzina le rivolse un'occhiata smarrita. -Jane, Jane Stuart.-
Lily contrasse le labbra. -E la madre di tua madre?- incalzò. L'altra ci mise qualche secondo prima di rispondere, confusa.
-Nonna... Wendy.-
Lily lasciò la presa e lei ricadde appoggiandosi sul fianco, con un gemito soffocato. La storia ricominciava daccapo. Dopo tanti anni di trepida attesa, eccola lì, la nuova Wendy.



6.
Peter fu evidentemente molto più contento di lei. Alla notizia, mollò subito la caccia al tesoro -cosa che non faceva mai- e volò in picchiata sulla spiaggia come se ne andasse di vita o di morte.
La nuova ragazzina sedeva su un grosso scoglio, avvolta in un pesante mantello indiano di pelle marrone dalle frange rosse, ma ancora intirizzita: batteva i talloni per terra e sfregava le piccole mani per rinfrancarsi. I capelli ricadevano inermi e fradici come alghe bionde. Appena lo vide, trasalì e contrasse un respiro in gola. Peter sorrise allegro, per poi esaurire lo spazio che li divideva in un solo balzo, in seguito al quale si ritrovò seduto a gambe incrociate ad una palma dal suo naso, sospeso a mezz'aria.
-Ti stavo aspettando, Margaret.- esclamò, toccando con un dito una ciocca bagnata che le pendeva sulla guancia smunta. Lei si ritrasse, irrigidita.
-Come fai a conoscere il mio nome?- chiese timidamente, senza sapere bene nemmeno lei che tono imporre alla domanda.
-Ho chiesto a tua madre come avrebbe voluto chiamare la sua primogenita.- rispose Peter, con semplicità. -Adesso verrai a giocare con me, vero? Lily, portala a fare un bagno e dalle una veste asciutta. Oh, sì, e offrile qualcosa da mangiare, se ha fame!-
Lily gli rivolse uno sguardo lungo ed amaro, prima di ingoiare il rospo e fare cenno a Margaret di seguirla, chiedendosi quante altre volte avrebbe dovuto farlo.


7.
Margaret era impacciata. Non aveva la grazia naturale e vezzosa di Wendy, nè la fragorosa, scoppiettante energia di Jane: era uno spettro diafano che saltellava con timore da una pietra all'altra, nel fiume, con la prudenza di chi prevede una morte per annegamento. I giochi all'aperto non erano il suo forte. Se la cavava con le canzoni, gli indovinelli e gli scioglilingua, persino con le storie non era male: però per il resto era un vero disastro. Peter la osservava dal folto della foresta, attentamente, come se studiasse il suo comportamento per annotarlo, come si esaminano i piccoli animaletti anomali.
Un'altra di quelle. Delle tue bambine sperdute. Tinkerbell sedeva sulla sua spalla, imbronciata.
-Non sono sperdute.- la corresse Peter. -Sanno benissimo dove tornare. Anche lei è come le altre, Tink. Giocherà. Si divertirà. E poi se andrà. A casa, a vivere la vita che aveva. E poi ce ne saranno delle altre.-
Sotto i loro sguardi distanti, Margaret oscillava pericolosamente da una roccia scheggiata, rischiando di finire dritta in acqua.
Presumo di sì, ragionò Tinkerbell, ma non confessò che ciò la sollevava enormemente.



8.
Peter l'accompagnò fino alla finestra.
-Come si chiamerà tua figlia?-
La sua domanda suonò strana e quasi di cristallo nel buio vellutato e silenzioso della notte. Eppure stranamente giusta, lineare -perchè era sempre andata così, e così doveva continuare. 
-Chi ti dice che avrò una figlia?- obiettò Margaret, debolmente. -Potrei rimanere vedova, o avere solo figli maschi...-
Peter si limitò a scrollare le spalle. -Lo so e basta. Succede sempre così. Il nome.-
E fu allora che Margaret si sentì parte di qualcosa di più grande -una maledizione, forse, una ricorrenza, una storia a capitoli. Sorrise con dolcezza.
-Primrose.-
Il ragazzo s'illuminò. -Primrose.- ripetè con trasognata vivacità, -me ne ricorderò.-
Margaret lo salutò senza rimpianti, con la mano, mentre la luce della seconda stella a destra lo inghiottiva, fino a che non lo vide più.


9.
Una bambina leggeva nella sua camera, un libro aperto sulle ginocchia. Lo faceva con dedizione e giudizio, compita, il mento chino e le labbra schiuse nel bisbigliare le parole per non perdere la riga. Un corredo di boccoli d'oro rosso, come rame chiaro, erano accomodati sulle spalle e trattenuti dietro la nuca da un nastro di raso verde.
Peter l'ammirò per un po', nella penombra. La madre era appena passata ad augurare la buonanotte, ma la bambina continuava a leggere.
-È carina, non è vero?- domandò lui, rispolverando vecchie somiglianze somatiche. Il sospiro di Tinkerbell era quasi impercettibile.
-Tutte loro lo sono.- fu l'apatica replica. Peter non attese oltre. Irruppe nella stanza, facendole sollevare rapidamente gli occhi dalla pagina. La luna vi si riflesse per un istante.
-Ciao, Primrose.- esclamò Peter, cordiale, tendendo una mano. -Sono qui per te.-




10.
A Peter questo ventunesimo secolo piaceva poco. Aveva reso le persone strane.
Una bambina dai riccioli biondi inframmezzati da ciocche viola aveva ascoltato con gli occhi sgranati la sua proposta, aveva sorriso da un orecchio all'altro e aveva esclamato vivacemente: va bene, ci vengo, ma prima fai un selfie con me. Se non ti metto su instagram, poi nessuna delle mie amiche ci crederà! Peter, come in ogni situazione intricata, si era grattato la testa e l'aveva guardata di storto. Cosa doveva fare, e dove doveva mettersi? Mah.
-Ma come parli?- le aveva chiesto, venendo per tutta risposta ignorato brutalmente.
Poi non faceva che domandare insistentemente se su Neverland c'era un tale Waifai. Peter aveva risposto che non lo conosceva di persona, però magari c'era pure, chissà. Quella bambina bizzarra non aveva nemmeno voluto spiegargli se era il protagonista di una storia, perchè rideva come una matta.
L'apoteosi fu raggiunta quando il nintendo d-s approdò a Neverland.




































Note dell'Autrice: Non so come commentare tutto ciò, ordunque non lo farò. Mi limito a lasciare qualche informazione di servizio: la Lily della storia 5 è Tiger Lily, Giglio Tigrato, con il nome lasciato all'originale. Non è invecchiata, anche se credo che in teoria gli indiani invecchino... però non soffermiamoci sui dettagli, la volevo giovane e giovane è rimasta. Margaret è la Margaret citata da Barrie nell'epilogo della storia, la nipote di Wendy; invece sua figlia Primrose non esiste, ce l'ho piazzata io, tanto per continuare la discendenza. Idem per la ragazzina del 2014 nell'ultima flash. Il senso era: cosa succederebbe se una ragazzina moderna incontrasse Peter Pan? XD Perlomeno avremmo una sua foto, finalmente.
Eee... ah, sì, i vari marmocchi e le varie mogli di John e Michael, delle storie 3 e 4, anche quelli sono tutti inventati. Perchè si parla sempre dei figli di Wendy, però anche i suoi fratelli sono stati a Neverland, e spesso vengono palesemente ignorati.
Ultima cosa: nella storia 4, il racconto di John è preso pari passo dal libro di Barrie (ciò che dice Uncino, che risponde John eccetera).
Grazie mille per aver letto, chiunque avesse qualcosa da dirmi a riguardo, ^^
Lucy
  
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