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Autore: ErzaTitania08    29/08/2014    2 recensioni
Belle French è la ragazza più gentile e dolce della città, che si preoccupa sempre degli altri. Cosa deciderà di fare quando suo padre, Maurice, verrà arrestato per debiti? L'unica soluzione è accettare un accordo dall'uomo più temuto della città.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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MALEDETTA SCALA


Regina Mills era il sindaco di Storybrook. Era il grande capo. Tutti erano al suo comando, sotto la sua influenza. E non chiedeva di meglio. Se non fosse stato per un piccolo cavillo la sua città sarebbe stata perfetta. Se non ci fosse stato qualcuno anche più potente di lei, forse sarebbe stato tutto più meraviglioso, anzi era una certezza che lo sarebbe stato. 

Il campanello di casa suonò. Era la babysitter.

La fece accomodare e la ragazza, senza bisogno di nessuna istruzione, si recò al piano di sopra. Era ormai da due anni che Ashley si occupava di suo figlio, il piccolo Henry di soli tre anni. Non era suo figlio biologico, era stato adottato. Nonostante questo quel bambino rappresentava la sua vita, la cosa più preziosa che possedesse.

Si mise il giaccone, sistemandoselo accuratamente davanti allo specchio. Era di certo la donna più bella della città, e lo sapeva bene.

Uscì di casa. Erano le prime ore del mattino e la luce era ancora poca. Camminava per le vie di Storybrook a passo deciso e con aria fiera, salutando di tanto in tanto i passanti che le auguravano una buona giornata.

Prima di recarsi in ufficio però doveva vedere una persona. Attraversò la strada e giunse davanti al negozio d'antiquariato del signor Gold. Era lui il cavillo che non poteva portare alla perfezione quella città. Prima o poi l'avrebbe fatto sparire.

Varcò la porta richiudendosela alle spalle. L'uomo era dietro il bancone. Alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato.

"Cosa la porta qui signor sindaco?" chiese appoggiandosi al bancone con fare minaccioso.

La donna si avvicinò e sostenne lo sguardo del suo interlocutore.

"Sono qui perché voglio che la smetta di ficcare il naso in cose che non la riguardano." disse stringendo i denti.

"Di quali cose stiamo parlando con esattezza?"

"Sto parlando del signor French." affermò irritata.

"Anche se quella casa appartiene a lei non ha il diritto di far rinchiudere un mio cittadino in galera senza informarmi. Sono io la legge. E decido io cosa fare dei cittadini di questa città." continuò severa.

Gold prese il bastone e si avvicinò a Regina, mettendola in soggezione.

"Signor Sindaco, forse sarebbe il caso di ricordarle che se questa città è in mano sua è solo merito mio. Quindi mi lasci fare il mio lavoro."

Aveva ragione. Era per merito suo se era riuscita a diventare sindaco. Odiava quell'uomo più di qualunque altra cosa. Se solo avesse avuto un punto debole, sarebbe stata in grado di distruggerlo. Ma il problema era proprio quello. Gold non aveva punti deboli.

 

La casa di Gold si trovava a pochi metri dal suo negozio. Non fu difficile trovarla. Era una delle case più belle presenti a Storybrook. Superava di grand lunga anche quella del sindaco. Belle la guardò ammirata. Le ricordava molto la casa di uno dei suoi libri. Si avvicinò al campanello e spinse il tasto con il polpastrello. Il suono emesso dal campanello rimbombò all'interno della casa. 

La porta si aprì.

"Signorina French è in ritardo." affermò a braccia conserte il proprietario di quella casa maestosa.

Belle guardò l'ora dal suo cellulare.

"Sono le tre e due minuti. Eravamo d'accordo per le tre" cercò di giustificarsi.

Gold le si avvicinò pericolosamente al viso. .

"La puntualità fa parte del nostro accordo." disse sogghignando.

Belle roteò gli occhi.

"Mi scusi. Non succederà più" disse poco convinta.

"È quello che spero" si allontanò dalla ragazza e la fece accomodare.

Dentro era ancora più bella di quanto lo era fuori. Sembrava un palazzo dell'ottocento, ovviamente di dimensioni decisamente inferiori ma la bellezza era quella.

Si sentiva all'interno di una favola.

Il signor Gold interruppe il suo fantasticare.

"Voglio che metti da lavare tutte le tende di questa casa, cara. Ti avverto sono tante e pesanti. Sarà un lavoro faticoso. Fa attenzione." disse divertito.

Detto questo sparì dietro una porta e non si rifece vivo per l'intera giornata.

Belle volse lo sguardo verso le finestre. Erano altissime. Non sarebbe mai riuscita a tirar giù quelle lunghissime tende senza scala. Iniziò a vagare per le varie stanze della casa alla ricerca della scala. 

La trovò vicino ad una finestra nella camera da letto. Probabilmente gliela aveva sistemata Gold in modo che la utilizzasse. 

Il lavoro ebbe inizio. Il signor Gold aveva ragione. Quel lavoro era faticoso. Non tanto perché le tende erano pesanti, ma bensì perché sembravano attaccate con la colla. Era difficilissimo staccarle. Più di una volta rischio di cadere per lo sforzo.

Sudata con le braccia che le facevano male dappertutto si recò nel salotto dove si trovavano le ultime tende. 

Per la centesima volta si arrampicò su quella scala pericolante. Mentre saliva sentì l'uomo fare il suo ingresso nella stanza. 

"Le ha inchiodate queste tende per caso?" chiese mentre si apprestava a staccare la tenda.

Gold sembrava confuso. 

"Perché mi chiedi questo?" 

"Sono durissime da staccare." ammise tirando la tenda, che imperterrita non voleva staccarsi.

Tirò più forte e finalmente si staccò, cadendo a terra. Quello sforzo immane aveva però fatto perdere l'equilibrio alla ragazza, che senza rendersene conto scivolò e cadde dalla scala.

Chiuse gli occhi aspettando spaventata la caduta. Era in alto. Di sicuro si sarebbe rotta qualcosa. Ma quella caduta non arrivò mai. Aprì gli occhi e si trovò tra le braccia del signor Gold. Era riuscito a prenderla e a impedirle una settimana se non di più all'ospedale. 

I suoi occhi furono catturati da quelli di lui. Non aveva la minima intenzione di rompere quel contatto visivo. Si sentiva così bene in quel momento. Anche lui la stava fissando, con la sua stessa intensità. Belle sorrise leggermente.

"La ringrazio" disse rompendo quella magia che si era creata tra loro.

Gold la lasciò scendere senza mai smettere di guardarla.

"Grazie" ripetè la ragazza.

"Non c'è di che" disse imbarazzato.

Belle stava per salire di nuovo sulla scala per staccare la tenda che le era rimasta ma Gold la fermò.

"Non preoccuparti. È rimasta solo quella posso anche staccarla io" disse gentilmente.

Non aveva mai visto il signor Gold così disponibile. Allora era vero che infondo c'era del buono in lui.

"Puoi anche andare a casa se vuoi. Ti sei stancata abbastanza per oggi." le disse abbozzando un sorriso.

"Grazie. Allora a domani." disse recuperando le sue cose e avviandosi all'uscita.

"A domani" le rispose "Belle".

 

La notte era calata. Passando il pomeriggio a lavorare il tempo era volato. Camminava con lo sguardo rivolto verso l'alto per ammirare le stelle. Aveva sempre desiderato vedere una stella cadente, ma non era mai riuscita nell'intento. Le venne in mente una nottata passata con Ruby e Mary-Margaret, distese su un prato ad aspettare le stelle cadenti. Proprio nel momento in cui Belle si era distratta, ne erano cadute due di seguito. Ed era sempre così, tutte le volte che distoglieva lo sguardo dal cielo, una stella burlona decideva di cadere.

Nel suo fantasticare non si accorse di essersi scontrata con una persona.

Guardò verso la figura per scusarsi quando vide che era Gaston.

"Gaston che ci fai in giro a quest'ora?" chiese non sapendo che altro dire.

"Potrei chiedere la stessa cosa a te" rispose ridendo. 

Puzzava tremendamente di alcool.

"Sei ubriaco?" domandò Belle anche se conosceva già la risposta.

"No. Ho bevuto solo qualche drink da niente." scoppiò in una fragorosa risata.

"Ti consiglio di andare a casa prima che tu possa combinate qualche guaio. Scusa ma devo andare." disse la ragazza cercando di superare il ragazzo. 

Non ci riuscì. Gaston le continuava a bloccare la strada.

"Fammi passare per favore. Sono già in ritardo. Mio padre si preoccuperà." 

Gaston assunse un'espressione indecifrabile.

"Perché non mi vuoi?" chiese fissandola negli occhi.

"Te ne ho già parlato. Ti vedo solo come un amico." ripetè Belle.

Gaston la prese per le braccia e la strinse troppo forse. Quasi da farle male.

"Beh io no. Io ti voglio Belle. E se non ti avrò con le buone, ti avrò con le cattive." ringhiò fuori di sè.

Strattonò la ragazza e la spinse in un vicolo, dove la luce era assente e nessuno avrebbe potuto vedere o sentire nulla.

Prese la ragazza per le braccia e la bloccò al muro.

"Sei così bella." disse per poi iniziare a baciarla violentemente.

Belle cercò di divincolarsi, ma Gaston era troppo forte. Perché doveva essere così debole. Se solo fosse stata più forte avrebbe potuto liberarsi. Ma non riusciva a fare niente, se non trattenere le lacrime. 

"Ti prego Gaston lasciami andare" tentò di dire ma il ragazzo non l'ascoltava nemmeno.

Iniziò a sbottonarle la camicia, senza mai offrirle una possibilità di fuga.

Ormai sapeva di essere spacciata. Cercò di non pensarci. Sarebbe stato meno doloroso distaccarsi da quel momento. 

Quando stava perdendo anche l'ultima speranza, qualcuno agguantò Gaston per le spalle e lo scaraventò a terra facendolo rotolare tra i sacchi dell'immondizia.

Il signor Gold le porse la mano.

"Vieni con me".

Belle ancora sconvolta trovò la forza e si allontanò dal muro, con la schiena che le doleva, dando la mano a Gold. La condusse al limitare del vicolo e si fermò.

"Aspetta qui." e scomparve di nuovo in quel vicolo oscuro.

La ragazza si asciugò le lacrime che non riusciva più a trattenere.

Mentre si riallacciava la camicia, sentì dei lamenti provenire dal vicolo. Seguì le urla e vide Gold con in mano il suo bastone, che picchiava violentemente Gaston. Negli occhi di Gold si era accesa una scintilla di male. Sembrava posseduto.

Non poteva sopportare quella scena. Nonostante Gaston l'avesse quasi violentata non voleva che Gold si comportasse come quel mostro che tutti pensavano che sia.

Belle si mise afferrò il braccio di Gold e lo interruppe.

"Fermo ti prego." disse singhiozzando.

"Belle questo ragazzo ti ha aggredito."

"Lo so. Ma non è questo il modo. Non voglio che ti comporti così.". 

Gold sembrava contrariato.

"Ma lui la deve pagare Belle." ghignò malvagio cercando di ricominciare a picchiare il ragazzo. 

Ma Belle lo bloccò di nuovo.

"No ti supplico fermati. So che puoi farlo."

"No io devo ucciderlo. Deve soffrire. Devo vederlo soffrire. Sono fatto così non posso evitarlo." ammise con un velo di tristezza.

La ragazza si mise davanti a Gold e gli prese il viso tra le mani.

"Io so che non sei così. C'è del buono in te ne sono certa." disse fissandolo negli occhi per poi sorridergli.

"Andiamo ora." lo prese per la mano e lo trascino via da lì.

Prima di andarsene Gold parlò a Gaston.

"Se ti azzardi un'altra volta ad aggredire questa ragazza giuro che sarà l'ultima cosa che farai."

 

Il signor Gold stette accanto alla ragazza per tutto il tragitto fino a raggiungere casa French.

Nessuno dei due parlò finchè non raggiunsero la porta d'ingresso della casa della ragazza.

Una volta raggiunta la veranda lBelle si voltò verso l'uomo.

“Grazie per tutto quello che ha fatto.” sorrise gentilmente.

“Non potevo certo permettere che la mia domestica venisse aggredita da un idiota” disse con il suo ghigno.

Belle rise. Non voleva proprio far trasparire il suo lato buono. Era più forte di lui ammettere una buona azione.

“Ora che sei al sicuro posso anche tornarmene a casa.” disse allontanandosi da casa French.

“Mi raccomando domani puntuale, ho te ne pentirai” disse in tono malvagio.

Ma ora lei non aveva più paura. Sapeva che quell'uomo non era una bestia come tutti, compreso lui, credevano. Era buono. Ne era certa. Scoppiando in una risata entrò in casa.

Suo padre si era addormentato davanti alla tv, come la solito. Mangiò al volo senza far rumore per non svegliare Moe e infine raggiunse camera sua. Una volta nelle coperte iniziò a sfogare tutte le lacrime represse per quello che le era accaduto. Poi però pensò al signor Gold e le lacrime pian piano si dileguarono sostituendosi a un sorriso. Con un sorriso si addormentò.

SPAZIO AUTRICE:
Ecco a voi il terzo capitolo^^ in questo capitolo vediamo per la prima volta Regina, alla ricerca di un punto debole di Gold. Sfortunatamente per lei Gold non ne ha, per ora. Rivelato il lato oscuro di Gaston e quello buono di Gold^^ Adoro Tremotino** Spero vi sia piaciuto anche questo capitoloT-T 
Al capitolo quattro:*

  
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