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Autore: xlairef    29/08/2014    2 recensioni
Un torneo inter-galattico, un valoroso scudiero e una principessa da conquistare. Benvenuti alla corte dell'Impero.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la mano della principessa

Le cose cominciarono a precipitare quando il laser di Fion, decimo parente acquisito del sovrano di Rigel21, fu tranciato con un colpo netto dal suo avversario.
Con il senno di poi, non era stata una buona idea risparmiare sul campo di energia protettiva dell’arma, ma l’armatura positronica di Fion aveva subito un guasto all’ultimo momento, e i tecnici della capitale erano costosi. Gli rimaneva pur sempre la spada a raggi gamma, aveva riflettuto mentre dava l’addio ai suoi ultimi fiorini.
Peccato che una spada a raggi gamma poco potesse contro un laser nuovo fiammante, una corazza positronica praticamente invulnerabile, uno scudo energetico, un mazzafrusto a onde sonore e una daga laser ultima generazione come quelli in dotazione al suo misterioso avversario.
“Forza Sir Fion!” Dagli spalti si alzò un coro di voci a sostegno del giovane cavaliere. “Non arrendetevi!”
“Coraggio!” Il suo fan club era cresciuto molto dal primo giorno del torneo, quando al sentire pronunciare il suo nome la folla era quasi svenuta dalle risate: un ex-scudiero, lontano parente di un monarca di un sistema talmente piccolo da essere stato costantemente ignorato nelle grandi Guerre Galattiche, osava proporsi come sfidante per la mano della figlia dell’Imperatore?
Eppure, duello dopo duello, Fion aveva scalato la classifica, con grande gioia degli allibratori clandestini, dal momento che nessuno aveva puntato su di lui, almeno per i primi turni. Ora le sue probabilità di vittoria erano date dieci a uno, sempre che si accettassero ancora scommesse.
Tutto era filato liscio, fino a quel momento…
Fion studiò di nuovo l’avversario: il Cavaliere Nero, come si era fatto chiamare quel tale, nonostante le sue armi non aveva brillato durante i combattimenti, anzi più di una volta aveva rischiato di perdere, finendo per cavarsela sempre per un soffio. Era quasi un miracolo che fosse arrivato al duello finale (o forse la causa era la quantità di grappa ingollata da Sir Olivier prima della semifinale).
Come si spiegava quindi l’improvvisa maestria nell’uso di laser e daga? Il cavaliere mascherato doveva aver tenuto nascosta la sua forza in vista della finale, concluse Fion, gettando uno sguardo al palco imperiale per farsi forza.
Eccola lì, la bellissima figlia dell’imperatore, con quei capelli color argento e gli occhi stellati, la sua musa, la sua dea… E la sua corrispondente segreta da circa sei mesi terrestri.
Era stato il destino: durante le lunghe sere passate a passare l’olio negli ingranaggi delle innumerevoli spazio-vetture degli innumerevoli componenti del suo clan, Fion aveva scoperto C.R.E.P.A. (Cadetti Rivoltosi E Principesse Arrabbiate), una community anonima dove poteva finalmente raccontare la sua tormentata vita di parente povero. Tra i molti commenti di sostegno a Scudiero11232 spiccavano quelli di Leila23, un’utente che sembrava capire davvero cosa significasse non avere scelte. Le missive erano passate da pubbliche a private, e dopo qualche mese Fion aveva scoperto che sotto la firma elettronica di Leila23 si nascondeva l’ultima figlia dell’Imperatore.
Ovviamente, nessuno aveva scoperto che l’umile parente povero di uno sconosciuto monarca aveva iniziato a scambiare missive istantanee con una delle figlie del più grande impero galattico dai tempi di Lord Vader, altrimenti il povero Fion si sarebbe trovato nelle miniere di ferro di Saturnia, ma lo scambio di mail era continuato (certo, le mail di Fion si erano fatte più appassionate mese dopo mese, mentre quelle della principessa conservavano un certo umorismo, ma Fion sapeva che i reali non erano abituati a mostrare i loro sentimenti in pubblico).
La notizia del torneo era stata un sogno che si realizzava: avrebbe avuto la possibilità di conquistare la mano della sua amata nonostante il divario sociale ed economico che li divideva, grazie alla sua abilità con le armi. A volte, essere i parenti poveri obbligati a esercitarsi con tutti i regali rampolli in vena di tirare un laser era vantaggioso.
Fion lanciò un sorriso alla principessa Talia, seduta accanto al padre: solo un ultimo avversario, poi la felicità sarebbe stata nelle sue mani.


Dire che l’imperatore Justinian era seccato non rendeva minimamente l’idea: quella mattina l’androide cuoco si era guastato, così le uova alla Benedict cucinate da uno degli androidi delle pulizie erano risultate immangiabili; il suo nuovo vestito da cerimonia stringeva sulla pancia in modo imbarazzante e la sua consorte si era lanciata in una predica sui vantaggi della nuova dieta liquida propagandata da quel ciarlatano del Sistema 9; suo figlio Marcus si era volatilizzato, probabilmente a cavallo di una di quelle nuove brutture che tanto piacevano agli adolescenti di oggi (sul serio, ai suoi tempi almeno le moto spaziali assomigliavano a moto spaziali, non a gigantesche cavallette). Inoltre, tutti i candidati adeguati alla mano di sua figlia erano stati sconfitti da quel giovane senza arte né parte e da quel tale in armatura nera che non aveva voluto rivelare la propria identità. C’era di che farsi venire un attacco di gotta. L’unica nota positiva era lo sciopero del silenzio che sua figlia aveva deciso di adottare come arma finale contro il torneo: finalmente niente più strilli sulle “tradizioni obsolete”, sul “liberticidio”, sul “libero arbitrio” e sulla “decisione lasciata alle donne”. Talia era rimasta zitta per tutto il duello, nonostante l’idea di andare in moglie a un pezzente o a un ignoto qualcuno non dovesse piacerle più che a lui. Eppure aveva così sperato in Sir Olivier… Talia guardava il duello con attenzione sospetta. Sir Fion aveva estratto una spada a raggi che aveva l’aria di potersi disintegrare da un momento all’altro, mentre il cavaliere nero, con grande cortesia (e ancor più immensa idiozia), aveva rinunciato a tutte le sue armi in favore della sola daga. In tutto questo, Talia osservava l’arena di combattimento senza fiatare, controllando il suo visore personale di tanto in tanto. Non fosse stato per il controllo anti-droidi che veniva fatto all’ingresso della sala del torneo, Justinian avrebbe pensato che sua figlia si fosse fatta sostituire da un droide e che ora fosse già all’altro capo della galassia. O che avesse sostituito con un droide il misterioso cavaliere che sembrava sul punto di vincere la sua mano.
Follie, si disse l’imperatore. Ora c’era solo da aspettare per capire quale dei due sfidanti sarebbe diventato il suo nuovo genero.


Con una mossa azzardata, Sir Fion saltò sulle spalle del suo avversario, cercando di colpirlo alla testa senza farsi ferire dalla daga. Non riuscendoci, con una capriola tornò a terra e ricominciò a parare i colpi del cavaliere nero.
In seguito, nessuno avrebbe saputo descrivere esattamente le mosse del cavaliere nero, ma il risultato delle rapidissime serie di colpi e affondi fu che il povero Sir Fion si ritrovò a schiena a terra, con il moncherino della spada di suo nonno in mano e un forte sapore di cenere in gola. Il sapore della sconfitta.
Mia amata Talia… Perché? Com’era possibile? Eppure sapeva di essere lo spadaccino più forte di tutto il sistema, non aveva sbagliato nulla, com’era stato possibile perdere?
Era il vero amore della principessa Talia, non poteva aver perso!
“Come prego?” Il cavaliere nero, finiti gli inchini alla folla festante, si girò verso Fion, che non si era reso conto di parlare ad alta voce. Sotto lo sguardo del casco nero, Sir Fion decise di mostrarsi uomo: “Io sono il vero e unico amore della principessa Talia. Pertanto vi prego di ritirarvi, signore.” E aggiunse, in tono secco. “Non vorrete far soffrire una povera ragazza imponendo la vostra presenza. Vi reputo un uomo d’onore.”
Il cavaliere nero lo squadrò (o almeno, il suo casco lo fece). “E come fate a sapere di essere il vero amore della principessa?” La sua voce era roca e metallica.
Fion si alzò e iniziò a parlare dei messaggi, delle sue promesse, di… Si interruppe di colpo.
Fu allora che la folla ammutolì.
L’imperatore allargò gli occhi e le sue guance assunsero una tonalità verdastra.
Il cavaliere nero si era tolto il casco, e ora l’inconfondibile chioma biondo argento della principessa Talia le scendeva sulle spalle dell’armatura.
“Come…Cosa..Chi…” L’imperatore guardò la figlia nel campo e guardò la figlia seduta accanto a lui. Con un ghigno, suo figlio Marcus lasciò cadere il visore (in realtà uno schermo camuffante) e sorrise candido.
“Non trovate che le gonne mi donino, padre?”
“Padre!” Justinian non ebbe tempo di rispondere, perché la voce imperiosa di Talia, amplificata dal sistema stereo del campo del torneo, risuonò nelle sue orecchie e in quelle di tutta la folla. “Solo io deciderò chi sposare e quando.”
“Figlia degenere!” Sbraitò Justinian, e sarebbe sceso nell’arena non fosse stato per sua moglie e suo figlio che lo trattenevano per le spalle. “Torna al tuo posto immediatamente!”
“Te lo puoi scordare! Ho vinto il torneo, per cui ho il diritto di ottenere la mano della principessa. Ovvero la mia.” Talia sorrise a trentadue denti.
“Questo non è possibile!” L’imperatore ghignò trionfante. “Sul regolamento c’è scritto chiaramente che nessuno potrà gareggiare per se stesso!” Disse, sfoderando il lettore dove erano conservati i codici imperiali.
“Ma dice anche che verrà concessa al vincitore la mano dell’erede di colui che ha indetto il torneo. Non specifica se maschio o femmina. Quindi…” Talia ghignò a sua volta. “Carissimo padre: o annullate questa farsa di torneo oppure dovrete darmi mio fratello in sposo.”
All’imperatore cadde la mascella.
“Pensate solo ai nipotini che vi daremo…” Sussurrò malignamente Marcus.
Justinian ne aveva avuto abbastanza. “Torneo annullato” Esalò, gettandosi a sedere sul suo trono.
“E non ce ne saranno altri.” Intimò Talia. “La legge sulla successione deve essere modificata: voglio poter decidere io sul mio futuro. E lo stesso vale per Marcus.”
“Senti, ragazzina viziata, non cercare di…”
“Pensate al matrimonio che avremo io e Marcus…”
“Accordato.” Decisamente, quella non era la sua giornata migliore.
La folla, volubile come sempre, iniziò ad applaudire.


In tutto questo, il povero Sir Fion era stato dimenticato, eppure era lui ad aver ricevuto il colpo più duro (e non solo metaforicamente).
“Mia principessa…” Sussurrò allibito. “Com’è possibile…”
Talia si girò. “Tu sei Fion alias Scudiero11232, non è vero? Mi sembrava di conoscere il tuo nome.”
Fion annuì. “E posso assicurarvi che non c’è nessuno in tutto l’universo che vi ami di più.” Forse c’era ancora speranza, forse…
“Certo, nelle vostre mail avete reso chiaro il concetto.” La principessa inarcò un sopracciglio. “Ma io non ricordo di avere mai scritto di amarvi.” E, gettandosi il casco e la spada sulle spalle, la principessa uscì dall’arena, accompagnata dai canti di vittoria.


  
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