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Autore: ambra_chiara    31/08/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Sono Axel, figlio di Ade e Persefone. La mia vita, già non molto normale di per se, sarà sconvolta dall'arrivo di una figlia di Zeus ed Era... una maledizione, un nuovo nemico e tanti incubi incomberanno nella mia vita come quella strana ragazzina dalla pietra nera.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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E ora che si fa?” chiesi ad Ambra
“Potremmo allenarci un po’ oggi pomeriggio, cenare e partire domani…” propose
“Ok ci sto…” andammo in uno spazio circolare senza alberi, non era troppo grande, ma neanche troppo piccolo.
Beastly e Buckie stavano all’estremità, pronti ad accorrere in caso che i loro pupilli (noi) fossero stati in pericolo.
“Arma?” chiese la figlia di Zeus
“Lancia…” dissi prendendola dal mio sacco a pelo
“Dormi con la tua arma da parte?”
“No, l’ho messa lì perché è a portata di mano, inoltre è l’unico posto in cui ci sta” risposi “E tu? Che arma?”
“Pugnali” disse prendendone due dalla cintura con la lama leggermente curva con le impugnature che rappresentavano due leoni.
“Sicura? Non è che ti farò male?” scosse la testa seguito da un gesto della mano che non sappi interpretare.
“I poteri si possono usare o no?” chiese dopo
“direi di no, perché mi potresti benissimo uccidere se non dosi bene la forza” le risposi, ma non le dissi tutta la verità, potevo benissimo ucciderla anche io.
Come risposta,  Ambra ridacchiò e dopo poco incominciammo.
Giravamo in cerchio, esaminandoci: lei era piccola e mingherlina, quindi non doveva avere molta forza, però il calcio che mi aveva rifilato non era niente male, per non contare il fatto che cavalcava un cavallo abbastanza grande… quindi non doveva essere troppo debole.
Certamente era veloce, e, molto probabilmente, anche agile se usava i pugnali.
Doveva anche essere precisa con una buon mira perché usava l’arco.
Senza neanche accorgermene mi ritrovai a schivare i suoi colpi, uno mi arrivò quasi alla gola, mentre deviai con la lancia il colpo che mi sarebbe arrivato sul fianco.
“Ma sei pazza?!” le urlai
Ambra continuò e cercò di trovare degli spazi, ma non gliene concedevo, l’unica cosa è che non riuscivo ad attaccare, era troppo rapida e non riuscivo a far altro che parare.
Intanto la figlia di Zeus lanciava piccole scintille e la cosa non mi piaceva… ma cercai di non badarci e paravo, prima o poi si sarebbe stancata.
Poi fece una cosa imprevista: con le due lame prese la punta della mia lancia deviando la mia attenzione su questo, pensando che volesse abbassarmi l’arma, ma così non fu perché mentre io tenevo salda la lancia, lei mi dava un calcio basso così che persi l’equilibrio e caddi sbattendo il petto contro il terreno, Ambra ben presto fu sopra di me per bloccare ogni mio movimento, con una mano teneva il suo pugnale vicino alla mia gola, con l’altra libera (non so dove avesse messo il secondo stiletto) cercava di togliermi la lancia di mano, ma non ci riuscì, alla fine si arrese, anche se aveva comunque vinto lei perché poteva sgozzarmi prima che io facessi qualsiasi cosa.
“Bravo” mi disse mettendo anche l’altro pugnale a posto e alzandosi “Hai una presa salda, ho tentato più di una volta di toglierti l’arma ma con scarsi risultati”
“Anche tu sei molto brava… sei velocissima! E hai vinto” le risposi girandomi su un fianco
“Non hai visto Michelle”
“è single?” mi guardò malissimo per poi guardare l’ora “è abbastanza tardi… mangiamo?”
“Con piacere!” mi aiutò ad alzarmi e tornammo al nostro accampamento.
Presi il tacchino crudo: “Sai che ci metteremo un po’ a cucinarlo vero?” mi chiese Ambra appena lo vide
“Non ti ho detto ancora una cosuccia” Ambra spostò la testa di lato con fare interrogativo.
Intanto io mi scaldavo le mani e esse presero fuoco, non un fuoco normale, ma il fuoco dell’inferno, nero come la pece, con lievi sfumature rossastre, era molto più potente del primo, e molto corrosivo, quindi dovevo stare attento se no la nostra cena si sarebbe bruciata.
“Wow!” disse la ragazzina sgranando gli occhi “Perché non me lo hai detto prima? Insomma è strepitoso!” feci spallucce rispondendo
“Onestamente non avevo voglia di dirtelo con le parole, con i fatti è molto meglio”
“Insomma tu sei un fornello ambulante che controlla fuoco nero… non farlo abbrustolire troppo!” spensi la fiamma e il tacchino era pronto nel piatto.
Lo tagliai con un coltello da cucina, misi le porzioni in due piatti di plastica con le posate e il primo lo diedi ad Ambra, poi il secondo me lo tenni io e il resto a Beastly mentre Buckie brucava e mangiava le due mele che la padroncina gli aveva regalato.
Ambra mentre mangiava mi chiese:                                                                             
“Allora… come conosci Jim?”
“Avevi detto che non volevi saperlo” risposi non alzando lo sguardo dal mio cibo
“Adesso lo voglio sapere, sputa il rospo, non credo che tu e Jim stavate insieme… nessuno dei due mi sembra gay”
“Il figlio di Apollo è il tuo ragazzo?” le chiesi
“Si, ma non puoi rispondere a una domanda con una domanda…avete la stessa madre ma padri differenti?” continuò infilandosi un boccone più grande di lei in bocca
“No affatto, mia madre è Persefone ricordi?” lei andò avanti imperterrita con le sue strambe teorie
“Ho trovato! Tu avevi un pinguino, l’hai affidato a Jim soltanto che lui te l’ha fatto scappare”
“Un pinguino? Sul serio?” fece spallucce
“Oppure un cucciolo di foca” la guardai male “ok, seriamente, cosa è successo?” spalancò gli occhi nocciola e mi fissò, questa volta era seria
“Mi romperai le scatole finché non ti risponderò vero?” la figlia di Zeus annuì mentre io sospirai
“Che bambina che sei Am. Comunque eravamo molto amici una volta, finché non ci siamo divisi”
“Come mai?” mi domandò
“Eravamo troppo diversi, inoltre è stato uno stronzo”
“Che novità, lo è sempre. Cosa ha fatto?” mi chiese
“Mi ha pugnalato alle spalle” Ambra prese la cosa ancora più seriamente di prima e mi guardò intensamente: “Continua” scossi la testa e mi infilai nel sacco a pelo dicendo:
“Michelle è single?” le chiesi ancora per cambiar discorso, la figlia di Zeus non insistette sull’argomento precedente e sospirando mi rispose: “Si, ma non provarci con lei”
“Perché non dovrei?” fece spallucce
“Non ti voglio tra i piedi, se ti metterai con lei ci sarai sempre e non ti voglio in giro… inoltre non è la tua tipa” mi rispose, io ridacchiai “Che tipa è?”
“è sincera, leale e forte. Ma allo stesso tempo malinconica e ha bisogno di qualcuno che la capisca, molto probabilmente non sei il suo tipo” sbadigliò rumorosamente e si sdraiò sul sacco a pelo mentre buttava il piatto di plastica vuoto in un sacco.
“Potrei capirla più di quanto pensi” ma non mi rispose perché era già caduta in un sonno profondo, io feci giusto in tempo a togliermi il cerotto e buttare il mio piattino che crollai anche io. 
  
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