Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AidenGKHolmes    01/09/2014    7 recensioni
Prendendo spunto da una canzone cancellata nel film originale, dal titolo originale "More than just a Spare", nella quale Anna parla della poca importanza che le veniva attribuita, chiedendo contemporaneamente che le venisse concessa un po' più di considerazione.
Ho provato quindi a dare una mia interpretazione della canzone, immaginando i sentimenti di un'Anna ancora ragazzina, alcuni anni dopo il progressivo allontanamento da Elsa (In teoria quindi potrebbe essere considerato un Missing Moments).
Spero vi piaccia :)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Re, Regina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UN RIMPIAZZO?


"Un rimpiazzo...? Sono davvero solo un rimpiazzo...?"

Anna se lo chiedeva molto spesso... forse troppo frequentemente, per essere solo una ragazzina di undici anni.
Certe domande erano frequenti nel periodo adolescenziale... ma le sembrava ormai evidente che la considerazione dei suoi genitori verso di lei calava ogni giorno che passava; passavano ogni singolo minuto assieme ad Elsa, chiusi dentro camera sua a fare chissà cosa. E lei non poteva entrare.

Era... era veramente così poco importante per loro? Più che un rimpiazzo Anna si sentiva di troppo, come un peso inutile.

Forse i primogeniti contavano sempre di più per i genitori rispetto ai fratelli e sorelle minori? Anna non lo sapeva, eppure non le sembrava di chiedere mai nulla, se non un abbraccio ogni tanto... da suo padre o sua madre... magari da Elsa stessa...
Invece no. Si dedicavano per la maggior parte delle ore della giornata alla sorella maggiore ed Anna si ritrovava a passare il tempo in completa solitudine, tra le stanze di quel castello perennemente vuoto.

"Non sono parte della città... non sono nata per essere regina..."

Che cos'è che sua sorella aveva di così importante da far si che la ignorassero quasi totalmente?

"Deve avere qualche talento particolare... magari Elsa sa scrivere capolavori già a quest'età" Si immaginava Anna.
Ok, Anna non aveva mai raggiunto livelli di eccellenza in nulla, ma veramente i figli potevano essere amati solamente se particolarmente dotati in qualche ambito? Questo avrebbe spiegato perchè suo padre e sua madre fossero sempre troppo impegnati per lei.
Persino quando tentava di stupire i genitori, per esempio impegnandosi a fondo per realizzare un disegno, come fanno tutti i bambini quando cercano di ottenere attenzione dai loro genitori, questi non le prestavano mai particolare attenzione, quasi come se Anna fosse una seccatura aggiuntiva e superflua a cui dedicare pochi minuti al giorno.

Silenziosamente e, forse, inavvertitamente, le stavano infliggendo ferite che si sarebbero potute sanare solo col passare di anni... tanti anni...

Nemmeno Elsa sembrava voler più a che fare con lei. Si era improvvisamente chiusa in sè stessa, al di là di una grande porta di legno che si ergeva al pari di una barriera tra l'amicizia, infranta improvvisamente e senza un motivo specifico, delle le due sorelle. Anche lei... la considerava solo un rimpiazzo?
Era arrivata addirittura a pensare che Elsa, da sempre il suo punto di riferimento... la odiasse.

Ed Anna stava sempre più male ogni giorno che passava. Stesa sul suo letto trascorreva interminabili ore a piangere fissando il soffitto, ripensando ai momenti felici passati con sua sorella quando erano piccole.
Perchè le cose non potevano tornare come erano una volta?
Si ricordava ancora le loro risate... era come se fossero passati pochi minuti da quegli istanti di gioia, nonostante la spensieratezza di Anna fosse finita alcuni anni prima.
Le lacrime le scendevano lentamente lungo le gote, trasmettendole un calore che ormai poteva ricevere solo dal pianto, mentre cercava di ripassare mentalmente ogni singolo giorno dalla loro separazione, nel tentativo di trovare la causa del suo isolamento.

Ogni volta si incolpava di qualcosa di insignificante o che, addirittura, non aveva fatto.

Non arrivò mai ad odiare nè i genitori nè la sorella... l'odio non faceva parte di lei. Era una persona troppo buona nell'animo per poter provare risentimento o astio verso qualcuno, nonostante tutto il male psicologico che le fecero per tanti anni. Preferiva soffrire dentro piuttosto che venir accecata dal rancore, capace di strappare l'innocenza di una persona in pochissimo tempo.

Ma, in fondo, anche in quel modo la sua bontà rischiava di venir meno.

A nessuno sembrava importare della sua depressione sempre maggiore... Anna era bravissima a dissimulare il suo stato d'animo durante i brevi e fugaci istanti che trascorreva ogni tanto coi suoi genitori. Indossava una maschera che non osava levare.

"Sarebbe inutile..." Pensava "Se già mi considerano non essenziale di sicuro non avrebbero a cuore i miei problemi"

"Quindi sono solo la secondogenita...
Che la maggior parte della città ignora..."


Non poteva fare nulla per cambiare quella situazione. Poteva solo cercare di limitare il suo dolore ed evitare, così, di essere consumata lentamente da dentro, accettando la sua importanza inferiore. E lo fece.
Ma non smise mai di amare Elsa e i suoi genitori.

Mai.

 
   
 
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