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Autore: steph808    01/09/2014    11 recensioni
Lorenzino è un piccolo bambino con una mamma molto apprensiva. Un giorno mentre va a scuola si mette a cantare “le tasche piene di sassi” di Jovanotti e sua mamma lo prende alla lettera. Dato che è apprensiva, si preoccupa tantissimo!
Genere: Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi ti ha riempito le tasche di sassi?

Lorenzino, vieni qui a mamma. Mettiti il cappello, la sciarpa e il cappotto pesante che dobbiamo andare a scuola.
Sbrigati che è tardi. Già alla tua età sei un ritardatario. Se continui così diventi come tuo padre. Perché, cos’ha tuo padre? Niente, si dice così per dire, lo capirai quando sarai più grande…
 
Volano le libellule,
sopra gli stagni e le pozzanghere in città,

Bravo, Lorenzino. Te l’ha spiegato la maestra delle libellule? Perché io qui in città di libellule non ne vedo. Piccioni un sacco, c’è proprio pieno di piccioni; rondini qualcuna. Non ti piacciono i passerotti, Lorenzino caro? Sono uccellini simpatici. Se poi mi dici che preferisci l’upupa, anche quella te l’avrà spiegata la maestra, perché di upupe in città neanche l’ombra, anzi neanche la cresta.
Insomma, io di libellule che volano sopra gli stagni non ne vedo. Non vedo neanche gli stagni, se vuoi proprio saperlo. Pozzanghere ce ne sono quando piove, però in quei giorni ci mettiamo l’impermeabile, gli stivali, le galosce, il salvagente e i braccioli gonfiabili. Oggi non piove, Lorenzino, lo vedi anche tu.
Certo che i bambini di oggi hanno tanta immaginazione.
 
sembra che se ne freghino,
della ricchezza che ora viene e dopo va,

Ma com’è bravo mio figlio! Anche questa te l’ha spiegata la maestra, vero, Lorenzino? Gli animali non si interessano dei soldi. Sì, esatto, è perché non hanno le borsette e neanche le tasche. Tranne il canguro, ma non è che il canguro è l’unico che va in giro col portafogli e tutti gli altri no. Bravo Lorenzino, hai ragione, i marsupiali sono 300 specie in 19 famiglie. E i Tilacinidi si sono estinti. Giusto. Sì. Però… non mi interessano i marsupiali del neolitico, da bravo, spiegalo alla maestra quando ti interroga! Stavo dicendo… gli animali non hanno i soldi e neanche il bancomat. Esatto, se ne fregano della ricchezza.
Come diceva quel tuo amico? Vorrei avere il becco, per accontentarmi delle briciole. Se hai il becco da passerotto, d’accordo, ha ragione lui. Ma se hai il becco da pellicano voglio vedere se ti bastano le briciole. Ci sta una panetteria intera, dentro il becco di un pellicano.
Bravo Lorenzino, il pellicano potrebbe mettere un bancomat dentro il becco e gli altri animali quando hanno bisogno vanno a prelevare.
Da grande farai il direttore di banca.
 
prendimi non mi concedere,
nessuna replica alle tue fatalità,
eccomi son tutto un fremito ehi.

O Lorenzino, che succede? Hai freddo? Non sei vestito abbastanza? Lo sapevo che dovevo portare anche i guanti. Poi prendi freddo e ti viene il raffreddore. Lorenzino, vieni qui, a mamma. Fammi sentire se hai la febbre. Altrimenti non ti porto a scuola, andiamo direttamente dal medico. Anzi, al pronto soccorso. Ci sarà un pediatra al pronto soccorso? Basta un niente che questi bambini di oggi ti prendono la meningite fulminante. No, non era la meningite quella che ti viene se prendi freddo, quella è l’influenza.

Passano alcune musiche,
ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili,
ma in certi cuori qualche cosa resterà,

Tuo padre quando canta tremano i vetri. Sì, è bravo papà a cantare. E io cos’ho detto? No, non volevo dire il contrario… comunque, se i vetri tremano non è perché hanno freddo. Questo no, puoi stare sicuro.
Io musiche che fanno tremare la terra non ne ho mai sentite. Neanche tuo padre fa mai tremare la terra, quando canta. Fa paura, d’accordo, a volte una campana rotta è più intonata di lui, ma comunque non così tanto da provocare terremoti, per fortuna. Neanche esplosioni. Che poi arriva lo tsunami e voglio vedere lo tsunami dove porta il mio Lorenzino.
 
non si sa come si creano,
costellazioni di galassie e di energia,

Non te l’ha spiegato la maestra come si creano le galassie? Magari non è ancora arrivata col programma. Certo che sarebbe un programma strano, perché, dico io, se c’è una cosa da spiegare all’inizio di tutti i programmi è il Big Bang. Che senso ha parlare degli antichi egizi senza il Big Bang? Anche i dinosauri. È da anni che studiate la preistoria e di dinosauri non se ne può più. Il giurassico, il triassico… no, i nonni non sono nati nel giurassico, te l’ho già spiegato. E se il tiranno-sauro era una bestia feroce e carnivora, non è perché mangiava il democratico-sauro. Devo dire a tuo padre di non farti più vedere il telegiornale. Solo cartoni animati. Altrimenti da grande farai il Presidente del Consiglio dei Ministri.
 
giocano a dadi gli uomini,
resta sul tavolo un avanzo di magia.

E chi ti ha parlato del gioco dei dadi? Lorenzino, dì la verità, è stata la maestra? Alla tua età non si gioca a dadi. È un gioco d’azzardo, stiamo scherzando? Che cos’è un gioco d’azzardo, dici? Chiedilo a tuo padre stasera quando ti fa vedere i cartoni.
 
Sono solo stasera senza di te,

Vedi come sono i bambini? Ad ascoltare loro tutti i genitori sono da mettere in galera. Stasera non ti lascio da solo, guarderai i cartoni con tuo padre. Stai tranquillo. A proposito, Lorenzino, prova un po’ a ripetere: “sono solo stasera”. Dillo con me. Ecco, prova anche a dire “Sono solo un serpente strisciante”. Lo sapevo, mi sa che devo portarti dal logopedista. Se ti lascio questo difetto di pronuncia della s sibilante ti prenderanno in giro per tutta la vita. Non voglio che mio figlio diventi lo zimbello della scuola.
 
mi hai lasciato da solo davanti al cielo

Di sera il cielo è buio. Quindi ti lasciamo davanti ai cartoni. Quante volte te lo devo ripetere? A meno che tuo padre non abbia voglia di comperarti un telescopio e insegnarti ad usarlo. Immaginiamoci, tuo padre non riesce a trovare il punto g, figurati se riesce ad insegnarti a trovare le stelle. Cos’è il punto g? è una cosa che tuo padre non trova mai. Proprio come il nonno quando non riesce a trovare gli occhiali da vista. Uguale.
 
e non so leggere, vienimi a prendere

Come non sai leggere? Lorenzino, questa novità non mi piace per nulla. Devo parlare con la tua maestra. Non è possibile che vi spieghi i marsupiali estinti e poi non vi faccia imparare a leggere. Più tardi, quando ti vengo a prendere, parlo con la maestra perché questa cosa deve essere chiarita subito.
 
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.
 
Le tasche piene di sassi? Chi ti ha messo i sassi nelle tasche? Chi è stato? I tuoi compagni che ti prendono in giro perché hai un difetto di pronuncia con la s sibilante? Dimmelo subito, Lorenzino, che io qui faccio una scenata! Dimmi chi è il tuo compagno che ti ha messo i sassi nelle tasche che ci parlo io con sua mamma.

Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,

Tranquillo, Lorenzino, che altrimenti mi cresci con i complessi. Se mamma non arriva subito è perché ha trovato traffico, d’accordo? Non piangere, stai tranquillo con la maestra o la bidella che poi mamma arriva.
 
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,

chi ti ha riempito le scarpe di passi? Nella tua scuola c’è un problema di bullismo!
Ti ho comprato le scarpe nuove antiinfortunistiche apposta per farti camminare alla perfezione e adesso mi vieni a dire che sono piene di passi?
Che, poi, Lorenzino, a pensarci bene non significa niente che le scarpe sono piene di passi. È un’assurdità! Le scarpe sono già riempite dai piedi, non ci stanno anche i passi. Altrimenti se ci metti dentro anche i passi insieme ai piedi va a finire che le scarpe diventano strette. Poi fanno male e ti cammini storto, ti viene la scoliosi, la gobba e l’ernia al disco. E noi non vogliamo che ti venga l’ernia al disco, vero?
 
la faccia piena di schiaffi,

eh no, questo è troppo. La faccia la riempio di schiaffi io a chi l’ha riempita a te! Non so se mi sono spiegata.
 
il cuore pieno di battiti

allora è deciso. Oggi non vai a scuola, ti porto subito al pronto soccorso. Ti fanno un bell’elettrocardiogramma e vediamo se hai il cuore pieno di battiti oppure no. Perché ci vuol niente e un bambino che prima era sano come un pesce e saltellava un momento dopo stramazza a terra, infarto fulminante e addio Lorenzino. Hai fatto bene a dirmi che hai il cuore pieno di battiti così vediamo cosa rispondono i dottori. Qualche giorno in osservazione in ospedale non può farti male e così la mamma è più tranquilla che stai bene.
 
e gli occhi pieni di te.

Lorenzino non fare il ruffiano. Non è che adesso la mamma lascia perdere i problemi di salute che hai, i problemi del bullismo nella tua scuola, i programmi strani che sta seguendo la tua maestra solo perché mi dici che hai gli occhi pieni di me.
Che tra l’altro, adesso che ci penso, potrebbe anche essere un problema grave di presbiopia.
Quante sono queste dita? Le vedi, Lorenzino? Vedi la mia mano? Dimmi quante dita sono.
Ecco, bravo, hai indovinato. Ci vedi bene? non è che hai gli occhi pieni di me perché ti funziona male il cristallino, la retina e tutto quanto il resto? Beh, non fa niente, dopo aver fatto l’elettrocardiogramma – che è più urgente – facciamo anche la visita oculistica.
Lorenzino, vieni qui a mamma.
Cos’è, non vuoi andare in ospedale?
Vuoi chiamare il telefono azzurro, invece? Chi ti ha spiegato cos’è il telefono azzurro? Tuo padre, ci scommetto! È sempre lui che fa danni!
Lorenzino, vieni qui!

 
 
NdA
Quello che “canta” il bambino è la prima strofa di “le tasche piene di sassi” di Jovanotti (2011). Tutto lo sproloquio della mamma apprensiva è opera mia.
Spero solo di avervi strappato un sorriso con Lorenzino e la sua mamma iperprotettiva che fraintende ogni riga della canzone.
  
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