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Autore: Nimel17    01/09/2014    7 recensioni
Una normale giornata a Vancouver e un certo attore che non riesce a non pensare alle due donne della sua vita. Nessun avvertimento.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emilie de Ravin, Robert Carlyle, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DUE DONNE SONO TUE, TU COSA SEI?
 
 
Fanfiction partecipante al Robert Carlyle's Characters contest II edizione 
 
 
Nickname: Nimel17
Titolo: Due donne sono tue, tu cosa sei?
Rating: Arancione
Genere: Romantico, Introspettivo
Personaggi: Robert Carlyle, Anastasia Shirley, Emilie de Ravin
TramaNote dell’Autore: Una normale giornata a Vancouver e un certo attore che non riesce a
                                       non pensare alle due donne della sua vita. Nessun avvertimento.
 
 
            Cuore in me 
Che sei così spezzato
Cuore in me
Che il corpo ha dilaniato
E separato in due
Due donne sono tue
Tu due metà
 
Cuore in me
Amato ma spezzato
Cuore in me
L’amore ti ha chiamato
E tu ti spacchi in due
Due donne sono tue
Tu cosa sei?
 
 
Robert stava guardando i suoi figli giocare felici in quella rara giornata di bel tempo a Vancouver.
Ultimamente si ritrovava a osservarli più spesso, accorgendosi che stavano crescendo: Ava, la maggiore, aveva già dodici anni e il pensiero lo faceva sentire vecchio.
Si chiese quanto tempo ancora sarebbe passato prima di svegliarsi una mattina incapace di prendere Pearce in braccio o di giocare a calcio con Harvey.
Vide il figlio minore correre verso Emilie e sorrise: il piccolo si era ritrovato con una bella cotta per l’attrice dagli occhi blu e l’accento australiano, scatenando l’ilarità dei genitori.
Era passato più di un anno dal loro breve e unico incontro romantico in macchina, ma il panico che aveva provato non se n’era più andato. Gli era sempre sembrato una sciocchezza il detto di amare due persone contemporaneamente, eppure adesso si ritrovava a passare ripetutamente lo sguardo dalla sua amata Anastasia, con i boccoli ramati e le lentiggini, a Emilie, con i capelli scuri e quegli occhi blu che sembravano ultraterreni.
Non sapeva esattamente perché si fosse innamorato della sua partner di scena: aveva girato scene ben più bollenti in Once Upon A Time con Rose e Becky, entrambe bellissime e più giovani di lui, ma loro non gli avevano acceso nulla dentro.
Emilie alzò lo sguardo proprio in quel momento e gli sorrise. Robert la salutò, sorridendo anche lui inconsapevolmente, e osservò i pallidi raggi del sole illuminarle le ciocche brune, lasciate sciolte al vento.  La maglia color ciclamino sembrava troppo grande per la sua taglia minuta, ma lei era bellissima lo stesso.
Com’ era successo che una semplice serie televisiva lo avesse preso così tanto emotivamente?
Stava diventando sempre più stancante alternare Rumpelstiltskin Signore Oscuro, Rumpelstiltskin il povero tessitore, il signor Gold e Dio solo sapeva cos’altro. Emilie – Belle, era la sola costante, il sollievo di quelle scene girate ad ogni ora del giorno e della notte.
Qualche giorno prima, per scherzare, le aveva chiesto se non si sentisse gelosa nei panni della principessa bibliofila, visto che in due stagioni consecutive Rumpelstiltskin aveva elargito diversi baci tra Cora, Milah e Zelena.
Emilie aveva ribattuto che, se proprio, era sua moglie a doverlo essere, perché solo per il personaggio di Cora lui aveva baciato – appassionatamente – due attrici differenti.
Il silenzio era calato inaspettatamente
“Mi dispiace” aveva detto lei, abbassando gli occhi.
“Per cosa? Non era mica un’offesa… dearie.”
Tra sé e sé, Robert era un po’ arrabbiato con gli sceneggiatori, perché facevano succedere di tutto al suo personaggio: averlo riportato in vita solo per fargli morire il figlio era stata una gran bastardata e lui si era sfogato con Emilie, che aveva riso e gli aveva dato delle pacche di compassione sulla spalla.
“A che cosa pensi per avere quella faccia?”
Anastasia gli si era seduta accanto, i riccioli sciolti sul maglione nero e un sorriso beffardo.
“Che faccia?”
“Come se ti avessero appena rubato il tuo pacchetto di Oreo.”
Robert si mise a ridere, giocherellando con gli occhiali da sole. Non importavano mai le circostanze, ma sua moglie era l’unica donna capace di farlo sentire ancora un bambino, a volte.
“Sono solo stanco che se la prendano tutti col mio personaggio.”
Lei gli passò un braccio intorno alla spalla e lui le strinse la vita con un gesto automatico.
“Sono solo gelosi. Rumpelstiltskin è adorabile.”
“Hai visto il nuovo trailer?”
“Quello di Elsa che cammina per Storybrooke lasciando una scia di ghiaccio, con Rumpelstiltskin vestito da Signore Oscuro che la osserva dal banco dei pegni?”
“Già. Sto ricevendo messaggi su messaggi, per non parlare delle mail, tutti riguardo alla mia ciocca grigia. Ci sono già ipotesi che sia stata prodotta da Elsa e non dalla vecchiaia.”
“Io ed Emilie invece ci stiamo chiedendo se per caso Rumpelstiltskin abbia avuto una storia anche con lei.”
“Pensare che in Skin Deep mi facevano passare per un eremita recluso.”
Anastasia rise e lui si sentì sollevato nel sentirla. La sua risata era vivace, libera e gioiosa, mentre quella di Emilie era dolce e bassa.
S’impose di non fare confronti e abbassò la testa per dare un bacio alla moglie.
“Mamma, mamma!”
Non fecero in tempo a muoversi che la loro primogenita era già addosso a loro, saltellante e sorridente.
“Posso andare a fare shopping con Lana? Posso? Posso?”
Robert lanciò un’occhiata obliqua allo sguardo perfino troppo innocente della sua migliore amica. Da quando Ava aveva accennato alla sua ammirazione per i vestiti dell’attrice sul set, Lana si era fatta un punto d’onore di trasformare la piccola in una principessa e ad Anastasia la cosa non dispiaceva: era sempre stata una donna un po’ maschiaccio.
Lui però era terrorizzato: di lì a poco avrebbe dovuto occuparsi dei ragazzi.
“Papà, ti presento Tommy, è alle medie con me.”
“Papà, ti presento Charlie e David, sono nella mia classe al liceo.”
“Papà, questo è Mark, seguiamo lo stesso corso di arte moderna.”
“Papà, questo è… MIO MARITO.”
Si riscosse. Ava aveva ancora dodici anni e Lana non avrebbe certo scelto vestiti scollatissimi e jeans a vita bassa.
Emilie si accovacciò accanto a Pearce e sorrise ad Anastasia.
“Io ho già un appuntamento con questo piccolo golosone e Harvey è in giro con Jared. Se accollate Ava a Lana, avrete il pomeriggio per voi.”
Robert cercò di trattenere una risatina, ma la moglie non ebbe altrettanto successo.
“Grazie, siete dei tesori.”
Mentre i bambini venivano opportunamente istruiti su come comportarsi, lui ed Emilie si guardavano senza bisogno di parlare. Forse lei aveva negli occhi una certa tristezza o forse no, non ne era sicuro. Sicuramente la sua giovane co-star si affrettò a lasciarsi ricadere i capelli sul viso, anche se non riuscì a non arrossire.
“Grazie per stare con Pearce, Em. Ti è molto affezionato.”
La vide deglutire, poi lei annuì e si rialzò, spolverandosi i pantaloni. Improvvisamente si alzò un vento piuttosto forte che le lasciò il volto scoperto e Robert si sentì stringere il cuore: Emilie aveva gli occhi umidi.
“Mi dispiace, Em… Per tutto.”
Per tutto quello che è successo a partire dall’anno scorso.
Lei sollevò una mano per bloccarlo.
“Non devi scusarti di nulla.”
Non c’è stato niente tra noi, né ci potrà mai essere. È inutile perdersi dietro a qualche “e se…”.
Lui annuì e le prese la felpa caduta a terra.
“Tieni. Passa una buona giornata e… non viziare troppo mio figlio.”
“Non te lo posso promettere.”
Quale delle due raccomandazioni?
Si sentì stringere alle spalle e venne assalito dal profumo di vaniglia e agrumi della moglie.
“Devi stare tranquillo, prima o poi gli passerà questa cotta.”
Non se assomiglia a suo padre.
“Sta iniziando a fare freddino. Perché non rientriamo nel nostro appartamento?”
“Non posso certo permettere a mia moglie di gelare, o stanotte dovrò sopportare i piedi freddi.”
“Se io sopporto il tuo russare…”
“Io non russo!”
“Sembri un gatto che fa le fusa.”
Lui aspettò che lei chiudesse la porta, poi iniziò a baciarla lì, sullo stipite. Cercò con le dita il familiare contorno dei suoi fianchi, della cicatrice che si era fatta a undici anni cadendo dall’altalena, la linea dritta della schiena ricoperta di lentiggini. Inspirò la fresca fragranza della sua pelle morbida e la liberò dal maglione nero, sorridendo quando vide che non portava il reggiseno.
Emise un gemito impercettibile quando Anastasia gli circondò la vita con una gamba e lo morse sul collo, non abbastanza forte da fare uscire sangue, ma sicuramente sarebbe rimasta un bel segno.
Fortuna che non portava i capelli corti.
Alzando lo sguardo, si accorse che i riccioli della moglie erano diventate ciocche più lisce e che gli occhi nocciola erano diventati blu acceso.
La baciò con più forza.
  
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