Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Lucyvanplet93    02/09/2014    3 recensioni
Dal testo:
"E' la verità, quando fa male ricordare qualcosa spesso lo dimentichiamo oppure fingiamo di dimenticarlo, ma alla fine è sempre li, non si può scappare dal proprio passato, sarebbe come fuggire da se stessi e non si può, perchè siamo ciò che volgiamo e per quanto il nostro passato possa essre triste o farci paura, fa parte di noi non lo si può ignorare.
Electra stava facendo proprio questo fuggiva dalla sua memoria, ma non sarebbe potutta scappare in eterno."
Mi rendo conto che il titolo non sia molto affascinante, però è il meno peggio che ho trovato, spero solo che la storia possa piacervi, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate, sono pronta a migliorare e ne ho bisogno. Spero solo di avervi incuriosito almeno un pò.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Moby Dick continuava spedita il suo viaggio sulla rotta maggiore, avevano dovuto rallentare di molto a causa di una brutta tempesta formatasi dinanzi a loro.
Il comandante della prima flotta, Marco la Fenice se ne stava alla destra dell’imponente seggio dell’uomo più forte del mondo.
"Credo che ora potremmo attraversare quella zona, padre" Disse pacatamente il ragazzo, che aveva una bizzarra capigliatura bionda, indicando le nubi che andavano diradandosi davanti a loro.
"lo so Marco, ho già dato l'ordine di aumentare la velocità." ripose Barbabianca.
"Finalmente era ora, non vedo l'ora di fermarmi sulla prossima isola per mettere qualcosa sotto ai denti!" Continuò un ragazzo con le lentiggini e con dei folti capelli corvini.
"Ace, ma è mai possibile che tu pensi solo a mangiare?"
"Vista, cosa posso farci io se ho fame ed abbiamo finito le scorte?"
Un violento pugno andò ad scagliarsi sulla testa di Ace facendogli spuntare un enorme bernoccolo.
"Abbiamo??? Chi è che tutte le notti si alza per andare a svuotare la dispensa eh zuccone!!!" Urlò un infuriato Marco.
"gurarararara... Figli miei calmatevi, fra poco arriveremo ed Ace potrà rimpinzarsi fino a scoppiare!" Tuonò Barbabianca.
Gli uomini di Newgate si diedero da fare e il viaggio verso la nuova meta proseguì abbastanza tranquillamente, Ace fu nuovamente neutralizzato dai pugni di Marco, così nessuno dovette più assistere alle tragedie del comandante della seconda flotta, la tempesta era ormai completamente sparita di essa rimanevano solo poche nubi sparse qua e là, il mare era piatto e calmo, non sembrava esserci nulla di strano, se non quel puntino scuro in mezzo al blu.
"Cosa c'è laggiù?" chiese Jaws indicando lo strano oggetto.
"non ne ho idea, Halta portami il binocolo" Ordinò.
Una piccola ragazza con dei corti capelli castani porse il suo cannocchiale al suo capitano.
"Ma è una persona!!" esclamò.
"Posso dare un occhiata, padre??" chiese Marco, l'uomo non rispose ma porse il binocolo. Il ragazzo osservò l’immensa distesa blu, che si apriva davanti ai suoi occhi, fino ad individuare una malconcia asse di legno.  
"Sembrerebbe una ragazza, credo abbia perso i sensi." continuo impassibile Marco.
"Dobbiamo aiutarla! Satch avvisa le infermiere, digli di preparare il pronto soccorso!" Ordinò.
"Agli ordini!"
"Ne siete sicuro padre?" chiese Marco scettico.
"Certo che ne sono sicuro, non si abbandona mai qualcuno in difficoltà è la regola di tutti quelli che viaggiano per mare, e che hanno un pò di onore" Tuonò.
"Non discuto gli ordini… Ho solo un brutto presentimento."
Il recupero della misteriosa ragazza fu più faticoso del previsto, era ferita aveva un brutto taglio sul fianco, non sanguinava ma, dovettero fare attenzione per non farla riaprire, anche Ace si era unito al gruppo dopo essersi ripreso e curioso si fece spiegare tutta la faccenda.
A differenza del compagno lui era decisamente più entusiasta del ritrovamento.
"E’ molto debole e ha perso molto sangue, dobbiamo portarla subito in infermeria" Esclamò una delle infermiere di bordo.
"Ce la farà?" Chiese in preoccupato Ace.
"Ora è impossibile dirlo… Dipenderà tutto dalla sua resistenza fisica, cercheremo di fare il possibile affinché si salvi." Sentenziò l'infermiera portando la ragazza in infermeria.
"Speriamo bene..." Sussurrò Vista.
Marco sbuffò.
Le infermiere lavorarono intensamente per diverse ore, la ferita che la ragazza aveva sul fianco era più grave del previsto, si estendeva per più di 15 cm e ci vollero più 20 punti di sutura per richiuderla completamente ed essere sicuri che non si riaprisse, inoltre dovettero medicare anche diversi lividi sparsi per tutto il corpo cospargendoli con uno speciale unguento.
Nel pomeriggio Barbabianca chiese informazioni sulla salute della giovane. "Allora? Come sta?"
"E’ ancora presto per dirlo è molto debole ma la ragazza ha la pelle dura, crediamo possa farcela."
"Guararara bene! Me lo sentivo che era una tipa tosta!"
"Inoltre capitano, abbiamo trovato diverse cicatrici, sul suo corpo..."
"Si sa da cosa possano essere state provocate?" Intervenne Ace.
"Un arma da taglio sembrerebbe."
"Chissà cosa le è successo..."
"possiamo solo aspettare che si svegli, poi sarà lei a dircelo" conclusa Barbabianca.
 
Intanto all'interno dell'infermeria...
Electra cominciò lentamente ad aprire gli occhi, si trovava stesa su un morbido letto che profuma va di pulito, non riusciva a ricordare come fosse arrivata in quel luogo.
‘Ricordo di essermi svegliata mentre ero in mare, ero ferita, andò a toccarsi il fianco, ora completamente fasciato e pulito,  un esplosione mi sembra di ricordare, su una piccola isola... Solo, come ci sono arrivata? L'ultima cosa che ricordo è quell'uomo che dice di conoscere mio padre, poi più nulla... Maledetto mal di testa, non riesco a concentrarmi..’.
"finalmente ti sei svegliata!" esclamò una voce allegra, interrompendo il flusso dei pensieri di Electra.
"Chi sei?? Cosa vuoi?" Esclamò mettendosi sulla difensiva.
"Ehi, ehi tranquilla non ho cattive intenzioni, mi presento. Il mio nome è Ace e faccio parte della ciurma di Barbabianca, che è anche quella che ti ha salvato la vita!" Spiegò il ragazzo.
"Perché mi avete salvato, a quale scopo?" Chiese Electra ancora scettica.
"Non c'è nessun secondo fine ti abbiamo vista in difficoltà e il nostro capitano ha deciso di aiutarti tutto qui!" Concluse Ace con un gran sorriso e prendendo una sedia e mettendosi di fronte alla ragazza, a quelle parole la Electra si rilassò leggermente.
“Beh, allora non posso fare altro che ringraziarvi…”
Ace scrollò le spalle. “Non devi ringraziare, era nostro dovere…” Dei pirati che compivano il loro dovere… Questa era proprio nuova. "Come ti chiami?" Chiese ancora Ace.
"Mi chiamo Electra!"
"Uh, bel nome, quanti anni hai??"
A quella domanda la ragazza non seppe cosa rispondere, la verità era che non lo sapeva, ricordava di aver compiuto 16 anni solo ieri, ma era evidente che così non fosse, rimase imbambolata ancora per diversi minuti finché Ace non gli sventolò una mano davanti agli occhi, riportandola alla realtà, "ehi, il gatto ti ha mangiato la lingua?" Sorrise.
"io... Io non lo so..."
"Come non lo sai? Non lo ricordi?"
La ragazza annuii lentamente. “l’ultima cosa che ricordo è il giorno del mio sedicesimo compleanno.”
"Accidenti che situazione..." Disse Ace grattandosi la testa. “A giudicare dal tuo aspetto però, direi che hai più o meno la mia età…”
“E tu quanti anni hai?” Domandò la ragazza.
"Io? Ne ho 23!" Esclamò il ragazzo.
Electra rimase per un attimo interdetta.
Ricordava di aver compito sedici anni solo il giorno prima…
‘6  anni di buio totale, cosa mi è successo perché non ricordo nulla!’
Appresa la verità Electra non riuscì più a stare ferma doveva muoversi, alzarsi da quel letto ed andare a scoprire la verità.
Tirò via le coperte e si alzò velocemente, troppo velocemente, le girò la testa perse l'equilibrio cadendo in avanti, se non fosse stato per Ace che prontamente la trattenne per le spalle sarebbe caduta malamente al suolo.
"Ehi cosa credi di fare, sei ancora debole non puoi alzarti."
"Ma io devo..."
"niente ma, devi riposare." Così dicendo la fece girare e sempre sorreggendola la guidò verso il letto, così facendo notò due cicatrici dietro le spalle e decise di provare a chiedere.
"Come ti sei fatta queste?"
"Cosa?"
"Queste cicatrici, sulle spalle... Sembrano quasi colpi d’arma da fuoco…"
Il suono di uno sparo risuonò nella mente di Electra, provocandogli una forte emicrania.
Era come se qualcuno avesse preso degli aghi e glieli stesse conficcando nel cervello, non resistette e si inginocchiò a terra, seguita da Ace che continuava a sorreggerla. "Ehi che ti succede?" Chiese allarmato il ragazzo.
"io non ricordo nulla... Non..." Le parole le morirono in gola, ebbe un altro gemito di dolore e poi svenne.
 
Erano tutti radunati in cucina per ascoltare l'accaduto.
Ace dopo aver visto Electra svenire aveva subito chiamato le infermiere, avevano steso di nuovo la ragazza sul letto, in preda ad una forte febbre.
Delirava, decisero di lasciarla riposare andando tutti in cucina per spiegare la situazione.
"Quindi non ricorda nulla di ciò che, ha fatto negli ultimi 6 anni?" Chiese Marco, una volta finito il racconto di Ace.
"No... A quanto pare..."
"Almeno ricorda come è arrivata in mezzo al mare?" Chiese di nuovo la fenice.
"Non saprei non ho avuto modo di chiederlo!"
"Dovremmo aspettare che si riprenda per poterla aiutare a ricordare." Disse pacato Barbabianca.
"Per quale motivo dovremmo farlo?  Non sappiamo niente di quella ragazza, potrebbe anche far parte della Marina, non è compito nostro. Propongo di lasciarla sulla prossima isola una volta ristabilita!" Sbottò Marco.
"Ma si può sapere cos'hai contro quella povera ragazza Marco??" Chiese Vista spazientito.
"Non ho nulla contro di lei! Ma sento che quella ragazza ci porterà solo guai!"
"E allora?? Siamo pirati! Noi siamo i guai!" Esclamò Jaws.
"Bah fate come volete..." esclamò esasperato Marco
"Puoi contarci figliolo! Guararara" Rise di gusto Barbabianca, mentre Marco lasciava la stanza.
"Capitano, credo che dovremmo sottoporre la ragazza ad una risonanza magnetica, per vedere se ha subito eventuali danni al cervello." Intervenne una delle infermiere.
"Certo fate tutto ciò che ritenete necessario!" Ripose serio. Oramai era deciso, la ragazza sarebbe rimasta a bordo con loro, almeno fino alla sua completa ripresa, in seguito sarebbe stata lei a decidere se rimanere o no.
 
Nei due giorni a seguire Electra dormì solamente, tutti andarono a turno a fare visita alla misteriosa nuova arrivata, per vedere come stava, tutti tranne Marco che continuava a mantenere un certo distacco. Non aveva niente contro la ragazza, figuriamoci, nemmeno la conosceva, solo non gli interessava.
Cosa c'era di così elettrizzante in una semplice ragazza, succedeva tutti i giorni che la gente fosse salvata dal mare, molti di quelli che naufragavano spesso ci lasciavano la pelle, secondo le infermiere aveva resistito ferita per quasi più di un giorno, questo si era strano, ma non sensazionale, loro ne avevano passate di peggiori.
Fin dall’inizio era stato contrario all’accogliere la ragazza sulla loro nave, aveva uno strano presentimento, era strano il modo in cui l’avevano trovata,  ammanettata al pezzo di legno che la teneva a galla.
Non era una cosa da sottovalutare.
Magari era stata imprigionata contro la sua volontà, ma quel particolare non era da ignorare, Marco ne era certo, per quello che ne sapevano poteva essere pericolosa, poteva davvero far parte della marina, magari era una trappola, forse non era nemmeno vero che aveva perso la memoria.
Chi dava loro la certezza che non fosse solo una piano per metterli al gabbio.
Forse avevano ragione loro e lui era solo paranoico ma quella strana sensazione di inquietudine non voleva abbandonarlo.
La mattina del terzo giorno, le infermiere decisero di effettuare la risonanza, ormai Electra non aveva più la febbre e sembrava essersi ripresa, solo non si era ancora svegliata, portarono la ragazza, nella sala delle risonanze era ancora incosciente, ma non c’era bisogno di svegliarla e se si fosse destata improvvisamente gli avrebbero detto che doveva stare tranquilla e che quello era solo un controllo di routine, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo.
Stesero la ragazza sul lettino, applicarono la flebo con il liquido per il contrasto ed azionarono il macchinario, una volta che si furono accertate delle condizioni di Electra si sistemarono dall'altro lato della stanza osservando all'interno attraverso il vetro divisorio.
I ronzii iniziarono ripetitivi, e i rumori simili a scatti fotografici si alternavano ai flash. Electra spalancò gli occhi e si guardò intorno allarmata senza rendersi conto di dove fosse, inizio ad agitarsi, dal microfono della macchina usci la voce, resa metallica dall'apparecchio, dell'infermiera.
"Finalmente ti sei svegliata! Stai tranquilla è solo un semplice controllo, cerca di non muoverti, cosi finiremo prima!" Spiegò conciliante.
"Fatemi uscire da qui per favore…" Implorò la ragazza.
"Tranquilla non é nul..."
"Liberatami, non voglio essere di nuovo rinchiusa..." Disse iniziando ad urlare.
"Stai tranquilla, nessuno vuole rinchiuderti..."
"Liberatemi." Sibilò. "Ora."
"Ma non..." l'infermiera non riuscì a finire la frase, dai monitor stavano partendo tante piccole scosse, si stavano attivando tutti i segnali di sicurezza nella stanza in cui si trovava la ragazza, un’aura blu si propagò dal suo corpo, facendo tremare i vetri ed impazzire i macchinari.
"Dobbiamo uscire da qui... A giudicare da quel fumo qui sta per esplodere tutto" Disse un infermiera indicando la macchina.
"Presto scappiamo!!" Urlò un’altra.
Senza pensarci due volte si avviarono verso la porta, urlando per cercare aiuto.
Le urla delle infermiere risuonarono per tutta la nave e tutti i componenti della ciurma compresi i comandanti accorsero verso l'infermeria, una volta arrivati nei pressi della porta, vennero investiti dalle, infermiere in fuga, "che sta succedendo!!!!" gridò Marco
"Electra..." La povera infermiera non riuscì a finire la frase perché fu gettata al suolo dall'onda d'urto provocata dalla forte esplosione avvenuta nel reparto medico.
Udito ciò Ace non se lo fece ripetere due volte ed andò a controllare come stesse la ragazza.
Lo scenario che gli si parava davanti agli occhi, era del tutto diverso da quello che si era aspettato di trovare.
Electra era li in piedi in mezzo alla stanza senza nemmeno un graffio, non si poteva certo dire lo stesso della stanza, che era cosparsa di macerie, nel frattempo era arrivato anche il capitano.
"Guarararara, questa ragazza mi interessa sempre di più." E sotto lo sguardo incredulo dei suoi figli si avviò verso il ponte.
Electra era seduta in cima al lungo tavolo con tutti gli occhi puntati addosso. Impazienti di sentire una spiegazione, i membri dell’equipaggio si erano presentati tutti nella sala mensa.
Erano stati gentili nonostante avesse distrutto un pezzo della nave, tutti tranne uno, quello con la buffa pettinatura e lo sguardo annoiato, diceva di chiamarsi Marco. "Allora da dove potrei cominciare..." Iniziò timidamente la ragazza.
"Beh magari spiegandoci come hai fatto a distruggere un intera stanza senza riportare nemmeno un graffio!" Ringhiò Marco.
"Dacci un taglio, Marco!" Lo rimbeccò Satch."Continua pure Electra, e non badare alle maniere da buzzurro del nostro caro compagno!!" Aggiunse lanciando occhiatacce al biondo.
‘Buzzurro io?? Ma sono impazziti tutti su questa nave?!? Non sono stato mica io a distruggere un in teta stanza... Roba da pazzi!’
Mentre Marco continuava il suo monologo mentale, Electra inizio a spiegare ciò che sapeva. "Beh questo posso spiegarlo facilmente, quando ero piccola mentre giocavo con gli altri bambini del mio villaggio , mi sono allontanata dal gruppo addentrandomi all'interno di un bosco li vicino, mi allontanai più del dovuto ma, senza paura perché ero brava ad orientarmi… E mentre camminavo mi sono imbattuta in uno strano frutto, aveva una forma particolare ed era ricoperto da spirali..."
"Un frutto del diavolo!" Esclamò uno strano tipo che sembrava un uomo travestito da geisha.
Electra annuii lentamente e poi continuò. "Aveva un colore strano, grigio sporco, il sapore non saprei definirlo ma mi piacque, cosi provai a dare un altro morso ma ormai aveva un sapore disgustoso... Non mi sentii diversa in quel momento, buttai il frutto e me ne tornai a casa.", "raccontai tutto a mia madre , che mi fece promettere di non dirlo a nessuno, non capii perché, ma me lo fece promettere, devo dire che non servi a molto... Lei sapeva. Probabilmente non voleva che gli altri bambini fossero spaventati da me. Comunque io ho il potere di controllare gli oggetti, o meglio quella è una delle mie capacità, so usare la telecinesi... Di solito sono in grado di controllare perfettamente questo potere, solo che quando mi sono sentita in gabbia ho perso la testa e non sono più riuscita a controllarmi..."
"Capisco, quindi ecco spiegato l'incidente..." Intervenne Ace.
‘Incidente?!?! Ha quasi distrutto mezza nave e lui lo chiama incidente...quando si dice minimizzare...’ Pensò Marco sempre più scioccato.
"E dimmi poi cosa ricordi, dopo aver mangiato il frutto??" Chiese ancora Ace.
"Ricordo che dopo la morte di mia madre, quando avevo 11 anni scappai dal villaggio ed iniziai a viaggiare da sola, non avevo molti, soldi e quando la gente vedeva cosa ero in grado do fare non era molto disposta ad aiutarmi, così capii perché mia madre mi aveva fatto promettere di non dire a nessuno delle mie capacità." Fece una pausa e poi riprese: "iniziai ad allenarmi per cercare di controllare il mio potere e pian piano riuscivo  a migliorare, passai i successivi 6 anni viaggiando per il mondo cercando di mantenermi come potevo, finché un giorno incontrai un uomo, che sapeva il mio nome, che mi cercava da un pezzo e che mi disse di sapere chi fosse mio padre, che voleva conoscermi, mi avrebbe portato da lui. Gli credetti, stupida no?” Domandò retorica, sorridendo amaramente. “Poi da li più nulla buio totale, non ricordo nulla, solo un strano presentimento: seguire quell'uomo fu il più grande errore della mia vita..."
"Non ricordi nemmeno il nome di questa persona?" Chiese l'uomo con uno strano cappello in testa. Aveva detto di chiamarsi Vista.
"No... Nulla"
"Che strana storia... Lo credo bene che sei convinta che quell'uomo sia stata la tua rovina..." Continuò lo spadaccino.
"Beh..." Esclamò Barbabianca che fino a quel momento era rimasto in silenzio. " Sappi che potrai rimanere con noi finché non avrai recuperato la memoria, qui sarai al sicuro, e una volta riacquistati i tuoi ricordi se lo vorrai potrai unirti alla mia ciurma, combattendo sotto il nome del grande Barbabianca. Non posso certo lasciarmi scappare una ragazza con le tue capacità! Guarararara!!!!" La ragazza rimase allibita da quelle parole, non potendo fare altro che ringraziarli sinceramente per quello che stavano facendo per lei.
Non ricordava di aver mai incontrato persone come lui durante il suo peregrinare, e poi la conoscevano appena, per quello che ricordare, avrebbe anche potuto rappresentare una minaccia per loro, eppure sembravano tutti così tranquilli.
La maggior parte degli uomini presenti nella sala gridò in segno di approvazione, in fondo quella decisione rappresentava un valido motivo per far baldoria.
Electra si guardò intorno osservando quella stranissima combriccola di pirati, mentre brindavano al suo arrivo sulla nave, alcuni avevano anche iniziato a chiamarla già sorella. Decise che si sarebbe fatta spiegare, più tardi, il motivo da Ace.
Festeggiarono tutti fino a notte fonda, mentre il numero brindisi e le risate aumentava con l’aumentare del tasso alcolico.
Tutti festeggiavano, tutti tranne uno: Marco, che guardava torvo la nuova arrivata.
Avrebbe portato guai.
Ce l’aveva scritto in faccia.
 
 
 
Angolo “autrice”
Salve a tutti, sono in ritardo lo so, solo che non pensavo di metterci tanto per correggere questo capitolo, era un disastro! (non che ora sia un capolavoro, ma almeno è passabile.) E ho impiegato più tempo del dovuto.
Non posso fare altro che scusarmi e chiedervi di essere clementi.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e in particolare chi ha messo la storia fra le seguite e soprattutto un ringraziamento, GIGORNOMICO (??) a chi ha recensito. Siete dei tesori! Bene ora vi lascio è tardi e io ho sonno… Mi scuso per eventuali errori di scrittura, ho cercato di fare il mio meglio rileggendo dozzine di volte, spero di non aver tralasciato nulla. Spero mi facciate sentire la vostra opinione.
Alla prossima.
Baci Lucy<3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Lucyvanplet93